Un appello per l'educazione
Il 24 gennaio è stato proclamato dall’UNESCO giornata internazionale dell’educazione. E non se ne parla. Nessuno parla della priorità e dell’urgenza di investire nell’educazione. Importante, determinante sempre e dovunque, ma più che mai in questo tempo di scardinamento e di mutazione, quando abbiamo bisogno di un ricambio radicale di idee e di visioni, quando servono soluzioni inedite agli immani problemi che attanagliano il pianeta e i suoi abitanti e che li pongono a serio rischio di sopravvivenza per la prima volta nella storia. Le nuove generazioni sono la nostra più grande risorsa. Risorsa che va valorizzata e coltivata aiutando i ragazzi a scoprire i loro talenti, a orientarsi in questi tempi di caos e di confusione, a trovare scopi di vita, direzioni, sogni da inseguire, a prendere coscienza che il rinnovamento è nelle loro mani, visto che noi, generazioni che li hanno preceduti, abbiamo fallito.
Dove sono gli educatori in grado di fare questo? E prima ancora : chi sono gli educatori?
Il mio punto di vista è che siamo tutti educatori a pieno tempo anche se non siamo né insegnanti né pedagogisti, né genitori, né nonni. I bambini ci guardano mentre prendiamo l’autobus, guidiamo un’auto o facciamo la spesa. Ci ascoltano, ci studiano, assorbono i nostri stati d’animo. Ascoltano le canzoni che cantiamo, leggono – o si fanno leggere – i libri che noi pubblichiamo. Ci osservano mentre maneggiamo telefonini e tablet. Vedono i programmi proposti dai canali televisivi che frequentiamo. Se nell’intraprendere tutte queste attività cominciassimo a udire una voce che dice : i bambini ci guardano…
Certo, chi riveste ruoli educativi è in prima linea e forse non si rende conto di avere nelle mani un potere che pochi hanno. Anche se i genitori sono spesso stressati e affaticati, gli insegnanti frustrati e sottopagati, bisognerebbe riuscire a convincerli della centralità della loro funzione di educatori nella svolta epocale che stiamo vivendo e l’enorme privilegio che è nelle loro mani : quello di contribuire al cambiamento mettendosi a lavorare insieme alle nuove generazioni a costruire il nuovo – mentre altri perdono tempo a puntellare, ma anche a combattere - il vecchio.
E torniamo sempre al ben noto motto : l’educazione comincia da se stessi.