Visita a Rossano
Ti trovi in Calabria, in modo estemporaneo oppure stanziale, e hai voglia di conoscere il territorio in cui sei?
Perfetto.
Ti do qualche suggerimento su cosa vedere e perché.
Intendiamoci, la Calabria - come l'Italia, come l'intero pianeta - è territorio denso di cose splendide da vedere. Ma da un punto bisogna pur partire!
Ci troviamo nell'Alto Jonio cosentino, vicino Sibari. E questa è la strada da seguire per arrivare a Rossano, che oggi fa parte del Comune di Corigliano-Rossano, ma di Corigliano ci occuperemo prossimamente.
Da qualsiasi punto del territorio calabrese ti trovi, devi prendere l'autostrada e percorrerla fino a Sibari; esci e segui le indicazioni per Rossano.
Percorrerai una strada a scorrimento veloce da cui vedrai coltivazioni varie, fra cui spiccano i pescheti, e percorrerla nel momento della fioritura sarà bellissimo.
Arriverai quindi sulla SS 106, che dovrai percorrere fino all'uscita per Rossano.
La strada è parallela al mare, ma scorre nella zona industriale, quindi potrai farti un'idea di quanto sia movimentato qui il mondo del lavoro.
Imbocca la strada per Rossano paese, non restare alla Marina: è la parte più recente della città, e per quanto sia carina e ben servita, con le zone residenziali, i giardini e il lungomare, voglio farti vedere la bellezza della Rossano antica.
Arrivato su nel centro parcheggia e predisponiti ad una visita emozionante.
Qui nel centro di Rossano sulle antiche strade si affacciano palazzi nobiliari imponenti e ben curati, con terrazze e giardini interni di cui intravedono alberi, qua e là.
Sali ancora più su, se vorrai chiedere indicazioni ai passanti resterai allegramente colpito dalla loro gentilezza, ma i cartelli stradali non mancano.
Ti consiglio di iniziare la tua visita dall'Oratorio di S. Marco, una delle chiese più antiche: risale infatti all'Anno Mille ed è stata restaurata personalmente da S. Nilo assieme ai suoi confratelli, monaci basiliani, che gli diedero l'attuale forma.
San Nilo era di Rossano, si chiamava, prima di prendere l'abito monacale, Nicola Malena ed era un alto dignitario imperiale in un periodo di grande splendore della città ionica.
La sua vita è stata descritta in un documento, il Bios di San Nilo, scritto da S. Bartolomeo suo discepolo. Scritto ovviamente in greco, venne trascritto in latino e poi in italiano e costituisce uno dei pochissimi documenti medievali giunti perfettamente integri ai giorni nostri.
L'Oratorio di San Marco è una imponente costruzione di stile bizantino, di forma quadrata e a croce greca, caratterizzato da cinque cupole con monofore laterali e tre absidi con bifore centrali. Viene spesso accostato alla Cattolica di Stilo per affinità stilistica.
Entrare nell'Oratorio di S. Marco è emozionante e dà subito l'idea di cosa fosse centrale nella spiritualità dell'epoca. Al centro infatti è posizionato l'altare "bema", essenziale e semplice. Non è difficile immaginare i monaci impegnati in canti e preghiere, rivolti al sacro altare.
La chiesa era dedicata proprio all'ascesi monacale: i monaci vivevano in sottostanti grotte scavate nel tufo e la loro vita era regolata da una rigorosa scansione oraria delle preghiere e delle attività, fra cui spiccava quella amanuense.
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Usciamo da San Marco e andiamo a vedere un'altra bellissima cosa: Il Codex Purpureus Rossanensis, antichissima copia dei vangeli di Matteo e Marco, scritta e decorata a mano. Risale al VI secolo ed è riconosciuto quale patrimonio documentale dell'umanità dall'Unesco.
Originariamente doveva essere di circa 400 pagine e conteneva tutti e quattro i vangeli. Si trova nel Museo Diocesano e del Codex.
Le sue pagine hanno un caratteristico colore purpureo e la scrittura, ordinatissima grazie alle regole rigorosissime della copiatura amanuense, non è facilmente comprensibile anche se si conoscesse il greco antico; si vedono con chiarezza invece le lettere iniziali di ogni paragrafo e capoverso, che sono decorate con forme tipiche della tradizione cristiana.
Quello che si prova davanti al Codex è uno stupore ammirato: per la sua bellezza, per la cura di ogni dettaglio che emerge prepotente, per il desiderio di rendere bellissima ogni cosa creata e dedicata all'Onnipotente.
Si resta a bocca aperta anche se non si è dotati di fede religiosa.
Usciti dal Museo del Codex, prendiamoci qualche minuto per assorbire la grande bellezza vista prima di continuare la nostra visita.
Se si desidera, nel centro storico ci sono ancora chiese da vedere; una soprattutto è praticamente contemporanea di San Marco, ed è la Panaghia, dedicata a "Maria Tutta Santa". Ma si può vedere, e vale la pena, S. Bernardino, la prima chiesa latina della città, e la Cattedrale.
Ma obbligatoriamente la visita non può prescindere dalla tappa al Patirion.
Poco fuori dal centro, verso la montagna rossanese, si trova l'Abbazia di S. Maria del Patire, o Patirion appunto.
Questo luogo è stato un grande centro di spiritualità e cultura religiosa, per il suo Scriptorium in cui i monaci amanuensi ricopiavano senza sosta i testi sacri, e per la sua Biblioteca in cui erano custoditi testi e codici antichi.
Particolarmente interessante è la sua architettura: voluta dai Normanni poco dopo la fine del dominio bizantino, in questa struttura ecclesiastica si fondono gli stili, le culture e la spiritualità bizantina, normanna ed araba.
Al Patirion si arriva lasciando la strada principale e percorrendo una strada dedicata; è bene lasciare la macchina ed arrivare a piedi per godere fino in fondo del luogo.
La Chiesa infatti sorge alla fine di un viale alberato e ben curato dove tutto invita alla contemplazione ed al recupero delle proprie energie.
Un luogo in cui fermarsi a meditare, a leggere o semplicemente a guardare, lasciando che il mondo e soprattutto la pace entrino in noi...
Tornando al tempo contemporaneo, ti dico subito che a Rossano c'è altro da vedere e provare.
Nel periodo che va da maggio ad ottobre, non perderti un bel bagno a mare!