Oggi parliamo ovviamente di mamme che lavorano, e lo facciamo con nuove consapevolezze, richieste diverse, e la necessità di un supporto non solo dalla propria rete che per ora è a singhiozzo. I numeri parlano chiaro: ancora troppe donne lasciano il lavoro dopo il primo figlio, e in generale si colpevolizzano se lavorano troppo, o troppo poco. Tutto nella puntata di Coltura aziendale: 👇
Post di Luca Capriotti
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Il vento che soffia dagli USA non è buono per i diritti delle #donne, in particolare in campi cruciali e delicati come quello dell’interruzione di gravidanza. Ma anche nel nostro Paese non tira aria buona, basta pensare alla recente legge sulla gravidanza per altri “reato universale”, agli attacchi contro i contraccettivi o alla guerra santa contro la cosiddetta “teoria gender”. Ci si occupa troppo spesso di argomenti importanti per la vita delle persone a partire da posizioni ideologiche e scarsamente informate. Noi diamo sempre molto spazio su Scienza in rete a questi temi, cercando di spiegare che cosa è in gioco, attenendoci sempre a quanto emerge dagli studi scientifici e con la massima attenzione alla tutela dei diritti di tutte le persone. Aiutaci a fare sempre meglio questo lavoro. Sostienici con una donazione, difenderai il diritto tuo e di tutti ad avere informazioni corrette in un campo messo a rischio da pregiudizi e ideologie: https://lnkd.in/d5HetR9g
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Essere un papà presente fin dai primi giorni non solo migliora il benessere dei bambini e delle mamme, ma ha un impatto positivo anche sulla salute mentale e fisica dei padri e sulla stabilità della coppia. Inoltre, la produzione di ossitocina nel padre che si occupa attivamente dei figli riduce l’aggressività e contribuisce alla prevenzione della violenza di genere. Questi sono solo alcuni dei dati emersi dagli studi recenti sul ruolo del padre nella famiglia contemporanea. Tuttavia, l’Italia è ancora lontana dall’offrire un congedo di paternità adeguato, con soli 10 giorni retribuiti al 100%, una delle percentuali più basse d'Europa. Un paradosso, se pensiamo che il congedo di maternità italiano è tra i più generosi del continente. Il progetto europeo 4e-Parent Project, a cui partecipa anche Zadig, mira a colmare questo gap proponendo un pacchetto di misure che potrebbero essere incluse nella finanziaria 2025. Le proposte sono state presentate durante il convegno "Il tempo dei papà", tenutosi a Roma lo scorso 26 settembre. 🔗 L'editoriale di Eva Benelli sul nostro sito: https://lnkd.in/dY5eY_-3
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CONTI AL MATTINO - NON SONO OPERE D’ARTE Qualcuno è un po’ scolorito dal tempo ma, tutto sommato, in città sono tutti ancora piuttosto visibili. C’è anche la versione con cuore singolo oltre quella di donna con culletta. Sempre, tendenzialmente, in rosa. Allora, per quanto curati questi disegni non sono delle opere d’arte di madonnari in vena di improvviso ermetismo. Sono dei segnali per indicare dei parcheggi destinati alle donne in gravidanza o con il passeggino (la colletta che vedete stilizzata, appunto). Vale anche la variante padri soli con il passeggino. In effetti, dove presente, il singolo cuore poteva trarre in inganno: poteva certamente sembrare un posto riservato a giovani coppie innamorate, ma no. Sostanzialmente questi stalli sono utili perché un filo più larghi (proprio per gestire passeggini che spesso sono catafalchi) e più vicini ad entrate e uscite delle strutture per le donne incinte che magari fanno più fatica. O anche per non far fare troppa strada tra le auto a bimbi e neonati. Roba così, semplice come concetto. Quindi no, maschio adulto, la pancia da birra non è sufficiente. Quindi no, coppia di anziani, aver avuto figli 50 anni fa non è sufficiente. Quindi no, giovanissima donzella da sola, non è sufficiente essere donna. Sì, lo so che lo sappiamo tutti. Il problema è che non basta saperlo. Va rispettato. Il rischio nullo di prendere una multa non rende più furbi ad occupare questi posti senza rientrare nelle categorie più sensibili. Rende solo solo più zotici. ✍️ Alan Conti
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Il Regno Unito ha il peggior congedo di paternità in Europa? La campagna di Dad Shift nel Regno Unito richiama l'attenzione su un problema urgente, spingendoci oltre la semplice richiesta di un congedo equo. Mira a ridefinire il ruolo paterno nella società moderna. Una paternità partecipativa e accudente: - promuove una nuova visione della mascolinità - incoraggia la condivisione delle responsabilità di cura - sfida gli stereotipi di genere - contribuisce a prevenire la violenza di genere I benefici sono evidenti: i padri accudenti migliorano il benessere familiare e lo sviluppo dei figli. Con Parentsmile®, rispondiamo a questa esigenza di cambiamento culturale, portando nelle aziende partner l’impegno verso questo obiettivo comune. È il momento di agire, per un futuro in cui la cura dei figli sia davvero una responsabilità condivisa. Uniamoci a questa battaglia di civiltà. Il cambiamento parte da noi: dalle nostre famiglie e dalle nostre aziende, per costruire un mondo del lavoro e una società più equi e inclusivi.
