Nasce da un articolo di Screen Rant in cui l'autrice, che ha poi deciso di ritirarsi nell'anonimato, accusa il gioco di Game Science di poca inclusività. È davvero lecito che un giornalista o un creator si lasci andare a considerazioni personali all’interno della recensione di un’opera? Si tratta di una questione attualissima che riemerge dagli oscuri e caotici meandri della rete ad intervalli più o meno regolari: qualche tempo fa fu il turno delle recensioni di Hogwarts Legacy che si schieravano contro le dichiarazioni transfobiche di J.K. Rowling, mentre oggi è toccato alle recensioni di #BlackMythWukong. Ad essere precisi, in realtà, la pietra dello scandalo è una recensione nello specifico, ovvero quella di Screen Rant, che tra i difetti ha elencato anche la mancanza di inclusività dell’opera di Game Science. Lo screenshot è rimbalzato un po’ ovunque nel metaverso degli appassionati del settore, da sempre una delle echo chamber più caotiche e disordinate, venendo additato come l’ennesima follia dell’America woke che ha cercato di imporre la propria visione politica su un videogioco asiatico.
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