Quando è uscita dall'Islanda, Björk ha conosciuto per la prima volta la disparità di genere: «Nelle varie band di cui ho fatto parte da giovane neppure una volta ho percepito di essere meno importante degli uomini. E, quando, verso i trent’anni, quando sono andata all’estero è stato uno shock vedere che le donne occupavano i posti più bassi nella gerarchia, che contavano meno. Era del tutto nuovo per me. Con questo non dico che in Islanda non ci siano problemi, anche qui combattiamo battaglie simili». In attesa del docu-film Cornucopia che racconta oltre dieci anni di musica e di vita, l'artista racconta come è passata dall'utopia al ritorno felice coi piedi per terra. Ma anche perché l'ottimismo è la risposta e per le donne le cose stanno cambiando davvero. https://lnkd.in/dpRBTzWk
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In Italia 3 padri su 5 oggi richiedono il congedo di paternità quando diventano genitori. Un numero che è triplicato dal 2013, anno successivo a quello in cui il congedo di paternità è stato istituito, con l'obiettivo di agevolare e stimolare la condivisione della cura dei figli, ancora troppo spesso delegata soprattutto alle madri ma anche per aiutare il legame tra padri e figli. A rivelarlo sono i dati dello studio realizzato da Inps, insieme all’organizzazione internazionale Save The Children, che mostrano come l'utilizzo di questo strumento sia aumentato di anno in anno, passando dal 19,2% dei padri aventi diritto nel 2013 al 64, 5% nel 2023. Una crescita che è stata più marcata nei primi anni e contenuta negli ultimi, con una differenza di soli 0,5 punti percentuali tra il 2023 e il 2022. Ma c’è ancora un 35% di padri che potrebbe usufruirne e non lo fa. In particolare, stando all'identikit evidenziato dalla ricerca, i padri che chiedono il congedo vivono quasi tutti nelle regioni del Nord e hanno un contratto di lavoro stabile, con un reddito tra i 28mila e i 50mila euro. E questo segna, ancora una volta, una forte disparità tra come soprattutto le donne, possono gestire la maternità e quindi il rientro al lavoro, al Nord e al Sud. In particolare, i padri che chiedono il congedo al Nord sono il 76% di quelli aventi diritto, quasi il doppio rispetto al Sud e nelle Isole (44%), mentre al Centro lo utilizza il 67% di loro. La regione con la percentuale più bassa è la Calabria mentre quella con la risposta più positiva è il Veneto. Come sottolinea Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children, «Nonostante i segnali positivi che i dati sulla fruizione del congedo di paternità ci mostrano, c'è ancora molto da fare per favorire un'equa condivisione della cura tra madri e padri». Servono, soprattutto, investimenti per rafforzare questo strumento e metterlo a disposizione di tutti i lavoratori. di Alessia Arcolaci
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Sulle colline californiane di Montecito, Gwyneth Paltrow sta preparando il caffè nella sua cucina. La conoscete, è quella dove prepara con amore le celebri boyfriend breakfast di Instagram per il produttore televisivo Brad Falchuk, suo marito da sei anni. «Sono Gwyneth», dice per presentarsi. Paltrow saluterà Hollywood con Marty Supreme – il suo primo ruolo cinematografico significativo in 15 anni –, una commedia ambientata nel mondo del ping pong negli anni ’50, diretta da Josh Safdie. Il protagonista è Timothée Chalamet nei panni di un abile giocatore d’azzardo, mentre Paltrow interpreta la sua amante – la scena di un bacio appassionato tra i due sta già facendo il giro del web. Nel frattempo, i cinefili sono già in fermento per l’uscita del film il giorno di Natale, una data strategica per i candidati agli Oscar. L'attrice era già tornata a far parlare di sé grazie al delicato ruolo di CEO della sua audace azienda di lifestyle, @goop, ma pochi giorni dopo il nostro incontro la notizia della vendita per 22 milioni di dollari è diventata ufficiale e Paltrow sta iniziando a comprendere questo nuovo e complesso capitolo della sua vita. 🔗Ce lo racconta nella nuova intervista esclusiva per la copertina di Vanity Fair, in edicola dal 19 marzo e disponibile da adesso qui: https://lnkd.in/dzZbsark
