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Ugolize

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Servizi di marketing

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Siamo sempre quelli di Legolize

Chi siamo

In un mondo sempre più saturo di cattive notizie, le persone utilizzano i social per cercare dei momenti di leggerezza. Quindi cosa c’è di meglio di farsi una risata non appena apri i social? Ecco, per questo ci siamo noi! Con una community da oltre 2.5 milioni di persone, Ugolize è il media brand che porta divertimento e leggerezza nella vita delle persone. Il nostro format ci ha permesso di creare un brand che ormai è riconoscibile ovunque, diventando una delle pagine con l’engagement più alto su LinkedIn. Negli anni abbiamo lavorato con brand nazionali e internazionali, nel 2022 siamo stati nominati da Forbes tra i 100 Under 30 Leader del futuro e siamo qui per rendere LinkedIn un posto più divertente.

Settore
Servizi di marketing
Dimensioni dell’azienda
2-10 dipendenti
Sede principale
Milano, Italia
Tipo
Società di persone
Data di fondazione
2016
Settori di competenza
New Media, Social Media, Viral Marketing, Meme e vignette

Località

Dipendenti presso Ugolize

Aggiornamenti

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    Mimose e fiori non servono a nulla se poi le cose rimangono uguali a prima 🙌 La Giornata internazionale della donna ci ha ricordato i progressi fatti per l’uguaglianza di genere, ma anche quanto ci sia ancora da fare. Le donne hanno molti più diritti e libertà rispetto al passato, ma nella nostra società sono rimasti comunque alcuni pregiudizi e stereotipi legati al genere. Se una donna discute e si arrabbia, viene etichettata come acida o isterica. Un uomo, invece, viene elogiato perché ha carattere. Un uomo single a 40 anni è una persona che ama la propria libertà e la mette al primo posto. Una donna single, invece, è una zitella che nessuno ha voluto. Ma vale anche il contrario. Ad esempio, un uomo che piange viene giudicato debole e poco virile, mentre una donna è sensibile ed emotiva. In occasione della Giornata internazionale della donna dell’8 marzo, abbiamo collaborato con Factanza Media per realizzare questo post e sottolineare come i doppi standard siano ancora diffusi. Due persone possono trovarsi nella stessa situazione, ma spesso vengono giudicate in modo diverso a causa dei pregiudizi radicati nella società. È vero, ci sono stati dei miglioramenti rispetto al passato, ma alcuni preconcetti e stereotipi legati al genere non se ne sono mai andati e continuano a influenzare la nostra vita. Riusciremo mai a liberarcene?

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    Tutto bello, MA… 🚨 Scherzi a parte, l’università è un’esperienza estremamente formativa a 360°, non solo dal punto di vista accademico: 🔵 Per molti rappresenta un primo assaggio di indipendenza ed autonomia; 🔵 Aiuta a sviluppare un pensiero critico; 🔵 Favorisce l’apertura mentale e la visione di prospettive diverse dalla propria; 🔵 Permette l’accesso a maggiori risorse culturali. Inoltre, secondo il Qs World University Ranking Europe 2024, l’Italia conta 4 atenei tra le migliori 100 università d’Europa. I primi 3 atenei italiani classificati sono: 🥇 Politecnico di Milano (38° posto nella classifica Europea) 🥈 Alma Mater Studiorum - Università di Bologna (48° posto) 🥉 La Sapienza di Roma (66° posto) Anche se, in tutto questo, sicuramente il margine di miglioramento per la situazione universitaria italiana è alto. Cosa avresti voluto cambiare della tua esperienza universitaria? Post in collab con Datapizza

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    L'errore umano è sempre dietro l'angolo... Proprio per questo consapevolezza e formazione possono fare la differenza, perché per prevenire i potenziali rischi, bisogna prima essere in grado di riconoscerli. Per questo c’è Yarix, che su LinkedIn divulga e racconta la cybersecurity, aiutando le persone e le aziende a comprendere le minacce e a difendersi. Ma la protezione non si ferma qui: hanno infatti un team operativo 24/7, anche nei giorni festivi, per monitorare, prevenire e rispondere alle minacce in tempo reale.

