Dal 2019 Esselunga fa parte del Network di Fondazione Libellula, il primo network di aziende unite contro la violenza di genere e ogni genere di violenza, con l’obiettivo di costruire una società equa, rispettosa e inclusiva.
Nel rinnovare il nostro costante impegno a prevenire e contrastare ogni forma di violenza e di discriminazione, abbiamo scelto quest’anno di sostenere lo Sportello L.E.I. (Lavoro, Equità, Inclusione), il primo sportello nazionale che offre ascolto e orientamento alle donne su episodi di violenza di genere.
Fornendo il nostro supporto, ci impegniamo a comunicare e promuovere al nostro interno il servizio, affinché tutti possano usufruirne in piena libertà, con la certezza che verrà garantito il rispetto della privacy delle beneficiarie.
Se hai bisogno di sostegno o aiuto, rivolgiti a sportello.lei@fondazionelibellula.com
Davvero i complimenti si dovrebbe dare pii pubblicità di questi progetti e delle grandi aziende come Esselunga che le sostengono, per essere di esempio anche per le altre o per chi ritiene che queste violenze non siano gravi
🟣 Sensibilizzazione e posizionamento: il caso Coop e Differenza Donna 🟣
🔺 Quando un #Brand sceglie di prendere posizione difronte a temi delicati entra in un territorio complesso ma, al contempo, potenzialmente ricco di valore. In occasione della #GiornataControLaViolenzaSulleDonne, #Coop ha rinnovato la sua collaborazione con #DifferenzaDonna -associazione che gestisce il numero nazionale antiviolenza e stalking 1522 - lanciando la seconda edizione della campagna #IlSilenzioParla.
🍝 Dopo il packaging dei biscotti 2023, quest’anno la protagonista è la pasta a marchio Coop, con una confezione total white e un gioco di parole grafico che trasforma "pasta" in "basta". Un QR code sul packaging rimanda ad un podcast, raccontato da uomini, che contiene sei storie di violenza raccolte dalle operatrici del 1522.
👠 Il contesto sociale di questa operazione è molto complesso; tali iniziative possono essere interpretate come un impegno autentico del brand o come opportunismo legato a finalità commerciali e il confine tra sensibilizzazione e #pinkwashing è molto labile.
👉 Perché la campagna di Coop funziona?
Perché Coop ha dimostrato coerenza e profondità: non solo un packaging significativo, ma un’iniziativa che educa e sensibilizza attraverso un podcast elaborato in collaborazione con un’associazione autorevole come Differenza Donna.
Il caso Coop dimostra che affrontare tematiche complesse con autenticità è possibile e può diventare anche un driver di posizionamento distintivo.
#MarketingAColazione#25Novembre#Marketing#Posizionamento
Credit photo: https://lnkd.in/dJcFMJzG
𝐂𝐨𝐨𝐩 𝐝𝐢𝐜𝐞 𝐛𝐚𝐬𝐭𝐚 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐨𝐥𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐬𝐮𝐥𝐥𝐞 𝐝𝐨𝐧𝐧𝐞 𝐚𝐭𝐭𝐫𝐚𝐯𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐮𝐧 𝐩𝐚𝐜𝐤𝐚𝐠𝐢𝐧𝐠 𝐝𝐞𝐝𝐢𝐜𝐚𝐭𝐨
Da alcuni giorni Coop ha lanciato sul mercato un nuovo #packaging per la sua pasta “a marchio” (in gergo tecnico private label) dove la “p” di “pasta” si tramuta in “b” di “basta”.
Una soluzione pensata in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne che cade il 25 novembre.
Come tutte le azioni che esulano dalla promozione del prodotto, anche in questo caso l’iniziativa si inquadra all’interno di una strategia di #comunicazione integrata. Sulle confezioni è presente un qr code che rimanda a un podcast dedicato. Una campagna realizzata insieme all’associazione nazionale responsabile del Numero Antiviolenza e Stalking, il 1522.
Si tratta di uno dei tanti esempi di impegno sociale che alcuni brand intraprendono prendendo posizioni su specifiche tematiche.
Da qui la nascita di commenti (e polemiche) da parte del pubblico, la principale è “la Coop lo fa per farsi pubblicità”.
In parte è sicuramente vero, ma non ritengo sia il punto focale. All’interno del bilancio di un colosso come Coop qualche pacco di pasta venduta in più rappresenta uno zero-virgola-zero. Piuttosto si tratta di un’operazione di rafforzamento del brand in ottica sociale e proattiva.
