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Quattro astronauti americani voteranno dallo Spazio

Il giorno delle elezioni generali negli Stati Uniti si troveranno in orbita, ma la NASA permetterà loro di votare
Quattro astronauti americani voteranno dallo Spazio

Gli astronauti americani Kate Rubins, Mike Hopkins, Victor Glover e Shannon Walker non saranno sulla Terra il 3 novembre 2020, giorno in cui gli Stati Uniti eleggeranno il loro nuovo Presidente, ma questo non impedirà loro di esprimere il proprio voto.

Per quella data i quattro si troveranno in orbita nella Stazione Spaziale Internazionale (ISS) a più di 200 miglia dal nostro pianeta: sarà lì che sceglieranno Joe Biden o Donald Trump, e lo faranno attraverso un sistema di voto elettronico sicuro già collaudato dalla NASA e dalle contee di appartenenza.

Funziona così: prima di partire, gli astronauti compilano una domanda di cartolina postale federale (Federal Post Card Application), che è lo stesso strumento usato dai membri dell'esercito per votare durante il dispiegamento all'estero. Una volta fatto questo, la NASA riceve dalle rispettive contee delle schede elettorali di prova e verifica se possono essere compilate nello spazio tramite un apposito computer. Se tutto risulta in ordine, il giorno delle elezioni il Mission Control Center dell'agenzia spaziale spedisce via mail le schede agli astronauti, i quali votano e inviano le schede alla NASA, che a sua volta le inoltra alle contee di origine dei votanti.



Un sistema pratico e solido già sperimentato con successo in passato. Per Kate Rubins in particolare non sarà una novità: l'astronauta, nota per essere la prima persona ad aver sequenziato il DNA nello Spazio, ritiene "un onore poter votare in orbita" e un segno di incoraggiamento al voto per tutti i cittadini americani sulla Terra: "Penso che votare sia un dovere di tutti - ha dichiarato all'Associated Press - se possiamo farlo noi nello spazio, possono farlo tutti anche a casa".

Votare dallo spazio è frutto di una scelta precisa degli astronauti, i quali potrebbero senza problemi esprimere la propria preferenza con i piedi sulla Terra in anticipo rispetto al 3 novembre, una cosa abbastanza frequente negli Stati Uniti: basti pensare che nelle ultime tre votazioni circa un terzo dell'elettorato si è avvalso del cosiddetto "early voting", ovvero l'opportunità di votare prima della data stabilita anche in assenza di un giusto motivo per non poter presentarsi alle urne all'election day (con la possibilità di cambiare idea fino all'ultimo).

Anche dallo spazio arriva un messaggio chiaro all'America: andate a votare e onorate la democrazia.




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