Parentsmile®

Un padre oggi lotta contro una società che ancora considera la genitorialità una "questione femminile". Che offre solo 10 giorni di congedo obbligatorio. Che sussurra "fai il mammo?" quando porta i figli dal pediatra. La vera rivoluzione non sta solo nelle leggi… sta nel riconoscere che la cura non ha genere, sta nel costruire una cultura dove la paternità non è un ruolo secondario, ma paritetico, accudente e responsivo. Ed è questa la scintilla del cambiamento culturale sulla genitorialità che portiamo nelle aziende con Parentsmile®

Perché un papà che si dà da fare con i figli, esattamente come la madre, viene chiamato “mammo”? Questa etichetta rivela molto più di un semplice commento. Smaschera un pregiudizio culturale profondo: l'idea che accudire sia un compito esclusivamente materno. Pensiamo alla pubblicità: se bisogna far vedere un bambino che gioca, allora ci mettiamo il papà. Ma se dobbiamo vendere pannolini e creme immancabilmente appare la mamma. “Fare il mammo o il babysitter”: il linguaggio non è neutro. Plasma la nostra percezione della realtà. Per questo abbiamo la responsabilità di sceglierlo con cura. 🙌Se vuoi supportare la cultura della co-genitorialità, porta nella tua azienda il nostro corso live training “promuovere la co-genitorialità in azienda: l’importanza della figura paterna accudente nelle diverse tappe dell’età evolutiva”. Scrivimi per saperne di più🙌 Fonte visual the wom

Il post di oggi di Cristina Lucera mi ha fatto riflettere su una cosa: tra un figlio e l’altro, non dormo come si deve da 13 anni. No, non è una lamentela e sì, ho scelto io di essere padre (rifarei questa scelta altre 1.000 volte e so bene che ci sono situazioni molto più difficili). Ma resta il fatto che la privazione cronica del sonno ha un impatto reale sulla salute e sulla capacità di lavorare bene. Si parla tanto di benessere aziendale, produttività e work-life balance, eppure il sonno dei genitori è un argomento che rimane ai margini. Forse perché si dà per scontato che "fa parte del pacchetto". Forse perché dire "sono stanco" suona sempre un po’ come una scusa. Eppure siamo in tanti, genitori che compensano con caffè e forza di volontà, che hanno imparato a funzionare anche con sonni spezzati e risvegli precoci. Beh, questo post è per tutti quelli e quelle che ci stanno provando e si chiedono: ma sono l’unico/unica a fare tutta sta fatica? No, e ricordati che ne vale la pena ❤️

Non parliamo abbastanza della privazione del sonno dei neogenitori. Eppure, per molti non è solo un’esperienza temporanea, ma una condizione cronica. La mancanza di sonno nei primi mesi e anni è spesso sottovalutata, nonostante abbia un impatto profondo sulla salute fisica e mentale dei genitori. Chi deve anche conciliare il lavoro con le notti insonni si trova a fare i conti con un’escalation di stress, affaticamento e difficoltà di gestione emotiva. Ma c’è di più: la qualità delle cure offerte al bambino e l’equilibrio delle relazioni familiari possono risentirne gravemente. Uno studio di Goldstein e Walker (2014)* rivela che la privazione del sonno sconvolge la regolazione delle emozioni. L’amigdala (il centro emotivo del cervello) diventa fino al 60% più reattiva, mentre la connessione con la corteccia prefrontale, che regola il pensiero razionale, si indebolisce. Risultato? Irritabilità, stress amplificato e difficoltà nel riconoscere le emozioni altrui. 🙌 Con Parentsmile® offriamo servizi 1:1 e corsi live training sia per genitori che per adulti senza figli, per imparare a migliorare la qualità del sonno notturno. Scrivimi per saperne di più 🙌 *Fonte studio: https://lnkd.in/dgSY_hhD

Grazie mille LinkedIn per aver selezionato il nostro post sulla Giornata internazionale dei diritti delle donne in questa preziosa raccolta!