Il fulcro ha per oggetto un prodotto estremamente trasversale come la pasta e nasce con l’intento di sensibilizzare sia le donne (ricordando loro, in caso di necessità, il numero verde di supporto) che gli uomini, amplificando l’eco della giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
Una strategia in grado di suscitare l’apprezzamento di larga parte del pubblico, a costi minori e sicuramente più incisiva rispetto a una campagna puramente di brand legata al settore merceologico della #GDO.
#social#Advertising#25novembre
Carrefour Italia ottiene la certificazione per la parità di genere.
Un riconoscimento importantissimo per la sezione italiana del quarto più grande gruppo di vendita al dettaglio al mondo, creato da Marcel Fournier e Louis Defforey.
La certificazione (secondo la UNI/PdR 125:2022, lo standard di riferimento che stabilisce i requisiti) è stata rilasciata dall'ente certificatore Bureau Veritas Group e attesta l'impegno dell’azienda nel promuovere l’uguaglianza di genere al suo interno e nel creare un ambiente di lavoro inclusivo e rispettoso.
Grazie alle politiche adottate e implementate negli ultimi anni, #Carrefour#Italia, divenuta #Società#Benefit dal 2023 e da tempo attiva per favorire pari opportunità nei luoghi di lavoro, ha soddisfatto con successo i criteri previsti dal regolamento per ottenere il ‘bollino’ di qualità – per rimanere in gergo da supermercato – in merito alle politiche di genere nei suoi punti vendita e all’interno della società.
“Siamo estremamente orgogliosi di aver ottenuto la certificazione per la Parità di genere, un obiettivo che ci eravamo prefissati da tempo e che attesta il nostro impegno tangibile in questo ambito – dichiara Christophe Rabatel , Ceo di Carrefour Italia –. Questo riconoscimento rappresenta un risultato importante ma non deve essere considerato un punto di arrivo. Attuare politiche di #gender#equality, infatti, è un dovere e una responsabilità per garantire equità e rispetto nell'organizzazione ma anche per avere un impatto positivo in termini di performance”, continua
Nello specifico, nell’analisi di performance realizzata dall’ente, la catena di negozi è risultata particolarmente virtuosa per quanto riguarda le aree legate alla cultura e alla strategia aziendale, ai processi di selezione e valorizzazione delle risorse umane e alle politiche dedicate ai genitori .
Nello specifico, le politiche per i neo papà e le neo mamme sono state valutate positivamente perché garantiscono un supporto (equo e non sbilanciato verso un genere rispetto a un altro) nella gestione delle responsabilità familiari e lavorative
Tra queste, la nuova policy di genitorialità, che prevede un congedo retribuito doppio rispetto alla legge per il secondo genitore, un supporto psicologico dedicato, e un'integrazione economica dell'indennità di congedo parentale per tre mesi.
Nell’indagine valutativa che ha poi portato alla certificazione inoltre, è stato certificato che l'azienda garantisce il massimo rispetto nei processi di gestione delle risorse umane in fase di recruiting, perseguendo la parità di genere durante la selezione e l’assunzione attraverso l'individuazione di una rosa di candidati paritetica uomo-donna, e nel corso della carriera dei dipendenti, attraverso programmi di formazione continua e di sviluppo professionale senza nessuna discriminazione di genere
Bureau Veritas ItaliaBureau Veritas FranceCarrefourSamuel ValcarcelCarrefour EspañaCarrefour ArgentinaCandela Arias
#Diversità e #Inclusione sono temi importanti per Bancolini Symbol: vogliamo creare una cultura aziendale basata su inclusione, equità e valorizzazione delle diversità.
Per questo ci stiamo impegnando attivamente per conseguire la certificazione ISO 30415:2021. Sono diverse le azioni concrete che abbiamo già messo in atto, anche attraverso la creazione di un #Comitato dedicato.
Abbiamo ad esempio redatto un #CodiceDiComportamento per la Diversità e Inclusione e una #PoliticaIntegrata con linee guida comportamentali e obiettivi chiari. Garantiamo ascolto ai nostri collaboratori, mettendo a loro disposizione uno sportello dedicato e un processo di segnalazione di eventuali comportamenti inadeguati che sia semplice e sicuro.
Coinvolgiamo in questo percorso anche i nostri stakeholder esterni, perché diversità e inclusione siano obiettivi condivisi.
