Post di Essere Animali

Un anno fa Fileni era finita al centro di uno scandalo in seguito a un servizio di Report, nel quale oltre ad accuse di maltrattamenti, si avanzavano anche dubbi sulla certificazione biologica dei polli. A febbraio 2024, Sigfrido Ranucci ha letto in diretta un comunicato in cui Fileni ammette l’esistenza (a sua insaputa) di maltrattamenti in alcuni allevamenti e la redazione di Report riconosce che i polli sono biologici al 100% (come attestato dai controlli delle autorità competenti). Il testo letto da Ranucci precisa che una parte dei polli Fileni in quel periodo non erano animali a crescita lenta ma (probabilmente) broiler a crescita rapida. Questo aspetto è importante perché vuol dire che stiamo parlando di animali macellati dopo 35-42 giorni, perché sviluppano un petto enorme che comporta miopatie e difficoltà di movimento. Poi, con il passare dei giorni, aumenta anche la mortalità. Aspettare 81 giorni come prevede la norma dei polli biologici crea grosse criticità. Per sopperire al problema, Fileni sottoponeva gli animali a regimi alimentari ristretti, in termini di quantità o di apporto calorico. Il problema adesso non c’è più, perché Fileni aderisce al protocollo #Europeanchickencommitment (ECC) che prevede un maggior livello di benessere negli allevamenti e da qualche mese l’azienda ha completato la conversione di tutta la filiera bio. Fileni infatti usa razze a crescita lenta per il biologico (Ranger classic) e Hubbard JA Cou Nu per i polli allevati in modo convenzionale all’aperto. A livello logistico la densità è ridotta, i capannoni sono illuminati con luce naturale e ci sono arricchimenti. In questo modo le miopatie si presentano solo in minima parte, la carne ha una consistenza differente e le ustioni alle zampe dovrebbero essere ridotte al minimo. Ma questo rappresenta solo una minima parte del fatturato aziendale. I polli bio e quelli allevati all’aperto sono il 10% circa degli animali. L’80% del fatturato Fileni deriva da polli a crescita rapida allevati in modo convenzionale in capannoni chiusi, con tutti i problemi che presentano i broiler. Si tratta delle stesse criticità che si riscontrano negli allevamenti intensivi di aziende come Aia e Amadori. C’è però una differenza: Fileni si è è impegnata con Compassion in World Farming a fornire dal 2026 ai clienti che ne faranno richiesta polli allevati rispettando i criteri dell’ECC, quindi animali a crescita lenta, con un minore affollamento e con un maggiore indice di benessere. Per il momento però questo sistema di allevamento riguarda il 20% circa dei polli allevati al chiuso. L'articolo di Roberto La Pira su #ilfattoalimentare https://lnkd.in/dAqHH95U

🔎 Cosa influenza la #qualità della #CarneBovina?   📝 La #qualità di questo #cibo è valutata non solo in base a caratteristiche sensoriali o igienico-sanitarie, ma anche a quelle #nutrizionali, tecnologiche e commerciali. Bisogna ricordare però che il principale responsabile della qualità della #carne è chi la crea: l’#allevatore, la #GeneticaAnimale, le modalità di #allevamento e l’#alimentazione. 👨🏻🌾 La morfologia del nostro #territorio permette di condurre soprattutto un tipo di allevamento definito “protetto”, erroneamente chiamato #AllevamentoIntensivo. L’#AllevamentoProtetto è caratterizzato da strutture che garantiscono la custodia e la crescita degli #animali con una maggior attenzione al loro regime alimentare. L’approfondimento nel nostro articolo 👇🏻

