Trump mette in guardia la NATO, prospettando un possibile destino dell'Alleanza senza il coinvolgimento degli Stati Uniti.
Le dichiarazioni del candidato alla Casa Bianca hanno generato preoccupazione. Tuttavia, tutte le reazioni hanno evidenziato una realtà con cui la diplomazia sta confrontandosi da un po' di tempo. Le parole di Donald Trump sul futuro della NATO hanno suscitato preoccupazione, scherno e sufficienza, ma tutte le reazioni hanno messo in luce una situazione con cui la diplomazia sta già facendo i conti da tempo: l'ipotesi che l'Alleanza possa proseguire senza il coinvolgimento degli Stati Uniti.
I leader europei stanno discutendo in modo ponderato su come prepararsi a un mondo in cui Washington potrebbe non essere più il fulcro dell'Alleanza, nata 75 anni fa. Nonostante l'eloquenza tipica del suo stile elettorale, Trump ha comunque spinto il dibattito europeo verso una dimensione più pubblica, fuori dalla riservatezza delle cancellerie. La sua minaccia di coinvolgere Vladimir Putin in un attacco contro uno stato membro dell'Alleanza, a meno che non effettuino i pagamenti per far parte del club difensivo, ha sorpreso molti in Europa, specialmente dopo gli sforzi del presidente Biden nel ripristinare la fiducia persa durante l'amministrazione di Trump.
Mentre un portavoce della Casa Bianca, Andrew Bates, ha condannato le affermazioni di Trump come "sconvolgenti", queste hanno già ottenuto un'eco tra coloro che affermano da tempo che l'Europa non può dipendere esclusivamente dagli Stati Uniti per dissuadere le intenzioni espansionistiche della Russia. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha criticato le "dichiarazioni sconsiderate" di Trump, affermando che servono solo gli interessi di Putin e rendono più urgenti gli sforzi europei per sviluppare la propria autonomia strategica e investire nella difesa.
A Berlino, Norbert Roentgen, membro della commissione per gli affari esteri del parlamento tedesco, ha sottolineato che tutti dovrebbero capire che l'Europa potrebbe presto non avere altra scelta che difendersi.
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Questi dubbi saranno al centro della riunione dei ministri della difesa della NATO a Bruxelles e della Conferenza sulla sicurezza di Monaco. Mentre il vicepresidente Kamala Harris e il segretario di Stato Antony Blinken sottolineeranno la solidarietà della NATO, le dichiarazioni sul futuro dell'Alleanza saranno accolte con il beneficio del dubbio. In realtà, una rivalutazione dell'Alleanza è in corso da mesi, secondo alcuni diplomatici europei e funzionari della difesa citati dal New York Times, anche se in pubblico vi è stato solo un accenno indiretto.
Il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, ha iniziato a discutere della necessità che la Germania si prepari a decenni di confronto con la Russia, un pensiero condiviso dal segretario generale uscente della NATO, Jens Stoltenberg. La discussione in corso in Europa riguarda principalmente l'ombrello nucleare statunitense, il deterrente contro un'eventuale invasione russa. Molti membri dell'Alleanza si chiedono se questo deterrente continuerà a coprirli anche se i codici di lancio tornassero nelle mani di Trump.
Gran Bretagna e Francia hanno i loro arsenali nucleari, sollevando la possibilità che, nel dubbio sulla validità dell'Articolo V del trattato, il dibattito si sposti su quale altro Paese europeo dovrebbe dotarsi di armi atomiche. La discussione richiama la memoria della Guerra Fredda, quando Konrad Adenauer, il primo cancelliere della Repubblica Federale Tedesca, considerava le armi nucleari tattiche come un'estensione dell'artiglieria e discusse la difesa di Berlino con l'utilizzo di armi atomiche.
Negli ultimi anni, le fondamenta del deterrente sono state messe in discussione, e le parole di Trump durante la campagna elettorale sembrano trasformare la NATO da un'alleanza difensiva in qualcosa più simile a un racket del pizzo. Indipendentemente dall'esito delle elezioni, questa visione della NATO che si è radicata in una parte significativa degli americani rappresenta un cambiamento destinato a influenzare la percezione dell'alleanza transatlantica in Europa nei prossimi anni.