La sentenza di primo grado https://lnkd.in/dWqvzxdh
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Un estratto della recentissima sentenza del Tribunale di Brescia nel caso De Pasquale e Spadaro: «una cosa è omettere indagini ritenute inconferenti rispetto alle proprie esigenze investigative, altro è oscurare prove, già raccolte, potenzialmente utili alle difese». ✅ L’art. 358 c.p.p. presuppone che il compendio conoscitivo - comunque acquisito - debba poi essere condiviso con la difesa in ogni fase processuale. ✅ Il principio è espressamente richiamato dall’art. 13 del Codice Etico dell’ANM, secondo cui “il PM si comporta con imparzialità nello svolgimento del suo ruolo, indirizza la sua indagine alla ricerca della verità acquisendo anche gli elementi di prova a favore dell’indagato e non tace al giudice l’esistenza di fatti a vantaggio dell’indagato o dell’imputato”. ✅ Gli imputati hanno deliberatamente taciuto l’esistenza di risultanze investigative in palese ed oggettivo conflitto con i portati accusatori spesi in dibattimento (e nella requisitoria) a dispetto delle pressanti esortazioni ricevute da un soggetto specificamente qualificato. ✅ II fatto che la vicenda si sia conclusa con una pronuncia assolutoria nei confronti di tutti gli imputati - anche grazie alla produzione, su impulso delle difese, del video - non possiede valore esimente, poiché il rifiuto di atti di ufficio di cui all’art. 328 c.p. ha natura di reato di pericolo e non di danno. ✅ Ciò che si contesta agli imputati non è l’uso improprio del potere discrezionale nella scelta degli elementi probatori da spendersi nel dibattimento “Eni Nigeria” - rispetto a cui hanno correttamente affermato la loro piena autonomia – quanto, piuttosto, di aver trascurato che il PM, a differenza di quanto avviene per le parti private che sono libere di perseguire le strategie processuali ritenute più convenienti a tutela dei propri assistiti, non può rivendicare a sé l’esclusività del giudizio sulla pertinenza e rilevanza della prova, arrogandosi una sfera illimitata di insindacabilità. ✅ La mancata conoscenza di tutti gli atti di indagine ha condizionato indebitamente l’intero iter del processo, influenzando le possibili strategie difensive anche rispetto alla scelta di moduli procedimentali alternativi al giudizio. ✅ Gli imputati, non si sono limitati ad eseguire una cernita di elementi probatori sulla base di una visione monocromatica - o “tunnellizzata”- del materiale a disposizione, ma hanno compiuto una selezione ragionata dei soli tasselli in grado di arricchire il mosaico accusatorio, con esclusione delle tessere dimostrative di segno contrario. ✅Appare singolare che la lodevole sensibilità e solerzia mostrata nel voler garantire il principio del contraddittorio mettendo a disposizione delle difese gli atti di segno accusatorio, non sia stata poi prestata, simmetricamente, per rendere conoscibili gli elementi che, a contrario, avrebbero potuto confutarli.
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Il delicato profilo della petulanza!
