Affiancare il Sistema Sanitario Nazionale e rendere più forte la sanità in Italia. E’ questo l’obiettivo delle case di cura e degli ospedali privati rappresentati dall’𝐀𝐬𝐬𝐨𝐜𝐢𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐈𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚𝐧𝐚 𝐎𝐬𝐩𝐞𝐝𝐚𝐥𝐢𝐭𝐚̀ 𝐏𝐫𝐢𝐯𝐚𝐭𝐚 𝐀𝐈𝐎𝐏, ribadita dal presidente regionale Lazio, 𝐌𝐚𝐮𝐫𝐢𝐳𝐢𝐨 𝐏𝐢𝐠𝐨𝐳𝐳𝐢. L’AIOP è impegnata quotidianamente nel garantire 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐢𝐭𝐚̀, 𝐞𝐟𝐟𝐢𝐜𝐚𝐜𝐢𝐚 e s𝐢𝐜𝐮𝐫𝐞𝐳𝐳𝐚 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐭𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 offerte ai cittadini, andando a ridurre le criticità del sistema pubblico. Una mission delle strutture private italiane che lavorano in maniera integrata con il servizio pubblico e non in contrapposizione, intervenendo soprattutto sulle problematiche croniche, come le 𝐥𝐢𝐬𝐭𝐞 𝐝𝐢 𝐚𝐭𝐭𝐞𝐬𝐚 e l’𝐚𝐟𝐟𝐨𝐥𝐥𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐢 𝐏𝐫𝐨𝐧𝐭𝐨 𝐒𝐨𝐜𝐜𝐨𝐫𝐬𝐨. “Il Sistema sanitario pubblico - sottolinea Pigozzi - brilla per le tante e acclarate eccellenze sparse nel Paese, ma soffre da anni per i motivi che tutti conosciamo e per i quali non riesce a dare risposte tempestive ai cittadini che ne hanno bisogno. Per tali ragioni, tutte le strutture private riunite nell’associazione sono da sempre impegnate per garantire servizi di qualità ai cittadini. Non a caso il decreto del Governo sulle liste di attesa prende in considerazione anche il contributo dell’ospedalità, della residenzialità e dei servizi territoriali privati. Tanto è vero che tutti i posti di medicina delle nostre strutture per acuti sono a disposizione dei Pronto Soccorso dei vari ospedali”. “I nostri reparti e i nostri ambulatori affiancano il SSN, con la passione e la competenza di un personale altamente professionale e 𝐬𝐩𝐞𝐜𝐢𝐚𝐥𝐢𝐬𝐭𝐢 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐫𝐨𝐯𝐚𝐭𝐚 𝐞𝐬𝐩𝐞𝐫𝐢𝐞𝐧𝐳𝐚 - ha concluso Pigozzi -. Solo con una stretta collaborazione tra pubblico e privato si possono ottenere risultati significativi, a beneficio di tutti i cittadini”. #AiopLazio #sanitàprivata #sanitàitaliana
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“Siamo dalla stessa parte” Link del servizio del TgNordest: https://lnkd.in/dqrM5qyY Nel lancio della campagna ideata e promossa dalla nostra Associazione il Presidente Giuseppe Puntin ha ricordato che “In Veneto l’ospedalità privata accreditata ha sempre cercato di operare con qualità ed efficienza essendo funzionale e sinergica al sistema salute, ma ora è diventato sempre più inderogabile rivedere le disposizioni che regolamentano i finanziamenti, fermi ormai ai livelli di spesa del 2011 - nella nostra regione addirittura al 2005 – ad esclusione delle risorse destinate al recupero delle prestazioni con alti livelli di attesa o per specifiche attività oncologiche. Solo con una profonda revisione organizzativa e gestionale del sistema sanitario improntata a criteri di qualità, efficienza di spesa ed innovazione sarà possibile far fronte alla domanda crescente di salute in un contesto di risorse finanziarie sempre più scarse.
