Post di Ceccato Automobili Spa

L’estate, con la chiusura delle scuole, resta per i genitori lavoratori (ma non solo) un grosso problema: economico, soprattutto, perché i centri estivi costano, ma anche un grosso fattore (ulteriore) di carico mentale, e stress per tutta la famiglia, compresi i bambini, che a cascata subiranno il malessere dei genitori. Servono interventi dello Stato concreti, che aiutino le famiglie a supplire alla chiusura della scuola per 3 mesi (non una, due settimane, come le ferie che normalmente spettano in estate). Servono finanziamenti alle famiglie, e non DOPO che queste hanno pagato i centri estivi, ma prima di farlo! Non è ancora chiaro che il calo demografico deriva anche da aspetti come questo? E chi non ha i nonni, o i soldi per il centro estivo? Dove li mette i figli? Sostenere le famiglie vuol dire offrire loro la possibilità di tenersi il lavoro, o cercarne uno, se lo desiderano. Buona estate, genitori..buona fortuna!!

📅 Oggi, 23 luglio 2024, in occasione della Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani, riconosciamo il valore inestimabile di queste figure, pilastri della società e della nostra economia.   Gli anziani oltre ad essere custodi di tradizioni e saggezza e un riferimento per le famiglie, rappresentano una forza economica potente. Con oltre il 24% della popolazione italiana rappresentata da anziani, il loro contributo al PIL nazionale varia tra il 16,6% e il 19,7%, superando i 300 miliardi di euro. E questa cifra è destinata a crescere, con previsioni che stimano un aumento al 25% entro il 2030 📈   Nel 40% delle famiglie italiane, i nonni aiutano a bilanciare il budget familiare, fornendo supporto economico ed educativo ai nipoti. Molti continuano a lavorare oltre l'età pensionabile, portando esperienza e stabilità alla forza lavoro e diventando mentori preziosi per le giovani generazioni 🤝🏼   La sfida del nostro tempo è invecchiare in salute, e i nostri anziani stanno dimostrando di vivere non solo più a lungo, ma anche meglio, grazie a stili di vita più sani e attivi. L'economia d'argento evolve verso un nuovo concetto: l'economia della longevità, che abbraccia non solo i cambiamenti demografici, ma anche l'allungamento della vita e la partecipazione attiva degli anziani alla società 🌱   #GiornataMondiale #Nonni #Anziani #Famiglia #Economia #SilverEconomyForum

Milano, primo giorno di #ScuolaMaterna. Immagine e difficoltà analoghe in tutta Italia. Scuole che aprono dopo 3 mesi di incastri tra nonni, centri estivi, tate. Ma le acrobazie dei genitori non sono finite: c'è l'#inserimento. 1-2 ore il primo giorno e via a crescere. Noi siamo fortunati in 3gg abbiamo fatto. In altre scuole dura 2 settimane. In pratica un sequestro di persona che arriva a finire il 20 settembre. Poi durante l'anno ponti, chiusure "didattiche", 20gg tra dicembre e capodanno, carnevale, Pasqua... 𝗦𝗼𝗺𝗺𝗶 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗲 𝗹𝗲 𝗰𝗵𝗶𝘂𝘀𝘂𝗿𝗲 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗱𝗶 𝟯 𝘃𝗼𝗹𝘁𝗲 𝗶 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗶 𝗱𝗶 𝗳𝗲𝗿𝗶𝗲 𝗱𝗶 𝘂𝗻 𝗹𝗮𝘃𝗼𝗿𝗮𝘁𝗼𝗿𝗲. Aggiungi i giorni a con i bimbi ammalati a casa d'inverno e il risultato è presto detto: Abbiamo uno dei più bassi tassi di #Occupazionefemminile d'Europa. Quasi il 40% più basso della Germania e dei Paesi Nordici. E uno dei più bassi tassi di natalità. Possiamo far finta di nulla, accettare il declino dell'Italia o rimettere al centro la #natalità e il futuro del Paese. - #Asilinido e scuole dell'infanzia chiuse analogamente ai gg di ferie previsti dai principali contratti nazionali. - Valore dell'#AssegnoUnico dei figli equiparato al reddito di cittadinanza (e qui c'è anche un tema valoriale: chi è a casa a non fare nulla prende fino a 10 volte tanto al mese di chi ha un figlio!!!) - Congedo per malattia dei bimbi retribuito. (prenderei spunto dalla legge 104) - forti investimenti su sport, centri estivi e oratorio 𝗢𝗴𝗻𝗶 𝗲𝘂𝗿𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗹𝗼 𝗦𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗶𝗻𝘃𝗲𝘀𝘁𝗲 𝗶𝗻 𝗡𝗮𝘁𝗮𝗹𝗶𝘁𝗮̀ 𝗵𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝘀𝘂𝗮 𝗻𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮 𝘂𝗻 𝗥𝗢𝗜 𝗽𝗼𝘀𝗶𝘁𝗶𝘃𝗼. Perchè più cittadini = più tasse, innovazione, attrattività. E poi senza figli... chi si occuperà dei genitori #anziani? Già ora mancano i #medici e gli #infermieri in Italia. Ma guardando le statistiche da qui a prossimi decenni avremo milioni di anziani soli, non autosufficienti e senza figli. E probabilmente senza pensione e #ServizioSanitario nazionale gratuito e universale. Il collasso della società. Ma sembra che siamo più interessati come Paese alle amanti di un Ministro e usiamo i trofei sportivi (vedi Sinner, Ferrari e medaglie Olimpiche) come distrazione nazionale dal declino evidente che da anni ormai viviamo come Italia e come mondo occidentale in generale