La parola della Cassazione sulla petulanza #salvisjuribus
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⚖️ L’esecuzione di pene concorrenti inflitte con condanne diverse ✅ 𝐶𝑜𝑟𝑡𝑒 𝑑𝑖 𝐶𝑎𝑠𝑠𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 - Sentenza n. 36743 del 2 ottobre 2024 🖋 Con la sentenza n. 36743, la Corte di Cassazione ribadito che in tema di esecuzione di pene concorrenti inflitte con condanne diverse, per soggetti che commettono nuovi reati durante o dopo l'espiazione di una pena, si formano cumuli parziali di pene. 👉 Da un lato, si raggruppano le pene relative ai reati commessi fino alla data del reato cui si riferisce la pena parzialmente espiata, applicando l'art. 78 cod. pen. e detraendo il presofferto. Dall'altro lato, si sommano la pena residua e le pene inflitte per i reati commessi successivamente. Se esistono criteri alternativi per imputare le pene, si preferisce la soluzione meno gravosa per il condannato, seguendo un principio generale di favore in ambito penale. 💡 https://lnkd.in/gyPrEcb9
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⚖️𝙂𝙄𝙐𝙍𝙄𝙎𝙋𝙍𝙐𝘿𝙀𝙉𝙕𝘼 𝙍𝙀𝘾𝙀𝙉𝙏𝙀⚖️ 𝐂𝐚𝐬𝐬. 𝐩𝐞𝐧., 𝐒𝐞𝐳. 𝐈, 𝟏𝟑 𝐬𝐞𝐭𝐭𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞 𝟐𝟎𝟐𝟒, 𝐧. 𝟑𝟒𝟕𝟗𝟏 𝐿𝑎 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑎 𝑠𝑒𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑝𝑒𝑛𝑎𝑙𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝐶𝑎𝑠𝑠𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒, 𝑐𝑜𝑛 𝑙𝑎 𝑠𝑒𝑛𝑡𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑖𝑛 𝑐𝑜𝑚𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 ℎ𝑎 𝑎𝑛𝑛𝑢𝑙𝑙𝑎𝑡𝑜 𝑐𝑜𝑛 𝑟𝑖𝑛𝑣𝑖𝑜 𝑙𝑎 𝑠𝑒𝑛𝑡𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝐶𝑜𝑟𝑡𝑒 𝑑’𝐴𝑠𝑠𝑖𝑠𝑒 𝑑’𝑎𝑝𝑝𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑑𝑖 𝑅𝑜𝑚𝑎 𝑙𝑎 𝑠𝑒𝑛𝑡𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑑’𝑎𝑝𝑝𝑒𝑙𝑙𝑜, 𝑙𝑖𝑚𝑖𝑡𝑎𝑡𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑐𝑜𝑛𝑐𝑒𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑐𝑖𝑟𝑐𝑜𝑠𝑡𝑎𝑛𝑧𝑒 𝑎𝑡𝑡𝑒𝑛𝑢𝑎𝑛𝑡𝑖 𝑔𝑒𝑛𝑒𝑟𝑖𝑐ℎ𝑒 𝑎𝑖 𝑓𝑟𝑎𝑡𝑒𝑙𝑙𝑖 𝐵𝑖𝑎𝑛𝑐ℎ𝑖. 𝑆𝑒𝑐𝑜𝑛𝑑𝑜 𝑔𝑙𝑖 𝑒𝑟𝑚𝑒𝑙𝑙𝑖𝑛𝑖, 𝑎𝑖 𝑓𝑖𝑛𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑐𝑜𝑛𝑐𝑒𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑐𝑖𝑟𝑐𝑜𝑠𝑡𝑎𝑛𝑧𝑒 𝑑𝑖 𝑐𝑢𝑖 𝑎𝑙𝑙'𝑎𝑟𝑡𝑖𝑐𝑜𝑙𝑜 62 𝑏𝑖𝑠 𝑐.𝑝. è 𝑛𝑒𝑐𝑒𝑠𝑠𝑎𝑟𝑖𝑎 𝑢𝑛𝑎 𝑣𝑎𝑙𝑢𝑡𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑙𝑒𝑠𝑠𝑖𝑣𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑓𝑎𝑡𝑡𝑜, 𝑒 𝑢𝑛𝑎 𝑚𝑜𝑡𝑖𝑣𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑟𝑖𝑔𝑜𝑟𝑜𝑠𝑎 𝑒 𝑙𝑜𝑔𝑖𝑐𝑎 𝑠𝑢𝑙𝑙𝑎 𝑐𝑜𝑛𝑐𝑒𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑚𝑒𝑑𝑒𝑠𝑖𝑚𝑎. ➡️ Leggi il commento per saperne di più, nella sezione: 𝐆𝐈𝐔𝐑𝐈𝐒𝐏𝐑𝐔𝐃𝐄𝐍𝐙𝐀 𝐑𝐄𝐂𝐄𝐍𝐓𝐄🧐 💭 Fai "tap" sulla nuvoletta e facci sapere la tua opinione su questo argomento 🤗 📲 Se ti è piaciuto il nostro post condividilo e seguici sui nostri canali social 📥 Scarica la pronuncia dal nostro sito: 𝘸𝘸𝘸.𝘨𝘪𝘶𝘳𝘪𝘥𝘪𝘤𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦.𝘤𝘰𝘮 ✍️ A cura della Dott. Domenico Ruperto #giurisprudenza #giurisprudenzapenale #legge #instagram #formazione #formazioneonline #formazionecontinua #informazione #cortedicassazione #cassazione #supremacorte #willymonteiro #fratellibianchi #attenuanti #attenuantigeneriche #antigiuridicità #rinvio #giuridicamente
