Grazie alla nostra socia Laura Benfenati per il bellissimo resoconto del nostro corso di formazione per giornalisti, realizzato ieri con la preziosa collaborazione di Cittadinanzattiva APS, nelle persone di Anna Lisa Mandorino, valeria fava e Valentina Condò. Il nostro #Ssn si è completamente trasformato dalla sua nascita, nel lontano 1978. Oggi, l'accesso alle prestazioni è sempre più complesso e spesso proibitivo, costringendo a un'ingente e crescente spesa privata da parte dei cittadini. Per i #giornalisti è cruciale comprendere come il Servizio sanitario nazionale si articoli e quali siano gli attori in campo. Tantissimi, dal ministero della Salute, alla Conferenza Stato-Regioni, dall'Agenas, all'Aifa. Giusto per citarne alcuni. Parole chiave come Distretto, Lea, Lep, Cot, Cse, per esempio, devono entrare a far parte del nostro vocabolario: parlare di ricerca, innovazione, farmaci rivoluzionari ha poco senso se poi tutto questo sforzo fatica ad arrivare al letto del paziente per questioni meramente burocratico-organizzative.
Non c’è giorno nelle nostre cronache in cui non si parli delle difficoltà del Servizio sanitario nazionale. Ma conosciamo bene la storia di quella che oggi Anna Lisa Mandorino segretario di Cittadinanzattiva APS ha definito “l’Infrastruttura sociale piu importante, con la scuola, per il nostro Paese”? Per farlo conoscere meglio ai giornalisti UNAMSI ha organizzato un interessante corso in collaborazione con Cittadinanzattiva, con docenti oltre a Mandorino, valeria fava e Valentina Condò. Abbiamo ripercorso la storia dell’Ssn dal 1978, il focus con cui è nato, non solo clinico medico terapeutico ma anche preventivo e ambientale, il passaggio nelle successive riforme dalle Usl (enti che avevano il Comune come riferimento) alle Asl, aziende a conduzione regionale. “Tre sono state le riforme del Ssn degli anni 90, con i ministri De Lorenzo, Garavaglia e Bindi e fin da allora le priorità non erano i bisogni di salute ma livelli di assistenza rapportati alle risorse disponibili” ha detto Mandorino. Cominciano a delinearsi allora prima privatizzazioni in alternativa al pubblico, poi forme di sanità integrativa non sostitutive, accreditamenti istituzionali di strutture private, nascono i distretti e ai dirigenti sanitari viene chiesta l’esclusiva. E poi la riforma del titolo V nel 2001 che crea un ulteriore elemento di complessità tra Stato e Regioni, la nascita dei Lea, le tariffe assegnate per ogni prestazione. “Oggi otto Regioni non garantiscono a pieno le cure soprattutto su prevenzione e aree distrettuali” ha detto Fava. “Al top ci sono Veneto, Toscana, Emilia Romagna e Trento. I Lea, istituiti nel 2001, nonostante dovessero essere aggiornati periodicamente, sono rimasti invariati fino al 2017. Oggi finalmente il decreto tariffe è entrato in vigore, l’aggiornamento dei Lea dovrebbe avvenire con maggiore frequenza”. Si è poi parlato dei tanti importanti compiti di Agenas, di Aifa, delle complessità per l’autorizzazione all’immissione in commercio dei farmaci e delle loro modalità di distribuzione: “La distribuzione diretta può essere vantaggiosa economicamente ma crea grandi disagi ai pazienti, non si possono passare tutti i farmaci in convenzionata ma questa va sicuramente ampliata, garantendo la sostenibilità del Ssn”. E infine Valentina Condò ci ha raccontato il DM 77, il riordino dell’assistenza territoriale con il suo approccio di rete: “Il DM 77 prevede una casa di comunità ogni 40/50000 abitanti per garantire l’assistenza primaria dopo le farmacie. Sono luoghi privilegiati della presa in carico della cronicità, vi si realizza l’integrazione socio-sanitaria e un progetto di salute che mira al benessere della comunità di riferimento”. Agenas ha pubblicato l’ultimo monitoraggio semestrale e su 1717 case di comunità programmate con tutti i servizi obbligatori, compresi medici e infermieri, ne risultano 46 attive a un anno e mezzo dalla scadenza Pnrr. 485 sono attive con almeno un servizio. iFARMA Digital