Nuove Normative sulle Emissioni: Come Cambia il Mercato dell’Auto Usata nel 2025 L’Unione Europea ha introdotto nuove normative sulle emissioni che mirano a ridurre l’impatto ambientale del settore automobilistico. Queste regole, che entreranno in vigore nel 2025, non riguardano solo i veicoli nuovi, ma avranno conseguenze significative anche sul mercato dell’usato. Le Nuove Regole e le Classi Ambientali Dal 2025, i limiti sulle emissioni per le auto saranno ancora più stringenti. Alcune città stanno introducendo nuove ZTL (Zone a Traffico Limitato) e limitazioni per i veicoli con motorizzazioni più datate. Questo significa che le auto con classe ambientale inferiore a Euro 5 potrebbero essere soggette a restrizioni di circolazione o a costi aggiuntivi per entrare nei centri urbani. Inoltre, si discute sulla possibilità di un nuovo standard Euro 7, che potrebbe portare a un’ulteriore selezione tra i veicoli ammessi alla circolazione. L’Impatto sui Prezzi delle Auto Usate Il mercato dell’usato subirà delle variazioni significative. Le auto più recenti e meno inquinanti potrebbero mantenere il loro valore o addirittura diventare più richieste, mentre i veicoli più vecchie inquinanti potrebbero svalutarsi rapidamente. In particolare: Le auto Euro 6 saranno le più richieste perché ancora conformi alle normative in molte città. Le auto Euro 4 e inferiori potrebbero perdere valore rapidamente, diventando difficili da rivendere. Le ibride e le elettriche potrebbero vedere un aumento della domanda, anche grazie ai nuovi incentivi. Restrizioni alla Circolazione nei Centri Urbani Molti comuni europei stanno adottando restrizioni più severe per ridurre l’inquinamento nelle aree urbane. A partire dal 2025, diverse città italiane come Milano, Roma e Bologna amplieranno le ZTL, limitando l’accesso ai veicoli più inquinanti. Questo significa che chi utilizza un’auto datata per spostarsi in città potrebbe dover pagare ticket giornalieri o essere costretto a cambiare veicolo. Inoltre, alcune amministrazioni locali stanno valutando di introdurre incentivi alla rottamazione per spingere i cittadini a sostituire le vecchie auto con modelli più ecologici. Quali Auto Mantengono il Valore e Quali Rischiano la Svalutazione? Se stai pensando di acquistare un’auto usata nel 2025, ecco alcune considerazioni: Auto ibride ed elettriche: continueranno a essere richieste e potrebbero aumentare di valore, soprattutto grazie agli incentivi. Diesel Euro 6: ancora valide per molti anni, ma potrebbero subire restrizioni future. Benzina Euro 6: rappresentano una scelta sicura per chi vuole un’auto versatile e meno soggetta a limitazioni. Diesel Euro 5 o inferiore: potrebbero subire restrizioni e perdere valore velocemente. Benzina Euro 4 o inferiore: sempre meno richieste, con problemi di circolazione nelle grandi città.
Chi siamo
Carsoon è il primo portale che quota auto in 30 minuti, le ritira gratuitamente a casa dell'utente e paga con bonifico istantaneo contestualmente al passaggio di proprietà. Come Istant buyer di automobili Carsoon ha mostrato evidenti vantaggi competitivi rispetto agli altri players: valutazioni congrue e reali, interazione umana e non solo digitale, ottima payment experience per il cliente che vende la propria auto e ritiro dei veicolo gratuito a casa dell'utente.