Condivido le riflessioni di Paolo De Nadai. Parlarne il più possibile è il primo passo per risolvere il problema.

Milano, primo giorno di #ScuolaMaterna. Immagine e difficoltà analoghe in tutta Italia. Scuole che aprono dopo 3 mesi di incastri tra nonni, centri estivi, tate. Ma le acrobazie dei genitori non sono finite: c'è l'#inserimento. 1-2 ore il primo giorno e via a crescere. Noi siamo fortunati in 3gg abbiamo fatto. In altre scuole dura 2 settimane. In pratica un sequestro di persona che arriva a finire il 20 settembre. Poi durante l'anno ponti, chiusure "didattiche", 20gg tra dicembre e capodanno, carnevale, Pasqua... 𝗦𝗼𝗺𝗺𝗶 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗲 𝗹𝗲 𝗰𝗵𝗶𝘂𝘀𝘂𝗿𝗲 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗱𝗶 𝟯 𝘃𝗼𝗹𝘁𝗲 𝗶 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗶 𝗱𝗶 𝗳𝗲𝗿𝗶𝗲 𝗱𝗶 𝘂𝗻 𝗹𝗮𝘃𝗼𝗿𝗮𝘁𝗼𝗿𝗲. Aggiungi i giorni a con i bimbi ammalati a casa d'inverno e il risultato è presto detto: Abbiamo uno dei più bassi tassi di #Occupazionefemminile d'Europa. Quasi il 40% più basso della Germania e dei Paesi Nordici. E uno dei più bassi tassi di natalità. Possiamo far finta di nulla, accettare il declino dell'Italia o rimettere al centro la #natalità e il futuro del Paese. - #Asilinido e scuole dell'infanzia chiuse analogamente ai gg di ferie previsti dai principali contratti nazionali. - Valore dell'#AssegnoUnico dei figli equiparato al reddito di cittadinanza (e qui c'è anche un tema valoriale: chi è a casa a non fare nulla prende fino a 10 volte tanto al mese di chi ha un figlio!!!) - Congedo per malattia dei bimbi retribuito. (prenderei spunto dalla legge 104) - forti investimenti su sport, centri estivi e oratorio 𝗢𝗴𝗻𝗶 𝗲𝘂𝗿𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗹𝗼 𝗦𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗶𝗻𝘃𝗲𝘀𝘁𝗲 𝗶𝗻 𝗡𝗮𝘁𝗮𝗹𝗶𝘁𝗮̀ 𝗵𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝘀𝘂𝗮 𝗻𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮 𝘂𝗻 𝗥𝗢𝗜 𝗽𝗼𝘀𝗶𝘁𝗶𝘃𝗼. Perchè più cittadini = più tasse, innovazione, attrattività. E poi senza figli... chi si occuperà dei genitori #anziani? Già ora mancano i #medici e gli #infermieri in Italia. Ma guardando le statistiche da qui a prossimi decenni avremo milioni di anziani soli, non autosufficienti e senza figli. E probabilmente senza pensione e #ServizioSanitario nazionale gratuito e universale. Il collasso della società. Ma sembra che siamo più interessati come Paese alle amanti di un Ministro e usiamo i trofei sportivi (vedi Sinner, Ferrari e medaglie Olimpiche) come distrazione nazionale dal declino evidente che da anni ormai viviamo come Italia e come mondo occidentale in generale ( Paolo De Nadal )

Nel 2023 in Italia sono nati circa 12.000 bimbi in meno rispetto al 2022. Questo ennesimo decremento del 3%, figlio di un trend ormai strutturato che viene da lontano, rappresenta per il nostro Paese un dato drammatico sul piano sociale. Una nazione "vecchia" in termini di popolazione è una nazione per antonomasia senza futuro. L'inverno demografico ha radici tristemente eterogenee, da un lato affonda nella difficoltà dei giovani (ed anche meno giovani) nel trovare una stabilità occupazionale ed economica, certamente indispensabile per pianificare la costruzione della famiglia. L'altra faccia della medaglia, altrettanto pesante, è la precarietà emotiva e sentimentale delle nuove generazioni, inclusa la mia in buona parte, che vivono relazioni sempre più volatili, surclassate dall'individualismo post-contemporaneo dove "l'io", il "tutto e subito" e la conseguente disabitudine al sacrificio la fanno da padroni. Ed allora, in questo contesto, l'italia andrà inesorabilmente incontro ad uno smarrimento culturale, ad un progressivo deterioramento del tessuto sociale e della sostenibilità produttivo economico indigena.

