Chi siamo

Selèct è una Società di Recruitment Specializzato che, attraverso metodologie innovative di Head Hunting e percorsi personalizzati di Assessment Center, affianca le Aziende nei Progetti di Employee Engagement. Abbiamo l’esperienza e le competenze indispensabili per meglio adattare gli obiettivi di sviluppo del business aziendale con le aspettative di carriera dei professionisti più preparati e disponibili sul mercato del lavoro. Selèct ha il proprio Head Office e i propri uffici di rappresentanza a Milano e nel nord Italia: i nostri “Manager di Progetto”, come a noi piace concepire i nostri consulenti, operano con rigorosa riservatezza e ferma osservanza degli impegni e degli incarichi affidati. Con esperienza pluriennale nella Ricerca e Selezione e nell’Executive Search, i nostri Recruiter sanno progettare percorsi di caccia, selezione e valutazione del personale più qualificato e specializzato, applicando una metodologia adattata alle specifiche esigenze del Cliente. Oltre al codice etico e al rispetto della confidenzialità delle informazioni tra le parti in gioco, la professionalità e l’esperienza dei nostri Project Manager garantisce al Cliente: •Studio del contesto aziendale e della sua cultura organizzativa e relazionale •Analisi approfondita del profilo del candidato da cacciare e selezionare con attenzione alle hard e alle soft skills •Rigorosa analisi di fattibilità per assicurare al Cliente la massima soddisfazione nell’evasione degli incarichi •Onestà intellettuale e lealtà professionale per facilitare il “perfect balance” tra domanda e offerta di lavoro, veicolando valutazioni oggettivabili e disinteressate per ogni incarico conferito

Settore
Selezione e ricerca di personale
Dimensioni dell’azienda
2-10 dipendenti
Sede principale
Milano
Tipo
Società privata non quotata
Data di fondazione
2024
Settori di competenza
HEAD HUNTING, SELEZIONE DEL PERSONALE, CONSULENZA HR e ASSESSMENT CENTER

Località

Dipendenti presso SELÈCT

Aggiornamenti

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    In Italia parlare di soldi durante il colloquio di lavoro è ancora un tabù. Hai mai ricevuto risposte vaghe o imbarazzanti quando hai chiesto la RAL o altri benefit? Spesso i colloqui di lavoro prendono pieghe inaspettate e imbarazzanti, lasciando i candidati più confusi che mai. 🎯 Raccontaci la tua esperienza più assurda durante un colloquio. Qual è stata la risposta più incredibile che hai ricevuto a una domanda sul tuo salario? Scrivilo nei commenti! 👇 #SelectHunting #InsightHunters #CrescitaProfessionale #Selèct #TabusulLavoro

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    La storia che vi raccontiamo oggi ha un inizio amaro e un finale da favola! Un capo contabile bloccato in una situazione difficile è stato valutato per le sue competenze e integrità. 🔍 Abbiamo trovato per lui una grande multinazionale in cerca di un Controller Finance Manager, che lo ha assunto subito, offrendo un ambiente che rispecchia i suoi valori. Sei pronto a trovare il talento che abbraccia e rispecchia i tuoi valori aziendali? Contattaci! #SelectHunting #InsightHunters #Selèct #SuccessStory #Recruitment #CrescitaProfessionale

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    Avvocato, imprenditore, scrittore, direttore di laleggepertutti.it

    Il quiet firing, ossia il licenziamento silenzioso, è una strategia “passivo-aggressiva” utilizzata da alcuni datori di lavoro per sbarazzarsi di un dipendente senza ricorrere al licenziamento esplicito. Invece di affrontare direttamente il problema e comunicare le proprie insoddisfazioni al lavoratore, il datore di lavoro adotta una serie di comportamenti subdoli volti a rendere la vita del dipendente impossibile, spingendolo a dimettersi. Così facendo, da un lato il datore di lavoro evita i costi e i rischi legali associati a un licenziamento diretto: egli infatti non è tenuto a pagare il cosiddetto “ticket Naspi” (ossia la tassa del licenziamento) e stronca la possibilità di eventuali contestazioni in tribunale. Dall’altro lato però il dipendente perde il diritto all’assegno di disoccupazione (la cosiddetta Naspi) in quanto le dimissioni sono determinate – apparentemente – da una sua volontà. Il quiet firing è illegale nel nostro Paese. Nonostante il neologismo, infatti, tale pratica è sempre stata vietata dalla nostra legge. Essa infatti rappresenta, né più né meno, una forma di mobbing. Il mobbing è vietato dall’articolo 2087 del codice civile in forza del quale il datore di lavoro è tenuto a preservare la salute psicofisica dei dipendenti da ogni possibile rischio associato all’attività lavorativa, sia esso proveniente dai superiori gerarchici (cosiddetto “mobbing verticale”) che dagli stessi colleghi (cosiddetto “mobbing orizzontale”). #lavoro #licenziamento #quietfiring #dimissioni #mobbing

