l'inchiesta di Stefano Vergine in collaborazione con Arctida.io per il nostro progetto Under The Ice, finanziato da Journalismfund Europe Oggi in prima pagina su Domani 🔥
TRIANGOLI Nonostante le sanzioni europee, i prodotti di decine di aziende italiane hanno contribuito, sicuramente fino a marzo di quest'anno, alla realizzazione di Arctic Lng 2, il progetto che la russa Novatek sta sviluppando in Siberia, con l'obiettivo di estrarre gas nell'artico, trasformarlo in liquido (gnl) ed esportarlo nel mondo. Alcune di queste aziende registrate in Italia sono partecipate di Stato; altre sono di proprietà straniera; altre ancora sono controllate da famosi imprenditori italiani. In quasi tutti i casi, la fornitura di merce non è avvenuta in modo diretto, ma attraverso società intermediarie basate perlopiù in Cina, Emirati Arabi Uniti e Turchia. Tutti Paesi che non hanno imposto sanzioni contro Mosca dopo l'invasione dell'Ucraina. Registrate negli Emirati e al centro di molte triangolazioni, due di queste società intermediarie hanno collegamenti diretti con la Russia. Sono i risultati principali che emergono da un'inchiesta che ho realizzato insieme a Arctida.io. Nell'articolo, pubblicato su Domani, per chi è interessato ci sono tutti i nomi delle aziende, delle persone coinvolte e delle cifre di cui parliamo. https://lnkd.in/dAKQ32uD Anticipo il classico “Vabbo', ma quindi? Che significa tutto questo? Per me significa: 1) Che le sanzioni, come sempre, hanno dato il via a una interminabile caccia del gatto con il topo, dove il topo continua a trovare nuovi modi per aggirarle, e il gatto continua a inventare nuovi ostacoli per il topo. 2) Che, visto che di mezzo ci sono anche aziende di Stato italiano, sul progetto fossile Arctic Lng 2 la realpolitik si è imposta sugli ideali. 3) Che a guadagnarci nell'immediato sono Cina, EAU e Turchia: non applicano sanzioni e le società registrate nei loro territori fanno margine sulla compravendita dei prodotti. Progetto sviluppato da Info.nodes con il supporto di Journalismfund Europe #sanctions #fossilfuels #climatechange #russia #arctic