Ho intervistato il professor Andrea Crisanti sulle ultime misure del governo per ridurre le liste di attesa in sanità. Ne è uscita una riflessione sull'abuso del ricorso alla sanità privata convenzionata da parte degli ospedali pubblici, ovviamente con i soldi di tutti noi. Ne parlo sotto
Post di Daniele Tempera
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Il Dott. Luca Marino, nostro Amministratore Unico, analizza un argomento centrale per il futuro della sanità: l’aggiornamento dei tariffari per le prestazioni di specialistica ambulatoriale e protesica, approvato dopo oltre sette anni di attesa dalla Conferenza Stato-Regioni. Si tratta di un passo significativo che va ad aggiornare due nomenclatori tariffari #Lea fermi a più di 25 anni fa. Tuttavia, come evidenzia il Dott. Marino, restano aperte importanti sfide, tra cui l’adeguatezza delle tariffe e la necessità di garantire un aggiornamento continuo del #tariffario e del #nomenclatore per sostenere le innovazioni tecnologiche e mantenere l’equità di accesso alle cure su tutto il territorio nazionale. Vi invitiamo a leggere il suo post per approfondire i dettagli e le implicazioni di questo aggiornamento tanto atteso quanto complesso. #Sanità #LEA #Tariffari #SSN
Dopo oltre sette anni di attesa, arriva finalmente l’ok della Conferenza Stato-Regioni sull’accordo che consente di aggiornare i due tariffari per le prestazioni di specialistica ambulatoriale e protesica che danno sostanza ai nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea) varati con Dpcm nel 2017 dall'allora ministra della Salute Beatrice Lorenzin. I tariffari entreranno in vigore il prossimo 30 dicembre. Ricordiamo che i due nuovi nomenclatori tariffari #Lea per specialistica e protesica, erano fermi alle versioni aggiornate nel 1996 e nel 1999. Un’altra buona notizia è la dotazione in più garantita dal Ddl Bilancio che per il momento è quantificata in 50 milioni di euro l’anno tra il 2025 e il 20230. Ma sebbene sia da apprezzare l'entrata in vigore di una norma attesa da quasi vent'anni non si può non registrare che le tariffe non sono soddisfacenti e se le tariffe minime nazionali non sono adeguate il sistema rischia pesare troppo sui bilanci regionali, creando disparità di accesso alle cure sui territori. Occorre prevedere un processo di aggiornamento continuo del tariffario e del #nomenclatore sia per garantire adeguate risorse sia per poter accogliere tutte le innovazioni tecnologiche disponibili. Inoltre, chiediamo al Governo di incrementare le dotazioni finanziarie per rendere le tariffe adeguate allo scenario che stiamo vivendo ed evitare il collasso del sistema, con effetti disastrosi sull’erogazione delle prestazioni di diagnostica ambulatoriale e sulla prevenzione. Il fondo di 50 milioni stanziato per coprire il fabbisogno dei Lea è infatti insufficiente e si rischia di mettere a repentaglio la tenuta del servizio sanitario nazionale. #tariffario #Stato #Regioni #DdlBilancio #Ssn
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#Gimbe boccia il # #decreto sulle liste d’attesa in #sanità Audito in Senato nell’ambito della discussione sul Decreto sulle liste d’attesa in sanità, Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe non lascia dubbi. Meglio, pone molti dubbi sulla piena realizzazione di quanto il governo vorrebbe fare per ridurre i tempi per le prestazioni sanitarie. Mancherebbero soldi ma anche decreti attuativi (almeno 7) di cui però non si conoscono tempi certi e scadenze. Cosa ne pensi? Scrivilo nei commenti 👇
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Dopo oltre sette anni di attesa, arriva finalmente l’ok della Conferenza Stato-Regioni sull’accordo che consente di aggiornare i due tariffari per le prestazioni di specialistica ambulatoriale e protesica che danno sostanza ai nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea) varati con Dpcm nel 2017 dall'allora ministra della Salute Beatrice Lorenzin. I tariffari entreranno in vigore il prossimo 30 dicembre. Ricordiamo che i due nuovi nomenclatori tariffari #Lea per specialistica e protesica, erano fermi alle versioni aggiornate nel 1996 e nel 1999. Un’altra buona notizia è la dotazione in più garantita dal Ddl Bilancio che per il momento è quantificata in 50 milioni di euro l’anno tra il 2025 e il 20230. Ma sebbene sia da apprezzare l'entrata in vigore di una norma attesa da quasi vent'anni non si può non registrare che le tariffe non sono soddisfacenti e se le tariffe minime nazionali non sono adeguate il sistema rischia pesare troppo sui bilanci regionali, creando disparità di accesso alle