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    🏠💻 Lavoro da remoto sì, ma senza sentirsi isolati!   Vuoi continuare a offrire ai tuoi dipendenti la flessibilità del lavoro da casa, ma evitare l’effetto "Lonely so lonely"? Ecco qualche idea: 👥 Invita il team in ufficio una volta a settimana per mantenere il giusto equilibrio tra lavoro da remoto e socialità. 🍸 Organizza piccoli eventi aziendali: non serve una crociera, un semplice aperitivo può fare miracoli! 💬 Usa la tecnologia per facilitare la comunicazione: chat aziendali rapide e informali per un dialogo diretto e continuo. E tu? Organizzi aperitivi con il tuo team? Come vanno a finire? Raccontacelo nei commenti!👇 #SelectHunting #InsightHunters #CrescitaProfessionale #Selèct #VitainAzienda

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    🏠💻 Lavoro da remoto sì, ma senza sentirsi isolati!   Vuoi continuare a offrire ai tuoi dipendenti la flessibilità del lavoro da casa, ma evitare l’effetto "Lonely so lonely"? Ecco qualche idea: 👥 Invita il team in ufficio una volta a settimana per mantenere il giusto equilibrio tra lavoro da remoto e socialità. 🍸 Organizza piccoli eventi aziendali: non serve una crociera, un semplice aperitivo può fare miracoli! 💬 Usa la tecnologia per facilitare la comunicazione: chat aziendali rapide e informali per un dialogo diretto e continuo. E tu? Organizzi aperitivi con il tuo team? Come vanno a finire? Raccontacelo nei commenti!👇 #SelectHunting #InsightHunters #CrescitaProfessionale #Selèct #VitainAzienda

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    "Hai visto il film Divergent?🎬 Il film Divergent offre riflessioni molto attuali su un tema spesso dibattuto e talvolta soggetto a pregiudizi: la neurodiversità sul posto di lavoro, che noi di Selèct chiamiamo neurodivergenza. In Selèct, abbiamo raccolto considerazioni per cambiare la percezione di chi vede i ‘divergenti’ come un problema, mostrando invece come possano essere una risorsa preziosa. 📈 Produttività da record : i nostri colleghi neurodivergenti possono essere fino al 30% più produttivi in compiti specifici! 🎨 Creatività esplosiva: con un tocco in più di immaginazione, possono far brillare idee fresche e innovative. 🌟 Fidelizzazione da sogno: le aziende inclusive vedono un aumento del 30% nella fedeltà del personale. Scopri di più sui vantaggi della neurodivergenza e come valorizzarla leggendo il nostro articolo! 💡🔍 #SelectHunting #InsightHunters #Selèct #Divergent #Neurodivergenza #Inclusione #Talenti #Innovazione 

    Neurodiversità e lavoro: i vantaggi di essere divergenti

    Neurodiversità e lavoro: i vantaggi di essere divergenti

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    Ah, ma certo, la colpa è del sistema, del mercato del lavoro, degli haedhunters crudeli. Peccato che troppo spesso questi giovani formati "così bene" abbiano la brillante idea di sparare CV a casaccio come se fosse una lotteria. Lo stile è più simile a un "tanto qualcosa succederà", che a una strategia ponderata. Di loro, spesso -senza un'idea chiara del proprio valore- rimane evidente solo la loro poca mancanza di introspezione: cosa vogliono fare? Cosa li rende davvero capaci? Dettagli insignificanti, perché l'importante è mandare candidature per ruoli completamente scollegati tra loro, giusto per vedere l’effetto che fa, senza un lucido, realistico e consapevole piano di carriera, come cercare il significante nel caos dell’inconscio. Ma non sono solo i giovani a dover riflettere. La competizione spietata del mondo moderno, con le sue promesse di successo immediato, ha instillato in loro l’idea che il valore si misuri in risultati superficiali. Si corre dietro a certificazioni, stage e tirocini, senza mai fermarsi a chiedersi: "Qual è la mia unicità? Cosa voglio fare davvero?" Non ci stupiamo forse delle porte chiuse, quando il vero enigma risiede nel perché tentiamo di aprire porte che non ci interessano davvero? 🫤