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Paternità: il 78% dei padri vorrebbe essere più presente, ma solo il 28% delle aziende li supporta Un'indagine MeFirst fa il punto sul quadro della genitorialità italiana: le norme vetuste e una sottocultura dominata dall’idea che la donna debba occuparsi dei figli rendono i padri e le madri stressati, insoddisfatti e infelici. 👉 https://lnkd.in/dk_97DQs #festadelpapa
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Per la prima volta, Joël Dicker non ha scritto un thriller. Lo scrittore da 20 milioni di copie vendute nel mondo, emerso con La verità sul caso Harry Quebert, ha sentito il bisogno di raccontare una storia che parlasse a tutti, con protagonista una bambina. Dentro La catastrofica visita allo zoo, lo scrittore di besteller più letto in Italia ci ha messo l'amore, il bullismo, i social e la democrazia. Forse perché da quando è padre «ho cambiato la mia prospettiva sul mondo». 🔗L'intervista qui: https://lnkd.in/daiizFRZ
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Dimenticatevi Sanremo. Il cantastorie Lucio Corsi, 31 anni, si racconta a Vanity Fair dalla sua casa in maremma. Riservato e geloso della sua privacy, Corsi apre le porte della sua dimora in esclusiva al magazine e in una lunga intervista spiega come mantiene i piedi per terra nonostante l'enorme successo che lo ha travolto nell’ultimo mese dopo il secondo posto al Festival con il brano Volevo essere un duro, ora Disco d'oro, e in attesa di salire sul palco dell'Eurovision Song Contest a maggio. Lucio Corsi parla di amicizia, di amore, di politica e molto altro: un ritratto del musicista schietto e molto meno idealizzato rispetto a quello che arrivava dall'Ariston, quando lo chiamavano «folletto» o «poeta» e i paragoni con i grandi, da David Bowie a Ivan Graziani, si sprecavano. «Sono tutte sciocchezze», dice. «Ci faccio una risata sopra». Noi siamo con lui, in attesa di ascoltare il nuovo disco Volevo essere un duro in uscita il 21 marzo e vederlo dal vivo in tour da aprile. L'intervista: https://lnkd.in/dC2b4X2J
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Dopo una decina di anni insieme e una crisi, lo scorso 24 ottobre, i Coma_Cose si sono sposati in Comune a Milano. E nel brano che chiude l’album, G.O.O.D.B.Y.E., cantano: «Ti sposerò una volta all’anno come i cerchi di un albero». «Un augurio romantico che ci siamo fatti», dicono. California \(Francesca Mesiano\) e Fausto Lama \(Fausto Zanardelli\) sono tornati con il loro nuovo album Vita Fusa e, a ottobre, si esibiranno per la prima volta nei palasport con due date: il 27 ottobre a Milano e il 30 a Roma \(dopo le date ai festival estivi\). «Fare musica è un modo per analizzare chi si è e chi si è stati e fa sì che ti accorgi di dettagli, piccole cose verso le quali non avevi provato la dovuta gratitudine», racconta California. Per esempio? «Ci siamo conosciuti in un momento difficile per entrambi e ci siamo salvati l’un l’altra». 🔗L'intervista: https://lnkd.in/dBd8UTAa
