#Paritadigenere nei CDA: in vigore la Direttiva UE Attualmente, solo il 34% dei membri del CdA è donna. ⏳ Entro il 30 giugno 2026, il genere meno rappresentato dovrà occupare il 40% dei posti non esecutivi e il 33% del totale. Leggi la news 👇
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𝗘𝗾𝘂𝗶𝗹𝗶𝗯𝗿𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝗴𝗲𝗻𝗲𝗿𝗲 𝗻𝗲𝗶 𝗖𝗱𝗔, 𝗲𝗻𝘁𝗿𝗮 𝗶𝗻 𝘃𝗶𝗴𝗼𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝗱𝗶𝗿𝗲𝘁𝘁𝗶𝘃𝗮 𝗨𝗘 La nuova direttiva sull’#equilibriodigenere nei Consigli di Amministrazione delle società quotate è ufficialmente operativa. Un passo importante per raggiungere l’obiettivo del 40% di amministratori senza incarichi esecutivi e del 33% del totale dei posti occupati dal sesso sottorappresentato entro giugno 2026. "Le #pariopportunità devono essere garantite in tutti gli aspetti della vita. Insieme possiamo infrangere il soffitto di cristallo", afferma Hadja Lahbib, Commissaria UE. Attualmente, la media europea delle donne nei CdA è solo del 34%. Un dato in miglioramento, ma ancora lontano dalla parità. Le nuove norme UE rappresentano un cambio di passo: criteri di selezione trasparenti, preferenze per i candidati sottorappresentati nel caso siano presenti candidati di entrambi i sessi ugualmente qualificati e sanzioni per le aziende inadempienti. Questa direttiva non è solo una questione di giustizia sociale, ma un’occasione per stimolare crescita e innovazione. Le aziende sono pronte a raccogliere la sfida?
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La nuova Direttiva UE sulla parità di genere nei CDA: cosa cambia per le aziende Con l'approvazione della Direttiva UE sulla parità di genere nei Consigli di Amministrazione, l'Unione Europea compie un passo significativo verso una maggiore rappresentanza femminile nelle posizioni di vertice. Entro il 30 giugno 2026, le aziende quotate dovranno garantire che almeno il 40% dei posti di amministratori non esecutivi o il 33% del totale dei membri del CDA sia occupato da donne. Obiettivo e impatto Questa misura punta a ridurre il divario di genere nelle decisioni strategiche aziendali, favorendo una leadership più inclusiva e diversificata. Le aziende che non si adegueranno rischiano sanzioni e una perdita di reputazione sul mercato. Cosa devono fare i professionisti Le imprese devono agire ora, rivedendo processi di selezione e promozione per assicurarsi di rispettare le nuove disposizioni. Per i professionisti delle risorse umane e i manager, questo rappresenta un'opportunità per innovare le politiche aziendali e favorire una cultura più equa. Prepararsi è fondamentale: la parità di genere non è solo una questione normativa, ma anche un vantaggio competitivo.
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📝Entrata in vigore della Direttiva (UE) 2022/2381 riguardante il miglioramento dell’equilibrio di genere fra gli amministratori delle società quotate. 📌La Direttiva, che rientra nella più ampia strategia per l'uguaglianza di genere 2020-2025 adottata dall’UE, si applica alle società quotate e vuole favorire una rappresentanza più equilibrata di donne e uomini fra gli amministratori di queste società, stabilendo misure efficaci dirette ad accelerare i progressi verso la parità di genere nelle posizioni decisionali aziendali in tutti gli Stati membri dell'UE. 📌In particolare essa prevede che le società quotate conseguano uno dei seguenti obiettivi: ✅ a) che gli appartenenti al sesso sottorappresentato occupino almeno il 40 % dei posti di amministratore senza incarichi esecutivi; ✅ b) che gli appartenenti al sesso sottorappresentato occupino almeno il 33 % del totale dei posti di amministratore, con e senza incarichi esecutivi. 📌 Per gli Stati Membri il recepimento della Direttiva era previsto entro il 28 dicembre 2024 mentre, per le società, l’obbligo di raggiungere gli obiettivi ivi contenuti è previsto entro il 30 giugno 2026. 📌 La Commissione europea ha ribadito che idoneità, competenza e performance professionale, non il genere, rimangono i fattori chiave per il processo di selezione. Solo quando due candidati sono ugualmente qualificati la scelta dovrebbe essere fatta a favore del sesso sottorappresentato. 📌 La Commissione, che ha assistito gli Stati Membri con workshops e consultazioni bilaterali, verificherà il recepimento delle disposizioni da parte degli Stati membri e potrà avviare procedure di infrazione in caso di non corretto recepimento della Direttiva. Josephine Romano Angelì Bharti Francesco Cipriani Eliana Biscotti @costanzapaleologo