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#Condividere equamente le #cure #genitoriali tra #padre e #madre: ecco la vera soluzione per consentire alle #famiglie di #crescere. E invece sono pochissime le voci che sul palco degli #StatiGeneraliDellaNatalità, come del resto sulla scena politica italiana, hanno citato i padri, l’opportunità del loro coinvolgimento nella cura di figli e figlie, attraverso una equa ripartizione del lavoro domestico tra loro e le madri e misure per la conciliazione tra lavoro e famiglia che riguardino anche gli uomini. Eppure è chiaro che la strada per mettere le coppie in condizioni di appagare il proprio desiderio di genitorialità passa per l'attivazione di politiche che favoriscano il riequilibrio dei divari di genere: a partire da #congedi di genitorialità perfettamente paritari, integrati con politiche fiscali e dei servizi che ne rendano paritario l’utilizzo concreto. Il carico di lavoro che grava sulle madri è il classico elefante nella stanza: Maria Cristina Valsecchi propone una riflessione dopo avere seguito gli Stati generali della Natalità. Il link è nel primo commento!
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👩👦In occasione della Festa della #Mamma, abbiamo diffuso alcuni dei risultati del nostro Osservatorio #Parents, che indaga i comportamenti e i bisogni dei #genitori con figli tra 0 e 11 anni. Quali sono le principali fonti di preoccupazione per le mamme italiane? #Lavoro: solo 1 mamma su 3 si dichiara pienamente soddisfatta dell'attuale situazione lavorativa. Un'insoddisfazione esacerbata dal forte desiderio delle mamme di affermarsi anche da un punto di vista professionale. #Economia: l'84% delle madri italiane, contro il 77% dei padri, si dice molto o abbastanza preoccupato per il #futuro personale e della propria famiglia, soprattutto a causa della riduzione dei risparmi che colpisce quasi 6 mamme su 10. #Violenzadigenere: il 33% delle mamme teme gli episodi di violenza che coinvolgono le donne, una percentuale superiore a quella dei padri (21%). Gli episodi di violenza, in generale, nella società e i fatti di cronaca riportati dai media turbano il 42% delle mamme. Leggi qui l'articolo pubblicato su Quotidiano Nazionale Network➡️ https://lnkd.in/drywJa-C #Eumetra #marketresearch #knowledgebuilding Matteo Lucchi Jessica Bizzotto Anita Lissona Lead Communication
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SUL CAMBIO DEL SESSO BASTA ASPETTARE "IL 70 PER CENTO DEI MINORI CI RIPENSA" Studio tedesco svela gli alti tassi di desistenza entro 5 anni dalla diagnosi di disforia. Bisogna assolutamente impedire che si usino determinate pratiche sui minori. Che potrebbero segnare negativamente la loro crescita per sempre. @LaVeritaWeb
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Accogliamo con favore la legge introdotta lo scorso 2 luglio in Sierra Leone che cerca di porre fine alla diffusa prassi dei matrimoni forzati e precoci dichiarandola illegale. Ma questa grave violazione dei diritti umani continua ad essere una pratica comune in molti paesi. Ogni anno nel mondo 12 milioni di bambine e adolescenti rischiano di subire un matrimonio forzato. Le bambine costrette a sposarsi durante l’infanzia hanno conseguenze che possono condizionare il resto della loro vita: vanno incontro a gravidanze precoci con un aumento del rischio di complicazioni o di morte durante la gravidanza e il parto, e conseguenze gravi anche a lungo termine sulla propria salute e su quella del figlio/a. Nonostante non se ne parli, il fenomeno è diffuso anche in Italia. In particolare nei contesti di povertà estrema, i matrimoni precoci e forzati sono la conseguenza di disuguaglianze, discriminazioni di genere che spingono al controllo della vita delle ragazze e della loro sessualità fin da bambine. Retaggi di una cultura patriarcale ancora troppo radicata e che Medici del Mondo contrasta ogni giorno anche con i suoi progetti sul campo. #MedicidelMondo #MatrimoniForzati #Curiamoanchelingiustizia #Salute