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    “Lavora sodo e avrai successo”. O forse no🥲 Oggi l’impegno non basta più per garantirsi indipendenza e sicurezza economica. I giovani studiano, si laureano e sono sempre più specializzati, ma poi faticano comunque a trovare un’occupazione. E anche quando ci riescono, spesso gli stipendi sono troppo bassi per garantire una vera e propria autonomia. Ma con il tempo la situazione non migliora. Anche da adulti, quando si ha più esperienza, si continua a guadagnare poco rispetto al costo della vita. Eurostat ha analizzato gli stipendi reali, cioè la retribuzione netta rapportata al potere d’acquisto. In testa alla classifica dei Paesi Ocse, ci sono Svizzera, Paesi Bassi e Norvegia. E l’Italia? Ultima tra i grandi Paesi europei. Qui una persona single senza figli guadagna in media 24mila PPS, la valuta artificiale che confronta il potere d’acquisto. La media europea è 27,5 mila: il 15% in più. Ci ripetono che per farcela basta darsi da fare, essere ambiziosi e fare sacrifici, ma la realtà è un’altra. Il problema non è la mancanza di impegno, ma il fatto che il lavoro non paga abbastanza. E non è solo questione di avere meno soldi e possibilità: l’insicurezza economica influenza negativamente la qualità della vita. Forse il motto “Lavora sodo e avrai successo” è solo una favola? Post in collab con Factanza Media

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    Il tempo vola… E ti ritrovi qualche anno dopo con più rughe che speranze, fissando il calendario sperando di leggere ancora "2019". Gli stagisti ti danno del lei, al bar sotto l'ufficio chiedi "il solito", il capo ormai ti chiama "la colonna portante". Ogni tanto guardi offerte di lavoro, ma pagano meno o vogliono che tu ti trasferisca a Milano con lo stipendio di un McMenu. O magari trovi anche qualcosa di decente, ma ormai hai mutuo, figli e paura più del cambiamento che dello stipendio basso. Così resti, come tutti gli altri che dicevano "massimo 6 mesi". Poi passa un altro anno, e un altro ancora. E alla fine capisci che è veramente finita quando inizi a dire ai nuovi: "Tranquillo, qui il tempo vola…"

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    Il 2025 è appena iniziato e, come ogni anno, siamo tutti pieni di buoni propositi, salvo poi scontrarci con la realtà ed essere costretti a cambiare idea. Quello che spaventa di più le nuove generazioni è il costo della vita: gli stipendi italiani infatti sono cresciuti troppo lentamente rispetto all’aumento dei prezzi, basti pensare che il prezzo medio di un’auto nuova nel 2024 ha toccato i €30 mila, un aumento di quasi il 50% rispetto al 2019. Nello stesso tempo gli stipendi nominali, senza tenere conto dell’inflazione, sono cresciuti del 10%. Lo stesso discorso vale per le abitazioni: acquistare una casa è sempre più difficile, soprattutto se si vuole vivere in una grande città. Ad esempio a Milano per comprare casa sono necessarie quasi 13 annualità di stipendio (senza spendere nulla). Da anni, le problematiche legate all’acquisto di un’abitazione animano il dibattito pubblico. Il mercato immobiliare ha raggiunto livelli spesso insostenibili per lo stipendio medio di un lavoratore dipendente, sia nelle grandi città, sia nei poli turistici e universitari, limitando le possibilità soprattutto alle nuove generazioni. Sebbene nel 2024 l’inflazione sia tornata sotto il target di riferimento del 2% fissato dalla BCE, molti analisti finanziari mettono in guardia da pericolose recrudescenze, che potrebbero mettere in crisi il potere d’acquisto dei cittadini, già gravemente compromesso. Post in collab con Starting Finance

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    “Ti lamenti per l’affitto da pagare? Pensa a chi non ha nemmeno una casa…” Quante volte vi è capitato di sentirvi dire frasi come questa? Se sì, allora avete sperimentato il benaltrismo. È l’atteggiamento di chi minimizza un problema spostando l’attenzione da ciò che si sta dicendo su qualche altro problema o su una situazione più grave di quella dell’interlocutore, come quando ci sentiamo dire: “C’è sempre qualcuno che sta peggio di te” o “ci sono problemi più importanti”. Succede spesso quando abbiamo bisogno di sfogarci in un momento di difficoltà, ma poi le persone intorno a noi minimizzano i nostri problemi e li considerano poco importanti. Oppure quando qualcuno vuole invalidare i nostri ragionamenti e le nostre riflessioni, facendole passare come “inutili”, ma lo fa non argomentando le sue posizioni, bensì spostando il focus su un altro tema. È vero che quello che rappresenta un problema per noi potrebbe non esserlo per gli altri, e viceversa. È tutto molto soggettivo e dipende dall’esperienza personale di ognuno. Il punto, però, è un altro: sminuire i problemi e spostare l’attenzione su altri temi significa non risolverne nemmeno uno. Ci saranno anche problemi più gravi dei nostri o di quelli che ci stanno a cuore, ma forse non è questo il modo di risolverli🤷🏻♀️ Post in collab con Factanza Media

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