- Sito Web
-
https://carsoon.it/
Link esterno per Carsoon.it
- Settore
- Piattaforme di e-commerce
- Dimensioni dell’azienda
- 2-10 dipendenti
- Sede principale
- Muggiò, Lombardy
- Tipo
- Società privata non quotata
- Data di fondazione
- 2019
- Settori di competenza
- automotive, compravendita auto, vetrina auto digitale e settore auto
Località
-
Principale
Via dell'artigianato, 8
Muggiò, Lombardy 20835, IT
Dipendenti presso Carsoon.it
Aggiornamenti
-
CINA: LE AUTO ELETTRICHE SUPERANO LE TRADIZIONALI NEL 2025, CON DIECI ANNI DI ANTICIPO 🔋 Soltanto pochi anni fa poteva sembrava un traguardo da film di fantascienza, invece diventerà realtà con dieci anni di anticipo. Nel 2025 in #Cina le vendite di #autoelettriche supereranno quelle delle #auto a combustione interna, segnando un punto di svolta non solo per il mercato cinese, ma per l’intera #industriaautomobilistica globale. Un mercato in rapida evoluzione L’accelerazione è il risultato di un insieme di fattori convergenti: #incentivi governativi, #investimenti massicci in infrastrutture di #ricarica, e una crescente consapevolezza ambientale tra i consumatori. La Cina è oggi il più grande produttore e consumatore di #veicoli elettrici, con marchi come BYD, NIO e Xpeng che stanno dominando il mercato interno e iniziando a competere seriamente anche su scala internazionale. L’adozione diffusa delle auto elettriche è supportata da una rete capillare di stazioni di ricarica, che si prevede raggiungerà quota 10 milioni entro il 2025. Inoltre, l’aumento dell’efficienza energetica delle batterie e la riduzione dei costi di produzione hanno reso questi veicoli sempre più accessibili a un pubblico vasto. Qui Europa Mentre la Cina accelera, l’Europa si trova di fronte a un dibattito politico e industriale che divide governi, aziende e cittadini. Recentemente, infatti, la Commissione Europea ha ribadito il suo no alla revisione del piano che prevede lo stop alla vendita di auto a motore termico entro il 2035. Questa decisione è stata accolta con entusiasmo da chi vede nella transizione elettrica un’opportunità imperdibile per ridurre le emissioni di CO2 e guidare l’innovazione tecnologica, tuttavia, le critiche non mancano: alcuni paesi membri e associazioni di categoria temono che l’obiettivo sia troppo ambizioso e rischi di mettere in crisi interi settori produttivi, in particolare quelli legati alla filiera delle auto tradizionali. Inoltre, si sollevano interrogativi sulla capacità delle infrastrutture europee di sostenere un’adozione massiccia di veicoli elettrici e sulla disponibilità di materie prime critiche come il litio e il cobalto. Una lezione dalla Cina? Il caso cinese potrebbe offrire all’Europa spunti interessanti. L’#esperienza di Pechino dimostra che il #successo della transizione elettrica non dipende solo dai divieti, ma da politiche di supporto coerenti e investimenti strategici. Incentivi per l’acquisto, sviluppo delle infrastrutture e sostegno alla ricerca sono stati gli elementi chiave per il boom delle auto elettriche in Cina. L’Europa potrebbe trarre vantaggio da un approccio simile, bilanciando ambizione e pragmatismo?
-
-
È DAVVERO COLPA DEI PREZZI? INVERSIONE A U PER RECUPERARE COMPETITIVITÀ. Negli ultimi anni, i #prezzi delle #auto sono aumentati del 20-30% rispetto a dieci anni fa, a causa di fattori come l’introduzione di #tecnologie avanzate (assistenza alla guida, connettività digitale, componenti per l’elettrico), le #normativeambientali che obbligano i produttori a investire in #motoriibridi o #elettrici, la carenza di componenti dopo la pandemia, che ha causato ritardi e aumenti dei #costi, e infine l’inflazione e l’aumento dei costi di acciaio e litio. A fronte di questi aumenti, molti consumatori trovano sempre più difficile permettersi un’auto nuova. Per molte famiglie, infatti, l’acquisto di un’automobile rappresenta un #investimento importante, e l’attuale contesto economico – con inflazione, aumento dei tassi di interesse e incertezza lavorativa – spinge a rimandare o rinunciare all’acquisto. Inoltre, le nuove generazioni sembrano meno interessate a possedere un veicolo rispetto al passato. Il costo elevato della vita nelle città, unito a una maggiore disponibilità di servizi di mobilità condivisa (#carsharing, ride-hailing), ha ridotto l’attrattiva del possesso di un’auto. Non è da sottovalutare il mercato delle #autousate, che ha vissuto un boom durante la pandemia. Con la carenza di auto nuove e tempi di consegna sempre più lunghi, molti consumatori hanno optato per l’usato, facendo lievitare anche i prezzi in questo segmento. Tuttavia, l’offerta di auto usate a prezzi convenienti resta limitata, creando ulteriore pressione sul mercato. Per affrontare questa #crisi, l’industria automobilistica dovrebbe adottare nuove #strategie: ad esempio potrebbe pensare ad offerte diversificate, proponendo modelli entry-level più accessibili e focalizzati sull’essenziale, il che attrarrebbe una fascia più ampia di clienti; si dovrebbe poi sostenere la transizione all’elettrico con incentivi fiscali e agevolazioni potrebbe rendere più accessibile questa tecnologia, oltre ad offrire opzioni di leasing o abbonamento che possano ridurre il peso economico dell’acquisto. È evidente che i prezzi elevati rappresentano una barriera significativa per i consumatori, ma la crisi del mercato automobilistico è il risultato di una combinazione di fattori, che soltanto un’inversione a U potrebbe risolvere, ovvero un approccio integrato, che tenga conto delle esigenze economiche, ambientali e sociali, potrebbe riportare il settore su una traiettoria di crescita sostenibile.
