Quando si parla con Julio #Velasco si ascolta e si prendono appunti. Cercando di raccontare i suoi spunti preziosi, per lo sport e non solo. Oggi su Il Giornale
Post di Filippo Ferraioli
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𝐂𝐚𝐫𝐢𝐧𝐢 - 𝐊𝐡𝐞𝐥𝐢𝐟: 𝐮𝐧 𝐦𝐚𝐭𝐜𝐡 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐩𝐚𝐫𝐢? Angela Carini ha resistito solo 46 secondi contro l'avversaria algerina. ➡ Perchè l'avversaria è molto superiore a lei? Probabile. ➡ Perchè la stampa ha passato giorni e giorni a caricare di notizie, vere o meno, il confronto tra le due? Possibile. ➡ Perchè non c'è unione di intenti tra il comitato di boxe che gestisce i #Mondiali e quello che gestisce le #Olimpiadi? Anche. #ImaneKhelif non è un'atleta transgender, è #iperandrogina. L’iperandrogenismo in una donna indica una eccessiva produzione di ormoni maschili (androgeni), in particolare di #testosterone, da parte delle ghiandole endocrine, surreni e ovaie. Lo stesso caso dell'atleta #CasterSemenya, mezzofondista sudafricana vincitrice di 2 ori olimpici. Nel caso dell'algerina però, questo iperandrogenismo non ha portato alcun vantaggio in passato, dato che alle Olimpiadi di Tokyo fu eliminata al secondo turno da un'irlandese, ai mondiali dell'anno successivo perse in finale da un'altra irlandese. E' fondamentale inquadrare al meglio il caso, perchè se da un lato la #sostenibilità implica, nel pillar #social, il trittico #DEI ovvero #diversità #equità e #inclusione, dall'altro lato non bisogna trascendere nel #fanatismo sostenibile, che come ogni estremo è assolutamente deleterio. La Federazione di atletica, per gestire il caso #Semenya, dal 2011 in poi decise di fissare dei parametri che normassero la presenza di atlete iperandrogine, imponendo loro di abbassare il livello di #testosterone sotto una certa soglia tramite #cureormonali. Non sappiamo se lo stesso sia avvenuto per la federazione di #Boxe, che comunque non è unica e dovrebbe uniformare la decisione a tutti i livelli. 𝑃𝑒𝑟𝑜̀ 𝑖 𝑡𝑜𝑛𝑖 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑖 𝑙𝑒𝑔𝑔𝑜𝑛𝑜 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑙𝑒𝑐𝑖𝑡𝑖, 𝑒 𝑝𝑟𝑜𝑏𝑎𝑏𝑖𝑙𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑐𝑎𝑜𝑠 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑎𝑡𝑖𝑐𝑜 𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑝𝑢𝑜̀ 𝑎𝑣𝑒𝑟 𝑖𝑛𝑓𝑙𝑢𝑒𝑛𝑧𝑎𝑡𝑜 𝑙𝑜 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑑'𝑎𝑛𝑖𝑚𝑎 𝑑𝑖 𝐴𝑛𝑔𝑒𝑙𝑎 𝐶𝑎𝑟𝑖𝑛𝑖, 𝑛𝑜𝑛 𝑓𝑎𝑐𝑒𝑛𝑑𝑜𝑙𝑎 𝑒𝑛𝑡𝑟𝑎𝑟𝑒 𝑠𝑢𝑙 𝑟𝑖𝑛𝑔 𝑐𝑜𝑛 𝑖𝑙 𝑝𝑖𝑔𝑙𝑖𝑜 𝑔𝑖𝑢𝑠𝑡𝑜. Sarei curioso di leggere tutti i pareri sul caso... ecosostenibile.eu® benefit company #eCO2 #sostenibile #esg #carinikhelif
