🐑 In soli tre mesi, i focolai di Febbre Catarrale degli Ovini (#BlueTongue) in Italia sono passati da 45 a 4.290, con la Sardegna in testa con 3.263 casi. La diffusione Di Questa malattia virale sta causando gravi danni al settore ovicaprino, tra perdite economiche e difficoltà nella movimentazione degli animali. 🔬 Serve fare campagne vaccinali mirate e tempestive per il 2025, da programmare già ora, con un sistema di approvvigionamento più efficace e coordinato. E’ tempo di agire per proteggere i nostri allevamenti e il settore agroalimentare. 🗞L’approfondimento di Daniele Mezzogori, nostro esperto Produzioni Bovini da carne, Bovini da latte e Suini, Salute e Benessere Animale, sul nuovo numero di #MondoAgricolo, la rivista dell’agricoltura: https://lnkd.in/dw8N8Xiw. #Confagricoltura #noisiamoconfagricoltura
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Dall’inizio dell’#epidemia di #PesteSuinaAfricana sono stati abbattuti quasi 120mila #maiali e i #produttori di #prosciutti sono a corto di materia da stagionare. Il governo ha finalmente avviato iniziative per arginare il #virus e il nuovo Commissario #GiovanniFilippini ha adottato provvedimenti seri, con nuovi milioni di ristori per la #FilieraSuinicola.
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Peste suina africana: la nuova Ordinanza indica una cabina di regia (Got) che esclude gli agricoltori - Riccardo Evangelisti Lo scorso 10 maggio è entrata in vigore l’Ordinanza del Commissario straordinario alla Peste suina africana. L’Ordinanza mette in campo una serie di interventi rafforzativi delle misure già in atto per rallentare l’andamento dell’epidemia che sta continuando a diffondersi sul territorio nazionale. Il provvedimento prevede un’intensificazione dei controlli sulle filiere delle carni suine da parte delle Asl e dei Nas. I controlli sono volti alla ricerca della tracciabilità e si svolgeranno principalmente negli allevamenti, negli stabilimenti di trasformazione e lavorazione ma anche in mercati, fiere locali e agriturismi. Sulla gestione della malattia a livello locale l’Ordinanza obbliga a costituire i Got (Gruppi operativi territoriali, ovvero la cabina di regìa composta da esperti con il compito di gestire la malattia a livello locale) con la massima rapidità dove non si sono ancora costituiti. Inoltre, viene formalizzata quanto richiesto da Cia Agricoltori Emilia Romagna ormai da diverso tempo; ovvero l’obbligo di rendere partecipi le associazioni di categoria alle riunioni dei Got che fino ad ora erano rimaste escluse.
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Cresce la tensione negli allevamenti del nord Italia sottolineando di nuovo una cattiva valutazione e gestione del rischio da parte delle autorità competenti per contenere gli effetti. Una epidemia silente che genera focolai in ogni parte del mondo avvicinando sempre più il potenziale salto di specie https://lnkd.in/dejsM6y4
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All’interno dell’ultimo numero di #Agrimpresa un importante aggiornamento in merito alle misure introdotte dalla nuova Ordinanza commissariale per fronteggiare l’epidemia di Peste suina africana. #CIAagricoltoriitalini #emergenzaPSA
Peste suina africana: la nuova Ordinanza indica una cabina di regia (Got) che esclude gli agricoltori - Riccardo Evangelisti Lo scorso 10 maggio è entrata in vigore l’Ordinanza del Commissario straordinario alla Peste suina africana. L’Ordinanza mette in campo una serie di interventi rafforzativi delle misure già in atto per rallentare l’andamento dell’epidemia che sta continuando a diffondersi sul territorio nazionale. Il provvedimento prevede un’intensificazione dei controlli sulle filiere delle carni suine da parte delle Asl e dei Nas. I controlli sono volti alla ricerca della tracciabilità e si svolgeranno principalmente negli allevamenti, negli stabilimenti di trasformazione e lavorazione ma anche in mercati, fiere locali e agriturismi. Sulla gestione della malattia a livello locale l’Ordinanza obbliga a costituire i Got (Gruppi operativi territoriali, ovvero la cabina di regìa composta da esperti con il compito di gestire la malattia a livello locale) con la massima rapidità dove non si sono ancora costituiti. Inoltre, viene formalizzata quanto richiesto da Cia Agricoltori Emilia Romagna ormai da diverso tempo; ovvero l’obbligo di rendere partecipi le associazioni di categoria alle riunioni dei Got che fino ad ora erano rimaste escluse.
