Ciaodino - Digital Evolution Agency

Siamo tutti impegnati a celebrare chi fa straordinari, risponde alle email a mezzanotte e si vanta del sonno sacrificato, ma la verità è una: chi vince davvero è chi sa fermarsi. In un mondo che glorifica il "grind", il multitasking esasperato, e l’essere always on, fermarsi (davvero, e non la pausa performativa per la foto su Instagram) è una piccola rivoluzione. Parliamo di riposo come quella cosa a cui ambiamo: “non vedo l’ora di riposarmi” “avrei bisogno di una settimana per riprendermi” “Vorrei dormire 12 ore” ma abbiamo sempre qualcosa di più importante da fare: una call, un report, ma pure la palestra, un evento, un viaggio. Visto da vicino, in effetti il tempo del riposo ci sembra tempo tolto al raggiungimento della vetta. Ma che succede se allarghiamo lo sguardo? Rallentare, prendersi del tempo, riposare: cose semplici che possono salvarci dal burn out, tutelare il nostro benessere e, paradossalmente, farci lavorare meglio. Quindi, la prossima volta che qualcuno ti parla di "lavorare duro per arrivare in cima", tu rispondi che hai un piano migliore: riposare, ricaricare e tornare più forte. Perché senza riposo la strada è in salita, ma non è detto che porti in cima.

👻 👻 👻 Boo! Non ti sei spaventato eh? Ma no figurati! Se sei qui probabilmente lavori anche tu nel digital, e anche tu come noi non ti spaventi più per un semplice boo. Di sicuro hai avuto imprevisti peggiori e sorprese ben più spaventose. 👻 🧟♂️ 🐺 Non hai paura dei fantasmi, degli zombie e dei lupi mannari. E quindi da cosa puoi travestirti alla festa di stasera che sia davvero spaventoso? Eccoti qualche idea. Attenzione, alcune sono da brividi anche solo a leggerle!

🍝 World Pasta Day 🍝 E potevamo non onorarlo? Siamo italiani, diciamocelo onestamente che per noi la pausa pranzo è spesso pasta! Ecco le nostre. Tutti in smartworking: tra talenti culinari incompresi e paste in bianco al volo, ognuno con la propria routine di pausa pranzo! Ti è venuta fame, eh?

"Andiamo a Dublino, Sergio! Andiamo a Dublino!" Magari non serve tutta l'enfasi di una finale dei mondiali, ma di sicuro l'invito all' Emea Premier Partner Summit di Google ci ha riempiti di orgoglio. Si tratta di un incontro a porte chiuse, riservato al 3% delle agenzie Google Partner in Europa, che si tiene nella loro fantastica sede di Dublino. Matteo e Sergio sono appena arrivati e sono pronti a immergersi in networking, formazione e approfondimenti. Durante le breakout session Google racconterà le nuove features dei propri prodotti. Spoiler: si parlerà tantissimo di AI. Avere accesso in anteprima a tutte le novità Google ci permette di progettare strategie che durano nel tempo e resistono ai cambiamenti dei prodotti. Avere accesso in anteprima a tutte le novità Google è uno dei vantaggi dell'essere un Google Premier Partner. Matteo e Sergio torneranno giovedì pronti a raccontarci tutte le novità. Se vuoi conoscerle anche tu, chiedi di fare un AperiDino. Chissà che da Dublino non avranno portato anche qualche birra!

“Vieni a trovarci!” Un tempo bastava a portare le persone in negozio. Ma del resto, un tempo internet era poco più rispetto alla copia digitale del volantino delle offerte: bastavano pochi elementi a portare un acquirente proprio da te. Una buona offerta, la vicinanza, ed era fatta. Ma ora che le buone offerte ti vengono consegnate direttamente a casa, ora che tutto è vicino e che online si trovano migliaia di "vieni a trovarmi", come si fa a portare un cliente proprio nel nostro negozio? Il caro vecchio Drive-to-store, che per definizione voleva proprio guidare il cliente al negozio, diventa ora Bring-a-Client: non basta guidarlo, bisogna convincerlo a sceglierci. Per farlo bisogna intercettarlo su touchpoint multipli, essere tempestivi, rispondere alle sue necessità specifiche. Bisogna conoscerlo. Conoscere il cliente e il tessuto economico e sociale in cui è immerso e in cui è immersa la tua attività. Abbiamo scritto un articolo che indaga l’evoluzione delle strategie drive to store e che racconta del nostro lavoro svolto con La Piadineria. Leggilo qui ⬇️

