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    «Dopo il 7 ottobre non sono più la stessa». Dopo essere stata in silenzio e aver osservato crescere l’odio che ha intorno, la sopravvissuta alla Shoah e senatrice a vita Liliana Segre, 94 anni, prende la parola. E lo fa con un'intervista in cui leva il suo grido di dolore per i bambini «sterminati e uccisi», per l’odio degli adulti, per la vendetta che «se si parla di pace, non ha spazio». Un racconto intimo e sincero della sua vita di oggi, di cui poco parla, tra gli impegni istituzionali della Commissione contro il razzismo, l’antisemitismo e l’istigazione all’odio che presiede, e quelli più privati. Il legame con gli uomini della scorta, le minacce che riceve, le amiche che non ci sono più, il marito Alfredo, grande amore della sua vita, il trauma dei figli e la depressione che ha curato. E la speranza affidata a una bambina che sta per nascere, e che porterà anche il suo nome. 🔗 L'intervista di Silvia Bombino qui: https://lnkd.in/dSCdafXJ

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    Per anni, la menopausa non ha avuto parole appropriate per essere raccontata. Oggi le donne pretendono ascolto, per affrontarla e viverla come un inizio e non una fine. Silvia Nucini ha raccontato questo fenomeno per le pagine di questo numero di Vanity Fair, che trovate in edicola fino a martedì, in occasione della Giornata mondiale della Menopausa

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    «Mi raccomando fatemi solare», dice sul set allestito in un hotel di Roma, quartiere Parioli, a pochi metri dalla sua abitazione. Eleonora Giorgi ha poche energie ma «oggi mi sono fatta un bel po’ di cortisone, quindi sarò più in forze che mai. L’ho fatto solo per voi». Attrice, regista, conduttrice tv, persino musicista: la sua carriera ha attraversato la storia d’Italia dagli anni Settanta a oggi volando tra alti e bassi e raggiungendo vette di gioia e abissi di dolore. Oggi è di nuovo sotto i riflettori per aver parlato del tumore che sta curando, un adenocarcinoma al pancreas che è stato operato, ma che ha portato anche a nuove metastasi e a diversi cicli di chemioterapia. «Chi scopre di essere malato vive innanzitutto un’incredibile solitudine. Parlarne per me è stato liberatorio. Non è stata “vanità”, ma un modo per mettere ancora più a fuoco il valore del tempo che resta. Un mese, un anno, una vita: non importa non importa quanto ne hai, ma come lo spendi, che cosa scegli di cambiare, chi impari ad amare». Eleonora Giorgi si racconta in questa intervista esclusiva a Vanity Fair: https://lnkd.in/d4XzwS5S

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    Se mai dovesse arrivare un giorno anche in Italia un congedo per cuore infranto bisognerà ricordarsi di ringraziare un deputato flippino che ha proposto un disegno di legge che concede un congedo non retribuito di massimo tre giorni dopo la fine di un amore. Il deputato Lordan Suan lo motiva così: «Gli studi rivelano il notevole costo che le separazioni comportano per gli individui, incidendo sul loro benessere emotivo e mentale, portando a una diminuzione della produttività, all'assenteismo e a costi sanitari più elevati». Serve documentazione che provi la rottura. A riportare l’iniziativa è il Financial Times che ripercorre anche casi di aziende che hanno scelto questa politica di sostegno ai dipendenti. Sempre nelle Filippine Ricardo Dublado, amministratore delegato del Cebu Century Plaza Hotel, concede 5 giorni al personale in crisi d’amore. Una scelta originale che si mette nel solco dei benefit aziendali che vanno a far parte del bilancio sociale per le imprese e sono un sostegno per equilibrio fra vita e lavoro per i dipendenti. Ai congedi riconosciuti per legge (lutto, cura di un familiare disabile, matrimonio, esami e concorsi e allattamento) molte aziende ne stanno aggiungendo altri che vanno dal benessere personale al tempo per il volontariato. In Cina un imprenditore avrebbe introdotto il congedo per infelicità: 10 giorni per rimettersi in sella. Le Filippine farebbero un passo in più promulgando una legge. Che cosa ne pensate? Servirebbe per superare la fine di un amore?

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    I giovani non esistono? «Mi viene in mente quando gli anziani ti dicono: vai tranquillo, che tanto sei giovane. Come se avessi tanto tempo davanti per uscire e rientrare sulla strada giusta. Però quello che stanno vivendo oggi i giovani è incomprensibile per i più grandi. I giovani sono molto incerti sul proprio futuro e lo capiscono molto presto». Ghali è il protagonista della cover di Vanity Fair del numero, in edicola da domani, co-diretto con Scomodo, mensile indipendente creato da ragazze e ragazzi sotto i trent’anni. Alla vigilia dell'uscita del suo nuovo singolo Niente Panico e del tour nei palazzetti, Ghali racconta il suo percorso e riflette sull'oggi, con un invito a uscire dal «Matrix», la realtà virtuale fatta di social e smartphone. L'intervista qui: https://lnkd.in/d-CqaPju

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