-
-
L’AUTOMOTIVE AMERICANO TRA TRUMP, ELETTRICO E DAZI: PROSPETTIVE E CONTRADDIZIONI 🇺🇸 L’industria automobilistica statunitense ha da sempre giocato un ruolo cruciale nell’economia del #Paese, sia sul fronte produttivo che occupazionale. La passione degli #americani per le #automobili non è solo una questione culturale, ma anche di necessità: le enormi distanze che separano le città e i territori rendono l’automobile un mezzo imprescindibile per la #mobilità quotidiana. In un Paese dove il concetto di distanza è profondamente diverso rispetto all’#Europa, possedere un’#auto non è solo un simbolo di status, ma un bisogno pratico e quotidiano. Tuttavia, nei prossimi anni, il destino dell’#industria potrebbe subire profonde trasformazioni a causa delle politiche ambientali, dei cambiamenti tecnologici e, non ultimo, dell’impatto delle scelte politiche. #Trump, l’#elettrico e la difesa dell’industria americana Donald Trump ha sempre mostrato scetticismo verso le normative ambientali, eliminandone 125 durante il suo mandato per favorire l’economia. È un sostenitore delle auto a combustione interna e resiste alla transizione verso l’elettrico, che negli Stati Uniti non ha avuto l’impatto sperato, nonostante gli sforzi di Stati come la California. Alcuni propongono di riorientare i sussidi federali dalle auto elettriche ai veicoli ibridi, che combinano minori emissioni e maggiore autonomia. #Tesla, #Musk e il dilemma del sostegno a Trump Tesla, guidata da Elon Musk, gioca un ruolo centrale nel settore elettrico e nell’attuale panorama politico-industriale. Musk, in passato finanziatore di Trump e ora parte del suo governo, rappresenta un paradosso: mentre Trump difende le auto a combustione interna, Musk promuove l’elettrico. Questo contrasto evidenzia un delicato equilibrio tra conservazione e innovazione, con implicazioni significative per il futuro dell’industria automobilistica globale. #Dazi e #protezionismo: la guerra commerciale dei veicoli elettrici Il settore automotive sta affrontando importanti sfide legate ai dazi doganali. L’amministrazione Biden ha imposto un dazio del 100% sulle auto elettriche provenienti dalla Cina per proteggere l’industria automobilistica americana, minacciata dalla produzione cinese a basso costo e supportata da strategie statali aggressive. Questo ha favorito la diffusione dei veicoli elettrici in Europa e negli USA, ma ha anche sollevato timori di dumping e concorrenza sleale. Trump, invece, ha proposto di estendere i dazi anche ad altri Paesi, come il Messico, mirando a colpire produttori che spostano la produzione oltre confine per ridurre i costi, citando il caso di Stellantis. Tuttavia, una politica protezionista rischia di aumentare i costi di produzione a causa della dipendenza dai componenti esteri, con un impatto negativo sui prezzi per i consumatori e sulla domanda interna, specialmente in un’economia fragile.