Inauguriamo una rubrica. Una rubrica a cadenza casuale: pubblicheremo quando avremo qualcosa di rilevante da condividere. La chiameremo “Soft digital nomadism”, il nomadismo digitale a piccole dosi. I nostri consigli dedicati a chi ha una certa flessibilità ma non troppa, o lavora da casa ma ogni tanto apprezzerebbe un cambio di scenario. Per chi vuole viaggiare senza fare il giro del mondo o per chi proprio non può prendersi quel venerdì di ferie, ma non vuole rinunciare al weekend lungo con la famiglia. Insomma, idee un po' per tutti, proposte dai nostri Dini o da chi vuole condividere con noi le sue esperienze! Cominciamo con una super destinazione: Lanzarote. A darci qualche dritta è la nostra Cristina, che se ne è innamorata al punto da trasferircisi. Qui trovate qualche idea per una settimana di lavoro dall'isola: tra una call e l'altra potrete surfare, passeggiare tra paesaggi lunari, concedervi un buon bicchiere di vino locale o godere di tramonti incredibili e delle affascinanti opere dell'artista locale Cesar Manrique.

Al grido di “stop blaming people for their mental health struggles” - ovvero, smettiamola di accollare solo al singolo la responsabilità della propria salute mentale - eccoci scendere in campo con un manifesto. Una presa di responsabilità non esaustiva . Un invito alle aziende a guardarsi con occhi critici, a ripensarsi, a fare la rivoluzione a partire da atti di cura. 1️⃣ Se le persone che lavorano in un'azienda sono tutte sull'orlo di una crisi di nervi, il problema non sono le persone, il problema è l'azienda. Ripetiamolo come un mantra. 2️⃣ Le notti insonni non sono medaglie al valore: smettiamo di glorificare il workaholism travestendolo da dedizione. Introduciamo il diritto alla disconnessione e rispettiamo i limiti personali. 3️⃣ Lo yoga aziendale non risolve il burnout. E nemmeno il biliardino in ufficio. Serve una gestione migliore del carico di lavoro, cura nei confronti delle persone e quando necessario, supporto concreto per percorsi psicologici. 4️⃣ La resilienza lasciamola ai tatuaggi. O integriamola come pratica aziendale. Ma smettiamo di richiederla alle persone singole. Assorbire un colpo e rialzarsi dopo una caduta è più facile se lo si fa insieme. 5️⃣ Il controllo h24 non è assicurarsi che tutto vada liscio, è abuso. Se non possiamo fidarci del team che abbiamo costruito, probabilmente il problema non è il team. Ripartiamo da fiducia e comunicazione. 6️⃣ Se i manager hanno sulla salute mentale delle persone un impatto maggiore di quello degli psicologi (Workforce Institute di UKG) ci sarà un motivo. Che si impari ad ascoltare, a mettersi in dubbio. 7️⃣ Le decisioni aziendali hanno un impatto sulla vita delle persone. Coinvolgiamole, quando possibile, nei processi decisionali. 8️⃣ L'azienda non è un ring: non si combatte e non vince il più forte. Normalizziamo vulnerabilità e gentilezza. Interrompiamo la narrazione machista che le associa alla debolezza, le ridicolizza e le nasconde. 9️⃣ Prendiamoci cura delle persone così come ci prendiamo cura delle metriche di business. Se i KPI sono positivi è solo grazie a chi ci ha lavorato 🔟 Parliamo di salute mentale e lavoro sempre, non solo oggi, che è il World Mental Health day. #giornatamondialedellasalutementale #worldmentalhealthday

