Storie contro la paura.
"In Italia 4 persone su 10 non rispondono alla chiamata di screening per la prevenzione oncologica, anche se è gratuito. E non rispondono perchè hanno paura della diagnosi.
Nel Sud Italia la risposta allo screening è inferiore al 20%. Questo fa sì che al Sud, dove ci si ammala percentualmente meno perchè gli stili di vita sono ancora oggi migliori che al Nord, si muoia di più proprio perchè la gente non fa prevenzione".
Luigia Tauro, oggi invitata da SheTech a raccontare "la prevenzione guidata dai dati" deglutisce un po' mentre pronuncia questi numeri per l'ennesima volta, gli occhi le si velano appena, la voce si rompe sull'ultima sillaba, ma sa che deve continuare a ripeterli se vuole che raggiungano ogni singola testa della platea che le siede davanti; ex-manager di importanti realtà aziendali, oggi imprenditrice e innovatrice nel campo della prevenzione oncologica trova che questi due dati, tra i tanti che AIMAC ha messo a disposizione della sua Knowandbe.live, siano i più intollerabili. Si muore per la paura di sapere e si muore di più dove ci si ammala meno. Come accettarlo?
Un tratto che accomuna chi come lei - e come me - ha attraversato il territorio sconnesso e minaccioso della malattia è il bisogno di rendere utile la fatica, di rendere utili gli insegnamenti appresi lungo la strada. Esperienza, del resto, viene da esperire: venire in cognizione provando e riprovando. Muoversi a traverso. Tragittare.
Tragittare è bellissimo. Indicare il tragitto. A chi viene dopo, a chi ci auguriamo non debba venire mai per queste vie.
Ma se invece la diagnosi arriva? Allora servono storie di lieto decorso, le storie che può raccontarci chi è ancora nel mezzo del guado o chi lo ha già superato e dalla sponda di arrivo si sbraccia per dirci "per di qui, vieni, vedrai che tra poco si tocca". Ed è stata una storia di lieto decorso quella che ci ha raccontato questa mattina Ilaria Dorin, manager Microsoft, durante la nostra lunga chiacchierata: sopravvissuta - anzi viva - a due diagnosi oncologiche che si sono succedute a distanza di pochi anni, a un numero incalcolato di interventi, a una separazione e a un cambio di lavoro sofferto. Viva nel corpo e nei progetti, viva giorno per giorno nonostante "sia tutta rifatta" e pronta, a rifarsi ancora, ogni volta che qualcosa dovesse cercare di atterrarla.
Le ho chiesto quali fossero i messaggi che voleva lasciare alle ragazze in sala e il suo elenco è stato breve e preciso come lo sono sempre quelli dei viaggiatori esperti: "finchè noi sei stesa in una bara fai tutto quello che c'è da fare, stringi a te gli alleati, attingi alle risorse che hai e non sai di avere, parla e piangi quando e quanto serve e poi sorridi. Io ho sempre sorriso, fin da bambina, sembra poco ma chi sorride aiuta se stesso e chi gli sta intorno".
Co-founder & CMO Neuron Guard | Board Member & SMM Women&Tech®️ ETS
6 anniConosco Luigia, e conosco bene i suoi occhi quando racconta la sua storia e menziona i numeri legati al cancro in Italia. E non solo. Non dobbiamo mai smettere di condividere queste esperienze di lotta e resilienza, invitando tutti a fare prevenzione. #piúconoscenza #menopaura
CEO @KnowAndBe.live | Consigliere e Presidente Comitato Sostenibilità @BancoBPM | Inspiring Fifty Italy 2024
6 anniGrazie Bianca, abile tessitrice di parole, che con le tue ieri hai fatto intravedere ad una platea di giovani donne come affrontare una difficoltà personale ci possa insegnare molto anche in campo professionale.
Group Finance Manager - EC & PS (Enterprise Commercial and Public Sector) at Microsoft
6 anniGrazie Bianca... hai colto la mia ESSENZA