L'inversione di tendenza delle nascite non si ottiene con misure occasionali che entrano ed escono dal cilindro ad ogni manovra. Serve una visione di paese nella quale inserire la scelta di avere un figlio sostenuta da politiche solide e opportunità per le nuove generazioni. «L’incertezza frena le nuove generazioni: lavori precari, salari bassi, alti costi per la casa non spingono a diventare genitori, e infatti abbiamo l’età media più alta per il primo figlio». E dopo il primo «è ancora più difficile: all’incertezza si aggiungono i problemi di conciliare vita e lavoro». Serve dare fiducia con misure stabili: «Anno dopo anno si ragiona su singoli interventi senza un orizzonte generazionale, ma un sistema coerente di politiche con misure da monitorare per vedere se funzionano darebbe fiducia alle persone e possibilità di scegliere». Al link l'intervista uscita ieri sul Corriere della Sera. #natalità #crisidemografica #politichefamiliari #degiovanimento

𝗜𝘁𝗮𝗹𝗶𝗮𝗻𝗶: 𝗽𝗿𝗼𝘀𝗽𝗲𝘁𝘁𝗶𝘃𝗲 𝗱𝗶 𝘃𝗶𝘁𝗮 𝗺𝗶𝗴𝗹𝗶𝗼𝗿𝗶, 𝗺𝗮 𝗽𝗼𝗰𝗵𝗲 𝗻𝗮𝘀𝗰𝗶𝘁𝗲 Gli #Italiani sono uno dei popoli più 𝗹𝗼𝗻𝗴𝗲𝘃𝗶 al mondo, ma anche una Nazione con 𝘁𝗮𝘀𝘀𝗶 𝗱𝗶 𝗻𝗮𝘁𝗮𝗹𝗶𝘁𝗮̀ 𝗯𝗮𝘀𝘀𝗶 ed in continuo calo. Il #2023 con 𝟭,𝟮 𝗳𝗶𝗴𝗹𝗶 𝗶𝗻 𝗺𝗲𝗱𝗶𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗱𝗼𝗻𝗻𝗮, ha segnato da un lato un ulteriore calo dei nuovi nati. Dall’altro, con una speranza di vita alla nascita di 𝟴𝟯,𝟭 𝗮𝗻𝗻𝗶, ha incrementato di altri 6 mesi la longevità. I #neonati di oggi vivranno a lungo e in gran parte in buona salute. 𝘉𝘶𝘰𝘯𝘦 𝘯𝘰𝘵𝘪𝘻𝘪𝘦? Si, ma solo in parte. Se letti 𝗰𝗼𝗻𝗴𝗶𝘂𝗻𝘁𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 questi dati costringono a qualche riflessione. Si pone, infatti, il problema di come sarà 𝘀𝗼𝘀𝘁𝗲𝗻𝘂𝘁𝗮 𝗲𝗰𝗼𝗻𝗼𝗺𝗶𝗰𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 questa lunga vita, a fronte di un 𝘀𝗶𝘀𝘁𝗲𝗺𝗮 𝗽𝗲𝗻𝘀𝗶𝗼𝗻𝗶𝘀𝘁𝗶𝗰𝗼 𝗽𝘂𝗯𝗯𝗹𝗶𝗰𝗼 che, con pochi giovani e tanti vecchi, vede di anno in anno il contrarsi della capacità di copertura. In occasione dell’𝗜𝘁𝗮𝗹𝘆 𝗜𝗻𝘀𝘂𝗿𝗮𝗻𝗰𝗲 𝗙𝗼𝗿𝘂𝗺 promosso da IKN Italy, BVA Doxa ha posto agli 𝗶𝘁𝗮𝗹𝗶𝗮𝗻𝗶 𝘂𝗻𝗱𝗲𝗿 𝟱𝟲 qualche domanda in merito. Alla prima «𝘵𝘪 𝘤𝘢𝘱𝘪𝘵𝘢 𝘮𝘢𝘪 𝘥𝘪 𝘱𝘦𝘯𝘴𝘢𝘳𝘦 𝘢 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘨𝘢𝘳𝘢𝘯𝘵𝘪𝘳𝘵𝘪 𝘭’𝘢𝘶𝘵𝘰𝘴𝘶𝘧𝘧𝘪𝘤𝘪𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘲𝘶𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘴𝘢𝘳𝘢𝘪  𝘢𝘯𝘻𝘪𝘢𝘯𝘰/𝘢», il 𝟰𝟵%, ha risposto di pensarci spesso o molto spesso. A pensarci intensamente sono i 𝟯𝟱-𝟰𝟰 𝗲𝗻𝗻𝗶 (𝟱𝟯%), mentre a rimandare maggiormente il pensiero sono i 𝗴𝗶𝗼𝘃𝗮𝗻𝗶𝘀𝘀𝗶𝗺𝗶. Fra questi il 𝟱𝟱% quasi non si pone il problema. Sollecitati su «𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘪𝘱𝘰𝘵𝘪𝘻𝘻𝘢𝘵𝘦 𝘥𝘪 𝘢𝘧𝘧𝘳𝘰𝘯𝘵𝘢𝘳𝘦 𝘦𝘷𝘦𝘯𝘵𝘶𝘢𝘭𝘪 𝘳𝘪𝘥𝘶𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘥𝘪 𝘢𝘶𝘵𝘰𝘴𝘶𝘧𝘧𝘪𝘤𝘪𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘰 𝘤𝘢𝘱𝘢𝘤𝘪𝘵𝘢̀ 𝘦𝘤𝘰𝘯𝘰𝘮𝘪𝘤𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘱𝘰𝘵𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦𝘳𝘰 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘦𝘯𝘵𝘢𝘳𝘴𝘪 𝘪𝘯 𝘦𝘵𝘢̀ 𝘢𝘷𝘢𝘯𝘻𝘢𝘵𝘢», purtroppo non emerge nessuna novità rispetto a quanto rilevato dalle ricerche negli anni: la maggior parte degli intervistati ( 𝟰𝟰%) pensa di 𝗮𝗳𝗳𝗶𝗱𝗮𝗿𝘀𝗶 𝗮𝗶 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶 𝗿𝗶𝘀𝗽𝗮𝗿𝗺𝗶, che in alcuni casi saranno rafforzati dall’adesione a forme di 𝗽𝗿𝗲𝘃𝗶𝗱𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗹𝗲𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝗿𝗲:  il 𝟮𝟱% afferma di aver aderito ad un fondo pensionistico e il 𝟮𝟬% di aver sottoscritto una copertura assicurativa privata. Poi emergono voci che 𝗿𝗶𝗺𝗮𝗻𝗱𝗮𝗻𝗼 𝗶𝗹 𝗽𝗿𝗼𝗯𝗹𝗲𝗺𝗮, 𝘧𝘢𝘳𝘰̀ … 𝘴𝘰𝘵𝘵𝘰𝘴𝘤𝘳𝘪𝘷𝘦𝘳𝘰̀ … o che pensano di potersi appoggiare al 𝘀𝘂𝗽𝗽𝗼𝗿𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗳𝗮𝗺𝗶𝗴𝗹𝗶𝗮𝗿𝗶 o 𝗮𝗳𝗳𝗶𝗱𝗮𝗿𝘀𝗶 𝗮𝗹𝗹𝗼 𝘀𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗲𝗱 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝘀𝗼𝗹𝗶𝗱𝗮𝗿𝗶𝗲𝘁𝗮̀. Ma questo "è un altro film"….

