Sogno una scuola...
Continuo a stupirmi della ottusità della scuola di oggi e dei suoi programmi obsoleti, propinati come se nulla fosse cambiato rispetto a 55 anni fa (quando andai io al liceo).
Qualche esempio?
In un mondo che galoppa sull'onda dell'AI, che dialoga con ChatGpt e viaggia nel Metaverso, che va su Marte e paga in Bitcoin, in un mondo che sta creando i “robot sociali” per sopperire alle carenze degli esseri umani in carne e ossa (invece di educare fin da piccoli ad acquisire le competenze relazionali minime)... In un mondo che sta affrontando problemi che vanno dall’inquinamento atmosferico al riscaldamento globale, dalla sovrappopolazione all’esaurimento delle fonti di energia, dalla corsa al nucleare alla fame e alle carestie ancora dilaganti… In un mondo così, che cosa facciamo studiare per mesi ai liceali di oggi (in seconda, nella fattispecie)?
I promessi sposi! Che, per carità, sarà pure un capolavoro... ma è la vicenda di due innamorati costretti a pazientare più del previsto per potersi sposare, di quattro gaglioffi al soldo di un paio di mafiosi di provincia, e della monaca di Monza, il tutto già obsoleto negli anni Settanta quando il ’68 aveva spazzato via qualche tabù.
E poi mesi sulla storia di Roma, imparando a memoria (cito esempi a caso) chi erano Mario e Silla, o le guerre mitridatiche, o le legioni di Cesare, o la Cornelia di "questi sono i miei gioielli!"… Per poi ritrovarsi in quinta liceo a non studiare il Novecento perché non c’è tempo e a non capire nulla di quel che è accaduto ieri e accade oggi.
Il mio sogno?
Sogno un liceo che insegni le vicende umane concentrando la Storia fino al 1300 nel primo anno, poi quella dal 1400 al 1700 nel secondo, l’Ottocento nel terzo, il Novecento fino al 1990 nel quarto e gli ultimi trent’anni nel quinto.
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E per Storia non intendo la sfilza di battaglie con tanto di giorno mese anno fra Bianchi e Neri, o Verdi e Rossi, ma i grandi personaggi, i filosofi, gli artisti, gli urbanisti, gli scienziati, gli economisti, i politici… Creando collegamenti, mettendo in luce le risonanze con l’attualità, accompagnando a cogliere le idee e a trovare sintesi nel cercare di imparare dal passato.
Sogno una scuola che insegni lo spirito critico, la ricerca delle fonti, il confronto tra tesi contrapposte, la libertà di pensiero. Che insegni a cercare le informazioni – oggi che si può, pigiando su un tastino, trovare qualsiasi dato – e a sviluppare concetti, senza imparare a memoria date e nomi ma fornendo le grandi linee e i binari principali sui quali inserire, di volta in volta, qualsiasi nuova informazione.
Sogno una scuola che insegni a pensare con la propria testa, ad argomentare, a esplorare… E a riconoscere un Picasso del periodo blu, una sinfonia di Beethoven, un sonetto di Shakespeare, una citazione di Voltaire… tanto quanto un graffito di Banksy, il rap di Jay-Z, il cinema di Christopher Nolan, i versi di Alda Merini…
Sogno una scuola che, almeno 3 ore alla settimana, insegni a stare in relazione. Ad accettare le differenze tra gli esseri umani, valorizzandole come talenti e ricchezze di cui nutrirsi a vicenda; a destreggiarsi fra i tipi di personalità per trovare linguaggi con cui comunicare, scoprendo sempre nuove prospettive; a riconoscere le sfumature emotive decifrando quello che ogni essere umano sente, a cominciare da se stessi; a entrare in contatto profondo gli uni con gli altri, affrontando gli eventuali contrasti e conflitti e cercando di gestirli.
Sogno una scuola che formi, non solo informi o istruisca. Che insegni a stare in una relazione amicale e di coppia, a diventare genitori, a lavorare in team in qualsiasi ambito professionale...
Sogno una scuola che faccia muovere i corpi invece di imbalsamarli nei banchi, che faccia sperimentare la bioenergetica e lo yoga, il tai chi e la mindfulness, tanto quanto la pallavolo e il basket, il calcio e il nuoto, il pingpong e il tennis…
Sogno.