Scopri di più sul nostro impegno:
https://lnkd.in/dyXPJRwh
Quanta strada ancora da fare?
-“Commesse” (e non anche commessi?)
-“18 anni” (perché desidera persone maggiorenni in generale o solo persone di 18 anni?)
-“libere da impegni familiari” (cioè?)
-“dalle 17.00” (tutti i giorni, un giorno in particolare?)
Un annuncio che potrebbe far pensare (soprattutto dopo aver trascorso ore ad approfondire l’arte della ricerca del personale, senza trascurare l’importanza delle parole da inserire in un’inserzione)?
Una “provocazione” od una “leggerezza”?
Forse il cartello continua ad esser esposto perché le 18enni (libere o meno da “impegni familiari”) preferiscono lavorare come commesse altrove?😳
Per le possibili violazioni alle varie normative ci penseranno le autorità preposte…
P.S.: Roberta Zantedeschi: pubblicando il nome del negozio,potrebbe esser che offri loro una maggiore “visibilità” con possibili conseguenze a suo favore (pubblicità indiretta, acquisti per “curiosità indotta”, etc.)?
Mi occupo di Comunicazione Efficace e Relazione Consapevole come consulente HR, formatrice e coach - Promuovo il linguaggio chiaro e rispettoso - Insights Discovery Practitioner - Autrice e speaker - Montanara
Questo annuncio è ancora presente nelle vetrine del negozio Dal Sasso di Asiago (fotografato il 13 agosto 2024 dalla sottoscritta).
Scrivo “ancora” perché la prima volta che è stato segnalato era il 2022.
All’epoca ci fu una grande polemica e una multa per violazione dell’articolo 27 del Codice delle pari opportunità.
La vicenda fu testimoniata anche da Senza Filtro
Eppure è ancora lì: uno per ogni vetrina del negozio di abbigliamento in centro ad Asiago (VI).
Dal Sasso cerca:
- Donne
- Di 18 anni
- Senza impegni o vincoli familiari
Non c’è scritto di bell’aspetto, ma è una richiesta che sottende tutto il messaggio visto che non viene chiesto un #CV ma di presentarsi direttamente in negozio.
Questa è la dimostrazione di come in Italia non abbiamo un problema di diritti: abbiamo un problema di accesso e rispetto dei diritti.
Ed è tutta un’altra storia.
Ed è un enorme elefante dentro la stanza!
#LiberəDiEssere è la rubrica del mercoledì dedicata a #GenderGap#DEI#LinguaggioAmpio#Discriminazione#ParolePersoneLavoro
ARROGANZA IMPRENDITORIALE O STRATEGIA MANAGERIALE DI UN CERTO LIVELLO?
In questa rovente vigilia di Ferragosto, condivido con una certa punta di pensiero laterale questo post di Roberta Zantedeschi, facendo notare la mancata comprensione del «caso studio» da parte di chi commenta e della stessa autrice del post.
A parte le persone che continuano a commentare dimostrando di non capire l’evidente illegalità di quell’annuncio [articolo 27 del codice delle pari opportunità], penso però che anche le altre non abbiano ben compreso la fine strategia di brand marketing degli ottuagenari proprietari di quel negozio.
Esibire commesse di 18 anni, libere e (presumibilmente) belle, è proprio la caratteristica distintiva, il marchio di fabbrica, la «brand value promise» sbarazzina dei Magazzini Dal Sasso.
Proprio per questo motivo, infatti, l’annuncio continua a rimanere costantemente in vetrina: perché ogni anno, al compimento del 19° anno d’età, i signori Dal Sasso, per coerenza con quella clamorosa strategia di posizionamento del brand, sono costretti a rinnovare l’intero parco commesse.
Ogni giorno, non solo da Asiago, ma da tutto il Veneto e parte del Trentino, orde di clienti fidelizzati o semplici simpatizzanti che si riconoscono in quelle scelte etiche ed estetiche di fare quel caxx* che si vuole in quanto imprenditori [o come sostengono i Dal Sasso, «liberi professionisti»], popolano quello storico negozio d’abbigliamento con le caratteristiche commesse diciottenni libere da impegni familiari.
Proprio come quelli dei divani famosi in tv, anche i Dal Sasso accettano volentieri di pagare il ridicolo obolo dei 7000 euro di multa, sbattendosene beatamente le balle, in virtù di un cospicuo ritorno sull’investimento.
