Sifo esprime grande soddisfazione attraverso le parole del suo presidente: “Ringraziamo il Governo e i parlamentari che si sono battuti per raggiungere questo enorme traguardo".
Post di Dire.it
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RIPENSARE IL RUOLO DEL #FARMACISTA: TRA PASSIONE E REALTÀ La professione del farmacista collaboratore vive una crisi profonda. A fronte di anni di studio e aggiornamento continuo, spesso NON CI SONO RETRIBUZIONI ADEGUATE NE’ IL GIUSTO RICONOSCIMENTO per l’importanza del ruolo. Molti collaboratori si chiedono: ha senso continuare a pretendere dedizione e impegno senza garantire condizioni di lavoro realmente sostenibili? Ci sono storie che colpiscono nel profondo. Una farmacista con diciassette anni di esperienza ha raccontato come il suo stipendio fosse insufficiente per coprire le spese di una famiglia. Ha deciso di lasciare il lavoro che amava, ma con grande sofferenza. “Ogni giorno mi sveglio con la nostalgia di quello che facevo, ma non potevo pagare le necessità quotidiane con i sorrisi delle persone, per quanto fossero gratificanti.” Questa testimonianza riassume una realtà che molti vivono: la farmacia non è un semplice negozio, e il farmacista non può essere trattato come una figura marginale. Perché allora continuiamo a sottovalutare il ruolo di chi si prende cura della salute delle persone? La professione del farmacista, come molte altre nel settore sanitario, è anche una #missione. Ma non deve essere confusa con il volontariato. Chi lavora con passione e rappresenta un valore aggiunto per la comunità e per l’azienda merita un riconoscimento equo, se non superiore. Il problema non è solo economico, ma anche strutturale. In Italia, la figura del farmacista non ha percorsi di carriera chiari. In paesi come, ad esempio in Spagna, dove il sistema riconosce ruoli specifici e responsabilità crescenti: • farmacista dirigente, una figura ben distinta dall’operatore al banco; • specialista nella gestione degli studi clinici, una professione quasi sconosciuta in Italia; • radiofarmacista, un ruolo marginalizzato nel nostro sistema ma centrale altrove. Serve un cambio di rotta: • Retribuzioni adeguate e dignitose; • Investimenti nella formazione continua; • Riconoscimento del valore del consiglio professionale e della possibilità di crescita interna. Non è più il tempo di resistere o aspettare. La farmacia del futuro deve partire dalle persone che la animano! È necessario tornare a considerare il farmacista come una figura centrale, indispensabile per la comunità. Le istituzioni, i titolari e la società devono finalmente chiedersi: QUANTO VALE DAVVERO CHI SI PRENDE CURA DELLA NOSTRA SALUTE? Se hai vissuto situazioni simili o hai idee per migliorare questa realtà, condividile. È il momento di agire per ridare dignità a una #professione, quella del #farmacista, che merita molto di più. #Farmacisti #Farmacia #FarmacistaCollaboratore #ValorizzazioneProfessionale #Salute #Sanità #PharmacyLife #Lavoro #Carriera #FarmacieItaliane #ConsiglioDelFarmacista #DignitàProfessionale
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SANITA’, BOTTINO (CHIRURGHI): RISCHIO SALE OPERATORIE CHIUSE, URGENTE INTERVENTO DEL PRESIDENTE MELONI. IN AUTUNNO MOBILITAZIONE PER SOSTENERE GIOVANI CHIRURGHI “Contenzioso medico legale, turni massacranti, formazione insufficiente, scarso riconoscimento economico: le Istituzioni nazionali e regionali devono farsi carico del problema dei giovani che non scelgono più le specializzazioni in chirurgia. Se nel 2023 quasi il 55% delle borse di studio per la specializzazione in Chirurgia generale non è stato assegnato, significa che c’è un problema enorme in questo Paese: tra qualche anno, non tra decenni, le sale operatorie chiuderanno per assenza di chirurghi. Un’assenza evidentemente voluta da qualcuno, non scelta dai nostri ragazzi. Perché un sistema che non si preoccupa dello scenario attuale, delle difficoltà che contornano chi sceglie questa professione, è un sistema destinato a fallire. E fallirà perché i giovani sceglieranno altre branche della medicina, oppure lavoreranno nel privato o, peggio, andranno all’estero mentre noi, già oggi, passiamo il tempo a reclutare personale sanitario dall’estero. Tutto questo è paradossale. Per