👩👦In occasione della Festa della #Mamma, abbiamo diffuso alcuni dei risultati del nostro Osservatorio #Parents, che indaga i comportamenti e i bisogni dei #genitori con figli tra 0 e 11 anni. Quali sono le principali fonti di preoccupazione per le mamme italiane? #Lavoro: solo 1 mamma su 3 si dichiara pienamente soddisfatta dell'attuale situazione lavorativa. Un'insoddisfazione esacerbata dal forte desiderio delle mamme di affermarsi anche da un punto di vista professionale. #Economia: l'84% delle madri italiane, contro il 77% dei padri, si dice molto o abbastanza preoccupato per il #futuro personale e della propria famiglia, soprattutto a causa della riduzione dei risparmi che colpisce quasi 6 mamme su 10. #Violenzadigenere: il 33% delle mamme teme gli episodi di violenza che coinvolgono le donne, una percentuale superiore a quella dei padri (21%). Gli episodi di violenza, in generale, nella società e i fatti di cronaca riportati dai media turbano il 42% delle mamme. Leggi qui l'articolo pubblicato su Quotidiano Nazionale Network➡️ https://lnkd.in/drywJa-C #Eumetra #marketresearch #knowledgebuilding Matteo Lucchi Jessica Bizzotto Anita Lissona Lead Communication
Post di Eumetra
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"Comunicare": cum = con, munire = legare ovvero "mettere in comune" Talvolta dimentichiamo il valore del nostro lavoro, la #comunicazione, e allora è utile ricordare la sua etimologia. Anche per capire se stiamo veramente comunicando. Nei progetti LUZ l'ambizione è sempre mettere qualcosa in comune, al servizio di tuttə. La #genitorialità, i #bambini e le #bambine, le nuove #generazioni sono il fulcro del concetto di #comunità, del mettere in comune, dello stare #insieme: per questo investiamo in progetti come #Grembo e #EnsembleFestival. 👇
Quando si parla di politiche per le famiglie, mi viene sempre in mente un’immagine: una sorta di zaino, un “pacchetto” di servizi che viene consegnato alle persone che diventano genitori. Sappiamo che non è propriamente così. Al massimo abbiamo ricevuto un pacco di pannolini omaggio dall’ospedale! Le #informazioni -quelle che vorremmo realmente avere- sono frammentante, diverse. Non è scontato capire a chi rivolgerci o di chi possiamo fidarci. Quando Evelina Massanova mi ha scritto del suo desiderio di scrivere un articolo su #Grembo non pensavo che le sue parole mi avrebbero offerto una lettura così estesa di quello che oggi per me non è un semplice podcast ma è molto di più. Oltre a ringraziare lei e il suo laboratorio (Percorsi di secondo welfare) per questo spazio, ringrazio voi per sostenere Grembo, per la voglia di cambiare prospettiva e di non limitare la visione della genitorialità a uno “zaino regalo”. Leggi l'articolo qui 👉 https://lnkd.in/dzeHu4YK LUZ Agency - B Corp & Benefit Corporation Ph Gabriella Corrado 💙
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CONTI AL MATTINO - NON SONO OPERE D’ARTE Qualcuno è un po’ scolorito dal tempo ma, tutto sommato, in città sono tutti ancora piuttosto visibili. C’è anche la versione con cuore singolo oltre quella di donna con culletta. Sempre, tendenzialmente, in rosa. Allora, per quanto curati questi disegni non sono delle opere d’arte di madonnari in vena di improvviso ermetismo. Sono dei segnali per indicare dei parcheggi destinati alle donne in gravidanza o con il passeggino (la colletta che vedete stilizzata, appunto). Vale anche la variante padri soli con il passeggino. In effetti, dove presente, il singolo cuore poteva trarre in inganno: poteva certamente sembrare un posto riservato a giovani coppie innamorate, ma no. Sostanzialmente questi stalli sono utili perché un filo più larghi (proprio per gestire passeggini che spesso sono catafalchi) e più vicini ad entrate e uscite delle strutture per le donne incinte che magari fanno più fatica. O anche per non far fare troppa strada tra le auto a bimbi e neonati. Roba così, semplice come concetto. Quindi no, maschio adulto, la pancia da birra non è sufficiente. Quindi no, coppia di anziani, aver avuto figli 50 anni fa non è sufficiente. Quindi no, giovanissima donzella da sola, non è sufficiente essere donna. Sì, lo so che lo sappiamo tutti. Il problema è che non basta saperlo. Va rispettato. Il rischio nullo di prendere una multa non rende più furbi ad occupare questi posti senza rientrare nelle categorie più sensibili. Rende solo solo più zotici. ✍️ Alan Conti
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Oggi parliamo ovviamente di mamme che lavorano, e lo facciamo con nuove consapevolezze, richieste diverse, e la necessità di un supporto non solo dalla propria rete che per ora è a singhiozzo. I numeri parlano chiaro: ancora troppe donne lasciano il lavoro dopo il primo figlio, e in generale si colpevolizzano se lavorano troppo, o troppo poco. Tutto nella puntata di Coltura aziendale: 👇