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𝐃𝐚 𝐃𝐨𝐦𝐞𝐧𝐢𝐜𝐚𝐥𝐢 𝐚 𝐆𝐚𝐮𝐝𝐞𝐧𝐳𝐢: 𝐠𝐥𝐢 𝐢𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚𝐧𝐢 𝐚𝐢 𝐯𝐞𝐫𝐭𝐢𝐜𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐬𝐩𝐨𝐫𝐭 𝐦𝐨𝐧𝐝𝐢𝐚𝐥𝐞 Esistono diversi modi per 𝗲𝗻𝘁𝗿𝗮𝗿𝗲 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘀𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗼 𝘀𝗽𝗼𝗿𝘁. Il primo, quello a cui ambiscono tutti gli atleti, è quello di scolpire il proprio nome a suon di risultati, trofei e medaglie e prestazioni di alto livello. Esiste poi anche un secondo modo per incidere profondamente nella storia dello sport. Senza passare dalle luci della ribalta che offrono i grandi teatri sportivi e senza essere necessariamente conosciuti dal grande pubblico, si può 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝗱𝗲𝘁𝗲𝗿𝗺𝗶𝗻𝗮𝗻𝘁𝗶 𝗻𝗲𝗹𝗹’𝗲𝘃𝗼𝗹𝘂𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗼 𝘀𝗽𝗼𝗿𝘁, 𝗴𝘂𝗶𝗱𝗮𝗻𝗱𝗼𝗻𝗲 𝗹𝗲 𝗶𝘀𝘁𝗶𝘁𝘂𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶. Su 𝑆𝑝𝑜𝑟𝑡 𝑒 𝐹𝑖𝑛𝑎𝑛𝑧𝑎, il nostro vice-direttore Stefano Gianuario racconta le storie degli #italiani ai #vertici dello #sport mondiale ⬇ Stefano Domenicali Andrea Gaudenzi Luigi Carraro Gianni Infantino Giorgio Marchetti Michele Uva Roberto Rosetti Evelina Christillin
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La pugile Angela Carini si ritira, e i politici come al solito ne approfittano per strumentalizzare la vicenda. Il punto che ancora oggi ci sfugge è che dobbiamo rispettare la verità soggettiva degli atleti. Sia che si tratti di una nuotatrice che arriva quarta al traguardo, e dice che è “il giorno più felice della mia vita”, sia che si tratti di una pugile che si ritira perché un pugno “mi ha fatto troppo male”. I politici, in tutto questo, dovrebbero essere da esempio, al contrario di quanto ha fatto per esempio Laura Boldrini questa mattina su La7, come racconto all’interno di questo mio video commento di 60 secondi. Ora: a me colpisce molto che una rappresentante delle istituzioni si avventuri in ricostruzioni su cosa un'atleta avrebbe dovuto o non dovuto fare alle Olimpiadi. E questo vale per Laura Boldrini, e vale anche per Giorgia Meloni, così come vale per qualsiasi politico o politica che strumentalizzi una situazione di questo genere per cercare di trascinare le persone verso le proprie posizioni. Quello che dovremmo imparare tutti quanti (forse soprattutto i politici), è che le persone hanno diritto di autodeterminarsi. E se un’atleta si ritira, è importante prenderne atto e rispettarne la decisione. Che ci piaccia o non ci piaccia. E voi, condividete che bisognerebbe rispettare di più le scelte degli atleti, a prescindere dalle polemiche? #olimpiadi #angelacarini #imanekhelif #sport #comunicazione #politica
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Della polemica sull’incontro tra Khelif e Carini mi ha colpito che girava intorno a preconcetti molto problematici sapientemente sfruttati da politici di destra. Questi preconcetti esulano dal caso specifico e non sono completamente circoscrivibili alla competizione in questione. Per questo è importante smascherarli e discuterli. Ne parlo in questo pezzo per Appunti - di Stefano Feltri da cui è tratta la citazione nel post che condivido.