-
-
INDUSTRIA DELL’AUTO: QUALE IMPATTO SUL PIL? È un pilastro dell’economia globale, con impatti significativi sul #PIL, sull’#occupazione e sulla catena di approvvigionamento. Il suo ruolo, infatti, non si limita alla produzione di #veicoli, ma si estende a una vasta rete di #settori e attività correlate. Tanto che, al 30 settembre 2024, l’#industriaautomobilistica italiana impatta sul PIL per una quota stimata tra il 5% e il 5,2%. L’industria automobilistica insomma, da decenni, gioca un ruolo cruciale in Italia come nell’economia globale. #ITALIA Nel nostro Paese il settore impiega circa 270.000 persone, direttamente e indirettamente coinvolte nella produzione di automobili e componentistica, nonché nelle attività di vendita, manutenzione e servizi legati all’automobile. Questi dati sottolineano l’importanza dell’industria automobilistica per l’economia nazionale, anche se il suo peso è ben inferiore rispetto ad altre nazioni come la Germania, dove il comparto rappresenta una quota più rilevante del PIL. La crisi delle materie prime e le difficoltà economiche legate alla transizione verso veicoli elettrici e a basse emissioni, ha portato un po’ ovunque a una contrazione del mercato automobilistico nei primi mesi del 2024, con un calo delle immatricolazioni e una preoccupazione per l’occupazione futura, specie considerando i cambiamenti tecnologici previsti per i prossimi anni. Potenze automobilistiche Paesi come Stati Uniti, Germania, Giappone e Cina sono tra i principali produttori di automobili al mondo e il loro PIL è profondamente influenzato dalle attività legate all’industria automobilistica e anche qui nel 2024 l’impatto dell’industria automobilistica varia significativamente, a causa delle diverse dinamiche economiche e di mercato. #Catena di Approvvigionamento Un aspetto spesso sottovalutato dell’industria automobilistica è la complessa catena di approvvigionamento che supporta la produzione di veicoli, che coinvolge una vasta rete di fornitori che forniscono componenti, materiali e servizi necessari per la produzione di automobili: l’industria #metallurgica, #elettronica, #chimica e dei #servizi sono tutti parte integrante della catena di approvvigionamento dell’industria automobilistica. La salute e la stabilità di questa catena sono cruciali per il successo dell’intera industria, e qualsiasi interruzione può avere effetti significativi sull’intera industria e sull’economia in generale.
-
-
BOOM DELL’USATO, SUL MERCATO DOMINANO I SUV 🚘 Boom dell’#usato in un mercato che continua a risentire degli effetti della #crisi globale dei semiconduttori Da giugno #2024 a oggi, infatti, il mercato delle auto si #secondamano in #Italia ha continuato a evolversi, seguendo un trend di crescita già consolidato negli ultimi anni che – complice la perdurante crisi dei semiconduttori e la crescente incertezza economica – ha continuato a spingere gli italiani verso l’acquisto di #veicoli #usati, che rispetto a quelli nuovi presentano tempi di consegna più brevi e prezzi più accessibili, nonostante un incremento generale dei costi. #Prezzi in aumento: oltre 22.000 euro di media Nel periodo estivo, il prezzo medio delle #auto usate ha toccato i 22.500 euro, segnando un aumento del 6% rispetto a giugno 2023. I modelli più recenti (da 1 a 3 anni) sono quelli che hanno subito i maggiori rincari, dovuti alla scarsità di nuove auto disponibili nei concessionari e alla domanda crescente per veicoli con caratteristiche moderne, come #motorizzazioni #ibride o dotazioni tecnologiche avanzate. Modelli preferiti: dominano i #SUV, ma le #citycar resistono Il segmento dei SUV continua a essere il più richiesto. Gli italiani li scelgono per la loro versatilità e sicurezza, ma anche per l’estetica e la posizione di guida rialzata. Accanto ai modelli già citati, troviamo un forte interesse per la Jeep Renegade e la Fiat 500X, due crossover che combinano dimensioni compatte con la robustezza tipica dei SUV. Anche in questo caso, i prezzi restano elevati: una Fiat 500X del 2020 può facilmente costare intorno ai 20.000 euro. Tuttavia, le city car non sono da meno. Vetture come la Fiat Panda, la Toyota Yaris e la Volkswagen Polo rimangono tra le scelte più popolari per chi cerca auto economiche e adatte ai contesti urbani. Questi modelli, pur resistendo alla crisi con prezzi più contenuti, hanno comunque subito aumenti: una Panda del 2021, ad esempio, costa oggi in media 12.500 euro, il 4% in più rispetto allo stesso periodo del 2023. Alimentazioni e tendenze #green Per quanto riguarda le alimentazioni, il #diesel mantiene una quota significativa, sebbene in lieve flessione rispetto agli anni passati, rappresentando ancora il 35% delle auto usate vendute. Cresce, invece, la domanda di auto ibride ed #elettriche, con un interesse che si riflette nell’aumento dei prezzi per queste motorizzazioni. Una Toyota Yaris Hybrid del 2022, ad esempio, viene venduta a circa 24.000 euro, segno di una domanda crescente che supera la disponibilità di usato. Le auto elettriche, pur rappresentando ancora una nicchia, hanno visto un significativo incremento di interesse. Tuttavia, il prezzo elevato di modelli usati come la #Tesla Model 3 o la Fiat 500 Elettrica (rispettivamente intorno ai 40.000 e 22.000 euro) limita l’accesso a una fascia ristretta di consumatori.