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L’allevamento “zero” si trova a Vernate (Mi). È lì che si è verificato il primo focolaio di #Pestesuina africana in Lombardia ed è da lì che è probabilmente partito il contagio di altre otto strutture in provincia di Milano, Pavia e Lodi. Lo ha dichiarato il direttore generale welfare della Regione e sub commissario alla Peste suina Mario Chiari in un convegno tenutosi a fine di agosto a Orzinuovi (Bs). L’omessa denuncia della presenza del virus in questo allevamento e le carenze di biosicurezza negli altri hanno causato una parte dei 18 focolai lombardi. In questa regione, però, ci sono oltre 4 milioni di maiali ed è facile rendersi conto di cosa potrebbe succedere se non si controlla ogni focolaio, anche il più piccolo. Pubblichiamo un’intervista ad Alberto Laddomada (ex dirigente della Commissione Europea e già direttore generale dell’IZS della Sardegna), che riprende e aggiorna due recenti interventi apparsi sul sito Veterinari uniti per la salute. Cosa si può dire di fronte al proliferare dei casi negli allevamenti? Avevamo previsto questo mezzo disastro sulla base del peggioramento della situazione Peste suina africana (PSA) nei cinghiali verificatosi nell’autunno 2023 e delle conoscenze sul “picco estivo” nei suini domestici, verificatosi l’anno scorso anche in Lombardia. Probabilmente l’attuale situazione si poteva evitare con una migliore prevenzione. Dal luglio scorso a oggi ci sono stati 24 focolai in Pianura Padana (18 in Lombardia, 5 in Piemonte e 1 in Emilia-Romagna). Sono stati abbattuti o sono in corso di abbattimento oltre 80 mila capi. Una situazione molto grave. Le dichiarazioni fatte al convegno di Orzinuovi sono utili, perché evidenziano il danno che può causare un singolo allevatore che (come riferito) si comporti in modo irresponsabile, nascondendo la malattia e contravvenendo alla normativa che impone la notifica immediata di mortalità anomale. Come conseguenza di questo comportamento, un terzo dei focolaio di quest’estate sono stati probabilmente originati da questo allevamento “zero”. La carenza di biosicurezza ha fatto il resto. Qualcosa di simile era successo l’anno scorso in provincia di Pavia. Si arrivò perfino a inviare al macello partite di suini infetti, le cui carni finirono in Sardegna e causarono un focolaio per fortuna rapidamente eradicato. I focolai negli allevamenti di Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna hanno avuto un enorme impatto sia sugli allevatori i cui animali sono stati abbattuti, sia su tutti gli altri delle zone interessate. Un’ampia area geografica della Pianura Padana, dalla provincia di Vercelli a quella di Piacenza, passando per Novara, Milano, Pavia, Lodi, fino ai confini con Cremona, è ora sottoposta a pesanti restrizioni ai movimenti e ai commerci. Misure purtroppo necessarie, visto che la situazione continua a peggiorare. Leggi l'articolo integrale su #ilfattoalimentare https://lnkd.in/du_PrzCS
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📢 La Peste Suina Africana (PSA): una sfida per la suinicoltura italiana 🐷 L'attuale diffusione della PSA in Italia è preoccupante, soprattutto a causa della continua presenza di focolai nei cinghiali 🐗 e del recente impatto sugli allevamenti di suini domestici 🐖. Le autorità italiane e il settore privato devono migliorare il coordinamento e le misure di biosicurezza 🚧. Se la malattia dovesse diffondersi ulteriormente, i danni economici e d'immagine per l'industria suinicola e i nostri prodotti tipici potrebbero essere catastrofici. Scopri di più sull'argomento 👉 https://lnkd.in/dfZarbxu
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Peste suina, Scordamaglia: “Grande apprensione, subito interventi” https://ift.tt/KgkXma5 (Adnkronos) – “L’apprensione è ovviamente grande lungo tutta la filiera, in quanto se non si realizzeranno subito gli interventi indispensabili a contenere la diffusione del virus è l’intera filiera nazionale ad essere a rischio. Oggi le priorità sono: contenere le zone con circolazione virale utilizzando sia barriere naturali (come i tracciati autostradali) che recinzioni da realizzare senza alcun ulteriore ritardo; ridurre drasticamente la popolazione di cinghiali che, come dicevamo sin dall’inizio, è quella che ha consentito l’alta circolazione del virus a cui ha fatto seguito l’ingresso negli allevamenti domestici”. Ad affermarlo è l’amministratore delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia intervistato dall’Adnkronos sull’emergenza peste suina in alcuni allevamenti di Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna. “Tale popolazione va assolutamente azzerata nelle zone colpite e ridotta drasticamente al di fuori delle stesse, – spiega Scordamaglia – facendo nel resto del Paese quello che altri Paesi come la Germania hanno fatto e noi no; indennizzare immediatamente gli allevamenti interessati, non solo quelli colpiti dal virus ma quelli che si trovano in zona 1, 2 e 3, che pur non colpiti direttamente sono paralizzati nella loro attività dalle mancate movimentazioni, dai fermi biologici