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"La famiglia, un'istituzione in continua evoluzione" L'articolo dell'ANSA ci presenta un quadro chiaro e preoccupante della famiglia italiana. Un'istituzione che, per secoli, ha rappresentato il fulcro della società, sta subendo profonde trasformazioni. Il calo drastico delle coppie con figli è un campanello d'allarme. Dietro questi numeri si nascondono scelte individuali, condizionate da una società in rapida evoluzione, da un precariato lavorativo crescente e da un futuro incerto. La scelta di non avere figli, o di averne meno, è una decisione complessa, che coinvolge aspetti economici, sociali e personali. L'aumento dei nuclei monogenitoriali, in particolare delle madri sole, è un altro dato significativo. Queste donne, spesso sole ad affrontare le sfide dell'educazione dei figli, sono un simbolo di resilienza e determinazione. Ma la loro situazione pone interrogativi sulla conciliazione tra vita lavorativa e familiare, sull'accesso ai servizi e sul sostegno sociale. Il Sud, con le sue tradizioni più legate alla famiglia, sembra resistere a questo trend, ma anche qui i cambiamenti sono evidenti. La Basilicata, in testa alla classifica delle coppie con figli, ci ricorda che le radici culturali possono ancora influenzare le scelte individuali. Tuttavia, anche nel Mezzogiorno si registra un aumento dei nuclei monogenitoriali e una tendenza alla diminuzione della fertilità. Le coppie dello stesso sesso, sempre più numerose, rappresentano un'altra faccia della famiglia moderna. La loro presenza è un segno di progresso sociale e di una maggiore apertura mentale. Tuttavia, le coppie omogenitoriali si trovano ancora ad affrontare discriminazioni e ostacoli burocratici. Nicola Moiraghi
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CONTI AL MATTINO - NON SONO OPERE D’ARTE Qualcuno è un po’ scolorito dal tempo ma, tutto sommato, in città sono tutti ancora piuttosto visibili. C’è anche la versione con cuore singolo oltre quella di donna con culletta. Sempre, tendenzialmente, in rosa. Allora, per quanto curati questi disegni non sono delle opere d’arte di madonnari in vena di improvviso ermetismo. Sono dei segnali per indicare dei #parcheggi destinati alle donne in gravidanza o con il passeggino (la culletta che vedete stilizzata, appunto). Vale anche la variante padri soli con il passeggino. In effetti, dove presente, il singolo cuore poteva trarre in inganno: poteva certamente sembrare un posto riservato a giovani coppie innamorate, ma no. Sostanzialmente questi stalli sono utili perché un filo più larghi (proprio per gestire #passeggini che spesso sono catafalchi) e più vicini ad entrate e uscite delle strutture per le donne incinte che magari fanno più fatica. O anche per non far fare troppa strada tra le auto a bimbi e neonati. Roba così, semplice come concetto. Quindi no, maschio adulto, la pancia da birra non è sufficiente. Quindi no, coppia di anziani, aver avuto figli 50 anni fa non è sufficiente. Quindi no, giovanissima donzella da sola, non è sufficiente essere donna. Sì, lo so che lo sappiamo tutti. Il problema è che non basta saperlo. Va rispettato. Il rischio nullo di prendere una multa non rende più furbi ad occupare questi posti senza rientrare nelle categorie più sensibili. Rende solo solo più #zotici. ✍️ Alan Conti
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Parità significa togliere barriere che rendono complicato per le donne realizzare i propri obiettivi professionali, significa però anche dare l'opportunità agli uomini di curare la dimensione personale. Ecco un bel modo di festeggiare la #festadellamamma
La #FestadellaMamma è una occasione per riflettere sulla complessità delle dinamiche che ruotano attorno alla #maternità. Dai dati emerge infatti che ancora oggi, quasi una #donna su cinque è costretta ad abbandonare la propria occupazione per provvedere alla cura dei figli, penalizzata dall’assenza di adeguate strutture per la prima infanzia. Inoltre, anche all’interno delle #famiglie continua a riscontrarsi una suddivisione stereotipata dei ruoli. Molto resta da fare in termini di reale e bilanciata corresponsabilità genitoriale: sarebbe utile prevedere meccanismi che incentivano la condivisione dei carichi familiari, oltre che implementare interventi mirati a stabilizzare i percorsi lavorativi ed economici delle donne. In questa occasione condividiamo una serie di dati che offrono un quadro della situazione accompagnati dal commento di Jolanda Restano a partire dalla sua esperienza con FattoreMamma. Leggi l'intervista completa: https://lnkd.in/dcmNzKAz
