How Do We Meet ha diffuso questo post
Perché tutti pensano che sia così facile creare un #brand? In questo mese dedicato alle #donne, voglio cogliere l'opportunità per celebrare quelle iniziative che stanno davvero facendo la differenza nel promuovere la voce e l'azione delle donne. How Do We Meet, a Venezia, è un collettivo di donne che si impegna nell'organizzare incontri dedicati al mondo femminile imprenditoriale, con l'obiettivo di incoraggiare, ispirare e fornire gli strumenti alle donne intraprendenti del futuro. Durante uno di questi incontri (format "Please Meet") ho avuto l'opportunità di affrontare una domanda che spesso sorge nel mondo degli spirits: perché tutti pensano che sia così facile creare un brand? In qualità di Consulente beverage e founder di Bold Spirits, ho avuto modo di condividere le mie riflessioni su questo tema. L'incontro è stato un momento prezioso di scambio e confronto che ha messo in luce le sfide e le opportunità nel processo di costruzione di un brand nel settore delle bevande alcoliche. Creare un brand nel mondo degli #spirits non è affatto semplice, eppure spesso si cade nella trappola di sottovalutare la complessità della realtà. L'illusione che basti una buona idea - che spesso non è così innovativa come si pensa - e un pizzico di fortuna per ottenere successo può portare a trascurare l'importanza di un approccio strategico e di un impegno costante nel tempo. Durante l'incontro, abbiamo esplorato le molteplici dimensioni del #branding nel settore degli spirits, evidenziando l'importanza di una visione chiara, una storia autentica e un'identità distintiva. Abbiamo inoltre discusso del ruolo fondamentale del #networking e del #mentoring nel processo di crescita e sviluppo di un brand di successo. In un contesto sempre più competitivo, è cruciale superare l'illusione della facilità e abbracciare la sfida con determinazione e consapevolezza. Solo così possiamo veramente distinguerci e creare brand che lasciano un'impronta indelebile nel cuore e nella mente dei consumatori. foto credits: Camilla Glorioso #craftingliquidstories