Inverno demografico. Fenomeno comune in tutta Europa (e non solo) ma da noi partito con qualche decennio di anticipo. L’impatto socio economico ha un potenziale devastante già che tra 2 decenni avremo più pensionati che lavoratori. Ma nel dibattito stiamo ancora a discussioni sulle cause. C’è un filone che punta il dito sull’edonismo delle nuove generazioni che non hanno voglia di fare figli e preferiscono godersi la vita: lo trovo poco utile. Meglio supportare chi vuole averne. E dall’articolo qui sotto si capisce che c’è tanto da fare: i figli sono la prima causa di impoverimento delle famiglie. Lo chiamerei diritto ad avere e crescere dignitosamente dei figli. Diritto che in Italia è ai minimi termini da decenni. E non sono i bonus mamma o bebé a legislature alterne a cambiare le cose. E il tema economico è così rilevante che anche il tasso di natalità delle famiglie immigrate in Italia si adegua a quello autoctono in pochi anni. Un Paese senza giovani è un Paese con un futuro… alle spalle. #Demografia #Natalità

Mantenere dei #figli diventa sempre più caro. Un terzo della #spesa mensile delle #famiglie è destinata ai figli e la situazione diventa ancora più opprimente per quei nuclei che risiedono nelle #Isole e gli #under30. Un dato che si traduce in numerose rinunce: dalla scelta di tagliare gli "sfizi" alle spese per le cure. Lo scrivo nel mio articolo sul Quotidiano di Sicilia oggi in edicola. #economia #consumo #sicilia #quotidianodisicilia