Gli allevamenti intensivi di polli sono finiti sotto i riflettori nelle ultime settimane. Due inchieste condotte da altrettante associazioni animaliste, Essere Animali e Open Cages, hanno portato all'attenzione dell'opinione pubblica gli effetti che le scarse condizioni di vita negli allevamenti hanno sugli animali e, in ultima istanza, sulla carne che consumatori e consumatrici acquistano al supermercato. L'inchiesta di Essere Animali ha scoperto che circa il 90% circa del petto di pollo venduto da Lidl presenta delle strisce di grasso ben visibili ad occhio nudo. Il fenomeno si chiama #whitestriping ed è un segno di qualità non eccellente, direttamente correlato al benessere animale. Si tratta di una conseguenza della selezione di razze a crescita rapida, che vanno incontro a uno sviluppo abnorme del petto, con effetti deleteri su salute, tra cui lesioni e deformità dolorose. La seconda inchiesta, quella firmata da Open Cages, si concentra sulle #hockburns, i segni sui garretti dovuti a irritazioni e dermatiti da contatto provocate dallo stazionamento in lettiere inadeguate ed eccessivamente umide di cui ha parlato anche BBC. Anche in questo caso i problemi derivano da una cattiva gestione degli allevamenti, e in alcuni casi dalle caratteristiche dei broiler ad accrescimento rapido. “È importante spiegare agli allevatori che il benessere degli animali va a loro vantaggio, bisogna convincerli, spiegare che allevando bene si evitano problemi e si guadagna di più. – afferma Monica Guarino Amato, ricercatrice del CREA Ricerca Zootecnia e Acquacoltura.– Il benessere degli animali non si migliora con gli scandali, ma applicando correttamente le leggi: ci sono dei pessimi allevatori da sanzionare, ma soprattutto ci sono allevatori che cercano di fare bene e potrebbero migliorare ulteriormente se informati correttamente.” Gli articolo di paola emilia cicerone su #ilfattoalimentare White striping: https://lnkd.in/dbEpqrbS Hock burns: https://lnkd.in/d_XjcEee

🐏 Nonostante una popolazione globale di capre stimata di oltre un miliardo di capi, sappiamo ancora poco sui metodi utilizzati per somministrare il latte ai capretti allevati separatamente dalle loro madri, e su come questi vengono svezzati in tali sistemi di allevamento. 🧐 Un recente studio ha approfondito questi temi, raccogliendo informazioni dettagliate sulle pratiche di allevamento dei capretti utilizzate da un’ampia gamma di allevatori di più paesi. Ve ne riassumiamo i risultati in questo nuovo articolo della rubrica Ovis & Caprae a cura di MSD Animal Health 👇 #ovisecaprae #ruminantia #capretti #capre #allevamentocaprino https://lnkd.in/dasu638t

Un ottimo articolo di Micaela Cappellini che spiega chiaramente una situazione grave per diversi motivi: - il danno economico, non solo per gli allevatori ma per l’intera filiera, che vede già gravi perdite, in particolare sull’export in alcuni mercati - ⁠la solita logica emergenziale con cui troppo spesso si agisce nel nostro paese, che in questo caso vede le autorità rincorrere senza successo i focolai avendo come unica soluzione l’abbattimento dei capi - ⁠un danno di immagine e reputazione che si ripercuote su tutto il settore anche se, è opportuno rimarcarlo, non sussiste alcun problema di sicurezza sui prodotti a base di carne suina: il virus è innocuo per l’uomo. Cosa fare? È importante che le autorità competenti, in primo luogo il Ministero della Salute e il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, intervengano prontamente per sostenere l’intera filiera e affrontino il problema in maniera strutturale con regole e controlli più rigidi per gli allevamenti. Infine occorrerà mettere in campo una campagna di comunicazione per rassicurare i consumatori. ‎

Benessere animale, efficienza e qualità. Sono i tre capisaldi su cui si basa l’attività degli allevatori della filiera Grana Padano DOP, finalizzata a massimizzare la resa del latte, puntare sulla longevità della mandria e produrre una materia prima idonea alla caseificazione. Consorzio Tutela Grana Padano