Omnicanalità: gestione sinergica e integrata di tutti i canali di vendita di un brand. Omnicanalità: ovvero “l’innovativa” arte di dare un colpo al cerchio e uno alla botte. Se ne parla da anni ormai, e ancora prima che se ne iniziasse a parlare ce lo insegnavano i nostri nonni che era sempre indispensabile avere una visione ampia e integrata, anche se loro lo dicevano col cerchio e la botte. Non siamo qui per dirti come fare a vincere nel gioco dell’omnicanalità: non abbiamo una ricetta univoca che vada bene per tutti. Proprio per questo, perchè l’omnicanalità non è uguale per tutti, vogliamo spostare l’attenzione su alcuni fattori in un certo senso preliminari: la conoscenza delle tendenze nella propria industry, la conoscenza del mercato, del proprio pubblico, delle leve che l’omnicanalità stessa fornisce al tuo business. Ma prima di tutto la consocenza profonda del tuo business. Perchè l’omnicanalità, prima di essere una tattica, è un asset strategico, e come tale vogliamo trattarlo. Puoi leggere il nuovo articolo sul nostro blog ⬇️ E se vuoi metti in fresco una birra e prenota un aperidino con Matteo, sarà felice di fare due chiacchiere informali su questo argomento.

Work-life balance è anche occuparsi degli affetti e della famiglia. E famiglia sono anche gli animali domestici. In realtà non ce lo aspettavamo, ma quando abbiamo chiesto quali fossero i vantaggi del fully remote abbiamo avuto più risposte di questo tipo: “lavorare da casa mi permette di occuparmi meglio del mio cane”; “La politica di flessibilità di Ciaodino mi permette di far passare al mio cane diverse ore all’aria aperta, o di fare più passeggiate nell’arco della giornata: lui si diverte e io mi schiarisco le idee”. Prendiamo Vittoria, ad esempio. Vive a Milano e non ha animali domestici. Ma a Francavilla, in Abruzzo, c’è la cagnolina con cui è cresciuta. La cagnolino, che si chiama Canip, ha bisogno di prendere delle medicine più volte al giorno: ed ecco qui che il fully remote le è arrivato in soccorso. Vittoria, che normalmente preferisce lavorare da casa sua o da comodi coworking di Milano, si è trasferita per una settimana a casa di sua madre, che è potuta partire tranquilla per le vacanze grazie al fatto che ci fosse lei a prendersi cura di Canip. Non è anche questo work-life balance? Quale migliore equilibrio che potersi occupare dei propri affetti, anche senza gesti eclatanti, ma nelle piccole cose del quotidiano? Che poi, oggi è la giornata mondiale degli animali, la celebriamo con una passeggiata extra? #worldanimalday

Una cena in un ristorante libanese, una lezione di analisi dati, delle partite di bowling con risultati meno che soddisfacenti, un incontro con Nicola Mauri ricco di spunti e valore. E poi: abbracci, inside jokes, la solita pioggia di Milano e la consueta felicità di rivedersi. Indovina di cosa parliamo! Del Dino-meeting: stavolta ci siamo visti a Milano per due giorni particolarmente ricchi. Per quanto in Ciaodino ciascuno di noi è felice di lavorare da dove ritiene opportuno , con la flessibilità di cui ha bisogno, siamo sempre molto contenti di vederci da vivo e passare un po' di tempo insieme. Per coloro che lavorano nello stesso team e si vedono in call ogni giorno è bello poter consolidare io rapporto anche in 3d. Per chi invece magari si vede poco i Dino-meeting sono sempre l'occasione per conoscersi, scoprire interessi comuni, creare alleanze e far nascere amicizie. Che poi, dobbiamo dirlo, l'organizzazione aziendale c'entra solo in parte con il clima che si crea, il resto lo fanno lo persone. E il clima di amicizia, divertimento e complicità che si respira ai Dino-meeting l'abbiamo creato tutti insieme. Il fully remote ha molti vantaggi, ma si corre il rischio di ritrovarsi a lavorare con mezzi busti, sconosciuti dei quali si conosce solo lo sfondo che scelgono per le call. Siamo felici che per noi, grazie agli strumenti messi in campo per evitarlo, ma soprattutto grazie alle nostre persone, genuinamente curiose ed entusiaste, non sia così, e che si siano create amicizie sincere che resistono anche alle più eclatanti sconfitte sulle piste da bowling.