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#Paritàdigenere nei #CDA La #DirettivaEu 2022/2381 mira a garantire una rappresentanza equa di genere nei CDA delle società quotate. Passo fondamentale per valorizzare talento e competenze femminili nei vertici aziendali. Gli obiettivi chiave entro giugno 2026: ➡️ 40% dei posti di amministratore senza incarichi esecutivi occupati dal genere sottorappresentato. ➡️ 33% di tutti i posti di amministratore (esecutivi e non esecutivi). Perché è importante? Un equilibrio che migliora la qualità delle decisioni aziendali e rafforza #innovazione e #competitività europea. Cosa prevede la direttiva? 📌procedure trasparenti: selezione basata su criteri di merito e pubblicazione annuale dei dati sulla rappresentanza di genere. 📌sanzioni: multe e, nei casi gravi, annullamento delle nomine per chi non rispetta le regole. 📌esclusioni: le PMI (meno di 250 dipendenti) sono escluse dall’obbligo. Ogni Paese può adottare misure più ambiziose e designare organismi per monitorare i progressi. #GenderEquality #ParitàDiGenere #DirettivaEuropea #CDA #Innovazione #Inclusione
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👫 #Paritàdigenere nei #CDA: un passo avanti per l'Europa A fine 2024 è entrata in vigore la Direttiva UE sull’#equilibriodigenere nei consigli di amministrazione delle società quotate. La normativa mira a rompere il soffitto di cristallo e garantire una rappresentanza più equilibrata di uomini e donne. La situazione attuale: Solo il 31,5% dei membri dei CdA è donna, e tra i presidenti la percentuale scende all’8% (fonte: EIGE, giugno 2022). Nonostante i progressi, la parità resta lontana e disomogenea tra gli Stati membri. Obiettivi e novità principali: ➡️ 40% di amministratori non esecutivi del genere sottorappresentato nelle grandi società quotate entro il 2026. ➡️ 33% di rappresentanza tra tutti gli amministratori, inclusi quelli esecutivi. ➡️ Processi di selezione trasparenti, equi e basati sul merito. ➡️ Obbligo per le aziende di pubblicare dati annuali sulla rappresentanza di genere nei CdA.
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Era il 24 marzo del 1947 quando l'Assemblea costituente approvò l'articolo 3 della Costituzione. Articolo che proclama l'uguaglianza di fronte alla legge senza distinzione di sesso. Tanta strada è stata fatta, ma tanti sono ancora i passi da compiere su un tema che, secondo tutta YOURgroup e Clara Corti, Senior Advisor yourCFO ed autrice di questo articolo, dovrebbe essere scontato, senza la necessità di prevedere giorni speciali o quote dedicate. Ma poiché così non è stato nella storia, anche passi formali o momenti celebrativi possono aiutare laddove la ragionevolezza e l’ovvietà non si sono ancora concretizzate. Tra le varie iniziative virtuose, collegate al #PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), citiamo oggi la certificazione della parità di genere in questo interessante articolo: 👇 https://lnkd.in/d9DQyVKF
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CdA aziendali: la direttiva UE che impone l'equilibrio di genere. https://lnkd.in/d79eAi9V La direttiva UE sull'equilibrio di genere, in vigore da fine 2024, mira a migliorare la rappresentanza femminile nei CdA delle società quotate. Entro il 2026, il 40% degli amministratori non esecutivi e il 33% di tutti i membri del consiglio dovranno appartenere al sesso sottorappresentato. Gli Stati membri devono recepire queste disposizioni entro il 28 dicembre 2024. Attualmente, la quota media di donne nei CdA europei è del 34%, con notevoli differenze tra i Paesi. Dove esistono quote vincolanti, la percentuale sale al 39,6%, mentre scende al 17% nei Paesi senza misure formali. La direttiva impone procedure di selezione trasparenti e neutrali, con sanzioni per le aziende inadempienti. La Commissione europea monitorerà l'attuazione della direttiva, avviando procedimenti contro i Paesi non conformi. Il sostegno pubblico è forte: il 55% degli europei è favorevole a misure per aumentare la rappresentanza femminile nei processi decisionali. Questo supporto dovrebbe facilitare il raggiungimento degli obiettivi della direttiva. #direttiva #equilibrio #genere #CDA #CEO #UE Rosella Scalone Simonetta De Luca Musella Barbara Coletta Stefania Mancini rosy musciarelli Rota Roberta Francesca Dall’Acqua Alessia Cotta Ramusino Joana Donato Valentina Cavanna Erica Manna Sara Tagliente Monica Cerutti Daniela Ballarini
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Bene per la direttiva europea, fondamentale per andare verso un equilibrio di genere. Ma qui il punto è un altro. Quante aziende quotate, soprattutto nell'ultimo anno, hanno inserito donne all'interno dei cda senza che queste avessero davvero un ruolo rilevante in quel cda? Molte, sicuramente troppe. Donne che diventano "quel numero" che impone la direttiva o per raggiungere obiettivi inseriti nelle tanto agognate certificazioni per la parità di genere. Donne che non vengono convocate nei cda, che non vengono ascoltate. Un numero, appunto. Il cambiamento passa sì da una direttiva europea, ma anche e soprattutto da un cambiamento culturale sistemico che dobbiamo imparare, applicare e diffondere all'interno delle nostre aziende italiane.
