UN NATALE A TESTA ALTA
Per vedere quest'opera di Giovanni Balducci, non basta andare a Napoli ed entrare nella Cattedrale di Santa Maria Assunta. Ma è necessario anche alzare la testa. Così come facciamo quando guardiamo le nuvole. E sì perché questo olio su tela è collocato nel soffitto a cassettoni della navata centrale di questa grande cattedrale, che è anche basilica monumentale. L'autore, Giovanni Balducci, detto il Cosci dal nome dello zio, è un fiorentino che ha prodotto molto, ma che viene considerato poco abile da taluni e affatto originale da altri.
Eppure si è formato con grandi maestri, e ha frequentato la bottega di Giovanni Battista Naldini, insieme al quale ha lavorato a Palazzo Vecchio sotto la direzione del Vasari. Ma evidentemente il nostro autore o non ha fortuna o è privo di talento. Ma chi chiamerebbe un pittore senza alcun estro a dipingere ovunque a Firenze? Invece il Cosci ha collaborato anche con Zuccari agli affreschi del giudizio universale della cupola di Santa Maria del Fiore. E sono suoi anche molti dipinti che adornano l'ultimo piano degli Uffizi. Ha dipinto a Volterra e a Roma ed in fine a Napoli, dove appunto si trova questa adorazione dei pastori, che non viene citata nella sua migliore produzione.
Ad alcuni pare che sia più prezioso il cassettone del soffitto che contiene il dipinto. Una vera opera d'arte di intarsio dorato e dipinto, un capolavoro di intaglio. Quasi una metafora che può rappresentare buona parte dell'arte di oggi: a vendere non è l'opera in se ma ciò che le sta attorno, la grande macchina comunicativa. Ma a ben guardare...
Sebbene la composizione sia classica, c'è una confusione interessante dietro i protagonisti. Spunta solo un corno e gli occhi di un bue troppo grande e l'oscurità avvolge in modo ingenuo i soggetti sullo sfondo. Affatto banale è la posa spavalda del Bambino Gesù che sembra mostrare fiero la sua nudità e ha un espressione quasi canzonatoria nel volto. Sorride ma è anche incuriosito. Non teme ed è pieno di luce bianca così come il volto di Maria. Questa luce è molto importante...
Non solo per i noti significati spirituali e per quelli più antichi che si legano alle celebrazioni per il solstizio d'inverno.
Ma qui la luce ha una caratteristica che non sempre è presente nei dipinti di soggetto affine. La luce in questa adorazione è decisamente bianca sulla pelle di Maria e del suo bimbo. E non lo è per un difetto di post-produzione della foto. La luce è bianca rispetto al colore della luce che colpisce i corpi maschili ai lati.
Potrebbe spiegarsi con la diversità di fonti di luce (luce terrena gialla delle candele e luce spirituale divina bianca).
Oppure la differenza di colore potrebbe spiegarsi con il diverso colore della pelle, candida quella di Maria e del suo pargolo, resa ruvida dalla vita all'aperto quella dei pastori.
Ma è più plausibile una scelta simbolica di Giovanni Balducci. Quel pallore deciso e innaturale richiama la luce lunare. La luce femminile, che infatti colpisce il volto di Maria, l'unico viso che è davvero ben fatto ed è il centro di fuga di tutta la composizione. È Lei la protagonista del dipinto. Maria, la Luna, la Donna. La gialla luce terrena è per gli uomini che la circondano.
L'opera non sarà considerata un capolavoro, ma contiene molti elementi originali. Sulla destra al limitare del quadro qualcuno ci guarda. L'unico soggetto che si rivolge all'osservatore e che pare essere colpito dalla stessa luce. Un bimbo in ricchi abiti, sembra consigliarci una via. Un modo nuovo di guardare.
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Il mio augurio è quello di continuare a guardare in modo nuovo e cercare la bellezza in ogni dove. Anche in luoghi e persone che non la promettono. Anche in opere non considerate capolavori. Perché ciò che è molto noto non può contenere segreti. E spesso le cose non sono come le hanno raccontate.
Per questo bisogna alzare la testa e avere il coraggio di guardare il cielo anche quando è pieno di nuvole.
Buon Natale 2021
Enrico
Avvocato Cassazionista
3 anniL'ho letto solo ora, ma la magia del contenuto rimane intatta anche dopo molto tempo ...