Tendenza inflazionistica al ribasso chiara, opportunità per le obbligazioni governative in euro a breve
Il commento di Mauro Valle, CFA , Head of Fixed Income/active management di Generali Asset Management
La tendenza al ribasso dell'inflazione è abbastanza chiara. Dopo gli ultimi dati sull'IPC (Indice dei prezzi annuali) negli Stati Uniti e nell'Eurozona, riteniamo che questa tendenza non sia a rischio nel lungo periodo, ma c'è la possibilità che il declino dell'"ultimo miglio" sia accidentato. Questo vale soprattutto per gli Stati Uniti, in quanto la crescita economica dovrebbe essere positiva nei prossimi trimestri e il mercato del lavoro non mostra ancora segni di indebolimento. Gli ultimi dati sull'inflazione core sono leggermente inferiori al 4% (3,9% a febbraio), mostrando una decelerazione del declino. Di conseguenza, il mercato prevede solo 3 tagli da parte della FED entro dicembre. Aumentano le probabilità che Powell non inizi il ciclo di tagli a giugno.
Nell'Eurozona lo scenario è ben diverso, in quanto l'economia dell'euro per il momento è ancora stagnante, come confermato dagli ultimi dati PMI (Piccole Medie Imprese). Nell'ultima riunione la BCE ha rivisto al ribasso le previsioni di inflazione per il 2025, ora in linea con l'obiettivo del 2%. La BCE sembra orientata a tagliare i tassi ufficiali a giugno e gli ultimi discorsi dei membri della BCE sembrano confermare queste aspettative. Il dipartimento della Ricerca conferma la visione di un primo taglio dei tassi di 25 punti base entro giugno e poi tagli cumulativi per 100 punti base nel 2024, come previsto dal mercato. Dato il debole contesto macroeconomico, ci sono le condizioni per considerare un inizio anticipato ad aprile, ma la BCE preferisce prendersi più tempo per assicurarsi che i prossimi dati sull'inflazione non presentino sorprese negative. Le variabili chiave da monitorare sono la conferma del calo dell'inflazione (e dell'andamento dei salari) e vedere se l'economia dell'euro migliorerà come previsto nella seconda metà dell'anno.
Le prossime settimane potrebbero presentare opportunità tattiche per le obbligazioni governative in euro, dato che i tassi core, dopo il ritracciamento osservato da inizio anno, si stanno muovendo di nuovo nella parte alta del range osservato negli ultimi mesi. Riteniamo che i tassi tedeschi vicini al livello del 2,5% offrano l'opportunità di esporsi al rischio di tasso. Questo è vero soprattutto per le scadenze medio-brevi, poiché la curva dei rendimenti in euro è invertita e si prevede che si dis-inverta (o almeno che ripristini l'inversione) quando inizierà il ciclo dei tagli.
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Per quanto riguarda i BTP, che nelle ultime settimane hanno registrato una performance piuttosto buona rispetto ai titoli tedeschi, possiamo osservare che ci sono un paio di ragioni che hanno sostenuto le performance.
Considerando i fattori di mercato, abbiamo assistito a un grande appetito per gli asset rischiosi e questo è positivo per gli spread del credito obbligazionario e per i titoli italiani. La ricerca di carry è forte da parte del mercato, che si aspetta rendimenti più bassi in futuro. Ma anche i fattori legati all'Italia sono di supporto per gli spread italiani: un outlook stabile da parte delle agenzie di rating, la crescita italiana migliore rispetto alla media dell'euro (e va notato che l'economia italiana non sta soffrendo della debolezza della situazione tedesca), tassi più bassi che limiteranno la spesa futura per interessi.
Infine, possiamo anche considerare che, all'inizio dell'anno, gli investitori erano preoccupati per l'ammontare netto di obbligazioni da emettere nel 2024, ma nei primi mesi del 2024 la domanda è stata forte e il sostegno al dettaglio di nuovo ampio; quindi, l'attività di emissione italiana è finanziata abbastanza bene a questo punto dell'anno.