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    "Voi giovani non avete proprio voglia di lavorare”. Non ce l’aveva mai detto nessuno 🫠 Purtroppo conosciamo a memoria queste parole. E ormai non contiamo più le volte in cui sentiamo dire che i giovani non si impegnano abbastanza. Risultato: molti giovani si sentono sbagliati, falliti e incompresi. Ma è davvero colpa loro oppure è il mondo del lavoro ad avere qualcosa che non va? Forse il problema non è la mancanza di impegno. La maggior parte dei ragazzi e delle ragazze vogliono trovare un lavoro, ma spesso non ci riescono. Negli ultimi anni il mondo del lavoro è diventato sempre più competitivo. Spiccare fra gli altri candidati non è semplice.   Il problema, però, non è la formazione. I giovani hanno sempre più titoli, attestati, riconoscimenti: in media sono più istruiti rispetto al passato. Ma sembra che non basti. Spesso ai giovani viene chiesta esperienza anche per uno stage. Ma come si fa ad avere esperienza se nessuno ti permette di costruirla? Proprio qui sta il problema. È chiaro, formare una persona presuppone un dispendio di tempo e risorse, ma qualcuno lo deve pur fare. Altrimenti il sistema si inceppa: i giovani non svilupperanno le competenze richieste, i datori di lavoro non troveranno mai qualcuno da assumere. I giovani spesso sentono di non fare e di non essere mai abbastanza, hanno paura di tradire le aspettative degli altri. Forse, però, sono queste stesse attese a non rispecchiare più del tutto la realtà di oggi, che è molto diversa rispetto al passato. Per rinnovare il mercato del lavoro servirebbe un bel corso di aggiornamento. Da affrontare con il massimo impegno, ovviamente... Post in collab con Factanza Media

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    🔍 Il rapporto “State of the Global Workplace” di @gallup mostra che l'engagement in Italia si è abbassato dall’8% al 5%, ma molti lavoratori continuano a sentirsi tristi e senza alternative, generando rassegnazione e dis-engagement. 😔🇮🇹 👉 I manager sono più colpiti rispetto ai non manager, ma il loro coinvolgimento può migliorare tutta l’organizzazione. 📉📈 Il job hopping è in crescita come risposta a questa insoddisfazione. Quali sono i tuoi motivi per cambiare lavoro? Condividili nei commenti! #SelectHunting #InsightHunters #CrescitaProfessionale #Selèct #JobHopping

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    Così come nelle relazioni romantiche, anche i posti di lavoro hanno delle Red Flags: dai retta ai tuoi campanelli d’allarme e al tuo istinto. 🚨 “Siamo una grande famiglia”, “le ore che farai in più le recupererai in altro modo, poi ci accordiamo” e altre sono le tipiche frasi da Azienda Tossica. A te quali sono capitate? Scrivile nei commenti! 💬👇 #SelectHunting #InsightHunters #MondodelLavoro #Lavoro #RedFlag #VitaInAzienda #Teamwork #CrescitaProfessionale #Selèct

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    La felicità non è una meta da raggiungere, ma una trama sottile che si tesse tra l’individualità e il collettivo. Come ci ricorda Merleau-Ponty, ‘L’uomo è un nodo di relazioni viventi’, e il vero compito delle organizzazioni moderne non è solo riconoscere le aspirazioni personali, ma farsi specchio di una dimensione più profonda: quella del significato condiviso. Ci chiediamo: e se fosse l'azienda a imparare dalle persone come evolvere, e non il contrario? Perché forse il futuro non è solo in 'includere' l'equilibrio vita-lavoro, ma nel ridefinirlo, rendendolo fluido e adattabile, non misurabile in ore o benefit. Un percorso in cui la felicità individuale e collettiva non è un obiettivo, ma una costante interazione tra libertà e responsabilità condivisa. In un mondo in cui la dicotomia tra vita e lavoro si fa sempre più sfumata, possiamo davvero continuare a parlare di 'equilibrio' o dovremmo, piuttosto, parlare di una sinfonia di esperienze? Forse il vero futuro è in un ascolto radicale e nella costruzione di un ecosistema dove la felicità non è un fine, ma un punto di partenza. Siamo davvero pronti a questo salto evolutivo? Ora, più che mai, è tempo di ripensare i paradigmi del benessere organizzativo. Non è solo una questione di strumenti, ma di nuove visioni. Qual è la tua visione di felicità nel contesto aziendale? È davvero possibile superare la dicotomia vita-lavoro e creare una "sinfonia" armoniosa e condivisa? Raccontaci il tuo pensiero nei commenti!

    “Sicuramente l'accezione di felicità è individuale per cui non basta agire attraverso leve quali le prospettive di carriera, di retribuzione o quelle legate alla formazione in azienda ma bisogna mettere insieme tutte queste necessità includendo anche l'equilibrio vita - lavoro e ascoltare singolarmente le persone” Matilde Marandola, Presidente Nazionale AIDP Nell’articolo di Paolo Baroni “Flessibilità e inclusione contro la tristezza da ufficio” Lo potete trovare su: LaStampa.it o in edicola 👉 https://lnkd.in/d-H-f_qQ LaProvinciaPavese.it 👉 https://lnkd.in/dAC7gWEs IlsecoloXIX.it 👉 https://lnkd.in/dR4rAyxt #WeAreAIDP #AIDP2024 #Lavoro

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