-
-
FUGA DALL’ELETTRICO? I GRANDI BRAND TAGLIANO GLI INVESTIMENTI 2024, fuga dall’#elettrico? Per adesso no, ma una brusca frenata da parte dei brand più importanti degli #investimenti in #Europa sulla transizione elettrica è stata registrata. Sarà che in questo settore la #Cina corre troppo e ben oltre i livelli concorrenziali europei, come dimostrano i dazi che #Bruxelles intende applicare alle auto elettriche di #Pechino, sarà anche il mercato di questo tipo di #veicolo, che nel vecchio continente tra alti e bassi continua a stentare rispetto alle previsioni, fatto sta che molte delle più grandi case automobilistiche hanno messo la retromarcia, rivedendo le proprie strategie di #business rispetto all’#autoelettrica che fino a questo momento erano state, forse, fin troppo ottimistiche. Ecco allora che #Audi ha annunciato, già alla fine dello scorso anno, la volontà di rallentare i piani da qui al 2026, che prevedevano il lancio di soli modelli elettrici. Di più: la casa tedesca, infatti, non abbandonerà completamente i #motoritermici dal 2033: i tempi insomma previsti per la transizione completa verso i veicoli elettrici a batteria sono improvvisamente diventati flessibili. Lo scorso febbraio #Mercedes ha spostato al 2030 l’obiettivo precedentemente fissato al 2025 di raggiungere la quota del 50% di veicoli elettrificati. Mercedes sarebbe addirittura pronta ad investire per aggiornare questa tecnologia anche per il prossimo decennio. Anche #Ford ha tagliato dal 40 al 30% la spesa annuale già pianificata per i veicoli elettrici, con l’obiettivo di investire maggiori risorse nei motori ibridi. Non solo, perché la casa americana ha inoltre annunciato lo stop a una suv elettrica già pianificata, oltre al rinvio di una nuova versione elettrica di una suo pick-up, senza contare che sta anche riconsiderando il piano di vendere solo elettriche in Europa entro il 2030, a causa del mancato successo di queste vetture nella regione. Stesso discorso anche per #Renault, #Toyota e #Volvo. I francesi, che all’inizio del 2022 intendevano arrivare al 100% delle vendite completamente elettriche entro il 2030, oggi invece parlano di volere continuare a offrire parallelamente veicoli elettrici e auto con motore a combustione per i prossimi 10 anni, quindi ben oltre il 2030. I giapponesi, da parte loro, hanno confermato di voler produrre 1,5 milioni di veicoli elettrici entro il 2026 e 3,5 milioni entro il 2030, ma sottolineando «che tali cifre non sono obiettivi ma parametri di riferimento per gli azionisti». Gli svedesi, infine, hanno rinunciato ad una produzione totalmente elettrica dal 2030, ma ormai punta a vendite composte da oltre il 90% di veicoli elettrici e plug-in, con la piccola percentuale restante composta da #vetture #mildhybrid. Il motivo? Lo ha spiegato il presidente e #ceo di Volvo Jim Rowan: «Molti clienti non sono ancora pronti a questo cambiamento».
