Come inizia il 2024 del Consorzio Prosciutto di Carpegna DOP? La richiesta di questa prelibatezza marchigiana è sempre in aumento, i numeri parlano chiaro. Lo racconto qui👇
Post di Brian Vavassori
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1 Giugno 2024 - “La sfida del Consorzio del PROSCIUTTO di SAN DANIELE e di tutti gli Operatori della Filiera è quella di mantenere elevata la qualità, aspetto che ci contraddistingue e che ci viene riconosciuto con costanza nel tempo”. È questo il primo impegno assunto dal nuovo Consiglio di amministrazione del Consorzio del San Daniele, che ha eletto Nicola MARTELLI alla Presidenza alla fine di Aprile. La congiuntura non è delle più rosee, fra inflazione, peste suina e consumi alimentari globalmente in flessione. “Stiamo lavorando per attuare progetti di comunicazione rivolti al trade e al consumatore finale e per rafforzare la nostra presenza in Italia e all’estero – anticipa Martelli -. Bisogna avere il CORAGGIO di RIPOSIZIONARE il PRODOTTO nella GDO e nei canali specializzati, senza indietreggiare sul fronte della qualità, che, come detto, è uno dei grandi punti di forza del Prosciutto di San Daniele Dop”. Quanto all’EXPORT, “il San Daniele ha già in essere alcuni progetti di comunicazione per promuovere la sostenibilità della Filiera in Italia, Germania e Francia, un aspetto al quale teniamo molto, anche per mantenere un equilibrio produttivo che tenga conto degli aspetti ambientali, economici e sociali”. Attenzione anche agli aspetti organolettici, nutrizionali e di gusto di un prodotto che rappresenta la grande tradizione del Made in Italy e che è assolutamente naturale (“solo coscia di suino e sale, relativamente al quale siamo tutti impegnati come STAGIONATORI a tenere su livelli controllati”, sottolinea Martelli, rispondendo indirettamente alle campagne contro il consumo di carne ultra-processata e mirate a screditare il mondo della norcineria). Pur nella consapevolezza di uno scenario imprevedibile fino a qualche anno fa (“chi si sarebbe immaginato, anche solo cinque anni fa, numeri in calo dei suini, delle macellazioni e dei prosciutti Dop?”, si chiede Martelli), il Presidente del Consorzio del San Daniele resta FIDUCIOSO. “I dati sui CONSUMI del Prosciutto di San Daniele sono discreti, nei primi mesi dell’anno c’è una sostanziale tenuta delle vendite e già questo è un SEGNALE TRANQUILLIZZANTE: guardiamo AVANTI con OTTIMISMO”, invita MARTELLI. TESEO.clal.it Buona Domenica da Marika De Vincenzi Buona Domenica da Angelo Rossi Figlio di TESEO e DIRCE
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1 Giugno 2024 - “La sfida del Consorzio del PROSCIUTTO di SAN DANIELE e di tutti gli Operatori della Filiera è quella di mantenere elevata la qualità, aspetto che ci contraddistingue e che ci viene riconosciuto con costanza nel tempo”. È questo il primo impegno assunto dal nuovo Consiglio di amministrazione del Consorzio del San Daniele, che ha eletto Nicola MARTELLI alla Presidenza alla fine di Aprile. La congiuntura non è delle più rosee, fra inflazione, peste suina e consumi alimentari globalmente in flessione. “Stiamo lavorando per attuare progetti di comunicazione rivolti al trade e al consumatore finale e per rafforzare la nostra presenza in Italia e all’estero – anticipa Martelli -. Bisogna avere il CORAGGIO di RIPOSIZIONARE il PRODOTTO nella GDO e nei canali specializzati, senza indietreggiare sul fronte della qualità, che, come detto, è uno dei grandi punti di forza del Prosciutto di San Daniele Dop”. Quanto all’EXPORT, “il San Daniele ha già in essere alcuni progetti di comunicazione per promuovere la sostenibilità della Filiera in Italia, Germania e Francia, un aspetto al quale teniamo molto, anche per mantenere un equilibrio produttivo che tenga conto degli aspetti ambientali, economici e sociali”. Attenzione anche agli aspetti organolettici, nutrizionali e di gusto di un prodotto che rappresenta la grande tradizione del Made in Italy e che è assolutamente naturale (“solo coscia di suino e sale, relativamente al quale siamo tutti impegnati come STAGIONATORI a tenere su livelli controllati”, sottolinea Martelli, rispondendo indirettamente alle campagne contro il consumo di carne ultra-processata e mirate a screditare il mondo della norcineria). Pur nella consapevolezza di uno scenario imprevedibile fino a qualche anno fa (“chi si sarebbe immaginato, anche solo cinque anni fa, numeri in calo dei suini, delle macellazioni e dei prosciutti Dop?”, si chiede Martelli), il Presidente del Consorzio del San Daniele resta FIDUCIOSO. “I dati sui CONSUMI del Prosciutto di San Daniele sono discreti, nei primi mesi dell’anno c’è una sostanziale tenuta delle vendite e già questo è un SEGNALE TRANQUILLIZZANTE: guardiamo AVANTI con OTTIMISMO”, invita MARTELLI. TESEO.clal.it Buona Domenica da Marika De Vincenzi Buona Domenica da Angelo Rossi Figlio di TESEO e DIRCE