Come evolverà la suinicoltura nel 2024? Quali sono le prospettive imminenti per allevatori, brand e consumatori? Come fronteggiare il problema della peste suina africana e gli alti prezzi di mercato? Quanto conta il #benessereanimale? Vi invitiamo a leggere l’interessante intervista rilasciata dal nostro Dir. Generale Pietro Pizzagalli al portale Teseo by CLAL srl, in cui emerge chiara l’urgenza di un dialogo autentico tra tutti gli attori della filiera per migliorare la #zootecnia nel suo insieme e, di riflesso, gli effetti sul consumer: https://lnkd.in/dY77NQyP   #fumagallisalumi #sostenibilità 

Il benessere degli animali è il punto di partenza della nostra #filieracircolare e integrata, ogni giorno ci impegniamo a riservare una cura speciale alle nostre #bufale che si fondi con il rispetto dell’ambiente. All’interno delle nostre aziende agricole, le bufale sono libere di muoversi e il loro stato di salute è valutato costantemente da uno staff veterinario altamente specializzato. Gli allevamenti, inoltre, aderiscono agli standard CLASSYFARM che certificano il #benessereanimale, riconosciuti dal Ministero della Salute e dal Ministero dell'Agricoltura e della Sovranità Alimentare e delle Foreste. La tracciabilità e il controllo sulla qualità del prodotto finito nascono dal campo e dalla stalla, grazie al monitoraggio svolto da professionisti agro-zootecnici che, dai foraggi prodotti dall'alimentazione delle bufale fino all'analisi del latte per singola bufala munta, ne constatano la qualità. #specialitàdibufala #mozzarelladibufalacampanadop #formaggiDOP #PDObuffalomozzarella  #PDOcheese

Non serve essere un allevamento di grandi dimensioni per avere bisogno di silos in vetroresina. Sai perché? 🔹Protezione dagli agenti atmosferici - i silos in vetroresina offrono protezione dalla pioggia, il vento, la neve e il sole. La qualità del mangime, se esposto a umidità, temperature estreme e contaminazioni, può essere compromessa, e così la sicurezza alimentare 🔹Prevenzione di infestazioni - i silos in vetroresina sono sigillati ermeticamente, impedendo l'accesso a roditori, insetti, volatili e altri animali che possono contaminare il mangime, o mirare al bestiame, con un rischio elevato per l’allevamento 🔹Mantenimento dei valori nutritivi - le condizioni controllate all'interno del silos preservano le proprietà nutritive del mangime, garantendo la salute degli animali 🔹Riduzione degli sprechi - il mangime, non adeguatamente stoccato, è soggetto a deterioramento e muffa. I silos di vetroresina aiutano a ridurre gli sprechi e a ottimizzare l'utilizzo del mangime 🔹Miglioramento dell’efficienza - i silos di vetroresina facilitano il carico, lo scarico e il controllo del livello del mangime, rendendo la gestione dell'alimentazione animale più efficiente 🔹Sicurezza e igiene - silos di vetroresina sono realizzati in materiale resistente e sicuro, che facilita la pulizia e la sanificazione, garantendo igiene del prodotto insilato e sicurezza 🔹Investimento duraturo - silos di vetroresina sono una soluzione robusta e longeva, che ne giustifica un investimento iniziale 🔹Sostenibilità ambientale - i silos di vetroresina riducono gli sprechi, e l'impatto ambientale associato alla produzione di mangime, contribuendo a una produzione più sostenibile. Anche la produzione industriale dei nostri silos è sostenibile, nel rispetto di uno dei nostri valori principali e trainanti, la sostenibilità Scegli i silos in vetroresina per tutelare e migliorare l’efficienza della tua attività. Rivolgiti a noi, sappiamo fare la differenza. Contattaci subito! Anche sui nostri social media ✨ Eurosilos Sirp, proteggiamo dall’interno. #EurosilosSirp #silos #silosinvetroresina #zootecnia #allevamento #agricoltura #industria