e dalla totale svalorizzazione del valore riconosciuto a tali animali. In caso contrario avremo magari sconfitto il virus, ma non avremo più allevatori, soprattutto giovani, messi in condizione di continuare la propria attività”. “Le misure adottate nella recente ordinanza del commissario straordinario Giovanni Filippini sono inevitabili per il contenimento della diffusione virale, ma dolorose, per cui se non accompagnate da forme di sostegno immediate e certe per tutti gli allevamenti, a qualsiasi titolo interessati direttamente ed indirettamente da queste misure restrittive, oltre al virus scompariranno definitivamente anche gli allevamenti e con essi tutta la salumeria italiana”. The post Peste suina, Scordamaglia: “Grande apprensione, subito interventi” appeared first on Il Giornale dell'Umbria - il Giornale on line dell'Umbria. via Il Giornale dell'Umbria – il Giornale on line dell'Umbria https://ift.tt/bIeocxK September 03, 2024 at 12:04AM
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📣 Blue Tongue, epidemia in espansione. Confagricoltura chiede tavolo ministeriale: urge strategia condivisa Sono ormai più di mille i focolai confermati nel 2024 di “Blue tongue”, la lingua blu o febbre catarrale degli ovini che si sta sempre più espandendo in diverse regioni e sta minacciando il patrimonio di un importante comparto zootecnico, quello ovicaprino, mentre anche quello bovino non è indenne. E’ un quadro oltremodo preoccupante quello descritto da Confagricoltura, che rileva l’improvviso aumento di casi confermati, in particolare nei mesi di agosto e settembre, e che non accenna a diminuire, mentre i focolai estinti sono solo 40. “Si tratta dell’ennesima malattia animale che minaccia il nostro potenziale produttivo zootecnico – evidenzia il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – e sul quale dobbiamo prevedere idonee contromisure a tutela dei nostri allevamenti. Insisteremo con le istituzioni competenti affinché si convochi d’urgenza un tavolo ministeriale specifico sulla problematica per definire una strategia coordinata di contenimento della malattia che includa in primo luogo provvedimenti che compensino gli allevatori e rilancino le attività degli allevamenti colpiti.” 📲 Leggi il comunicato https://lnkd.in/di9KXCq7
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🐑 Sono ormai più di mille i focolai confermati nel 2024 di “Blue tongue”, la lingua blu o febbre catarrale degli ovini che si sta sempre più espandendo in diverse regioni. 🐑 Chiediamo la convocazione di un tavolo ministeriale specifico per definire una strategia coordinata di contenimento della malattia che includa provvedimenti che compensino gli #allevatori e rilancino le attività degli allevamenti colpiti. #confagricoltura #agricoltura angela saba Confagricoltura Piemonte Confagricoltura Lombardia https://lnkd.in/d6M2B-uF
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🔔 Aggiornamento sulla Brucellosi in Italia 🔔 Recentemente, il Commissario Straordinario per la Brucellosi ha incontrato la Direzione Generale della Sanità Animale per discutere importanti misure di controllo e prevenzione della malattia. 🗝️Ecco i punti chiave: 𝐒𝐭𝐫𝐚𝐭𝐞𝐠𝐢𝐞 𝐝𝐢 𝐂𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨𝐥𝐥𝐨: Rafforzamento delle misure di biosicurezza negli allevamenti per prevenire la diffusione della brucellosi. 𝐂𝐨𝐥𝐥𝐚𝐛𝐨𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞: Necessità di una stretta cooperazione tra autorità sanitarie, allevatori e veterinari per un’efficace gestione della sanità animale. 𝐏𝐫𝐞𝐯𝐞𝐧𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐞 𝐒𝐨𝐫𝐯𝐞𝐠𝐥𝐢𝐚𝐧𝐳𝐚: Implementazione di programmi di sorveglianza attiva e passiva per individuare e contenere rapidamente i focolai. 𝐅𝐨𝐫𝐦𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐞 𝐈𝐧𝐟𝐨𝐫𝐦𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞: Promozione di campagne di sensibilizzazione e formazione per gli allevatori riguardo alle migliori pratiche di gestione sanitaria. 🚨Cosa possiamo fare come allevatotrici/allevatori🚨 𝐌𝐨𝐧𝐢𝐭𝐨𝐫𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 𝐂𝐨𝐧𝐭𝐢𝐧𝐮𝐨: Effettuare controlli regolari sullo stato di salute degli animali e implementare sistemi di tracciabilità per identificare tempestivamente eventuali casi di brucellosi. 𝐌𝐢𝐠𝐥𝐢𝐨𝐫𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐁𝐢𝐨𝐬𝐢𝐜𝐮𝐫𝐞𝐳𝐳𝐚: Adottare rigide misure di igiene e disinfezione, limitare l'accesso agli allevamenti, e isolare gli animali infetti per prevenire la diffusione della malattia. 𝐅𝐨𝐫𝐦𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐏𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞: Garantire che tutto il personale sia adeguatamente formato sulle procedure di biosicurezza e sulle tecniche di rilevamento precoce della malattia. Questi sforzi sono fondamentali per garantire la #sostenibilità ed il #benessereanimale, ed in generale il benessere di tutto il settore zootecnico italiano.🇮🇹 #SanitàAnimale #Brucellosi #Zootecnia #SaluteAnimale #Biosicurezza 𝐹𝑜𝑛𝑡𝑒: https://lnkd.in/dKvWVVH9
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