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#Caseifici GranTerre, azienda leader nel settore dei #formaggi duri italiani, mantiene la leadership ormai consolidata da anni nel segmento del #Parmigiano Reggiano Grattugiato, nel quale compete con i brand #Parmareggio e #Parmissimo. #gdonews #gdo #retail Redazione GDONews
I Grattugiati Parmareggio, Qualità e Innovazione
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13 Luglio 2024 - Scenario positivo nel presente e roseo all’orizzonte per il Parmigiano Reggiano. Ne è convinto NICOLA BERTINELLI, Presidente del Consorzio del PARMIGIANO REGGIANO, che dice: “Stiamo vivendo una stagione straordinaria, in modo particolare sul fronte dei volumi”. “Le performance di vendita non sono solamente legate ai volumi, ma anche ad un’altra variabile, che è il delta di PREZZO con il GRANA PADANO – spiega Bertinelli -. Abbiamo notato che, quando il delta di prezzo fra le due Dop è compreso fra 1,50 e 2 €/kg, siamo di fronte a situazioni sostanzialmente in equilibrio, quando si amplia tale divario i consumi migrano verso il Grana Padano, mentre se la forbice si restringe vediamo una forte migrazione di consumatori dal Grana Padano al Parmigiano Reggiano”. Soddisfazione anche per i prezzi. “Se oggi siamo intorno a 11,20 €/kg per il Parmigiano Reggiano stagionato 12 mesi e a 12,50 per la stagionatura a 24 mesi siamo di fronte a cifre che da un lato assicurano una certa STABILITA’ nella FILIERA e dall’altro il cittadino lo paga un prezzo ancora sostenibile”. “In questi giorni stiamo elaborando il piano di regolamentazione dell’offerta, con gli analisti che prevedono un aumento dei consumi dei formaggi a pasta dura di oltre il 2% a volume ogni anno e prospettive di crescita non solo nei mercati dove siamo tradizionalmente già presenti, ma anche nuove realtà come ad esempio l’INDIA”, dice il presidente Bertinelli. Un ALTRO MERCATO sul quale scommettere è quello AMERICANO, dove la forte presenza di italo-americani, l’attenzione al cibo italiano di qualità e le potenzialità di rafforzamento sono elevate. “Sullo sfondo resta l’incognita dei dazi, richiesta innanzitutto dai farmer americani – spiega Bertinelli - ma la penetrazione del Parmigiano Reggiano sul mercato non andrebbe ad inficiare minimamente gli spazi per altri operatori”. Di più: la consapevolezza della specificità del proprio prodotto è tale che il PARMIGIANO REGGIANO è disponibile a riconoscere la TUTELA DEI FORMAGGI USA IN EUROPA, PURCHE’ venga garantita una piena RECIPROCITA’. E il prossimo 27 luglio, “per celebrare i 90 anni del Consorzio del Parmigiano Reggiano, verrò costituita la sede Usa, che farà attività di vigilanza e di tutela negli Stati Uniti come il Consorzio fa in Europa, con una corporation di diritto americano”. Dopo un primo semestre 2024 con l’export a +20%, sarà la commercializzazione fuori confine a trascinare le vendite con previsioni fra il 3,5% e il 5%, che andrà a bilanciare una possibile contrazione a livello interno intorno all’1-1,5%. www.clal.it Buona Domenica da Mirco De Vincenzi
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Negli ultimi due anni molti allevatori che producono il latte per fare il Parmigiano Reggiano, uno dei formaggi italiani più conosciuti e venduti nel mondo, hanno chiuso il bilancio in perdita. Il motivo delle difficoltà economiche non riguarda le vendite di latte e di formaggio, aumentate rispetto al 2022, ma la crescita dei costi di produzione e il calo dei prezzi di vendita all’ingrosso. C’è un evidente squilibrio nella filiera: i maggiori costi sono stati sostenuti soprattutto da chi produce il latte e il formaggio, mentre la tenuta delle vendite e dei prezzi proposti ai consumatori finali hanno assicurato guadagni maggiori solo alla grande distribuzione. Da tempo le associazioni che rappresentano gli allevatori sollecitano un intervento per distribuire meglio i guadagni.
