Una Amazon delle biblioteche?
Una Amazon delle biblioteche potrebbe essere qualcosa del genere? Foto di Kampus Production da Pexels

Una Amazon delle biblioteche?

Il primo febbraio è stato pubblicato su Artribune un articolo di Stefano Monti che, dato il titolo, difficilmente può passare inosservato:

In Italia ci vorrebbe l’Amazon delle biblioteche

Cosa intende Monti? In poche parole una mega-biblioteca italiana che consegna a domicilio le risorse di cui fai richiesta: libri, dvd, giochi ecc. Se la risorsa è digitale - ad esempio un e-book - non serve neanche che qualcuno te la porti a casa.

Questa piattaforma web, come la definisce Monti, razionalizzerebbe i costi di approvigionamento, di gestione e di apertura di nuove biblioteche. Vanterebbe inoltre un bacino di utenti molto vasto e permetterebbe la profilazione di utenti di tutta Italia, così da proporre nuove risorse alle persone.

Certamente è interessante che si parli di biblioteche e di cosa si potrebbe fare per migliorare i servizi, ma la proposta di Monti non mi sembra convincente.

Prima di tutto Monti non fa alcun riferimento al quadro politico-amministrativo delle biblioteche italiane. In questo modo appare facile mettere in piedi una mega struttura centralizzata come questa versione "amazoniana".

Inoltre, parla di prestito di risorse, ma non fa alcun riferimento

  • alla durata del prestito,
  • al soggetto che si dovrebbe occupare della logistica,
  • al fatto che il prestito implica non solo una consegna ma anche una restituzione,
  • al costo relativo alla consegna e alla restituzione

Proprio riguardo i costi, da una parte Monti sostiene che la Amazon delle biblioteche italiane permetterebbe di abbattere costi di gestione e di nuove aperture, ma dall'altra sostiene anche l'importanza delle biblioteche fisiche, alle quali, però, non resta che occuparsi di tutto tranne che di lettura, poiché la lettura, come sembra proporre Monti, è ormai una faccenda casalinga, una questione tra te e il qualcuno o qualcosa che ti consegna il libro (e forse torna per riprenderlo... su prenotazione?).

Inoltre, Monti non menziona minimamente il servizio di prestito digitale offerto da migliaia di biblioteche italiane, molte delle quali aderenti a una realtà d'eccellenza come MLOL (Media Library OnLine) grazie alla quale le biblioteche forniscono all'utenza e-book, film, musica, giochi, corsi ecc.

L'accostamento tra Amazon e le biblioteche è certamente stimolante per più di un motivo, ma sembra che Monti tenda a una semplificazione che non fa bene a nessuno. Non tocca ad esempio il tema della catalogazione-settorizzazione-presentazione delle risorse mettendo a confronto le pagine di presentazione proposte da Amazon e dai cataloghi bibliotecari (lo ha già fatto David Lankes una decina di anni fa e mi sembra una riflessione ancora molto avvincente).

Tratta invece, un po' di sfuggita, la questione della profilazione e delle raccomandazioni. Sistemi di questo tipo però appaiono difficili da realizzare anche a livello territoriale, di singolo sistema bibliotecario. Quindi ci si dovrebbe chiedere perché mai sognare di realizzare un sistema di raccomandazione nazionale se non c'è un sistema che integri i dati della biblioteca/delle biblioteche alle quali sono iscritto e grazie alle quali prendo libri ed e-book in prestito?

Come detto, sono molto felice che si parli di biblioteche e che si provi a immaginare le biblioteche di domani, ma articoli come quello di Monti non sono né una proposta, né una "visione", né una provocazione.

👉 Tu cosa ne pensi? Ti invito a leggere l'articolo (lo trovi qui) e mi piacerebbe parlarne con te.

A presto.


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