Solidarietà e partecipazione

Solidarietà e partecipazione

Nessuno di noi deve fare i conti in tasca a qualcuno, abbiamo tutti il diritto di non versare nulla per la campagna di raccolta fondi istituita per il Rizzoli.

Eppure una considerazione a margine va fatta, un certo auspicio a garanzia di diritti e doveri di tutti noi. Volete il diritto di essere curati ma non sentite il dovere di contribuire in emergenza ad una circostanza simile? Punti di vista, purtroppo conosciamo lo stato della sanità isolana da anni e del resto non sono bastate lotte continue in passato (portate avanti sempre da minoranze isolane e mai da tutta la popolazione) a sbloccare o migliorare la condizione del nostro unico nosocomio. 

Ma forse questa emergenza così forte così terribile ci aiuterà a reagire in futuro e a rispettare il nostro sistema sanitario nazionale, a non essere collusi nel voltarci dall'altra parte quando si tratta di scendere in strada, di chiedere a voce alta che i nostri diritti siano rispettati. Quando si tratterà di votare chi avrà a cuore il nostro paese e non i propri interessi. Forse abbandoneremo il voto per famiglia, forse premieremo chi saprà garantire i nostri diritti. Lo spero, ma non lo so. 

Ma non è questo il punto.

Ho visto una notevole donazione da parte di una delle aziende maggiori dell'isola per quanto riguarda il fronte turistico e termale. Una mosca bianca.

Pubblichiamo comunicati dove si ringrazia la donazione (o la restituzione a seconda dei punti di vista) di 10 milioni di euro da parte di Berlusconi alla sanità milanese, e non è il momento certamente di fare politica, ma credo che se tutti i grandi imprenditori isolani aiutassero Ischia in questo momento tanto difficile, forse per la prima volta avrebbero l'onore prima e l'onere poi di restituire alla nostra società ciò di cui da decenni si approvvigionano. 

Sarebbe un segnale di grande senso civico e della cosa pubblica, una forma di rispetto immenso per tutti i concittadini isolani e per tutti coloro i quali anche in maniera anonima stanno donando 5 euro, 10 euro, 20 euro.

Una forma di rispetto per il personale medico che è in prima linea, distrutto e sotto stress, per tutti i dipendenti delle aziende che continuano a restare aperte e ad offrire servizi al resto della popolazione. 

Resta da segnalare che la così detta "povera" gente si rimbocca le maniche come può e ci si muove compatti in tal senso. Qualsiasi sia il sentimento che muove chi sta donando (paura, senso di appartenenza ad una comunità, solidarietà religiosa) è un fatto non da poco constatare a mio avviso la disparità sociale che unisce le fasce più deboli economicamente e allontana le più alte, che sembrano appartenere come al solito ad un'altra classe. 

Ma davanti alle malattie, alla sofferenza alle emergenze...cari politici, cari imprenditori o professionisti, non esiste classe, non esiste niente che possa cambiare la sorte di un individuo, se non il propendere sempre e comunque al benessere anche dell'altro, nell'ottica di una crescita della comunità che passi anche e soprattuto per il perfetto funzionamento dei suoi servizi essenziali. 

Così, tanto per ricordarlo.

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