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Dare la dote alla famiglia del marito nei villaggi così come nella cultura indiana è un’usanza normale. E’ solo la famiglia della sposa a dare la dote che è tenuta a dare sempre qualcosa, degli oggetti o soldi, diventa obbligatorio anche post matrimonio. Perché? Perché è una donna ed è lei ad essere inferiore ed è lei che deve contribuire al benessere della futura famiglia in cui andrà. La famiglia di lei spesso è costretta ad indebitarsi per “accontentare” l’altra famiglia, perché le pretese aumentano nel corso degli anni. Sono poche le persone che si ribellano a questo sistema e sono poche le donne che hanno supporto dalla propria famiglia perché ciò non accada. Ma è tutto normale perché è così che si fa, spero però che le nuove generazioni abbiano più consapevolezza perché tutto ciò deve avere una fine. Nessuno deve sentirsi inferiore agli altri. Le donne devono avere gli stessi diritti ma anche le stesse opportunità degli uomini così come quest ultimi devono lavorare per diminuire il gap tra ambo i sessi. Sentirsi inferiori o avere l’autostima bassa perché non si riesce ad concludere qualcosa quando le pretese aumentano non deve esserci da nessuna parte, ne nella vita privata e ne nella vita lavorativa. Ad un certo bisogna saper dire di no è l’unica soluzione! La dote non è un obbligo e non è normale che esista ancora oggi, nel 2025! #saperDireNo #Dote #StorieIndiane #ViaggioInIndia
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CONTI AL MATTINO - NON SONO OPERE D’ARTE Qualcuno è un po’ scolorito dal tempo ma, tutto sommato, in città sono tutti ancora piuttosto visibili. C’è anche la versione con cuore singolo oltre quella di donna con culletta. Sempre, tendenzialmente, in rosa. Allora, per quanto curati questi disegni non sono delle opere d’arte di madonnari in vena di improvviso ermetismo. Sono dei segnali per indicare dei #parcheggi destinati alle donne in gravidanza o con il passeggino (la culletta che vedete stilizzata, appunto). Vale anche la variante padri soli con il passeggino. In effetti, dove presente, il singolo cuore poteva trarre in inganno: poteva certamente sembrare un posto riservato a giovani coppie innamorate, ma no. Sostanzialmente questi stalli sono utili perché un filo più larghi (proprio per gestire #passeggini che spesso sono catafalchi) e più vicini ad entrate e uscite delle strutture per le donne incinte che magari fanno più fatica. O anche per non far fare troppa strada tra le auto a bimbi e neonati. Roba così, semplice come concetto. Quindi no, maschio adulto, la pancia da birra non è sufficiente. Quindi no, coppia di anziani, aver avuto figli 50 anni fa non è sufficiente. Quindi no, giovanissima donzella da sola, non è sufficiente essere donna. Sì, lo so che lo sappiamo tutti. Il problema è che non basta saperlo. Va rispettato. Il rischio nullo di prendere una multa non rende più furbi ad occupare questi posti senza rientrare nelle categorie più sensibili. Rende solo solo più #zotici. ✍️ Alan Conti
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