Circa la metà dei Comuni italiani — quasi 4 mila — sono catalogati come “aree interne”.
Queste aree coprono circa il 60% del territorio nazionale e sono abitate da 13 milioni di persone, praticamente un italiano su 5.
Nel corso dell’ultimo secolo si sono progressivamente spopolate, in favore di aree capaci di offrire maggiori opportunità lavorative e vivacità.
Questo spopolamento ha lasciato queste aree prive di energie e sempre più distanti da molti servizi essenziali — istruzione e sanità su tutti.
Per questo dobbiamo occuparcene.
Sono grato al Comune di Piacenza per avermi coinvolto in un seminario su questi temi a Bobbio, nel bel mezzo della Val Trebbia.
Ho potuto toccare con mano la portata delle sfide che contesti come questi stanno affrontando.
1# → Lo squilibrio demografico. Dall’Unità d’Italia a oggi i comuni montani di questa Provincia hanno perso i 2/3 della popolazione. Per un confronto, il Comune di Piacenza l’ha più che raddoppiata.
2# → La vulnerabilità sociale. La minore urbanizzazione ha mantenuto più integro il patrimonio ambientale di questi territori, ma oggi significa carenza di giovani, di nuovi residenti, di posti di lavoro, di infrastrutture, di servizi sanitari e non solo.
3# → Una scarsa intensità manifatturiera. Tiene il settore del commercio, mostrano più vitalità quello delle costruzioni e quello turistico. Con il rischio però che questi posti vengano associati esclusivamente a luoghi da “frequentare” e non da “vivere”.
Cosa fare per il futuro?
Alcune indicazioni ci arrivano direttamente da un report curato dal "Laboratorio Di Economia Locale" dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, presentato al convegno.
Servono:
📌 Investimenti nei settori di specializzazione locale: agricoltura, artigianato, turismo.
📌 Selezione di un turismo responsabile: naturalistico, gastronomico e culturale.
📌 Maggiore dotazione di servizi tecnologici, sanitari ed educativi.
📌 Incentivi fiscali agli operatori economici locali per garantire un futuro sostenibile e sostegno all’imprenditoria giovanile.
Sarà cruciale rafforzare il rapporto con il Comune Capoluogo. È lodevole l’impegno dell’Assessore Francesco Brianzi, che sta lavorando per promuovere interazioni tra Piacenza e le valli circostanti, attirando risorse e coinvolgendo istituzioni regionali e nazionali.
Infine, bisogna rendere questi territori attrattivi per chi vuole viverci per periodi di tempo flessibili. Non solo residenza stabile, né solo villeggiatura, ma una “terza via”: luoghi dove investire, approfittando delle opportunità offerte dalla tecnologia e dalla crescente ricerca di una qualità della vita diversa, soprattutto tra i più giovani.
Ci sono altri spunti o esempi di successo che hanno funzionato in territori con problematiche simili?
Davide
FROM – Moltiplichiamo valore pubblico