Fare il latte per il Parmigiano Reggiano non rende più come una volta - Il Post
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🐄Dall'esperienza del Parmigiano Reggiano, il dott. Mauro Marmiroli ci guiderà nel mondo della Qualità del Latte che aiuti gli imprenditori a massimizzare i profitti. 🐃Come può l'imprenditore che produce latte di BUFALA imparare da ciò che è già avvenuto in passato per i prodotti DOP di vacca? Scopri gli altri argomenti del Webinar e REGISTRATI dal seguente LINK (TERMINE ISCRIZIONI ore 13.00): https://lnkd.in/dtFPuAjR
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[CHE VALORE DIAMO ALLA CERTIFICAZIONE?] Recentemente ho avuto il piacere di essere ospite presso i luoghi di produzione del Parmigiano Reggiano. Questa esperienza mi ha permesso di scoprire da vicino una realtà gigantesca, dove ancora oggi prevalgono dinamiche artigianali e valorizzazione del terroir. Ho scoperto che al cuore dell'eccellenza del Parmigiano Reggiano (oltre ai tre batteri fondamentali per la sua creazione 😁 ), troviamo il Consorzio, un ente che assicura l'aderenza di ogni caseificio a una ricetta secolare. Questo ente è fondamentale nel mantenere viva l'eredità del formaggio, garantendo che ogni passaggio, dalla selezione del latte alla stagionatura, rispetti standard qualitativi elevatissimi. Il ruolo del Consorzio va oltre la supervisione; è una vera e propria dichiarazione di dedizione alla qualità, all'autenticità e alla sostenibilità dal 27 luglio 1934. Attraverso il lavoro del Consorzio, il Parmigiano Reggiano non è solo un prodotto alimentare; diventa un simbolo di eccellenza italiana, riconosciuto e celebrato in tutto il mondo. La gestione attenta e meticolosa di ogni aspetto della produzione testimonia l'importanza di tutelare le pratiche artigianali e di valorizzare la cultura culinaria. Il ruolo del Consorzio mi ha portato a riflettere, su un pensiero che ho da vari mesi: la necessità di una certificazione analoga per la professione dello chef a domicilio/chef privato. Certificare una professione significa riconoscere e valorizzare l’impegno nel prodotto finale, garantendo qualità e professionalità? Proprio come il Consorzio protegge e promuove il Parmigiano Reggiano, così un ente certificatore per le specifiche professioni, offrendo ai professionisti un modo per distinguersi e ai consumatori la sicurezza di un servizio eccellente. Tu cosa ne pensi? Credi che la certificazione professionale possa fare la differenza nel valorizzare un prodotto/servizio e tutelare il cliente finale? Ma questa dinamica è poi veramente applicabile nella realtà….. Ps: quanto è buono il Parmigiano Reggiano, grazie ancora al Consorzio per il tour offerto che mi ha portato a conoscere ancora meglio il perchè sia così squisito e unico, VIVA LA PASSIONE! Consorzio del formaggio Parmigiano Reggiano #ParmigianoReggiano #Certificazione #Artigianalità #ChefADomicilio #ValorizzazioneProfessionale #perunfuturomigliore
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Il Parmigiano Reggiano DOP è un formaggio a pasta dura, cotta e non pressata, prodotto con #latte vaccino crudo. È prodotto esclusivamente nelle province di #Parma, #Reggio Emilia, #Modena e #Bologna: qui si concentrano gli allevamenti in cui le bovine vengono alimentate nel rispetto di un regolamento che impedisce l’uso di foraggi insilati, alimenti fermentati e farine di origine animale. Per ogni forma di #ParmigianoReggiano 🧀 occorrono circa 550 litri di latte, la cui coagulazione avviene grazie all’aggiunta di caglio e del siero ottenuto dalla lavorazione del giorno precedente e ricco di #fermentilattici naturali. Ad ogni forma viene assegnata una placca di caseina con un codice alfanumerico unico e progressivo: è la carta d’identità che in ogni momento e in ogni luogo rende possibile identificarne l’origine. Dopo poche ore, una speciale fascia marchiante incide sulla forma il mese e l’anno di produzione, il numero di matricola che contraddistingue il caseificio e l’inconfondibile scritta a puntini su tutta la circonferenza delle forme. Noi di Broker Food, per la distribuzione di parmigiano reggiano DOP, ci affidiamo a #CaseariaDotti, leader nel settore, che offre sul mercato una produzione dall’eccellenza unica. Per maggiori informazioni sui nostri partner e sui prodotti distribuiti: 📞+39 081 736 30 00 / +39 339 25 83 909 📩 marketing@brokerfood.it 💻 www.broker-food.it 📍 Via Giacomo Matteotti, 19/21 - 80026 Casoria (NA)
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"Da gennaio 2022 il prezzo di 100 litri di latte per fare il Parmigiano Reggiano è fermo a poco meno di 64 euro, inferiore ai costi di produzione. Le quotazioni del formaggio all’ingrosso sono in calo del 5,2 per cento, sotto i dieci euro al chilo, mentre il prezzo proposto ai consumatori finali è stato costante. In sintesi: i costi di produzione del latte sono aumentati, il suo prezzo di vendita è rimasto lo stesso da gennaio 2022, le quotazioni del formaggio all’ingrosso sono diminuite e il prezzo finale non è cambiato. «In tutto questo chi ci guadagna? Non certo i consumatori, men che meno gli allevatori e i produttori di formaggio», dice Roberto Gelfi, presidente della sezione lattiero-casearia di Confagricoltura Emilia-Romagna. «Sono invece condizioni vantaggiose per la grande distribuzione, che beneficia di maggiori margini a discapito degli altri attori della filiera». #parmigianoreggiano #confagricoltura https://lnkd.in/dG4NFbGv
Fare il latte per il Parmigiano Reggiano non rende più come una volta - Il Post
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