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Niente come i numeri possono evidenziare la forza di Regione Lombardia e del suo ecosistema di salute. Condivido questo articolo che testimonia, nonostante le inevitabili difficoltà, un sistema healthcare pubblico-privato che esprime eccellenza e attenzione ai bisogni del cittadino, frutto di lungimiranza nella sua progettazione. Occorre preservarlo e continuare con responsabilità nella programmazione e nella co-progettazione per garantirne efficienza, efficacia e sostenibilità. #siamoSSN Aiop Lombardia Michele Nicchio Cluster lombardo scienze della vita
Sul Sole 24 Ore, i numeri della sanità lombarda che premiano i sistema misto di integrazione virtuosa tra pubblico e privato accreditato. “Credo che la vera intuizione di Regione Lombardia, quando ha ridisegnato il proprio servizio sanitario regionale, sia stata proprio quella di cogliere l'importanza che avrebbe potuto avere nell'erogazione dei servizi il settore privato accreditato. Quel settore privato accreditato che oggi garantisce più del 40% delle prestazioni tra ricoveri e specialistica ambulatoriale e che ha come punti di forza la qualità con 14 dei 19 IRCCS, la capillarità sul territorio con più di 600 strutture socio sanitarie residenziali e l'efficienza, costando il 25% in meno rispetto alle strutture di diritto pubblico”, così michele nicchio presidente di Aiop Lombardia https://lnkd.in/dXVmnvXh
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Dal modello ospedalo-centrico all’assistenza territoriale: l’esperienza della Asl RM 2 La pandemia di Covid ha reso evidente la necessità di passare da un modello ospedalo-centrico a uno incentrato sull’assistenza territoriale. A spiegarlo a Sanità33 è Antonio Mastromattei, della Asl RM 2 di Roma, che nella sua realtà è impegnato ad attuare questo passaggio. La pandemia di Covid ha reso evidente la necessità di passare da un modello ospedalo-centrico a uno incentrato sull’assistenza territoriale. A questo passaggio sono dedicati il #DM77 e i finanziamenti previsti dal PNRR, che per la prima volta “hanno messo le regioni e le Aziende sanitarie in condizione di poter riorganizzazione il territorio partendo dal principio della prossimità”. A spiegarlo a Sanità33 è Antonio Mastromattei, della Asl RM 2 di Roma, che nella sua realtà è impegnato ad attuare questo passaggio. Tratto dallo speciale Sanità33 - La Sfida delle Cure Domiciliari - Associazione Home & Digital care di Confindustria Dispositivi Medici 📽 Ascolta la playlist https://lnkd.in/dqC7q8VW https://lnkd.in/dmst4vW7
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𝐋𝐢𝐬𝐭𝐞 𝐝𝐢 𝐚𝐭𝐭𝐞𝐬𝐚, 𝐢𝐥 𝐝𝐠 𝐃𝐢 𝐆𝐢𝐨𝐬𝐢𝐚 𝐚𝐥 𝐝𝐢𝐫𝐞𝐭𝐭𝐢𝐯𝐨 𝐅𝐢𝐚𝐬𝐨 𝐝𝐢 𝐏𝐚𝐥𝐞𝐫𝐦𝐨 📢 Si è svolto lunedì a Palermo, convocato dal presidente Giovanni Migliore, il comitato direttivo della Fiaso, la Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere. Al direttivo ha partecipato il direttore generale della Asl di Teramo, Maurizio Di Giosia, coordinatore Fiaso per l’Abruzzo. Argomento centrale, le liste di attesa e in particolare l’individuazione di un pacchetto di proposte Fiaso per il governo dei tempi di attesa delle prestazioni ambulatoriali offerte dal Servizio sanitario nazionale. 🖥 “Fra le proposte individuate dal direttivo c’è l’implementazione sul web di un sistema di monitoraggio unico nazionale dinamico e “real time” che mostri al cittadino un set di informazioni per ogni prestazione e che i sistemi informativi delle aziende sanitarie devono esporre tramite “web services”. Questo sistema permetterebbe la creazione di un portale web dedicato alle liste di attesa, pubblico e accessibile a tutti i cittadini che possono monitorare così i giorni di attesa e i volumi di prestazione erogate per ogni sede”, spiega Di Giosia. 