Stavamo Correndo Troppo 2
Abbiamo già discuso della terribile, ma quanto mai attuale, frase “Mi serve per ieri” – tra l’altro oggi già sostituita dall’ancora peggiore “Mi serve per l’altro ieri”, così tanto per aggiungere un ulteriore grado di urgenza alla richiesta.
Lavorare in Perenne stato di Urgenza è tremendo, ma per molti è la normalità quotidiana. E poi, mentre sei lì che corri come un criceto, arrivano le crisi, quelle vere e si passa dall’Urgenza all’Emergenza. E allora sì che cominciano i problemi, quelli veri.
Dovremmo avere più rispetto del nostro tempo.
Già più di 2000 anni fa Aristotele ci ricordava che Lo scopo del lavoro è quello di guadagnarsi il tempo libero. Spesso ce lo dimentichiamo. E sorrido quando sento parlare di "Gestione del Tempo", il termine è terribilmente fuorviante. Il tempo non si può gestire, il problema consiste nel saper Gestire noi stessi.
A questo riguardo, da parte mia, cerco di ripetermi il più spesso possibile le parole dell'ex presidente dell'Uruguay, Josè Pepe Mujica
Perché quando compro qualcosa non la compro con i soldi, ma con il tempo della mia vita che è servito per guadagnarli.
E il tempo della vita è un bene nei confronti del quale bisogna essere avari.
Bisogna conservarlo per le cose che ci piacciono e ci motivano. Questo tempo per se stessi io lo chiamo libertà.
Fin qui tutto Bene...
C’è una strana storia con cui comincia L'Odio (La Haine) – un vecchio film di Kassovitz ambientato nelle banlieue di Parigi – una storia che, rispetto a tutto questo correre, ci aiuta forse a riflettere un poco.
Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di cinquanta piani.
Mano a mano che cadendo passa da un piano all'altro, il tizio, per farsi coraggio, si ripete: "Fino a qui tutto bene... fino a qui tutto bene… fino a qui tutto bene…"
Il problema non è la caduta, ma l'atterraggio.
Di Moto, Caramelle e Spettacoli...
Colto dalla classica crisi di mezza età, un paio di anni fa, ho comprato la mia prima moto. Da questo vecchio chopper degli anni 90, un mezzo che va pianissimo ma fa un casino squisito, ho imparato un paio di cose che cerco di applicare anche nella vita di tutti i giorni.
Rallentare e Fermarsi ogni tanto (perché se troppo di corsa ci si perde il panorama). Godersi le Pause (non solo per ricaricarsi, ma anche per schiarirsi le idee) e Celebrare i Successi. Mettersi insomma nella condizione di godersi il più possibile il viaggio...
...perché, come direbbe Kerouac, molte volte ha più valore della meta da raggiungere.
"Contando i miei anni ho scoperto che ho meno tempo da vivere di quanto non ne abbia già vissuto.
E allora mi sento come quel bambino che ha vinto una confezione di caramelle e le prime le ha mangiate velocemente, ma quando si è accorto che ne rimanevano poche ha iniziato ad assaporarle con calma.
[...] Ora, senza troppe caramelle nella confezione, la mia anima ha fretta, voglio l’essenza. Ho fretta di vivere con l’intensità, che solo la maturità mi può dare. Pretendo di non sprecare nemmeno una caramella di quelle che mi rimangono. Sono sicuro che saranno più squisite di quelle che ho mangiato finora"
Vivere con intensità, sì, trovare un po' di tempo e per sè, goderselo (e difenderlo a spada tratta!), perché come mi diceva il mio insegnate di musica per spronarmi a fare, a tentare, a non rimandare:
Queste non sono le prove...
Quello che stai vivendo è già lo Spettacolo.
Non c'è un dopo, non rimandare.
Il momento per fare quello che vuoi è proprio è questo.
Davvero un bel post, caro Luigi! Sarà perché anch’io certe volte mi sento un criceto, sarà perché sempre più spesso ho la sensazione di sprecare il mio tempo, sarà perché anch’io ho poche caramelle nel sacchetto... ma mi ha dato molto da pensare.