Per l'8 marzo regaliamoci una riflessione profonda: il vero cambiamento culturale non si celebra in un giorno, ma si costruisce attraverso azioni concrete, ogni giorno. Significa ripensare un sistema che ancora oggi costringe le donne a scegliere tra lavoro e maternità. Significa creare luoghi di lavoro che riconoscano e supportino le diverse fasi della vita. Significa politiche aziendali che sostengano concretamente la genitorialità e promuovano la co-genitorialità. Non basta più applaudire la "forza delle donne" e tutta quella malsana retorica. È tempo di trasformare questa retorica in diritti concreti, tutele reali, opportunità tangibili. Il cambiamento parte da ognuno di noi, ogni giorno. Non domani, non solo l'8 marzo.

Promemoria urgente: la giornata internazionale dei diritti delle donne non è una festa. Mimose, eventi una tantum “per le donne” e sconti… Possiamo fare di più. Dobbiamo fare di più. Se un’azienda vuole davvero sostenere le donne, il wellbeing non può essere solo una vetrina. Non bastano workshop motivazionali e policy di facciata. Serve un cambiamento reale. Ed è proprio verso questa direzione che portiamo il nostro lavoro con Parentsmile®. Non solo l’8 marzo, ma TUTTI i giorni.

Il ruolo dei genitori è più importante che mai nel bilanciare opportunità e rischi nell’educazione al digitale. È fondamentale per i genitori: - comprendere l'impatto di queste piattaforme sui loro figli e figlie, - ricevere risorse preziose e un sostegno costante per affrontare le sfide quotidiane. Ed è esattamente questo il supporto che offriamo alle famiglie in azienda con Parentsmile®

Ho chiesto a chat gtp se esistesse una percentuale di divorzi causati dal carico mentale e di cura ineguale nel matrimonio. La risposta non mi ha sorpresa… Quante donne sono entrate nel matrimonio sognando una partnership alla pari? Eppure… spesso ci si ritrova a gestire la maggior parte del carico domestico e mentale della famiglia. Non è “una nostra impressione”: anche quando lavoriamo a tempo pieno e guadagniamo quanto i nostri partner, le ricerche mostrano che dedichiamo 2-3 ore in più al giorno al lavoro non retribuito. E non parliamo solo di pulizie. Ma di quel carico invisibile fatto di: - liste della spesa mentali - appuntamenti dal pediatra da ricordare - regali di compleanno da comprare - menù settimanali da pianificare Quando si chiede aiuto, spesso le richieste vengono minimizzate o ignorate. Ci si sente invisibili, non apprezzate, sempre più distanti. Questo squilibrio sta logorando le relazioni. Il divorzio NON rappresenta chiaramente l'unica via d'uscita. Possiamo cambiare queste dinamiche se lavoriamo insieme per ridefinire ruoli ed aspettative. Le nostre famiglie e la società hanno bisogno di una rivoluzione del quotidiano: partner che non solo condividano il carico, ma ridefiniscano la mascolinità attraverso l'esempio. Questa è la vera lezione di parità che plasmerà il futuro delle prossime generazioni. Ed è esattamente il lavoro che con Parentsmile® portiamo nelle aziende.

"Non è nella tua testa" - finalmente la scienza conferma ciò che milioni di donne in menopausa hanno sempre saputo. Le nuove ricerche neuroscientifiche* lo dimostrano: la menopausa ha un impatto REALE sul cervello femminile. Non si tratta di immaginazione, ma di cambiamenti neurologici concreti che influenzano concentrazione, sonno e umore. Come stiamo trattando nella nostra società e nelle nostre aziende la menopausa? 2 fatti: con l’innalzamento dell’età pensionabile e un’aspettativa di vita più alta rispetto al passato, oggi molte donne in Italia: 1. trascorrono anche fino a 15-20 anni della loro vita lavorativa in menopausa, 2. sono uno dei gruppi in più rapida crescita nella forza lavoro. Non possiamo più ignorare questa realtà. Ripensare il welfare aziendale in ottica menopausale non è solo una necessità, è un'opportunità strategica per costruire luoghi di lavoro più inclusivi, equi ed efficaci. Ed è esattamente ciò che facciamo con Parentsmile®. *fonte: ricerca condotta da Lisa Mosconi, direttrice della Women’s Brain Initiative alla Weill Cornell Medicine di New York.