CdA aziendali: la direttiva UE che impone l'equilibrio di genere. https://lnkd.in/d79eAi9V La direttiva UE sull'equilibrio di genere, in vigore da fine 2024, mira a migliorare la rappresentanza femminile nei CdA delle società quotate. Entro il 2026, il 40% degli amministratori non esecutivi e il 33% di tutti i membri del consiglio dovranno appartenere al sesso sottorappresentato. Gli Stati membri devono recepire queste disposizioni entro il 28 dicembre 2024. Attualmente, la quota media di donne nei CdA europei è del 34%, con notevoli differenze tra i Paesi. Dove esistono quote vincolanti, la percentuale sale al 39,6%, mentre scende al 17% nei Paesi senza misure formali. La direttiva impone procedure di selezione trasparenti e neutrali, con sanzioni per le aziende inadempienti. La Commissione europea monitorerà l'attuazione della direttiva, avviando procedimenti contro i Paesi non conformi. Il sostegno pubblico è forte: il 55% degli europei è favorevole a misure per aumentare la rappresentanza femminile nei processi decisionali. Questo supporto dovrebbe facilitare il raggiungimento degli obiettivi della direttiva. #direttiva #equilibrio #genere #CDA #CEO #UE Rosella Scalone Simonetta De Luca Musella Barbara Coletta Stefania Mancini rosy musciarelli Rota Roberta Francesca Dall’Acqua Alessia Cotta Ramusino Joana Donato Valentina Cavanna Erica Manna Sara Tagliente Monica Cerutti Daniela Ballarini
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I risultati degli studi suggeriscono che la presenza delle donne può effettivamente migliorare la governance aziendale e portare a un migliore processo decisionale.
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🇪🇺 Commissione Europea: verso l’equilibrio di genere nei consigli delle società 💡 A partire dalla fine del 2024 entrerà in vigore la direttiva europea per promuovere l'equilibrio di genere nei consigli di amministrazione delle società. L'obiettivo è garantire una rappresentanza paritaria nei Cda delle società quotate di tutti gli Stati membri dell'UE. Entro il 30 giugno 2026, infatti, le grandi società quotate dovranno raggiungere il 40% di posti riservati agli amministratori non esecutivi e il 33% del totale dei posti di amministratore occupati dal genere sottorappresentato. 👉 CIDA e le sue Federazioni portano avanti con determinazione da anni questa visione. 📑 Il nostro percorso è iniziato con il sostegno alla legge Golfo-Mosca, che ha incrementato la presenza femminile nei Cda, raggiungendo il 33,1%. Successivamente, abbiamo continuato a promuovere la certificazione per la parità di genere e a sviluppare progetti mirati a livello nazionale. 📊 I dati però parlano chiaro: a fronte dei progressi, siamo lontani dall’obiettivo di parità. Su circa 225.000 società di capitali con oltre 1 milione di fatturato, il 66,7% ha un Cda composto esclusivamente da uomini, il 10,9% è formato da sole donne, e solo il 33,3% ha almeno una donna nel consiglio. In generale, le donne rappresentano solo il 20% del totale dei componenti dei Cda italiani. È evidente che c’è ancora molta strada da fare per raggiungere una vera parità di genere. 🎯 Un mondo del lavoro più inclusivo ed equo apporterebbe significativi benefici: l’ingresso di un numero maggiore di donne nel mercato del lavoro potrebbe contribuire a far crescere il PIL. Le aziende hanno bisogno delle donne, specialmente nelle posizioni di leadership: non è solo una questione etica, ma una necessità strategica per garantire il successo delle imprese del futuro. Federmanager MANAGERITALIA ANP associazione nazionale dirigenti scolastici e alte professionalità della scuola FEDERAZIONE CIMO-FESMED FIDIA - Federazione Italiana Dirigenti Imprese Assicuratrici CEC European Managers Stefano Cuzzilla Massimo Fiaschi Quici Guido Antonello Giannelli Stefano Di Leo Teresa Lavanga Alberto Castelli Marco Ballarè Valter Quercioli Massimo Bianco Silvia Pugi Paola Vitale
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