Una ricercatrice in azione
Ho inseguito per giorni l'azione delle mie compagne macromolecole, loro le protagoniste io l'osservatrice visionaria che attende il verificarsi dell'evento tanto atteso, la reazione chimica ipotizzata. Vorrà il mio enzima catalizzare l'incontro di quelle due molecole per soddisfare il mio bisogno di certezza sulle ipotesi definite dal mio prolungato scandaglio conoscitivo? L'enzima si dimostra oggi non attratto dalle compagne che io voluto, con un atto di pura fratellanza, metterlo a contatto. Qualcosa non ha funzionato, il riconoscimento non si è sostanziato. Io delusa, non proprio, impotente tanto meno . Una nuova sfida! Ricerca di varianti, modifica di una variabile, prevedere l'azione mettere in atto il processo e attendere il risultato. L'indiziato e la ricerca delle prove per la sua reale azione.
Sono l'investigatrice che non opera su soggetti il cui comportamento è il risultato di istintività, razionalità, emotività, ma oggetti rispettosi delle loro pure regole comportamentali conosciute. Apparentemente sembrerebbe un disvelamento di verità più semplice, più lineare. Ma non sempre il quadro si perfeziona nelle sfumature desiderate. L'affanno richiede lucidità prospettica per mantenerlo allo stato larvale prima che possa sviluppare ali pronte per aleggiare la mia mente. La mia immaginazione fotografica mi proietta costanti fotogrammi del mio protagonista, l'enzima, che si presenta in tutte le posizioni possibili nelle quali appare con le sue rotondità e concavità dove è possibile localizzare definiti gruppi atomici con relative cariche elettriche. Nelle pause della mia giornata, quando ritrovo la giusta misura del tempo qui sulla spiaggia The Palisades e assaporo il suono predominante delle onde che lambiscono questa sabbia come fanno da miliardi di anni da quando l'acqua si accumulò sulla terra per coprirla in parte non avendo raggiunto il giusto volume, e mi lascio sconvolgere da questo suono antico, consolante, ipnotico. L'enzima per brevi istanti ricompare dandomi una visione di sé nuova, non considerata prima che ora mi assoggetta a rincorrerla e a produrre nuove ipotesi. Oggi nel momento in cui o immagine mi si dona mentre affondo i piedi in questa calda sabbia il mio pensiero si innalza e si isola da da questa scheggia di paesaggio per inoltrarsi lungo probabili e possibili sentieri di scoperta.
Lo spazio naturale, la luce naturale, l'aria, l'armonia delle onde, mi immerge in uno scenario di ragionamento astratto che trarre massimo giovamento. Ho sempre risolto i punti cruciali dei problemi in ambiente naturale prima fra tutti la spiaggia, ma pure un bosco , una foresta, ricreano quell'atmosfera che mi facilita le connessioni e le interazioni neuroniche. Mi sento per questo molto vicini a Monet, il grande rivoluzionario, innovatore, celebre è la sua risposta a un giornalista, dissacratore di intimità, che voleva penetrare con il suo ineluttabile sguardo nell'atelier, “ Mon atelier! Mais je n'ai jamais eu d'atelier, et je ne comprends pas qu'on s'enferme dans une chambre”, e poi, indicando con un gesto la Senna e la campagna: “Voilà mon atelier”. In questo gesto e in questa frase è contenuta tutta la sua verità che è anche la mia verità.La verità dell'opera, l' ininterrotto movimento della propria vita per crearla, e il senso del metodo di lavoro che stringe vita e opera, presenza nel mondo e necessità di pittura, di ricerca, in una perfetta fusione. Lui voleva dipingere la natura, la vita, gli uomini, le acquee, i cieli, le ninfee, io voglio capire il funzionamento di tutto questo. Ho bisogno come Lui, non solo di la Natura, ma di sentirla completa in tutti i suoi fenomeni attorno a me e su di me, ho bisogno di questa totale immersione fisica, di questo totale abbandono e delle difficoltà, dei piaceri, dei disagi, delle sensazioni che procura, e che bisogna vincere. Ed è propri li, al Musée d'Orsay, che mi lascio ripetutamente assorbire da quelle tele giganti che mi trasportano in un altrove indefinito in cui le infinite variazioni di colori, tutte le luci che trascorrono sul mondo, tutte le cose leggere e vaganti, la delicatezza e la forza della natura mi impressionano con effetto ammaliatore.