cure sui territori. Occorre prevedere un processo di aggiornamento continuo del tariffario e del #nomenclatore sia per garantire adeguate risorse sia per poter accogliere tutte le innovazioni tecnologiche disponibili. Inoltre, chiediamo al Governo di incrementare le dotazioni finanziarie per rendere le tariffe adeguate allo scenario che stiamo vivendo ed evitare il collasso del sistema, con effetti disastrosi sull’erogazione delle prestazioni di diagnostica ambulatoriale e sulla prevenzione. Il fondo di 50 milioni stanziato per coprire il fabbisogno dei Lea è infatti insufficiente e si rischia di mettere a repentaglio la tenuta del servizio sanitario nazionale. #tariffario #Stato #Regioni #DdlBilancio #Ssn
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📢 Interessante articolo del Sole 24 Ore sulle liste di attesa in sanità 📢 Le liste di attesa continuano a essere un problema critico per il nostro sistema sanitario inasprendo le relazioni tra pazienti e loro familiari, da un lato, ed operatori sanitari e mondo della Politica, dall’altro. Ecco quindi un’ultima novità tra le misure che si stanno mettendo in atto per affrontare questa sfida annosa. 🏥📈
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#Gimbe boccia il # #decreto sulle liste d’attesa in #sanità Audito in Senato nell’ambito della discussione sul Decreto sulle liste d’attesa in sanità, Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe non lascia dubbi. Meglio, pone molti dubbi sulla piena realizzazione di quanto il governo vorrebbe fare per ridurre i tempi per le prestazioni sanitarie. Mancherebbero soldi ma anche decreti attuativi (almeno 7) di cui però non si conoscono tempi certi e scadenze. Cosa ne pensi? Scrivilo nei commenti 👇 https://lnkd.in/drQY3czC
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#Gimbe boccia il # #decreto sulle liste d’attesa in #sanità Audito in Senato nell’ambito della discussione sul Decreto sulle liste d’attesa in sanità, Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe non lascia dubbi. Meglio, pone molti dubbi sulla piena realizzazione di quanto il governo vorrebbe fare per ridurre i tempi per le prestazioni sanitarie. Mancherebbero soldi ma anche decreti attuativi (almeno 7) di cui però non si conoscono tempi certi e scadenze. Cosa ne pensi? Scrivilo nei commenti 👇 https://lnkd.in/drQY3czC
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Riporto un paio di passaggi del data Room di Milena Gabanelli e Simona Ravizza sul decreto delle #listediattesa Il primo non vero infatti in Lombardia sono state diverse le campagne di aumento dell’offerta di prestazioni ambulatoriali e di ricovero extra orario con obiettivi di mero aumento dell’offerta che si sono susseguite a partire dal 2021 senza effetto. Anzi con effetti controproducenti. 1️⃣ Previste visite diagnostiche e specialistiche da effettuare nei giorni di sabato e domenica e prolungando gli orari. Anche questa misura è già prevista dal Piano nazionale di governo delle liste di attesa per il triennio 2019-2021 (pag.8 punto 2 qui) e non applicata Ed il secondo che lascia una domanda aperta 2️⃣ …. Resta il fatto che oggi gli italiani per superare le liste di attesa spendono di tasca loro per le visite ambulatoriali e gli esami diagnostici oltre 8 miliardi all’anno (dati Cergas-Bocconi). ( aggiungo io meno del 6% del Fondo sanitario Nazionale). Basta questo per capire che senza importanti nuovi finanziamenti al ssn non si va tanto lontano. Difficile che bastino solo le punizioni! —///////// ❇️❇️E quindi ??? Ma la risposta la conosciamo. L’aumento dell’offerta è inutile e dannoso bisogna riprendere con forza le azioni di governo della domanda e di verifica dell’appropriatezza; gli aumenti dell’offerta extra orario senza governo della domanda sono inutili e dannosi
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Troppo spesso vedo colleghi esprimere ferventi sostegni per il mantenimento dello status quo della sanità pubblica, usando discorsi non sostenuti dai numeri. È raro trovare qualcuno disposto ad ammettere che, considerata l'attuale situazione demografica e organizzativa, il sistema sanitario pubblico non è più sostenibile. È fondamentale comprendere insieme la necessità di ridefinire i confini della sanità pubblica e decidere quali servizi lasciare al settore pubblico e quali al privato, che sia out of pocket o tramite intermediazione. Il primo passo per apportare un cambiamento significativo è riconoscere la necessità di una riforma radicale, anzi, non tanto una riforma quanto una completa riprogettazione del sistema, partendo da zero. My 2 cents.