-
-
LA REGINA PANDA E I SUOI VASSALLI: ECCO LE AUTO PIU’ VENDUTE DEL 2024 🚘 Compattezza, un abitacolo spazioso e versatilità. Con oltre 64 mila #auto vendute, è la #FiatPanda la regina del mercato automobilistico italiano nei primi sei mesi del #2024, che a giugno è stato caratterizzato da una discreta vivacità, merito degli #incentivistatali che hanno spinto la ripresa del 15%, registrando 160.046 nuove immatricolazioni, rispetto alle 139.150 di giugno 2023. Complessivamente il dato nel cumulato dei primi 6 medi del 2024, da gennaio a giugno, ha raggiunto quota 886.386 immatricolazioni, mettendo a segno una crescita del 5,3% rispetto alle 841.573 unità dello stesso periodo dello scorso anno. Ma quali sono i dieci #modelli più venduti in #Italia in questo primo semestre del 2024? - #Fiat Panda | 64.050 unità La Fiat Panda è il modello più amato dagli automobilisti italiani, che ne apprezzano la compattezza (è lunga 3,69 metri), l’abitacolo spazioso e la versatilità con un bagagliaio da 225 a 870 litri. Bifuel benzina o Gpl, mild hybrid con potenze da 69 a 85 Cv ed è disponibile anche in versione 4X4. Il listino parte da 15.500 euro (incentivi esclusi). - #Dacia Sandero | 33.817 unità Con 33.817 esemplari immatricolati nel semestre la Sandero consente la scelta tra la berlina Streetway e la Stepway in stile crossover, entrambe con dotazioni da categoria superiore come il sistema di infotainment con cui è possibile collegare il proprio smartphone (Android Auto e Apple CarPlay). Motorizzazioni benzina e bifuel benzina/Gpl fino a 110 Cv, con un prezzo di listino che parte da 13.250 euro. - #Citroën C3 | 26.340 unità La Citroën C3 è disponibile anche in versione 100% elettrica da 83 kW (113 Cv) affiancata dalla tradizionale alimentazione a benzina da 100 Cv. In fase di esaurimento gli stock della generazione precedente, con motori a benzina da 83 e 110 Cv e diesel da 102 Cv, con prezzi a partire da 18.650 euro per la “vecchia” edizione Origin e da 14.900 euro per la nuova (in promozione). - #Lancia Ypsilon | 24.688 unità Disponibile in versione 100% elettrica da 115 kW (156 Cv) e mild hybrid da 100 Cv, la Ypsilon è ancora molto richiesta anche nel modello precedente che proponeva propulsori mild hybrid e bifuel benzina/Gpl da 69 e 70 Cv. Il prezzo di listino parte da 17.650 euro per il modello precedente e da 24.900 euro per la nuova mild hybrid. - #Jeep Avenger | 20.863 unità Nonostante le dimensioni relativamente contenute (4,08 metri), offre spazio e comfort. Disponibile nelle versioni a benzina con l’efficiente unità 1.2 turbo da 100 Cv e 1.2 mild hybrid da 101 Cv può essere scelta anche nella versione 100% elettrico da 115 kW (156 Cv). Prezzo da 24.500 euro.
-
-
DWPT: DOPO BREBEMI ANCHE PARIGI SPERIMENTA L’ASFALTO AD INDUZIONE 🚧 Cosa hanno in comune la #Brebemi e #Parigi? Il diciassettesimo arrondissement, naturalmente. Anche nella capitale francese, infatti, recentemente è in fase di sperimentazione un progetto relativo al Dynamic Wireless Power Transfer che permette di ricaricare un’auto elettrica, senza doversi fermare a fare il pieno di #energia ad una colonnina di erogazione elettrica. Come? Attraverso un sistema di #induzione inserito nell’asfalto che ricarica il motore dell’#auto mentre questa si muove. In effetti il problema di ricaricare le #automobilielettriche è uno degli elementi che maggiormente disincentivano il loro acquisto: in primo luogo le colonnine di ricarica sono ancora meno diffuse dei classici benzinai su tutto il territorio europeo, ma questo non è l’unico aspetto critico: quand’anche, infatti, la colonnina di erogazione elettrica sia presente, il problema è che non si impiegano pochi secondi per fare un pieno, a differenza di quanto avviene con #GPL, #gasolio e #benzina, ma potrebbero volerci delle ore. Le soluzioni prospettate per adesso sono due: lo sviluppo di batterie a lunghissima durata, o sostituibili facilmente in appositi punti di scambio, oppure ricaricare le automobili mentre si muovono, trasformando le arterie stradali europee in veri e propri sistemi ad induzione che ricaricano le batterie durante il viaggio. Tre anni fa Brebemi ha avviato per prima un progetto sperimentale, realizzando un circuito dove sta testando la tecnologia Dwpt, Dynamic Wireless Power Transfer, per ricaricare mezzi elettrici tramite l’induzione con partner come Iveco, Stellantis, Abb e Tim. L’obiettivo adesso, invece, è arrivare ad applicare la tecnologia lungo l’autostrada, con il primo tratto tra Treviglio e Caravaggio in direzione #Milano, a cui poi seguirebbe quello tra Calcio e Chiari in direzione Brescia: nel complesso si tratterebbe di circa 16 chilometri di autostrada con un investimento di circa 50 milioni di euro. Dopo quello già attuato in Italia, anche a Parigi è iniziato un esperimento in questo senso: sul diciassettesimo arrondissement è stato realizzato un tratto di strada dotato di Dynamic Wireless Power Transfer, un sistema di asfalto ad induzione, appunto, che in questo caso specifico ricarica le automobili nel momento in cui si fermano ad un incrocio o ad un semaforo, rallentando il consumo di corrente delle batterie a bordo. Non si tratta dell’unico caso, perché anche in alcune città americane sono in corso sperimentazioni di questo genere. Non mancano però, anche da questo punto di vista, gli interrogativi: quanto costerebbe rendere ad induzione l’asfalto stradale, considerato che il prezzo stimato è di un milione di euro per chilometro? Senza dimenticare gli effetti sulla salute dovuti all’esposizione continua ad onde elettromagnetiche.
