Tagliare ... costi quel che costi
È facilmente intuibile come la crisi post corona virus porterà ad adottare strategie finalizzate al taglio dei costi.
Durante la crisi del 2008 molte aziende adottarono in maniera preponderante il taglio dei costi come strategia fondamentale. A quei tempi misi in guardia alcune aziende dall'adozione di tali strategie, non perché non fosse necessario ed importante una oculata gestione finanziaria e dei flussi di cassa, ovviamente, ma perché tale strategia temevo si sarebbe rivelata pervasiva, accentuando la rilevanza di aspetti pur fondamentali ma ausiliari rispetto all'esistenza e alla missione delle aziende, quindi a perdere il focus su cui sarebbe stato importante concentrarsi.
Il post crisi mi diede ragione. La maggior parte delle aziende che si ostinarono a inseguire la riduzione dei costi si smarrirono, persero quote di mercato ed entrarono in un circolo vizioso “difficoltà -> tagliare -> scarsa competitività funzionale -> difficoltà -> …” dal quale, ormai sintonizzati su un’unica lunghezza d’onda di ascolto, non riuscirono più ad uscire.
Quelle aziende che puntarono a ripensarsi, re-interpretarsi, innovare, pure con un’attenta gestione finanziaria, uscirono molto meglio di altre dal periodo di crisi.
Oggi noto dei segnali anche peggiori. Ad esempio sta gradualmente emergendo la contraddizione, che porterà ad una perdita di attenzione ancora più marcata rispetto al reale focus da mantenere, "tagliare risorse outsourcing VS tagliare risorse interne.
Molti consulenti, intuendo l’eventualità, stanno tristemente adottando la contromossa “liberatevi dei costi fissi e ricorrete all’outsourcing”.
Questo atteggiamento rafforza, colpevolmente, che il focus sia “tagliare i costi”.
Le aziende esistono per rilasciare “funzionalità” per mezzo dei propri prodotti, processi e servizi. In cambio di questi prodotti il mercato decide se riconoscere un prezzo ritenuto equo. Se si resta focalizzati sulla riduzione dei costi è assai probabile, data la pervasività di questo indice nei KPI e nei driver aziendali, che ci si de-focalizzi rispetto alle “funzionalità”, che tra l’altro ogni periodo di crisi porta a rimodellare in maniera sostanziale o almeno per come sono erogate.
Faccio un esempio, altrimenti sembra che si tratti della solita aria fritta. Se un’azienda rilascia “proteggere” attraverso prodotti di sorveglianza, ma il mercato cambia dato che la minaccia non è più solo il rischio di furti ma soprattutto di infezione, allora ha senso che la medesima azienda re-interpreti il mercato e ripensi alle modalità con cui “proteggere” viene rilasciato.
Cerco di essere ancora più esplicito uscendo dal contesto di crisi. Un’azienda che produca chiodi, una commodity che rilascia funzionalità “fissare-unire”, può re-interpretare ciò che produce intuendo che la medesima funzionalità è rilasciata da un collante e quindi sviluppare e/o commercializzare una gamma di prodotti adesivi. Ma se il focus resta tagliare i costi della commodity, o si pensa meramente a reimpiegare il proprio know-how, difficilmente si arriverà a pensare ad un adesivo.
Quindi a quelle imprese che vogliono tagliare i costi, tagliando l’outsourcing o tagliando il personale, dico – restate focalizzati sulle funzionalità che sono richieste e che rilasciate!
Tagliare “risorse interne OR risorse esterne” deve lasciare spazio a come “risorse interne AND risorse esterne” possono essere finalizzate per ideare, sviluppare e rilasciare “funzionalità di valore”.
E se proprio si sentisse la necessità di tagliare qualcosa, sarebbe bene cominciare da certi pregiudizi e paradigmi mentali sul taglio dei costi.
Consulente di Direzione, esperto di Theory of Constraints, DDMRP certified, Facilitatore Lego Serious Play@
4 anniLe aziende possono prosperare se sono in armonia con il proprio ecosistema, di cui fanno parte anche i vituperati consulenti. Tagliare alcuni costi a cui corrispondono funzionalità equivale a tagliarsi il braccio sinistro solo perchè lo usiamo meno del destro (viceversa per i mancini), tanto qualora mi servisse me ne procuro uno bionico. Occorre scegliere oculatamente l'ecosistema in cui vivere in armonia. Per evitare di essere tagliati e di essere chiamati a fare il braccio bionico.