🏥 Fra gli altri punti individuati, la necessità di una attenta programmazione regionale con l’obbligo, da parte delle Regioni, di un monitoraggio “real time” utile a confrontare i volumi delle prescrizioni con quelli delle prenotazioni in modo da monitorare qual è la capacità di risposta del servizio sanitario. “Un altro punto riguarda il governo della domanda”, riprende Di Giosia, “ riteniamo prioritario suggerire interventi per migliorare il livello di appropriatezza delle prescrizioni di analisi strumentali e visite specialistiche. D’altro canto, per il governo dell’offerta la Fiaso propone, per garantire un aumento della produzione da parte del servizio sanitario pubblico, una deroga normativo per cui le Asl potrebbero acquistare prestazioni effettuate fuori dall’orario di servizio dai propri dipendenti con tariffe concordate”. #aslteramo #asl4teramo #fiaso #listeattesa #sanità
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Sperimentazione dei "Pir" in Toscana A partire da ottobre, in Toscana sarà avviata la sperimentazione dei "Pir" (punti di intervento rapido), presidi e ambulatori progettati per la presa in carico tempestiva dei cittadini con problemi di salute non gravi. Questa iniziativa, parte del nuovo modello di assistenza territoriale della regione, offrirà un'alternativa ai pronto soccorso per i casi meno critici. I "Pir" saranno operati da medici della continuità assistenziale e infermieri, in collaborazione con il personale del Dipartimento di emergenza urgenza e medici delle cure primarie. La sperimentazione includerà tre tipi di "Pir": - Ambulatori da città: aperti per 12 ore al giorno nelle Case di comunità dei centri più popolati, con accesso tramite il medico di famiglia o il numero 116117. - Strutture per territori meno popolati: accessibili direttamente o tramite il medico di famiglia o il numero 116117, per aree con maggior rischio di carenza di medici. - Ambulatori vicino ai pronto soccorso: per gestire i casi meno gravi che non richiedono l'attesa prolungata in pronto soccorso. L'assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini, sottolinea l'importanza dei Pir, che saranno uno "strumento per migliorare la presa in carico dei pazienti ma anche un tentativo di alleggerire la pressione sui pronto soccorso". Per maggiori dettagli, leggi l'articolo completo 🔗 https://lnkd.in/dNhRRyr7 #radiologiadomiciliarenet #radiologiadomiciliare #toscana #pir #telemedicina #radiologo #radiologia #RX #imaging #curiosità #scienza #medicina #strutturasanitaria #medical #sanità #telerefertazione
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Sperimentazione dei "Pir" in Toscana A partire da ottobre, in Toscana sarà avviata la sperimentazione dei "Pir" (punti di intervento rapido), presidi e ambulatori progettati per la presa in carico tempestiva dei cittadini con problemi di salute non gravi. Questa iniziativa, parte del nuovo modello di assistenza territoriale della regione, offrirà un'alternativa ai pronto soccorso per i casi meno critici. I "Pir" saranno operati da medici della continuità assistenziale e infermieri, in collaborazione con il personale del Dipartimento di emergenza urgenza e medici delle cure primarie. La sperimentazione includerà tre tipi di "Pir": - Ambulatori da città: aperti per 12 ore al giorno nelle Case di comunità dei centri più popolati, con accesso tramite il medico di famiglia o il numero 116117. - Strutture per territori meno popolati: accessibili direttamente o tramite il medico di famiglia o il numero 116117, per aree con maggior rischio di carenza di