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Ma la risposta la conosciamo. L’aumento dell’offerta è inutile e dannosa bisogna riprendere con forza le azioni di governo della domanda e di verifica dell’appropriatezza; gli aumenti dell’offerta extra orario senza governo della domanda sono inutili e dannosi
Riporto un paio di passaggi del data Room di Milena Gabanelli e Simona Ravizza sul decreto delle #listediattesa Il primo non vero infatti in Lombardia sono state diverse le campagne di aumento dell’offerta di prestazioni ambulatoriali e di ricovero extra orario con obiettivi di mero aumento dell’offerta che si sono susseguite a partire dal 2021 senza effetto. Anzi con effetti controproducenti. 1️⃣ Previste visite diagnostiche e specialistiche da effettuare nei giorni di sabato e domenica e prolungando gli orari. Anche questa misura è già prevista dal Piano nazionale di governo delle liste di attesa per il triennio 2019-2021 (pag.8 punto 2 qui) e non applicata Ed il secondo che lascia una domanda aperta 2️⃣ …. Resta il fatto che oggi gli italiani per superare le liste di attesa spendono di tasca loro per le visite ambulatoriali e gli esami diagnostici oltre 8 miliardi all’anno (dati Cergas-Bocconi). ( aggiungo io meno del 6% del Fondo sanitario Nazionale). Basta questo per capire che senza importanti nuovi finanziamenti al ssn non si va tanto lontano. Difficile che bastino solo le punizioni! —///////// ❇️❇️E quindi ??? Ma la risposta la conosciamo. L’aumento dell’offerta è inutile e dannoso bisogna riprendere con forza le azioni di governo della domanda e di verifica dell’appropriatezza; gli aumenti dell’offerta extra orario senza governo della domanda sono inutili e dannosi
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Finalmente un primo piccolissimo passo per un problema prioritario quale quello delle liste di attesa ma ribadisco che dobbiamo sicuramente mettere il sistema pubblico nelle condizioni di poter essere competitivo e economicamente sostenibile ,per arrivare ad un sano confronto pubblico - privato, senza comunque abolire il Sistema privato ,sostenuto principalmente dalle Aziende assicurative Tutto ciò lo si può fare e le condizioni sono le seguenti : 1)un maggior controllo da parte dello Stato sulla qualità dei servizi erogati( tramite indicatori e standard di Sistema ) e sulle spese e sugli acquisti regionali (gare d’appalto spesa farmaceutica e altri capitoli)con provvedimenti esemplari e rapidi nei confronti dei responsabili Regionali inadempienti 2)assunzioni immediate di Sanitari (medici -infermieri)a riempimento degli organici )3)abolizione per i sanitari ospedalieri che lavorano nel Sistema Sanitario della attività extramoenia con adeguamento e implementazione degli stipendi alla media di quelli europei 4)inserimento dei medici di famiglia negli organici delle aziende Sanitarie con stipendi Ospedalieri e presenza in studio , nelle case della Salute ,e a casa dei pazienti nelle 38 ore settimanali con funzione di filtro dei ricoveri non necessari ,usufruendo del supporto della telemedicina delle Case della Salute (provvedimento inviso alla FIMG e altre lobby sindacali che hanno sempre combattuto e osteggiato questa ipotesi a favore dell'attuale rapporto di medico di famiglia che presta la propria opera come medico libero professionista convenzionato ) 5)lotta alla medicina difensiva con revisione e reale applicazione della legge sulla responsabilità professionale e inserimento del Risk Management e della Gestione del Rischio Clinico come materia di studio prioritaria universitaria per tutte le professioni sanitarie 6) vincere la paura del cambiamento organizzativo e implementare ancor di più la deontologia professionale che ci ha spinti a fare questa scelta lavorativa ,che deve essere considerata prioritaria per la salute del Cittadino, seguendo il giuramento di Ippocrate ,piuttosto che altro . Mi rendo conto comunque, che tutto cio'è facile a dirsi ma non a farsi e che posso sembrare un sognatore o un illuso ,ma sono convinto che se vogliamo salvare la Sanità pubblica contro le lobby solo cosi' potremmo uscire da questo vicolo cieco,in caso contrario andremo verso il Sistema Sanitario assicurativo (tipo Stati Uniti) distruggendo uno dei migliori Sistemi Sanitari
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