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Il 7 marzo è il Global Day of Unplugging o la Giornata mondiale della disconnessione. Bello in teoria, ma ci avete mai provato praticamente? Avete provato a tenere lontano lo smartphone per un giorno intero o per qualche ora, sottraendovi alle notifiche, alle telefonate, al flusso incessante dei social? È l'obiettivo della giornata, in cui si invita a scollegare ogni dispositivo tecnologico dal tramonto di venerdì 7 marzo al tramonto di sabato 8 marzo, per riappropriarsi di attività offline, relazioni e, perché no? Anche ozio. Non una missione facile: una ricerca Censuswide commissionata da Amazon Kindle dice che l'ultima cosa che facciamo prima di chiudere gli occhi è guardare le email e i messaggi. Che arriviamo a controllare il nostro telefono anche 80 volte all'ora. Che una volta a letto, il 74% degli italiani si addormenta più tardi del previsto proprio a causa del controllo delle notifiche sui propri dispositivi. Che per il 92% questo contribuisce a generare una sensazione di stress fino all'ora di andare a dormire. E, soprattutto, che tutti questi comportamenti hanno effetti negativi sulla nostra salute psico-fisica. Come salvarsi? Per il neuroscienziato Mark Williams, in occasione di questa Giornata mondiale della disconnessione, basta «trascorrere almeno un'ora libera da notifiche prima di andare a dormire, per dare alla mente il tempo di rilassarsi». C'è chi seguirà il «detox» per poche ore, chi per tutta la notte, e chi per tutte le 24 ore: e voi, ci state pensando? Riuscite a disconnettervi e riconnettervi con la vostra vita? di Valeria Vantaggi
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La sua giovane età, combinata alla rapidità della sua ascesa e a una tossica miscela di uomini meschini e internet, ha reso il suo percorso piuttosto accidentato. Oggi Millie Bobby Brown ha trovato la sua dimensione protetta e vibrante, fatta di risate, disordine e amici veri. Anche a quattro zampe. L'intervista completa: https://lnkd.in/dNGDDWJ3
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Nel 2023, il tasso di occupazione femminile in Italia si è attestato al 52,5%, rispetto al 70,4% degli uomini. A questo dato già negativo, se ne aggiunge un altro: le donne che lavorano guadagnano il 20% in meno dei colleghi uomini, a parità di ruolo. Lo dice il rendiconto di genere, presentato dal Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell’INPS che conferma quella che è un’evidenza quotidiana per molte: sono ancora rilevanti le condizioni di svantaggio delle donne nel nostro Paese, nell’ambito lavorativo, familiare e sociale. Anche l’instabilità occupazionale coinvolge soprattutto il genere femminile: solo il 18% delle assunzioni di donne sono a tempo indeterminato a fronte del 22,6% degli uomini. Le lavoratrici con un contratto a tempo parziale sono il 64,4% del totale e anche il part-time involontario è prevalentemente femminile. Appena il 21,1% dei dirigenti è donna, mentre tra i quadri il genere femminile rappresenta solo il 32,4%. Ancora una volta non conta, in campo lavorativo, il livello di istruzione in cui nel 2023 le donne hanno superato gli uomini sia tra i diplomati (52,6%) sia tra i laureati (59,9%). Le donne continuano poi a farsi carico della maggior parte del lavoro di cura. Nel 2023, le giornate di congedo parentale utilizzate dalle donne sono state 14,4 milioni, contro appena 2,1 milioni degli uomini. Il gap retributivo di genere, spiega l’Inps, rimane un aspetto critico, con le donne che percepiscono stipendi inferiori di oltre venti punti percentuali rispetto agli uomini. La differenza è pari al 20% nelle attività manifatturiere, 23,7% nel commercio, 16,3% nei servizi di alloggio e ristorazione, 32,1% nelle attività finanziarie, assicurative e servizi alle imprese. Secondo Roberto Ghiselli, Presidente del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell’INPS, «affrontare il problema delle discriminazioni di genere significa agire su tutte le dimensioni del problema, che riguardano il mercato del lavoro e i modelli organizzativi nel lavoro, la rete dei servizi, la dimensione familiare e quella culturale». Perché è così difficile equiparare le buste paga? di Chiara Pizzimenti
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