questo dalla prossima settimana chiederemo incontri al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e a tutti i Presidenti di Regione: vogliamo chiarire a chi governa il Paese che le scelte che verranno fatte oggi incideranno violentemente sulla vita delle persone. Se le cose continueranno così i cittadini di molte regioni italiane si troveranno tra pochi anni di fronte a sale operatorie chiuse" E’ quanto dichiara in una nota il neo-presidente dell’Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani - ACOI, Vincenzo Bottino. “L’ACOI - continua Bottino - la più grande società scientifica di chirurgia ospedaliera italiana, ovviamente farà come sempre la sua parte: già dal prossimo autunno costruiremo appuntamenti di confronto, formativi, di sensibilizzazione verso gli studenti, verso le associazioni dei pazienti e verso le Istituzioni per far comprendere il rischio reale che sta correndo il Servizio sanitario nazionale ma anche per ringraziare i giovani chirurghi per il coraggio, l’abnegazione, per il senso che danno alla nostra professione, cioè salvare vite umane. Ma ci aspettiamo il massimo dell’impegno anche dalle Istituzioni”
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Il #presidente #ACOI chieda alle #scuole di #specializzazione (a cominciare dalla sua) il numero REALE di #interventi eseguiti da #primo, #secondo e terzo #operatore dagli #specializzandi (da #referto #operatorio, non le frottole autodichiarate), il numero di ore passato in reparto, il tasso di #ritiro degli #specializzandi dalle #scuole, tanto per cominciare. Se i #ragazzi non scelgono più di fare il #mestiere più bello del mondo, è perché chi dirige scuole e reparti lo hanno reso un mestiere invivibile. Cominciamo a #premiare le #scuole #virtuose e penalizzare le scuole finte, aperte solo per dare titoli ai baroni, cominciando a cacciare a calci i direttori che non formano, sfruttano e maltrattano gli specializzandi. Che cosa deve rispondere la Meloni? Ci viene lei ad operare?
SANITA’, BOTTINO (CHIRURGHI): RISCHIO SALE OPERATORIE CHIUSE, URGENTE INTERVENTO DEL PRESIDENTE MELONI. IN AUTUNNO MOBILITAZIONE PER SOSTENERE GIOVANI CHIRURGHI “Contenzioso medico legale, turni massacranti, formazione insufficiente, scarso riconoscimento economico: le Istituzioni nazionali e regionali devono farsi carico del problema dei giovani che non scelgono più le specializzazioni in chirurgia. Se nel 2023 quasi il 55% delle borse di studio per la specializzazione in Chirurgia generale non è stato assegnato, significa che c’è un problema enorme in questo Paese: tra qualche anno, non tra decenni, le sale operatorie chiuderanno per assenza di chirurghi. Un’assenza evidentemente voluta da qualcuno, non scelta dai nostri ragazzi. Perché un sistema che non si preoccupa dello scenario attuale, delle difficoltà che contornano chi sceglie questa professione, è un sistema destinato a fallire. E fallirà perché i giovani sceglieranno altre branche della medicina, oppure lavoreranno nel privato o, peggio, andranno all’estero mentre noi, già oggi, passiamo il tempo a reclutare personale sanitario dall’estero. Tutto questo è paradossale. Per questo dalla prossima settimana chiederemo incontri al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e a tutti i Presidenti di Regione: vogliamo chiarire a chi governa il Paese che le scelte che verranno fatte oggi incideranno violentemente sulla vita delle persone. Se le cose continueranno così i cittadini di molte regioni italiane si troveranno tra pochi anni di fronte a sale operatorie chiuse" E’ quanto dichiara in una nota il neo-presidente dell’Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani - ACOI, Vincenzo Bottino. “L’ACOI - continua Bottino - la più grande società scientifica di chirurgia ospedaliera italiana, ovviamente farà come sempre la sua parte: già dal prossimo autunno costruiremo appuntamenti di confronto, formativi, di sensibilizzazione verso gli studenti, verso le associazioni dei pazienti e verso le Istituzioni per far comprendere il rischio reale che sta correndo il Servizio sanitario nazionale ma anche per ringraziare i giovani chirurghi per il coraggio, l’abnegazione, per il senso che danno alla nostra professione, cioè salvare vite umane. Ma ci aspettiamo il massimo dell’impegno anche dalle Istituzioni”