Di Fausto Coppi, il Campionissimo, si diceva che avesse capacità polmonari fuori dalla norma, che con un solo respiro inalasse molto più ossigeno di un ciclista normale e anche dei suoi più forti rivali. Sarebbe stata questa anomalia ad avergli consentito di vincere più di tutti, imponendo ritardi abissali ai suoi avversari. Parlo di Coppi e non di campioni più recenti, perché la sua figura, per la distanza, è avvolta nel mito e proprio per questo mi permette di sottolineare il mio punto. Nella bagarre su Imane Khelif la biologia non c’entra niente. Il problema è nei nostri preconcetti e negli obiettivi politici di chi fomenta queste polemiche. Coppi certamente non è un caso unico. Per fare altri due esempi, nei primi quindici anni del 2000, il nuoto maschile è stato dominato da Ian Thorpe e Michael Phelps, due atleti che dominavano le proprie specialità e avevano caratteristiche fisiche considerate fuori dal comune. Di Phelps si dice abbia una capacità polmonare di circa 12 litri, mentre la media maschile è di 6 litri. Anche Ulisse, il programma di Alberto Angela, dedicò un servizio alla nuotata fuori dal comune di Phelps. Perché, quindi, un’atleta che è sempre stata considerata una donna, che rispetta i criteri del Comitato olimpico e che sono ben noti prima dell’inizio delle Olimpiadi, ma che sembra essere nella sua specialità più forte della gran parte delle sue avversarie non è osannata? Questa asimmetria tra reazioni a prestazioni fuori dal comune maschili e femminili ha caratteri paradossali. Il pezzo completo di Filippo Riscica è soltanto su Appunti (link in bio): https://lnkd.in/dafivyMs
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Per essere vincenti nello sport bisogna essere "cattivi"? Quando a scrivere sono professionisti del settore, come i giornalisti, una riflessione è d'obbligo. Determinazione, tenacia, competitività non sono vocaboli adatti a indicare le qualità che un/a persona che dedica la propria vita allo sport dovrebbe avere? Per quanto si voglia argomentare sulle sfumature della parola la cattiveria rimanda a un preciso comportamento. Da quando la cattiveria - insieme alla furbizia - è diventata criterio di valutazione delle persone vincenti nella nostra società?
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🏐 In tanti altri sport, come la pallavolo ed il tennis, c'è una storia diversa per quanto riguarda il settore femminile. Finalmente adesso sta iniziando a crescere anche il movimento calcistico. 📢 È chiaro che rispetto al calcio maschile è diverso l'approccio, ma anche la comunicazione e la gestione. Bisogna mettersi in discussione per riuscire a gestire nel modo giusto un gruppo calcistico femminile. 🗨️ Ecco un estratto dalla presentazione del mio libro "Il direttore sportivo - Passione, comunicazione e competenza." ➡️ Siete d'accordo con le mie parole? Cosa ne pensate dello sviluppo del movimento calcistico femminile in Italia?
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Il giornalista di AGI Alessandro Frau ha recentemente intervistato il Grande Maestro Lorenzo Lodici, giovane e brillante giocatore italiano del quale abbiamo molto sentito parlare durante l'Olimpiade 2024: Lodici si è infatti distinto per alcune vittorie importanti, tra cui quella contro il GM Anish Giri, ex numero 5 al mondo, e il GM Peter Leko, ex sfidante al titolo mondiale. Ho riassunto i punti salienti dell'intervista in questo articolo ⬇
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[Non è un post che tratta di calcio, perché forse è molto di più] Sono nata e cresciuta con l’idea che il calcio fosse roba da maschi, mentre la danza roba da femmine. Non sono appassionata né dell’uno, né dell’atro sport; tuttavia, credo che bollarli di azzurro o rosa sia roba da preistoria. Perché a far così si continuano a precludere strade e opportunità e quindi, hai voglia a parlare di #orientamento, se la scelta non è, per così dire, libera. Ho incontrato nel settimanale internazionale questa notizia, che necessita di un tuffo nel passato. Il mondiale dimenticato. Era il 1971, siamo in Messico, vent’anni prima che cominciassero i campionati mondiali femminili. Le squadre di calcio femminile di Messico, Inghilterra, Argentina, Francia, Italia e Danimarca disputarono un torneo di calcio, che risulta essere uno dei segreti meglio custoditi della storia dello sport. Dall’articolo: “In quel periodo il calcio femminile organizzato era vietato o aveva da poco superato i divieti delle istituzioni sportive. Per esempio, nel 1921 la Football association britannica impediva il calcio femminile nei suoi campi. Il bando è stato cancellato solo alla fine del 1971, mentre in Brasile un divieto simile è sopravvissuto fino al 1979. In realtà la Televisa (gruppo radiotelevisivo privato