medici. - Ambulatori vicino ai pronto soccorso: per gestire i casi meno gravi che non richiedono l'attesa prolungata in pronto soccorso. L'assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini, sottolinea l'importanza dei Pir, che saranno uno "strumento per migliorare la presa in carico dei pazienti ma anche un tentativo di alleggerire la pressione sui pronto soccorso". Per maggiori dettagli, leggi l'articolo completo 🔗 https://lnkd.in/dNhRRyr7 #teslamedicalsolutions #toscana #pir #telemedicina #radiologo #radiologia #RX #imaging #curiosità #scienza #medicina #strutturasanitaria #medical #sanità #telerefertazione
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7° Rapporto GIMBE sul Servizio Sanitario Nazionale «Il Rapporto che la Fondazione GIMBE pubblica periodicamente rappresenta un’analisi di condizioni e problemi della sanità in Italia. L’edizione 2024, dedicata alle criticità del sistema sanitario, acquisisce un interesse particolare, ponendosi come sollecitazione all’applicazione dei principi di universalità ed uguaglianza sanciti dalla Costituzione. Il Servizio Sanitario Nazionale costituisce, infatti, una risorsa preziosa ed è pilastro essenziale per la tutela del diritto alla salute, nella sua duplice accezione di fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività. La Fondazione GIMBE ha presentato l’8 ottobre 2024 presso la Sala Capitolare del Senato della Repubblica il 7° Rapporto sul Servizio Sanitario Nazionale rilevando anzitutto come dati, narrative e sondaggi di popolazione dimostrino che oggi la vera emergenza del Paese è il Servizio Sanitario Nazionale. Un divario della spesa sanitaria pubblica pro capite di € 889 rispetto alla media dei paesi OCSE membri dell’UE con un gap complessivo che sfiora i € 52,4 miliardi; la crisi motivazionale del personale che abbandona il SSN; il boom della spesa a carico delle famiglie (+10,3%); quasi 4,5 milioni di persone che nel 2023 hanno rinunciato alle cure, di cui 2,5 milioni per motivi economici; le inaccettabili diseguaglianze regionali e territoriali; la migrazione sanitaria e i disagi quotidiani sui tempi di attesa e sui pronto soccorso affollati dimostrano che la tenuta del SSN è prossima al punto di non ritorno, che i princìpi fondanti di universalismo, equità e uguaglianza sono stati ormai traditi e che si sta lentamente sgretolando il diritto costituzionale alla tutela della salute, in particolare per le fasce socio-economiche più deboli, gli anziani e i fragili, chi vive nel Mezzogiorno e nelle aree interne e disagiate. Perdere il SSN non significa solo compromettere la salute delle persone, ma soprattutto mortificarne la dignità e ridurre le loro capacità di realizzare ambizioni e obiettivi. È per questo che la Fondazione GIMBE ha aggiornato il Piano di Rilancio del SSN: un programma chiaro in 13 punti che prescrive la terapia necessaria a salvare il nostro SSN “malato”. Un piano che ha come bussola l’articolo 32 della Costituzione e il rispetto dei princìpi fondanti del SSN e mette nero su bianco le azioni indispensabili per potenziarlo con risorse adeguate, riforme coraggiose e una radicale e moderna riorganizzazione. Per attuare questo piano, la Fondazione GIMBE invoca un nuovo patto politico e sociale, che superi divisioni ideologiche e avvicendamenti dei Governi, riconoscendo nel SSN un pilastro della nostra democrazia, uno strumento di coesione sociale e un motore per lo sviluppo economico dell’Italia. Un patto che chiede ai cittadini di diventare utenti informati e responsabili, consapevoli del valore del SSN, e a tutti gli attori della sanità di rinunciare ai privilegi acquisiti per salvaguardare il bene comune.
