Una volta era la pizza, venduta a prezzi troppo alti, o la tv troppo frequentata a scapito del ristorante. Oggi è il momento della pasta, e degli attivisti contro il lusso. Sono solo esempi, la lista in realtà è molto più lunga. La riflessione che ci viene? In Italia non si perdona una sola cosa: il successo. E Cracco ne ha moltissimo, è indubitabilmente un professionista che è stato in grado di trasformarsi in un brand, con una quantità immane di lavoro e un’immensa dedizione. Articolo di Anna Prandoni #carlocracco #craccoingalleria #editoriale #riflessioni #linkiesta #gastronomika Carlo Cracco Cracco Group
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Il mondo del cibo e del vino, secondo Linkiesta
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- 2020
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- food, wine e cultura gastronomica
Località
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Principale
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Aggiornamenti
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A creare la tavoletta più iconica del 2024 non è stato uno dei grandi nomi internazionali della pasticceria, né è uscita da qualche programma di cucina o reel su Instagram, anche se deve a Tik Tok il suo massimo picco di espansione e, alla fine, la sua notorietà. Si parla della Dubai Chocolate Bar e se bazzicate un minimo sui social media (ma anche il The New York Times ne ha parlato in più articoli, così come tutte le grandi testate – di cucina e non solo – al mondo) è impossibile che non siate incappati in qualcuno, pasticciere e non, che spezza davanti alla telecamera del telefono questa spessa tavoletta di cioccolato, da cui cola una sorta di ricca crema verde al pistacchio. Golosità esagerata e Asmr, c’è qualcosa che potrebbe essere più virale nel 2024? Ovviamente no, ma torniamo all’inizio. Articolo di Ilaria Ricotti #dubaichocolate #cioccolata #caramello #linkiesta #gastronomika
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Comunicare il burro come icona culturale e artistica veicolo di valori e idee, attraverso un approccio pop e innovativo. È l’idea che Sonia e Mauro, due ex casari di Latina, hanno condensato nel brand Burrocrazia, sviluppato assieme all’agenzia milanese di consulenza strategico-creativa Ideabile. Niente paura, nonostante il sounding, non c’è nessuna intenzione politico-estremista – salvo forse un po’ di sano fondamentalismo alimentare – né c’entra la tediosa ed esasperante minaccia con una “r” sola. Si tratta, in sostanza, di una giovane realtà per la commercializzazione di accessori di lusso dedicati al burro, attorno al quale è nato anche un progetto comunicativo, che prevede un blog in chiave provocatoria (Burrocrazine) e iniziative che ripercorrono canoni in stile arte contemporanea. #burro #burrocrazia #linkiesta #gastronomika
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L’anacardo ha un cuore nel suo nome, che deriva dal greco anà kardia, “simile a un cuore”, per la particolare forma del falso frutto da cui si estrae il seme che tanto piace per il suo gusto dolce e pastoso. Apprezzato in tutto il mondo, noto con vari nomi – come mandorline indiane o anacarde, noci di acajou o acagiù (parola acaiu, che in lingua tupi significa «noce che si riproduce»), cashew nuts, noix d’acajou, noix d’Arabie, anacarde occidental, tintennusse, mahagoininnusse, mahagoni kernel, kernel westindische, elefanten lause – è in effetti semplicemente il seme dell’Anacardium occidentale, una specie arborea sempreverde della famiglia delle Anacardiaceae, originaria del Brasile ma ormai diffusa in tutto il mondo. Meno famoso, meno apprezzato, il suo frutto ha comunque un mercato perché è utilizzato per succhi e fermentazioni alcoliche. Articolo di carla reschia #anacardo #acajou #linkiesta #gastronomika
