Su #rivistaundici ho scritto di ciò che resta di #osimhen dopo questa sessione di #calciomercato.
Post di Claudio Pellecchia
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Si #rivistaundici ho provato a analizzare brevemente il momento della #juventus alle prese con le prime difficoltà della sua rivoluzione.
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Su #rivistaundici parliamo di #thiagomotta e di cosa significa il suo prossimo approdo sulla panchina della #juventus.
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Su #rivistaundici ho scritto in breve dell'uomo che la #juventus ha scelto per fare la rivoluzione.
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𝐋𝐞𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐍𝐎𝐍 𝐄𝐒𝐒𝐄𝐑𝐄 𝐋𝐄𝐀𝐃𝐄𝐑 - 𝐚 𝐬𝐜𝐮𝐨𝐥𝐚 𝐝𝐚𝐥 𝐩𝐞𝐬𝐬𝐢𝐦𝐨 𝐒𝐩𝐚𝐥𝐥𝐞𝐭𝐭𝐢 A 24 ore dalla disfatta italiana nell'#europeo2024 non si può restare indifferenti alla sequenza di dichiarazioni e comportamenti da NON LEADER di #Spalletti. Vado ad analizzarle di seguito, mettendole in ordine. 1. 𝐌𝐚𝐧𝐜𝐚𝐭𝐚 𝐚𝐬𝐬𝐮𝐧𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐫𝐞𝐬𝐩𝐨𝐧𝐬𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚̀: "mi assumo parte delle colpe ma"....più volte lo stile comunicativo è stato questo... se ti assumi parte delle colpe e subito dopo aggiungi un MA che rappresenta l'anticamera delle giustificazioni, non ti stai assumendo le responsabilità, ma semplicemente, quanto dici è in totale incoerenza con il tuo comportamento. 2. 𝐂𝐨𝐥𝐥𝐞𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐠𝐢𝐮𝐬𝐭𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐞 𝐭𝐨𝐭𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐞𝐫𝐞𝐬𝐩𝐨𝐧𝐬𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞: - "ho avuto a disposizione sole 10 gare, a differenza degli ex C.T. che ne hanno avute 20, o 30". E quindi? cosa avresti potuto fare per sopperire a questa mancanza? - "l'Inter ha vinto troppo presto lo scudetto, ma mi sono accertato che Inzaghi avesse curato gli allenamenti: gli allenamenti li ha curati ma mentalmente forse..."; questa giustificazione, insieme alle altre, analizzate con una lente di ingrandimento ha del ridicolo, perché i giocatori delle squadre italiane (Inter compresa) hanno anche altri giocatori che stanno disputando l'Europeo e la #CoppaAmerica e i risultati sono diversi - "ci mancava ritmo e intensità"; i giocatori della #nazionaleitaliana giocano nei medesimi campionati nei quali giocano i calciatori delle altre nazionali - "il goal ad inizio ripresa ci ha spezzato le gambe": la storia calcistica è piena di rimonte in pochi minuti e non nei 45. Ma l'aspetto ancora più imbarazzante, è nel punto 3 3. 𝐅𝐚𝐫 𝐚𝐫𝐫𝐢𝐯𝐚𝐫𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐭𝐮𝐚 𝐬𝐪𝐮𝐚𝐝𝐫𝐚 𝐢𝐥 𝐦𝐞𝐬𝐬𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐥𝐚 𝐫𝐞𝐩𝐮𝐭𝐢 𝐚𝐥𝐥'𝐚𝐥𝐭𝐞𝐳𝐳𝐚 Più volte, il suo atteggiamento e comportamento (tra detto e non detto) ha consegnato un messaggio: "i miei non sono all'altezza". E questo è quanto è emerso nel comportamento di giocatori spesso spaesati e totalmente privi di fiducia. 8 anni fa #Conte ha portato agli ottavi una nazionale sicuramente non memorabile per campioni (Pellé, Zaza, Eder) ma creando una tensione agonistica ad altissimi livelli. Ecco, in poche ore, la totale rappresentazione dell'#antileadership sotto ogni punto di vista oltre che una totale assenza di intelligenza tattica e linguistica. Che i suoi errori siano un faro per tutti coloro che ogni giorno coordinano, guidano e gestiscono risorse umane. #leadership #comunicazione #europei #nazionaledicalcio
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Su #rivistaundici ho scritto del principale enigma della #juventus di #thiagomotta in questo inizio di stagione.