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🔍 𝐀𝐧𝐚𝐥𝐢𝐬𝐢 𝐆𝐈𝐌𝐁𝐄 𝐬𝐮𝐠𝐥𝐢 𝐀𝐝𝐞𝐦𝐩𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐑𝐞𝐠𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐢 𝐝𝐞𝐢 𝐋𝐄𝐀 🔍 La Fondazione GIMBE ha pubblicato un'analisi che evidenzia un crescente divario strutturale tra Nord e Sud Italia nell'adempimento dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) Questa frattura solleva importanti interrogativi sulla distribuzione equa delle risorse sanitarie e sull'efficacia del nostro sistema sanitario nazionale Per un'analisi approfondita e dettagliata delle implicazioni di questa situazione, leggi l'articolo completo 👉 https://lnkd.in/eNUjkpDK
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Presentate nella giornata odierna le Centrali Operative Territoriali (C.O.T.) della ASL Teramo. Una tappa significativa del processo di riforma dell'Assistenza sanitaria territoriale come da PNRR e da D.M. 23 maggio 2022, n. 77. La C.O.T. è uno strumento organizzativo che svolge una funzione di integrazione socio-sanitaria, coordinamento della presa in carico della persona e raccordo tra servizi e professionisti coinvolti nei diversi setting assistenziali: attività territoriali, sanitarie e sociosanitarie, ospedaliere e dialoga con la rete dell’emergenza-urgenza. La C.O.T. si fonda sul Transitional Care Model (TCM) che comprende l'insieme di azioni volte ad assicurare la continuità dell'assistenza quando i pazienti transitano tra i diversi setting di cura. https://lnkd.in/dTr-jYh6
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Si fa sempre più evidente il cortocircuito tra sanità territoriale e ospedaliera in Italia, evidenziando i limiti di coordinamento tra medici di base e specialisti. La mancanza di continuità delle cure post-ricovero e il ritardo nell’attivazione delle case di comunità minano l’efficacia del sistema, causando sprechi e sovraccarichi inutili per le strutture ospedaliere. Analisi del problema 😓Solo il 15% dei medici di base dialoga con gli ospedali in caso di ricovero. 😓Mancata continuità delle cure dopo le dimissioni ospedaliere. 😓80% dei ricoverati senza fascicolo sanitario elettronico aggiornato. 😓Il 20% delle degenze ospedaliere evitabili riguarda situazioni sociali (mancanza di assistenza domiciliare). Criticità delle case di comunità 😓Ritardo nell’attivazione: solo 413 su 1.420 previste. 😓Mancanza di personale adeguato (medici, pediatri, specialisti, infermieri di famiglia e di comunità). 😓Scarsa copertura oraria dei medici: in molte strutture meno di 30 ore settimanali. Sovraccarico degli ospedali 😓68% dei codici bianchi e verdi in pronto soccorso sono gestibili a livello territoriale. 😓2,2 milioni di ricoveri evitabili con un sistema territoriale efficiente. Riforma e resistenze 😓Transizione dei medici di base a dipendenti delle ASL osteggiata dal sindacato Fimmg. 😓Necessità di un modello integrato, come avvenuto con successo in Portogallo. Proposte Miglioramento del coordinamento 🎯Implementazione di un sistema obbligatorio di dialogo tra medici di base e ospedalieri per ogni ricovero. 🎯Aggiornamento regolare del fascicolo sanitario elettronico per tutti i pazienti. Potenziamento delle case di comunità 🎯Accelerare l’apertura delle strutture previste dal PNRR. 🎯Assumere personale sanitario qualificato per garantire orari di apertura adeguati (almeno 50 ore settimanali). 🎯Investire in infrastrutture per servizi diagnostici di primo livello nelle case di comunità. Riduzione del sovraccarico ospedaliero 🎯Potenziare i servizi di assistenza domiciliare e creare una rete capillare di supporto familiare e sociale. 🎯Introdurre un filtro locale per i codici bianchi e verdi, con ambulatori territoriali funzionanti 24/7. Riforma del rapporto con i medici di base 🎯Ridefinire il ruolo dei medici di famiglia come parte integrante di un team multiprofessionale. 🎯Introdurre incentivi per una maggiore collaborazione con il sistema ospedaliero. Monitoraggio e valutazione 🎯Istituire un’agenzia per monitorare l’efficienza e la qualità delle cure nelle case di comunità. 🎯Pubblicare report periodici per misurare i progressi nell’attuazione della riforma. Queste misure possono contribuire a ridurre sprechi, migliorare l’efficienza del sistema sanitario e garantire una migliore qualità delle cure per i pazienti.
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