IL RINNOVO DELLE CONCESSIONI IDROELETTRICHE E I BENEFICI PER IL SISTEMA PAESE
L'idroelettrico, con oltre il 20% della generazione elettrica in Italia e il 40% di quella rinnovabile, è un pilastro della transizione energetica.
Un asset strategico per il nostro Paese che richiede attenzione, competenze e investimenti. La perdurante incertezza sulle concessioni mette però a rischio questo patrimonio, bloccando investimenti stimabili in 15 miliardi nei prossimi anni.
Uno scenario "no action" prevede una possibile perdita di produzione fino al 30% al 2030, con ricadute negative sia sul processo di decarbonizzazione, sia sui costi dell'energia, sia sull'adeguatezza del sistema elettrico nazionale. Mette anche a rischio una filiera industriale e tecnologica nella quale l'Italia può vantare competenze di eccellenza.
Sono questi, alcuni degli aspetti evidenziati da Alessandro Marangoni nel suo intervento al convegno che si è tenuto ad Aquawatt a Piacenza lo scorso 29 ottobre.
Un incontro, moderato da jacopo giliberto, che ha visto in campo alcuni dei maggiori esperti, operatori e policy maker italiani, tra cui: Giuseppe Argirò, Vicepresidente Elettricità Futura, Enrico Borghi, senatore, Angelica Catalano, Direttore generale per le dighe e le infrastrutture idriche MIT, Tommaso Foti, deputato, Antonella Frigerio, Vicedirettore del Dipartimento Sviluppo Sostenibile e Fonti Energetiche RSE, Cesare Mainardis, Avvocato, docente di Diritto Pubblico, FederIdroelettrica Federazione Produttori Idroelettrici, Simona Flavia Malpezzi, Senatrice, Gianfranco Pederzolli, Presidente FederBIM, vinicio peluffo deputato, Luca Squeri deputato, Mario Trogni, CEO Alperia Group Greenpower GmbH; Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, Giulia Zanotelli, Assessore all’agricoltura, ambiente, difesa idrogeologica ed enti locali Provincia Autonoma di Trento.