-
-
NUOVE IMMATRICOLAZIONI: SINDROME CINESE O DELL’AUTO ELETTRICA? 🌱 Che sia #cinese o no, il mercato dell’auto continua a soffrire della sindrome dell’elettrico. Sembrano, infatti, proprio le #immatricolazioni legate all’#autoelettrica a fare la differenza sulle vendite a base annuale o mensile, spostando la lancetta della bilancia sul verde o sul rosso. È quanto emerge anche dai dati di Jato Dynamics, pubblicati sul “#Sole24Ore” qualche giorno fa: il mercato complessivo dell’auto in #Europa a maggio, infatti, ha fatto registrare con 1.087.699 immatricolazioni un calo del 2,5% rispetto allo stesso mese del 2023, mentre si conferma superiore sia a maggio 2021 che 2022 quando le vendite totali ammontavano rispettivamente a 943.405 e1.082.934. Ma la nota più interessante è quella relativa al mercato dell’#elettrico: questa diminuzione complessiva, cioè, è in parte dovuta alla contrazione pari all’11% proprio delle vendite di #auto elettriche, tuttavia tra queste sono in crescita del 25% i modelli a batteria di produzione cinese, Europa permettendo. Già, perché la sorte dell’elettrico nel nostro continente passerà inesorabilmente dalle scelte dell’Unione Europea proprio sulle importazioni da Pechino: è ormai, infatti, in fase ormai avanzata l’indagine messa a punto della Commissione Europea finalizzata a delle possibili tariffe che potrebbero ulteriormente ridurre le vendite di elettriche e in particolare quelle di produzione cinese, le più in crescita. Secondo i dati di Jato Dinamics le immatricolazioni dei veicoli a batteria e di quelli plug-in hybrid sono scese da 250.530 a maggio 2023 a 226.665 a maggio 2024. Se le auto a batteria hanno registrato il calo maggiore su base annua, scendendo dell’11% a 151.237 unità, le plug-in, invece, sono scese di solo il 7%. «Il calo della domanda – riporta il quotidiano finanziario – si spiega coi prezzi elevati di queste auto ancora inaccessibili per il grande pubblico. Nonostante ciò, alcune elettriche hanno continuato a performare bene a maggio». Ad esempio Bmw, che ha continuato a guadagnare terreno con la iX1, così come con le nuove i5 e iX2, tanto che il volume di elettriche del brand era circa 1,6 volte superiore a quello di tutti i modelli a batteria registrati da #Audi o #Mercedes. Anche Volvo è in crescita visto che ha conquistato il terzo posto tra gli elettrici più venduti sia a maggio che da inizio anno con l’EX30. Le vendite di modelli di fabbricazione cinese come l’EX30 sono aumentate del 25% su base annua, raggiungendo quasi 28.000 unità. Tra i primi cinque modelli elettrici, ben due sono di fabbricazione cinese, quota di mercato che a maggio è balzata dal 13,2% al 18,5% su base annua: si tratta di Tesla Model Y e Volvo EX30 si siano assicurati un posto nella top five dei modelli a batteria più venduti in Europa a maggio. Oltre a Volvo, anche altri brand cinesi come BYD e Smart hanno registrato gli aumenti più significativi nelle immatricolazioni di elettriche per 28 mercati europei.
-