Omnia venenum sunt: nec sine veneno quicquam existit. Dosis sola facit, ut venenum non fit. Come diceva già nel 1500 Paracelso, è la dose a rendere velenosa una sostanza. Leggendo questo articolo de Il Sole 24 Ore non ho potuto fare a meno di riflettere su questa massima, cercando di pensare a quale possa essere la giusta “dose” quando si parla di bambini/adolescenti e tecnologia. In uno scenario nel quale l’incidenza delle malattie mentali tra gli adolescenti cresce vertiginosamente (crescono anche il numero di suicidi e di accessi al pronto soccorso per atti di autolesionismo) credo sia normale domandarsi il perché di tutto questo. Negli ultimi anni sono cambiate molte cose e sono successi avvenimenti che hanno sicuramente lasciato il segno nella psiche di ognuno di noi, ma oltre a questo sono diverse le ricerche che documentano come un utilizzo smodato di social media e smartphone possa giocare un ruolo importante in termini di isolamento, ansia sociale e confronto con il mondo esterno, con effetti devastanti soprattutto sui più giovani. Per non parlare poi delle conseguenze sui meccanismi cerebrali che si sviluppano durante l’infanzia e l’adolescenza, fascia d’età nella quale il cervello ha bisogno di relazioni e stimoli che vengono limitati e modificati dalle nuove abitudini digitali. Come per la causa, anche pensando a possibili azioni per arginare questa situazione penso che il giusto stia nel mezzo, integrando la tecnologia nella nostra vita per trarne il meglio, senza demonizzarla e senza abusarne. Tuttavia, l’impiego di strumenti digitali da parte di bambini e ragazzi dovrebbe a mio avviso essere gestito e limitato da famiglie e scuole per consentire ai più giovani di sperimentare la vita “reale” prima di quella digitale, insegnando quindi un utilizzo consapevole di questi strumenti favorito dall’educazione, cercando di stimolare il dialogo e il confronto prima con il reale e solo dopo anche con il digitale, una volta acquisiti gli strumenti per governarlo al meglio. Qua l’articolo: https://lnkd.in/d96p-iGF
Argomento che, durante le nostre interviste ai signori medici, viene fuori spesso. Cosa fare per disintossicarsi dall'eccesso di social e/o internet in generale? Non è semplice trovare una soluzione, ma su una cosa siamo sempre d'accordo: leggere, leggere, leggere. E non da tablet o cellulare o pc. Ma dal libro, dal giornale, dalla rivista. La vecchia e cara carta stampata fa miracoli, e andare in questa direzione potrebbe fare la differenza.
Concordo. Oggi ho figlie grandi ma ho sempre condiviso e gestito con loro gli eccessi.
Brand designer e Packaging designer | Mi piacciono gli obiettivi chiari, il sushi e giocare ai gattini con mia figlia | Nhueva - design elevates people -> nhueva.com
10 mesiCredo che il fulcro di tutto sia sempre la famiglia. Il ragazzo è un risultato di ciò che la famiglia trasmette. Il modo in cui egli "subisce" le influenze della società, di cui i social sono un forte veicolo, viene solo in un secondo momento e può essere gestito in modo sano dal ragazzo se la sua educazione gli è di supporto.