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In questo episodio di Gk News scopriamo il Festival del Pane e Olio della Romagna Toscana che si terrà questo weekend nello splendido Palazzo Pretorio di Terra del Sole, città-fortezza voluta da Cosimo I de’ Medici, primo Granduca di Toscana. Ce ne parla Luigi Spada, con Denise Di Battista ideatori dell’evento e gestori dell’agriturismo Il Casale nelle colline di Castrocaro Terme. Per le tendenze dal mondo parliamo dell’eccellenza italiana e delle tendenze della ristorazione in Costa Azzurra con Davide Borghesi della Camera di Commercio Italiana in Francia, impegnata a salvaguardare l’identità della cucina italiana, e Agostino Coppola, chef e presidente dell’Associazione Cuochi Italiani in Francia della Fic. Tantissimi gli altri eventi del weekend, dal Festival del tartufo bianchetto e del vino bianchello Doc a Fossombrone, provincia di Pesaro e Urbino, alla Sagra del Carciofo di Samassi e Fiera Agroalimentare del Medio Campidano, a Samassi, in Sardegna. e ancora: la Sagra del Carciofo a Siamaggiore, Oristano, la Sagra del Frittello, a Roccantica, Rieti, e la 100° Sagra del Raviolo di Casalfiumanese, Bologna. Non mancano infine il ristorante consigliato da Anna Prandoni e la bottiglia scelta per noi da Andrea Moser (KM) Articolo di Anna Prandoni e SAMANTA CORNAVIERA #gknews #podcast #weekend #EventiSpeciali
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Il ristorante ha una lunga lista di dolci, ma si finisce sempre per ordinare il tiramisù. È una (malattia?) abitudine che affligge tanti e consacra il tiramisù in vetta alle preferenze dei dolci in Italia, per lo meno quando si esce al ristorante. Condanna anche chef e ristoratori, che per il bene del portafoglio si sentono quasi costretti a metterlo in carta e allo stesso modo a cercare di dare al cliente quel guizzo in più: si sono quindi visti tiramisù al pistacchio, alla fragola, scomposti e su più piani, che hanno lasciato sempre tutti lo stesso sapore in bocca, «l’originale era meglio». Un successo che va oltre le porte dei ristoranti italiani e dal Belpaese si propaga in tutto il mondo, dove il tiramisù è massima espressione di italianità, e dove viene ordinato e continuamente celebrato. Non poteva quindi ovviamente mancare una Giornata Mondiale dedicata, il 21 marzo, dove puristi e non possono dibattere non solo a tavola, ma anche sui social, qual è la versione migliore: più crema? Più caffè? Più Pavesini o savoiardi? E se vi dico un altro biscotto ancora? Articolo di Ilaria Ricotti #tiramisu #dolce #worldday #caramello #linkiesta #gastronomika
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Un viaggio a Bordeaux è sempre un’immersione nel cuore pulsante della cultura enoica, un’esperienza che sa di grandi tradizioni, Châteaux storici e, ahimè, ombre che si allungano sul mercato del vino. Durante la mia ultima visita, ho avuto l’opportunità di scambiare due chiacchiere con enologi e direttori di produzione di alcune delle tenute più rinomate della regione: CHATEAU BEYCHEVELLE Lynch-Bages SOC CIVILE CHATEAU LEOVILLE LAS CASES. Tra un bicchiere e l’altro, è emerso un quadro piuttosto preoccupante. Questo articolo fa parte di Kantina, la newsletter dedicata al vino di Andrea Moser (KM) Se vuoi riceverla ogni mese in anteprima puoi iscriverti al Club di Gastronomika! #bordeaux #vino #GkClub #kantina #enologika #linkiesta #gastronomika