Altro che inclusivity, discrimination e syndacation... qui da un paio di anni stiamo assistendo al futuro del negozio di prossimità «fisico», alla faccia di Amazon e dell'e-commerce con le loro ridicole user experience interface!
#gendergap#branding#marketing#lavoro
Mi occupo di Comunicazione Efficace e Relazione Consapevole come consulente HR, formatrice e coach - Promuovo il linguaggio chiaro e rispettoso - Insights Discovery Practitioner - Autrice e speaker - Montanara
Questo annuncio è ancora presente nelle vetrine del negozio Dal Sasso di Asiago (fotografato il 13 agosto 2024 dalla sottoscritta).
Scrivo “ancora” perché la prima volta che è stato segnalato era il 2022.
All’epoca ci fu una grande polemica e una multa per violazione dell’articolo 27 del Codice delle pari opportunità.
La vicenda fu testimoniata anche da Senza Filtro
Eppure è ancora lì: uno per ogni vetrina del negozio di abbigliamento in centro ad Asiago (VI).
Dal Sasso cerca:
- Donne
- Di 18 anni
- Senza impegni o vincoli familiari
Non c’è scritto di bell’aspetto, ma è una richiesta che sottende tutto il messaggio visto che non viene chiesto un #CV ma di presentarsi direttamente in negozio.
Questa è la dimostrazione di come in Italia non abbiamo un problema di diritti: abbiamo un problema di accesso e rispetto dei diritti.
Ed è tutta un’altra storia.
Ed è un enorme elefante dentro la stanza!
#LiberəDiEssere è la rubrica del mercoledì dedicata a #GenderGap#DEI#LinguaggioAmpio#Discriminazione#ParolePersoneLavoro
Cosa è un’aggressione? cosa può mettere a disagio qualcuno? cosa sono le discriminazioni e come vengono perpretate anche sul posto di lavoro?
Età, genere, orientamento sessuale, religione, etnia, politica, caratteristiche fisiche e lingua sono solo alcune di quelle che possono, scentemente o meno, essere usate per discriminare e aggredire.
Ecco il progetto del dipartimento HR di Nespresso a cui abbiamo partecipato: un workshop “mascherato” sulle microaggressioni. Esperienza che tutte le aziende dovrebbero fare 💪
E voi? ci avete mai riflettuto?
#proudtobe#nespresso
"Lei è Aurora. Come vedete molto giovane!”. “Però, sei diventata brava a fare le slide!” “Ma sì dai, è solo una battuta!”
Le micro-aggressioni, spesso camuffate da “battutine”, sono una realtà anche nel mondo del lavoro e, sicuramente, non più giustificabili in contesti inclusivi. Per capire meglio questo fenomeno abbiamo svolto un’indagine coinvolgendo la comunità di LinkedIn, e scoperto che oltre il 60% di chi ha risposto è stato o stata vittima di micro-aggressioni.
Da qui nasce l’idea di un vero esperimento sociale in cui abbiamo coinvolto, a loro insaputa, un gruppo di persone di Nespresso, per comprendere le loro reazioni ed emozioni davanti a situazioni discriminatorie e iniziare insieme un percorso di educazione e supporto per tutti e tutte.
Guarda il video e scopri come è andata.
Se vuoi sapere di più sull’iniziativa visita il nostro sito: https://lnkd.in/dSZjqTcq
🎗 Le giornate internazionali NON dovrebbero essere una scusa per farci delle grandi seghe a vicenda fra pubblicitari.
Un paio di riflessioni:
1️⃣ Stay with me nel ragionamento: che effetto sortisce aprire la bocca per dire "love is love" durante il pride o "questo non è amore" il 25 novembre? Nessuno. Le ore passate in call, e poi piegati sul PC, per fare un post di questo tipo sono ore perse.
2️⃣ Sai qual è il nome completo di questa giornata? Giornata internazionale per l'ELIMINAZIONE della violenza contro le donne
3️⃣ Quindi, la domanda da farsi non è che gioco di parole facciamo quest’anno con il nostro brand, ma: che cosa può fare il nostro brand per eliminare, anche solo in parte, le cause della violenza?
Qualche idea dovremmo avercela, no? Ve la dico male:
👉 Pagare le donne salari equi. Perché la libertà e l'indipendenza si misurano anche in soldoni
👉 Adottare policy aziendali serie contro la discriminazione. Perché la cultura della violenza non sta solo nello schiaffo, ma anche (in piccolo) nel collega che ti interrompe in riunione e si prende il merito delle tue idee. E questo è volutamente un esempio soft, per gli esempi forti vi rimando al lavoro di Tania Loschi che lo scorso anno ha raccolto testimonianze davvero toste, quasi difficili da leggere.