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Dal blog #Terzultima_Fermata. A cosa deve tendere l’impegno del difensore penale, quali sono i risultati che può o deve perseguire? Che relazioni deve avere con le altre parti del processo e con il giudice? Soprattutto, qual è il suo scopo essenziale? È uguale o diverso da quello degli altri attori del giudizio? Si inizia così, con questa sequenza di domande, una piccola riflessione sul senso della difesa penale. Si potrebbe limitarla al richiamo dei sacri principi costituzionali e convenzionali e della giurisprudenza interna, costituzionale e ordinaria, e sovranazionale. Si disporrebbe così di un quadro impeccabile per razionalità, equilibrio tra gli interessi in campo, valorizzazione dei diritti individuabili e dei corrispondenti doveri delle autorità pubbliche. Sarebbe tuttavia nient’altro che un falso: di qualità, certo, ma pur sempre un falso. https://lnkd.in/duD-UMpK
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⚖️ Annullamento con rinvio per la sentenza in cui il criterio di attribuzione della responsabilità sia quello della "verosimiglianza" anziché quello dell'oltre ogni ragionevole dubbio. ✅ Il criterio di attribuzione della responsabilità cui ha fatto ricorso il giudice d'appello - aderendo ad analoga impostazione della sentenza di primo grado - si fonda su di un inaccettabile parametro di consistente "verosimiglianza", che non corrisponde al canone normativo di indispensabile valutazione della colpevolezza penale. ✅ Il rispetto del principio dell'oltre ogni ragionevole dubbio sottende una motivazione adeguata, che rifletta una valutazione completa del compendio probatorio - letto anche alla luce del contributo conoscitivo e critico offerto dalla difesa - e dia conto, dunque, delle criticità emerse, risolvendole sulla base degli elementi che valgono a suffragare l'assunto accusatorio, in assenza di residue ipotesi alternative. ✅ I giudici di appello si sono fermati al solo dato storico-statico della consumazione dei singoli reati-fine, senza contestualizzare ed analizzare tali episodiche condotte delittuose nella loro proiezione dinamica così da poterle considerare espressione di un rapporto di collaborazione collaudato, stabile, duraturo, destinato a produrre effetti ben oltre i singoli episodi delittuosi e dare linfa ad un programma criminale potenzialmente indefinito. ✅ Deve essere ribadito il principio di diritto per il quale l'appartenenza di un soggetto ad una associazione a delinquere può essere desunta dalla partecipazione ai reati fine esclusivamente qualora le modalità dell'azione siano tali da evidenziare la sussistenza del vincolo associativo, tematica che non è stata in alcun modo affrontata e valutata dai giudici di appello con conseguente carenza del percorso argomentativo. ✅ In conclusione, deve darsi atto di come la motivazione del provvedimento impugnato non si riveli coerente al canone dell'oltre ogni ragionevole dubbio, con la necessità che i giudici rimodulino le proprie affermazioni circa la responsabilità del ricorrente e si conformino al canone valutativo della responsabilità penale costituzionalmente orientato.