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Questo non è un articolo sul Tennis e non è un articolo su Jasmine Paolini, oggi in semifinale a Wimbledon (solo scriverlo fa venire i brividi). È un articolo sui guasti del politicamente corretto e di un’idea di mondo ancorata rigidamente al rispetto del genere “a ogni costo”, ignorando la sostanza. Ieri ho scelto di scrivere del rapporto nella vita con la sconfitta, approfittando della caduta di Jannik Sinner contro Medvedev. Una partita romanzesca, che mi ha permesso di ragionare su quanto sia fondamentale saper imparare dai passaggi delicati, dalle sconfitte e anche dai fallimenti. In assoluta libertà e onestà intellettuale. Da questo punto di vista, per quanto possa apparire paradossale, la vittoria magnifica di Jasmine Paolini costituiva un capitolo del tutto diverso e non sovrapponibile alla riflessione sulla sconfitta del N.1 al mondo. Apriti cielo: avrei ignorato l’azzurra, a vantaggio del solito maschio dominante. Un vero vero e proprio tic mentale, che dovrebbe portare tutti noi giornalisti a seguire un’agenda preordinata, senza possibilità di scegliere temi e argomenti in coscienza. Cosa c’è in tutto questo di favorevole allo sviluppo della condizione femminile nel nostro Paese? Avessi parlato esclusivamente dell’impresa di Jasmine - scegliendo le parole non in base al mio istinto, ma a un’agenda dettata da altri - avrei reso un servizio alla parità di genere? Non c’è nulla di più meritocratico, onesto e limpido dello sport: Jannik Sinner, in questo momento, è l’italiano più famoso al mondo per distacco. Qualsiasi cosa faccia, qualsiasi vittoria e per certi aspetti ancor di più ogni sconfitta assurge al rango di grande notizia. Discussa a casa, nei ristoranti, nei bar, negli uffici, in metropolitana, in mezzo alla strada e a tutte le età. È un fatto incontrovertibile e assolutamente magnifico. Perché dovremmo negare tutto ciò, in nome di un malinteso politicamente corretto? Quando scrivemmo di Jasmine Paolini, della sua vittoria in doppio con Sara Errani agli Internazionali di Roma furono ben pochi a occuparsene. Abbiamo dedicato una lunga intervista al suo allenatore Renzo Furlan, dopo la finale del Roland Garros archiviata con superficialità tecnica e sostanziale dalla stragrande maggioranza dei media per la netta superiorità mostrata quel giorno dalla polacca Swiatek. Finiamola di rispondere ai luoghi comuni con altri luoghi comuni: nessun maschio potrebbe neppure avvicinarsi al peso mediatico e al carisma di una Sofia Goggia. Nessun maschio con gli sci ai piedi, intendiamo. Così come nessun maschio poteva avvicinarsi al peso mediatico di Federica Pellegrini in vasca. Neppure il campione del mondo Filippo Magnini. Lasciamo vivere Jasmine Paolini con quella naturalezza e leggerezza che le è propria. I grandi traguardi si tagliano per merito, non per quote e non vediamo letteralmente l’ora di raccontarlo. Ma una cosa è certa: non ci vergogneremo mai di ogni singola storia ed emozione scelta per voi. di Fulvio Giuliani
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La #Juventus si affida a Massimiliano Canzi per rilanciare le Womens Leggi l'articolo completo sul Corriere del Pallone
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#Equilibrio e #serenità sono i due paletti da cui #AlessandroDallaSalda vuole ripartire, per diagnosticare i #problemi del #NapoliBasket e proporre le giuste #soluzioni.
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Ho ragionato con Antonio Gagliardi su differenze, contaminazioni, vicoli ciechi e possibili sviluppi tra i due estremi degli stili offensivi più discussi degli ultimi anni. Se il gioco di posizione dà delle risposte e il gioco di relazione ne dà altre, ora vorremmo arrivare a un punto in cui mettiamo insieme i pregi delle due cose. La priorità è intanto identificare le differenze fondamentali tra i due approcci. Paradossalmente, comprendere l'approccio relazionale mi ha fatto capire anche molto meglio quello di posizione. Ci sono delle differenze fondamentali, per cui per metterle insieme bisogna ballare tra due estremi. Il massimo sarebbe costruire una squadra che abbia una consapevolezza contemporanea in tutti i propri effettivi sul quando privilegiare la posizione e quando l’azione spontanea. Cioè i due punti di partenza distinti, le due priorità che davvero differenziano gli approcci.
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Quando si parla con Julio #Velasco si ascolta e si prendono appunti. Cercando di raccontare i suoi spunti preziosi, per lo sport e non solo. Oggi su Il Giornale
"Sì, le mie azzurre sono forti. Non ci si deve nascondere". Intervista a Julio Velasco
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