👉 Sostenere ECONOMICAMENTE le associazioni che combattono la violenza. Perché il vero calvario, spesso, non è arrivare alla denuncia, ma tutto quello che succede dopo. Quando servono supporto, casa, lavoro e una nuova vita.
Questo post non ha l'arroganza di essere una risposta al problema, ma è un invito a sentirsi un po' parte del problema (donne e uomini tutti) quando ci uniamo al coro dell'inutilità, anziché fare qualcosa di concreto.
È anche un'invito alle aziende: usate il vostro budget per fare cose concrete e non solo per accrescere le vanity metrics e fare i big likes.
La stragrande maggioranza degli episodi di violenza di genere avviene in casa. Il regno di IKEA. Il brand svedese ha voluto dare un segnale forte in Italia con la campagna ideata da DDB Group Italy in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne del 25 novembre.
I classici cartellini con i nomi dei mobili diventano così il veicolo perfetto per alcune #frasi che devono far scattare l’allarme rosso in tutte le donne. Situazioni che sono le prime spie di una situazione che potrebbe degenerare. I classici numeri con le coordinate di corsia e scaffale, invece, vanno a comporre il numero di aiuto 1522.
La campagna sarà on air dal 22 al 25 novembre sui canali social Meta, TikTok, LinkedIn oltre al sito italiano di Ikea e in tutti i negozi del territorio nazionale. A Milano e Roma verrà anche allestito un room setting in-store utilizzando esclusivamente mobili bianchi con tanti cartellini a mettere in luce la molteplicità delle violenze possibili.
“Negli ultimi 10 anni - spiega Cristina Broch country comunication manager di Ikea Italia - abbiamo arredato centri antiviolenza diurni, residenze per donne e bambini, appartamenti protetti e stanze rosa all’interno dei commissariati di polizia e delle caserme dei carabinieri. Siamo anche concretamente in prima linea”. “#Ikea è un tempio sacro della dimensione domestica e aggiunge così a questo messaggio risonanza ed efficacia” chiude il CCO di DDB Group Italy Luca Cortesini
🪶 Alan Conti
"Lei è Aurora. Come vedete molto giovane!”. “Però, sei diventata brava a fare le slide!” “Ma sì dai, è solo una battuta!”
Le micro-aggressioni, spesso camuffate da “battutine”, sono una realtà anche nel mondo del lavoro e, sicuramente, non più giustificabili in contesti inclusivi. Per capire meglio questo fenomeno abbiamo svolto un’indagine coinvolgendo la comunità di LinkedIn, e scoperto che oltre il 60% di chi ha risposto è stato o stata vittima di micro-aggressioni.
Da qui nasce l’idea di un vero esperimento sociale in cui abbiamo coinvolto, a loro insaputa, un gruppo di persone di Nespresso, per comprendere le loro reazioni ed emozioni davanti a situazioni discriminatorie e iniziare insieme un percorso di educazione e supporto per tutti e tutte.
Guarda il video e scopri come è andata.
Se vuoi sapere di più sull’iniziativa visita il nostro sito: https://lnkd.in/dSZjqTcq
"Lei è Aurora. Come vedete molto giovane!”. “Però, sei diventata brava a fare le slide!” “Ma sì dai, è solo una battuta!”
Le micro-aggressioni, spesso camuffate da “battutine”, sono una realtà anche nel mondo del lavoro e, sicuramente, non più giustificabili in contesti inclusivi. Per capire meglio questo fenomeno abbiamo svolto un’indagine coinvolgendo la comunità di LinkedIn, e scoperto che oltre il 60% di chi ha risposto è stato o stata vittima di micro-aggressioni.
Da qui nasce l’idea di un vero esperimento sociale in cui abbiamo coinvolto, a loro insaputa, un gruppo di persone di Nespresso, per comprendere le loro reazioni ed emozioni davanti a situazioni discriminatorie e iniziare insieme un percorso di educazione e supporto per tutti e tutte.
Guarda il video e scopri come è andata.
Se vuoi sapere di più sull’iniziativa visita il nostro sito: https://lnkd.in/dSZjqTcq
Grazie del sostegno al nostro progetto di cura che abbiamo fortemente voluto!