messicano) non aveva intenzione di promuovere la parità di genere: fu tutta una questione di soldi” E ancora: “ognuna di loro racconta che da bambina credeva di essere l’unica al mondo a voler giocare a calcio. Poi, in Messico, scoprirono di non essere sole” Oggi c’è un documentario “Copa 71” di Rachel Ramsay e James Erskine, prodotto da Serena e Venus Williams insieme ad Alex Morgan, che racconta tutta la storia. Ho cercato molto in rete per trovare informazioni e, in effetti, ci sono notizie sparse qua e là. Ma al di là della storia in sé, vera, romanzata, documentata, esclusa, inabissata, cancellata... qual è il punto sul quale rifletto? Osservo quanta importanza le credenze, le idee rigide, e gli stereotipi di genere, il modello del “si è sempre fatto così” abbiano (e continuino tutt’ora) a limitare il POTENZIALE UMANO, e mi dico che, se la narrazione che usiamo con le Persone non travalica questi concetti, resteremo fermi nelle sabbie mobili, mentre il Mondo va in chissà quale direzione. Perché la Storia sta cambiando e di esempi ne abbiamo, allora, anche se nessuno sembra accorgersene, non per questo non è una Rivoluzione. Fonti➡️ https://lnkd.in/dzcaHc7F | https://lnkd.in/dR7khMcK | https://lnkd.in/dzRifwQV _______ #liberədiessere è l'hashtag che usiamo ogni mercoledì su LinkedIn per diffondere informazione su stereotipi di genere, inclusione, discriminazioni. Le mie compagne e i miei compagni di viaggio nel primo commento ⬇️
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Testa fredda e Cuore caldo
Happy Husband & Proud Father, Emeritus VPSales&Trade Marketing, Shareholder, Progetto "Giovani senza Capo", Stanford Seed Consultant, Speaker WomenX Impact, YWN Mentor, Ca’ Foscari Mentor
“Giovani senza Capo” Fefè De Giorgi è stato decisivo tra tattica e scossa mentale. Come nell'ultimo timeout chiamato al tiebreak sul 15-14 per il Giappone, con un match point da annullare. L'allenatore ha radunato la squadra vicino a sé e poi, con poche parole ma ben misurate, ha pronunciato questa frase: "Ragazzi, concentrati, non molliamo e andiamo a prenderci le cose che ci spettano". Detto, fatto. L'Italia è tornata in campo e ha vinto il tiebreak, prendendosi la semifinale. Fonte testo: https://lnkd.in/dx2PYUhr ___ ✅ Testa fredda e cuore caldo. ✅ L’essenza della leadership è prendersi cura degli altri. ✅ Senza urlare. Senza strapparsi giacca o camicia. ✅ Senza occhi spiritati. ✅ Quanti dei vostri capi sono capaci di tenere testa fredda e cuore caldo quando scoppia un temporale? ✅ Ieri per una persona di sessant’anni è stata una prova di resistenza psicofisica anche solo assistere alla partita (Giacomo Sintini 🍀🏐) ___ #giovani #odiolafuffa #nobarlafus #piediperterra
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Ieri ho gioito per Jannik Sinner nuovo numero uno del mondo nel tennis. Oggi però è accaduto qualcosa che mi ha colpito ancora di più: l'Italia ha semifinalisti al Roland Garros nel singolare maschile e femminile, doppio maschile e femminile. Ci manca solo il doppio misto: mannaggia, dovevamo pensarci prima! A parte gli scherzi, è un risultato pazzesco e le motivazioni non sono assolutamente ovvie. I cinque tennisti italiani hanno ben poco in comune come età, provenienza geografica, scuola tennistica, vita privata. Eppure, nello stesso momento arrivano tutti in semifinale. Io lo chiamo "effetto contagio". Sono convinto che l'eccellenza sia contagiosa, come del resto la mediocrità, ma cerco di pensare in positivo questa sera. Un amico, un collega, una persona con qualche affinità con noi che riesce a raggiungere una qualche eccellenza professionale o anche nella vita privata può ispirare comportamenti positivi e portarci alla crescita personale. Ovviamente se non si hanno complessi di inferiorità, se si sta bene con se stessi. Questo fenomeno può non essere un esplicito "vorrei provare a essere come lui" ma gli esempi fanno molto bene in contesti sociali sani. Magari i successi di Sinner hanno fatto salire l'adrenalina e la voglia di vincere anche negli altri tennisti. Oppure hanno permesso di convincersi che senza la serietà, costanza e coerenza nel lavoro non è possibile raggiungere grandi risultati. Perciò, oltre a gioire per le quattro semifinali, proviamo a prendere spunto da questi cinque campioni per fare "qualcosa di meglio" nella nostra vita professionale o privata, anche piccole cose. Non vinceremo alcun premio ma potremmo riuscire a fare stare meglio noi stessi e le persone intorno a noi. Poi magari qualcuno ci vedrà e gli verrà voglia di fare lo stesso. Proviamo a fare partire questo contagio senza aspettare che qualcun altro lo faccia al posto nostro. #pensieropositivo #esempio #crescitapersonale #eccellenza
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