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Leggendo questo comunicato diffuso dall’Unione delle Camere Penali non posso che condividere ogni parola, poiché richiama un principio fondamentale della nostra Costituzione e del nostro ordinamento giuridico: il diritto alla difesa, quale principio inviolabile. Questo valore, sancito dall’art. 24 della Costituzione, non è solo un fondamento della nostra democrazia, ma anche una guida per tutti coloro che esercitano questa professione. L’avvocato, nel prestare il proprio operato, adempie a un dovere professionale che richiede il massimo impegno e professionalità, indipendentemente dalla natura del caso o dall’identità della persona difesa. Difendere non significa condividere i comportamenti o le scelte dell’imputato. Nel ruolo di avvocati si é chiamati a mantenere una visione lucida e a evitare ogni forma di giudizio personale, focalizzandosi sull’applicazione corretta della legge. È importante ricordare che la difesa è un presidio della giustizia, non un favore all’imputato. Non c’è giustizia senza difesa, e non c’è difesa senza il riconoscimento del ruolo insostituibile dell’avvocato.
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📌 La Corte d’Appello di Brescia ha recentemente dichiarato “manifestamente inammissibile” per profili procedurali e sostanziali, la richiesta di revisione presentata da Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati per la “strage di Erba” del 2006, con 4 vittime. Secondo il Collegio, difettano infatti i requisiti della “novità” dei fatti addotti e della “inidoneità” a confutare le prove alla base della condanna, trattandosi di doglianze già espresse dai condannati nei precedenti gradi di giudizio. Manca inoltre la legittimazione del magistrato proponente, sostituto procuratore presso la Corte d’Appello di Milano. ▶️▶️ La disciplina della revisione delle sentenze di condanna penale è definita dagli articoli 629 (Condanne soggette a revisione) e seguenti del Codice di procedura penale ed è consultabile nel volume di Roberto Alfonso e Piero Luigi Vigna “Codice penale Codice di procedura penale Norme speciali”, giunto alla XXXIII edizione. 📲 https://lnkd.in/drBS6k6K #laurus #laurusrobuffo #laurusapp #codicepenale #codiceprocedurapenale #norme #leggi #normespeciali #forzedellordine #forzedipolizia #carabinieri #gdf #guardiadifinanza #polizia #poliziamunicipale #ocse #stragedierba #olindoromano #rosabazzi #rosaeolindo
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Chiesta la riduzione di pena per due imputati e laconferma delle altre undici condanne al processo... #avvocato #Canicattì #condanne #inchiesta #mafia #SiciliaTv #SiciliaTvNotiziario
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Lieto di condividere con voi un mio contributo dedicato alla “Responsabilità del querelante nel processo penale” pubblicato sulla rivista Archivio penale. Per leggere il contributo: https://lnkd.in/egBUEp4X 🔎Tratta della responsabilità del querelante e dell’importanza di valorizzare gli strumenti sanzionatori avverso l’utilizzo improprio del diritto di querela. Si discute della necessità di responsabilizzare l’esercizio di tale diritto, il cui abuso produce effetti negativi sulla speditezza e sulla economia processuale incessantemente agognate. 📍L’aspirante persona offesa, come l’imputato, non ha solo diritti, ma è anch’ella chiamata a contribuire nella realizzazione di un processo efficiente e di durata ragionevole. 🔋Il contributo richiama alcuni dati utili sul numero di notizie di reato che giungono alle Procure della Repubblica, sulle archiviazioni e sugli esiti dei procedimenti (in particolare, in tema di stalking e maltrattamenti in famiglia). In merito all’archiviazione, si discute della possibilità di anticipare in questa fase le sanzioni avverso le querele temerarie. ❓In ultimo, l’imputato gode oggi di tutela economica per le spese affrontate nel processo in cui è stato prosciolto. Potrebbe esserci una nuova questione di legittimità costituzionale? Buona lettura!
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