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Arianna Monticelli ci fa riflettere sul ruolo dei caregiver
Un fenomeno di cui non si conoscono ancora bene i contorni per mancanza di dati ma che per Simona Bianco di Young Care Italia, la prima associazione che se ne occupa, «deve emergere». I millennials, soprattutto donne, infatti, si ritrovano a doversi occupare dei genitori malati, di una carriera agli inizi e di figli ancora piccoli con un forte rischio isolamento. Leggi l'articolo di Arianna Monticelli 👉 https://lnkd.in/dJpKAjZp
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Dare la dote alla famiglia del marito nei villaggi così come nella cultura indiana è un’usanza normale. E’ solo la famiglia della sposa a dare la dote che è tenuta a dare sempre qualcosa, degli oggetti o soldi, diventa obbligatorio anche post matrimonio. Perché? Perché è una donna ed è lei ad essere inferiore ed è lei che deve contribuire al benessere della futura famiglia in cui andrà. La famiglia di lei spesso è costretta ad indebitarsi per “accontentare” l’altra famiglia, perché le pretese aumentano nel corso degli anni. Sono poche le persone che si ribellano a questo sistema e sono poche le donne che hanno supporto dalla propria famiglia perché ciò non accada. Ma è tutto normale perché è così che si fa, spero però che le nuove generazioni abbiano più consapevolezza perché tutto ciò deve avere una fine. Nessuno deve sentirsi inferiore agli altri. Le donne devono avere gli stessi diritti ma anche le stesse opportunità degli uomini così come quest ultimi devono lavorare per diminuire il gap tra ambo i sessi. Sentirsi inferiori o avere l’autostima bassa perché non si riesce ad concludere qualcosa quando le pretese aumentano non deve esserci da nessuna parte, ne nella vita privata e ne nella vita lavorativa. Ad un certo bisogna saper dire di no è l’unica soluzione! La dote non è un obbligo e non è normale che esista ancora oggi, nel 2025! #saperDireNo #Dote #StorieIndiane #ViaggioInIndia
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#Condividere equamente le #cure #genitoriali tra #padre e #madre: ecco la vera soluzione per consentire alle #famiglie di #crescere. E invece sono pochissime le voci che sul palco degli #StatiGeneraliDellaNatalità, come del resto sulla scena politica italiana, hanno citato i padri, l’opportunità del loro coinvolgimento nella cura di figli e figlie, attraverso una equa ripartizione del lavoro domestico tra loro e le madri e misure per la conciliazione tra lavoro e famiglia che riguardino anche gli uomini. Eppure è chiaro che la strada per mettere le coppie in condizioni di appagare il proprio desiderio di genitorialità passa per l'attivazione di politiche che favoriscano il riequilibrio dei divari di genere: a partire da #congedi di genitorialità perfettamente paritari, integrati con politiche fiscali e dei servizi che ne rendano paritario l’utilizzo concreto. Il carico di lavoro che grava sulle madri è il classico elefante nella stanza: Maria Cristina Valsecchi propone una riflessione dopo avere seguito gli Stati generali della Natalità. Il link è nel primo commento!
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Perché #nonfacciamofigli #cullevuote, in Italia è #allarmerosso. Le analisi si moltiplicano, le azioni invece latitano. Le colpe? Sempre quelle: la #precarietàdellavoro, l’#assenzaservizi, l’#individualismocrescente. Tutto vero, ma non basta. Nessuno dà mai parola ai giovani: che idea hanno loro del diventare padre o madre? Non mettere al mondo un figlio è una rinuncia o una scelta? Noi lo abbiamo fatto. Il nuovo servizio di copertina di VITA parte da una tavola rotonda con cinque ragazze e cinque ragazzi under25: su dieci, solo uno è certo di volere un figlio; gli altri, al momento, dicono “anche no”. Le ragioni che ci hanno raccontato sono sorprendenti e non hanno nulla a che fare con quelle che di solito ci raccontiamo. Uno sguardo inedito da consegnare alla politica, a cominciare dalla ministra Eugenia Roccella. Dentro questo nuovo immaginario, quanto pesa uno storytelling della genitorialità tutto schiacciato sulle rinunce? Con 25 esperti di educazione, psicologia e comunicazione abbiamo costruito un altro vocabolario sull’essere padri e madri, che ne dica la complessità ma anche la bellezza: tra loro Matteo Bussola, Francesca Fiore di Mammadimerda, Riccarda Zezza, Ilaria Maria Dondi. Proprio la bellezza emerge con forza dalle storie di dieci giovani coppie che hanno scelto di fare spazio a un figlio: storie complicate e ricchissime, che sanno di vita.
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