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𝗗𝗜𝗧𝗘𝗖𝗜 𝗤𝗨𝗔𝗟𝗖𝗢𝗦𝗔 𝗖𝗛𝗘 𝗜𝗡𝗜𝗭𝗜 𝗖𝗢𝗡 𝗧𝗦𝗥𝗠! 🚨 Federazione e Ordini TSRM: un grande passo economico in avanti… 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐨𝐫𝐨! Per noi TSRM, solo chilometri sotto terra. Va bene, tenete pure le vostre indennità, nessuno ve le tocca. Ma almeno ogni tanto pronunciate qualcosa che inizi con “TSRM”! 💸 𝗠𝗲𝘇𝘇𝗼 𝗺𝗶𝗹𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝗲𝘂𝗿𝗼 a Calandra e Beux per un solo mandato. A Bari, il presidente si porta a casa 𝟱𝟬 𝗺𝗶𝗹𝗮 𝗲𝘂𝗿𝗼 𝒊𝒏 𝒖𝒏 𝗮𝗻𝗻𝗼. Nel frattempo, noi dobbiamo subire in silenzio documenti SIRM che riscrivono la nostra professione come fosse il Medioevo. 📜 𝐔𝐥𝐭𝐢𝐦𝐚 𝐩𝐞𝐫𝐥𝐚 è “L'Atto medico radiologico 2024” pubblicato dalla SIRM. 𝐑𝐢𝐭𝐨𝐫𝐧𝐚 𝐥𝐚 𝐃𝐞𝐥𝐞𝐠𝐚 𝐞 𝐢𝐥 𝐌𝐚𝐧𝐬𝐢𝐨𝐧𝐚𝐫𝐢𝐨. Lauree magistrali per tutti, Todos caballeros, ma sulla carta non possiamo scegliere nemmeno la tecnica d'esame. Nella realtà, sappiamo tutti come vanno le cose. 📣 𝐄 𝐅𝐀𝐒𝐓𝐞𝐑? Dove sei? Scrivi una linea guida con la Commissione d’albo nazionale (se esiste!): i TSRM devono segnalare, anche anonimamente, le strutture dove i medici radiologi non eseguono la giustificazione tracciabile preliminare, caso per caso (sia in presenza che con protocollo/algoritmo). E poi la Federazione manda i NAS! Oppure si faccia pressione sul Ministero per essere davvero autonomi. ⏱️ Fine della storia! ✊ 👉 Fine della storia in cui si scrivono linee guida e leggi che sono il contrario della realtà!
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Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto nel pomeriggio del 28 novembre al Quirinale una rappresentanza del mondo delle Cure Palliative guidata da Giorgio Trizzino, Responsabile sanitario di SAMOT, e composta da esponenti della Società Italiana di Cure Palliative e della Federazione Cure Palliative. L’Università Cattolica del Sacro Cuore era rappresentata all’incontro dal Prof. Graziano Onder, Ordinario di Medicina e Cure Palliative alla Facoltà di Medicina e chirurgia, e da due Specializzande della neoistituita Scuola di Specializzazione in Medicina e Cure Palliative, le Dott.sse Elisa Durante e Angela Iurlaro L'articolo è su #SecondoTempo
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Ancora qualche considerazione sulla puntata di "Fuori dal Coro" di ieri sera, mercoledì 8 maggio. E’ falso che a Ferrara “le liste in parte sono ancora chiuse” come affermato dalla giornalista nel corso del servizio. Le liste d’attesa a Ferrara non sono mai state “chiuse”. Era presente una limitazione della profondità delle agende che dal 4 aprile scorso è stata superata. Attualmente dunque tutte le prestazioni di primo accesso sono prenotabili e l’Azienda sta profondendo il massimo impegno per limitarne al massimo i tempi d’attesa. Nessuno, infatti, nega che i tempi d’attesa per la specialistica ambulatoriale siano un problema: lo sono in tutt’Italia, tant’è vero che il Governo in primis ha annunciato investimenti ad hoc. In questo quadro nazionale l’Emilia Romagna è la regione che eroga più visite ed esami specialistici: 1548 per mille abitanti contro una media nazionale di 1.014 (fonte AGENAS). Ferrara è la seconda Azienda in regione quanto a produzione: 1.657 per mille abitanti. La Regione Emilia Romagna ha ugualmente annunciato un piano di interventi e finanziamenti ad hoc e le Aziende sanitarie ferraresi hanno un proprio piano specifico, parzialmente già attivato. Accusare la governance aziendale di “violare il diritto alle cure” è non veritiero, strumentale, irrispettoso verso i telespettatori e offensivo nei confronti del direttore sanitario e della direzione aziendale. Altrettanto fuorviante è mettere in relazione questo solo tema con la retribuzione di risultato dei direttori aziendali. Si tratta di emolumenti previsti per legge: secondo il D.Lgs 502 del ‘92 e successive integrazioni e modifiche, i contratti stipulati con i Direttori generali delle Aziende sanitarie contemplano l’erogazione di un trattamento economico variabile in relazione al raggiungimento di obiettivi conferiti dalle Regioni e dopo valutazione da parte di un “Organismo Indipendente OIV". Per il 2022 la Regione, con propria delibera, ha attribuito alle