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Nel Principato di Monaco c’è un evento annuale che da cinque anni sta affermando la propria importanza nel mondo della gastronomia monegasca ma non solo. Si tratta del Festival La Nuit des Étoiles Monte-Carlo che quest’anno torna a partire dal 10 aprile con una rassegna di cene di alto livello, pensate e preparate a quattro mani, durante le quali gli chef stellati del gruppo Monte-Carlo Société des Bains de Mer accolgono alcuni dei più grandi nomi della gastronomia francese e internazionale. Culmine della manifestazione, la tradizionale cena di gala “a sette stelle Michelin”. Il programma della manifestazione promette incontri capaci di far sognare qualunque appassionato di alta cucina. Ecco cosa prevedono e quanto costano gli appuntamenti della prossima edizione. #festivaldesetoiles #montecarlo #chef #michelin #linkiesta #gastronomika The MICHELIN Guide
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All’Overlook Hotel fa freddo, non c’è nessuno tranne il fantasma di un barista degli anni Venti e Jack Torrance non ha l’aria di uno psicologicamente risolto. Reso ancor più allucinato dallo sguardo di Jack Nicholson, lo scrittore in crisi si siede al bancone: «Facciamo una cosa: tu mi passi una bottiglia di bourbon con del ghiaccio e un bicchierino. Che dici, ci riesci Lloyd?». Lloyd non fa una piega e gli passa un Jack Daniel’s. Jack sorride: «È il senso del dovere che ci frega amico mio…». Ecco, se non avessimo paura di prenderci un colpo di ascia in testa, spiegheremmo a Jack e al vecchio Stanley Kubrick che a fregarli non è stato solo il senso del dovere, ma anche la scarsa conoscenza del whiskey americano, perché il Jack Daniel’s non è un semplice bourbon ma un Tennessee whiskey… Questa memorabile scena di “Shining” è solo una delle infinite interpretazioni da Oscar del re dei distillati nelle opere del cinema hollywoodiano. Perché se irlandesi e scozzesi possono andare avanti a litigare all’infinito sul primato di chi abbia inventato il whisky (e di chi odi di più gli inglesi), sono gli americani ad averlo reso un’icona pop a colpi di western, Harley Davidson e rock’n’roll. Il che ovviamente ha significato la conquista del mercato mondiale. A costo di una certa confusione fra le varie tipologie. Articolo di Tito Bandera #whiskey #whisky #america #spiritika #linkiesta #gastronomika
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Da oggi sulle tavole c’è un cibo sano, biologico, versatile e che ama l’ambiente: è la Chiocciola di Cherasco, la nuova frontiera del cibo che fa bene, a voi e al pianeta. La storia inizia qualche anno fa quando si crearono in Piemonte allevamenti di chiocciole della specie Helix, la più pregiata. «Il nostro intento – ci spiega Simone Sampò direttore dell’ Institute of Eliciculture of Cherasco e di Lumacheria Italiana – è stato quello di avere un prodotto controllato e bilanciato, con un processo produttivo che potesse dare grandi quantità a fronte di un dispendio di acqua di soli centocinquanta litri per un chilogrammo di chiocciole vive. Le nostre chiocciole crescono in incubatori e in cinque mesi sono pronte per essere utilizzate perché tutto è curato nel dettaglio, secondo quanto stabilito dal Metodo Cherasco, sviluppato dall’Istituto Internazionale di Elicicoltura Cherasco e dall’ University of Gastronomic Sciences - Pollenzo». Una chiocciola senza più sentore di terra quindi, ma soltanto con aromi che oscillano dalla nocciola al miele, a seconda delle diverse zone di allevamento. «Come accade anche per altri prodotti – precisa Sampò – così anche le chiocciole esprimono note organolettiche e sentori differenti in base al territorio in cui sono allevate. Al Nord abbiamo sperimentato che vengono chiocciole con un profumo che tende alla nocciola, al Centro e al Sud invece esprimono note di miele. Il nostro obiettivo è quello di portare in tavola un’esperienza unica, offrendo un prodotto che racconta storie di territorio, passione ma anche disciplina e tanta innovazione, perché questo è il Metodo Cherasco». Articolo di Cristina Gambarini #metodocherasco #elicicoltura #chiocciole #bavadilumaca #linkiesta #gastronomika