𝗜𝗻𝘁𝗲𝗹𝗹𝗶𝗴𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗮𝗿𝘁𝗶𝗳𝗶𝗰𝗶𝗮𝗹𝗲, 𝗥𝗶𝗰𝗰𝗮𝗿𝗱𝗼 𝗖𝗼𝗹𝗼𝗺𝗯𝗮𝗻𝗶: 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗲𝘁𝗲𝗻𝘇𝗲 𝗳𝗼𝗻𝗱𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝗹𝗶, 𝘀𝗲𝗿𝘃𝗼𝗻𝗼 𝗶𝗻𝘃𝗲𝘀𝘁𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗽𝘂𝗯𝗯𝗹𝗶𝗰𝗶 𝗲 𝗽𝗿𝗶𝘃𝗮𝘁𝗶 𝘀𝘂 𝗲𝗱𝘂𝗰𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗲 𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲
“Per assicurare la centralità delle persone nell’epocale processo di trasformazione tecnologica, come ha ammonito Papa Francesco nella Laudato si’, la politica non deve sottomettersi all’economia e quest’ultima non può sottomettersi al paradigma efficientista della tecnocrazia. Le politiche devono ispirarsi al principio di inclusività, perché nessuno deve essere lasciato indietro. I sistemi di intelligenza artificiale non devono cioè essere funzionali agli interessi di un’élite, bensì al servizio di tutti per l’occupazione di oggi e delle future generazioni. Bene ha fatto Banca d’Italia a rappresentare alle Bcc l’importanza del loro contributo riguardo all’euro digitale, in considerazione del loro forte radicamento territoriale, affinché diventi uno strumento utilizzato anche da persone che accedono con difficoltà alle tecnologie digitali”. Lo ha dichiarato il segretario generale First Cisl 𝗥𝗶𝗰𝗰𝗮𝗿𝗱𝗼 𝗖𝗼𝗹𝗼𝗺𝗯𝗮𝗻𝗶 nel corso del convegno “Intelligenza artificiale e centralità della persona nelle banche di relazione”, organizzato dalla Federazione Lombarda Bcc, che si è tenuto oggi a Firenze.
“Le condizioni di effettiva sostenibilità dei sistemi di intelligenza artificiale passano indubbiamente da imponenti investimenti per realizzare articolati ed integrati processi educativi e formativi, con sinergie tra istituzioni pubbliche e imprese. Ciò è ancora più indispensabile – ha proseguito Colombani – considerate le caratteristiche dell’occupazione ed i preoccupanti fenomeni di skill mismatch e delle cosiddette ‘grandi dimissioni’. Il mancato incrocio tra domanda ed offerta di lavoro ha riguardato nel 2023 in Italia circa 2,5 milioni di persone, con una stima di mancata crescita del Pil del 2,5%. Sempre nel 2023 si sono registrate ben 2,3 milioni di dimissioni”.
“Ci sono problemi di competenze e di attrattività che devono essere risolti, tanto più in un Paese ove cresce l’occupazione solo degli over 50. In particolare le banche italiane hanno la più bassa percentuale di occupati sotto i 40 anni rispetto ai sistemi bancari europei: solo il 21,75% contro il 39% dell’Unione europea. Per rendere più attrattivo il lavoro, servono sistemi d’intelligenza artificiale opportunamente predisposti a liberare la creatività di lavoratrici e lavoratori e – ha concluso Colombani – più libertà nello svolgimento della prestazione lavorativa, mettendo definitivamente in soffitta modalità di controllo di stampo fordista”.