direzioni molteplici obiettivi tra cui certamente il miglioramento dell’accessibilità alla diagnostica e specialistica ambulatoriale, ma anche il conseguimento degli obiettivi PNRR, la sostenibilità economica e numerosi altri con specifici indicatori e target per ognuno di essi. L’OIV ha valutato che tali obiettivi sono stati conseguiti dall’Azienda USL di Ferrara all’88 per cento. Di qui, con un mero calcolo matematico, sono state individuate le retribuzioni di risultato. Succede così in tutte le Aziende Sanitarie perché così è previsto dalla legge, ma per “Fuori dal Coro” diventa un caso solo a Ferrara, dove, per di più, da quasi due anni la Direttrice generale sta svolgendo, senza per questo percepire stipendio, anche il ruolo di Commissaria straordinaria dell’Azienda ospedaliero universitaria. Trattare in questo modo un tema importante e delicato come quello della sanità non pare rendere un buon servizio al cittadino ma rischia di creare un vero e proprio clima di odio sociale nei confronti delle Istituzioni.
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Negli ultimi giorni, il governo ha finalmente iniziato a riconoscere le borse di studio agli specializzandi di area non medica. Un segnale importante che crea un precedente significativo, ma possiamo dirci davvero #soddisfatti? Qualcuno parla di “briciole”, altri di un passo avanti, “bene, ma non benissimo”. È vero, c'è stata un'evoluzione, ma il contributo attuale di circa 400 euro mensili è insufficiente a coprire i costi che gravano sugli specializzandi e rimane di molto inferiore alle borse per i medici specializzandi. Il governo, però, ha promesso di adeguare le borse per tutte le professioni sanitarie nelle prossime leggi di bilancio. Questo richiede fiducia e vigilanza: i grandi risultati si costruiscono nel tempo. Anche le iniziative locali hanno giocato un ruolo importante: in Regione Lombardia, una mia proposta ha permesso di riallocare 1,6 milioni di euro, garantendo almeno 14-15 borse interamente coperte, un passo concreto verso l'equità. Il fondo del governo, invece, è nuovo e interamente stanziato: un elemento da non sottovalutare. Si tratta comunque di un risultato storico, e credo sia importante gioire. Per fare un esempio calcistico, non esiste solo la vittoria della Coppa del Mondo da festeggiare: anche trofei “minori”, come la Champions League o il campionato, hanno un valore di grande prestigio e meritano di essere celebrati con entusiasmo. È un primo passo avanti, ma la strada è ancora lunga. L'#obiettivo resta un sistema equo che riconosce pienamente il #valore degli specializzandi non medici. Un ringraziamento al Sottosegretario di Stato Marcello Gemmato, che ha dato visibilità al tema, citandoci nel suo post: un segno che qualcosa sta cambiando. Ora è fondamentale continuare a lavorare insieme per trasformare questi segnali in azioni sempre più concrete e durature. Marcello Gemmato Ordine Biologi Lombardia Dott. Rudy Alexander Rossetto FNOB - Federazione Nazionale degli Ordini dei Biologi https://lnkd.in/dBQMQqwy
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Interessantissimo il capitolo dedicato al 46° Congresso alle ICA. Luca Vallega ce ne offe una sintesi e un personale commento #ICA #infezioniospedaliere #responsabilitàmedica
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Il presidente SIAARTI, prof. Antonino Giarratano, prende spunto da un caso occorso tragicamente nella sua regione, la Sicilia, e coglie l’occasione, nei limiti della sintesi giornalistica, per ribadire e puntualizzare la necessità di “riorganizzare” il modello ospedaliero delle aree intensive e critiche e il modello dell’emergenza territoriale. I sistemi devono essere interconnessi e le competenze rispettate a garanzia della salute dei cittadini. Contestualmente, la formazione postlaurea degli specializzandi deve avvenire sul campo ma non può derogare alla qualità nelle alte specializzazioni per colmare carenze di organico. Occorre una riforma dell’accesso al corso di laurea ma integrata con una riforma della formazione postlaurea che garantisca la qualità della formazione dei nostri specialisti, di cui l’Italia e l’Europa vanno fieri. https://lnkd.in/dmrvYMHu
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