Questo articolo è il “rovesciamento” di fronte rispetto a quello che ho pubblicato la settimana scorsa a proposito di quanto i genitori si facciano conoscere veramente dai loro figli. In quell’articolo scrivevo appunto che mentre i genitori conoscono bene i loro figli, il contrario avviene molto meno di frequente, ed è spesso il motivo per cui i figli si sentono autorizzati a giudicare i loro genitori, soprattutto per il rapporto che questi ultimi hanno – o hanno avuto – coi primi. Troppo spesso ho avuto a che fare con giovani (e anche non così giovani) adulti che provavano un astio tale per almeno uno dei genitori (tipicamente tra figlio maschio e padre… ma non solo), da indurli ad interrompere qualsiasi rapporto con la famiglia d’origine una volta usciti di casa. Questo è non solo triste, ma inaccettabile. A meno che i genitori (o uno dei due) non abbiano avuto comportamenti violenti o perfino abusivi nei confronti dei loro figli, niente può giustificare la scelta di interrompere ogni legame con la famiglia. E anche nel caso di genitori violenti o assenti, è necessario che i giovani – o anche meno giovani – trovino il modo di ritrovare almeno una parvenza di rapporto con chi li ha comunque cresciuti e accuditi, per quanto il modo possa essere stato discutibile. Questo è necessario non tanto per una questione prettamente morale, che comunque c’è, ma per il fatto che in questi casi chi finisce per pagare il prezzo più alto non sono i genitori, che per un distorto senso di giustizia potrebbe anche starci; ma i figli stessi, che recidendo del tutto il rapporto con la famiglia d’origine (spesso anche con fratelli e sorelle, magari solo per aver invece deciso di continuare ad avere un rapporto coi genitori), si trovano spersi, confusi, con pochi o deviati punti di riferimento e, soprattutto, emotivamente vulnerabili. Se il genitore non prende l’iniziativa, lo facciano i figli. Lasciare la famiglia per disaccordi non è una buona scelta, per il semplice motivo che ovunque si vada, ci si porta dietro una frattura che non guarirà mai. Nemmeno rimanere in famiglia controvoglia scambiando a malapena due parole, però, è una valida alternativa. Nel mio ultimo articolo spiegavo cosa può fare un genitore per farsi conoscere dai propri figli perché credo che sia lì la vera causa del problema. Tuttavia, per una buona parte dei casi, i genitori potrebbero avere grossi problemi ad aprirsi ai loro figli per una miriade di motivi: sensi di colpa, senso d’inadeguatezza, paura del giudizio, paura di perdere la faccia e la propria autorità (soprattutto nel caso del padre), paura di esporsi, falso pudore, doversi mettere in discussione… non è proprio robetta di poco conto e fa rabbrividire il pensiero di quanti genitori si siano portati nella tomba tutta questa immondizia! 👇 CONTINUA LA LETTURA dell'articolo di Alessandro Carli 👇 Link 👉 https://lnkd.in/dvsNZAka
Caro Alessandro, innanzitutto, complimenti per il bel traguardo di tua madre. In second'analisi, grazie per questo articolo, che condivido in toto, anche se non nascondo quanto sia difficile applicare le "strategie" di "umanità" che consigli.
Alessandro, Conoscenza genitori - figli: bella gatta da pelare se penso al mio passato. Posso dire di aver conosciuto i miei genitori, di aver appreso più dai fatti che dalle parole. Come per qualsiasi altro tipo di conoscenza la parola chiave è reciproca intenzione. Non posso conoscere fino in fondo chi non ha interesse o desiderio di farlo. Per quello che mi riguarda ho acquisito maggiore consapevolezza di chi siano stati e il perchè di determinate dinamiche messe in atto quando, per una decisione all'epoca non mia da una parte, e per la prematura scomparsa dall'altra si è creata inevitabilmente una distanza. Quella distanza è stata il supporto per comprenderli, accettare loro ed il loro comportamento con tutto quello che ne è seguito e che ha avuto ripercussioni su di me e lasciarli andare senza rabbia, senza alcun tipo di recriminazione. Si passa attraverso, si comprende (che non significa necessariamente essere d'accordo), si lascia andare. Il mio certo non è un caso tipico (per fortuna) ma sono certa che, se vi sia un interesse umano profondo e un desiderio reciproco, la strada per conoscersi veramente la si trova. Anche i figli possono fare il primo passo senza problemi e preoccupazioni.
Articolo veramente interessante e con tanti spunti di riflessione. C'è veramente tanto lavoro da fare e tanta comunicazione "azzoppata" da dinamiche e casi della vita tali da creare allontanamento, dissapori e soprattutto poca volontà di confrontarsi alla pari, indipendentemente dai ruoli e posizione familiare....
Ben detto! Amare e rispettare i nostri genitori non è mai ripagarli abbastanza del dono più grande che ci hanno fatto, la Vita,unito al fatto che ci hanno CRESCIUTO e purtroppo non tutti abbiamo avuto la fortuna di avere due genitori bravi e presenti durante il nostro percorso di crescita, ecco perché nascono i conflitti tra genitori e figli e disturbi psichici o comportamentali da adulti da parte dei figli.
Apertura ed empatia. Grazie Alessandro Carli
Alessandro un gran bell'articolo, che tocca il cuore. Ho perso a mio padre quando ero giovanissima e avevo un bellissimo rapporto con lui. Con mia mamma il rapporto è stato più "movimentato"... abbiamo sempre parlato tanto, con tanta confidenza, eppure ci siamo confrontate spesso e, a volte, molte volte, anche bisticciate. Lei è una donna dal carattere forte! Ancora oggi, a 91 anni (10 meno della tua), mantiene il suo temperamento, anche se è più calma. Comunque, da diversi anni, non litighiamo più… e questo miglioramenti è in gran parte avvenuto grazie al mio cambiamento d'approccio, grazie all’accettazione e all’amore incondizionato. Grazie mille per aver affrontato un argomento così delicato, ma allo stesso tempo così importante.
Alessandro, purtroppo le situazioni che si possono generare sono talmente tante da non poter sempre comprendere fino in fondo i motivi che spingono le persone verso determinati comportamenti. Concordo però con il tuo pensiero e con i suggerimenti che proponi. “Non lasciare mai nulla in sospeso” è sempre un ottimo consiglio. E nelle situazioni che descrivi diventa assolutamente necessario. Pensieri davvero profondi quelli che suggerisci.
Imprenditore | CEO | Affianco Imprenditori con 20/100 Collaboratori nel far crescere le proprie Imprese | oltre 400 | Imprenditori | seguiti in 25 anni di attività | Vivo in | Spagna | Lavoro ovunque
2 mesiMolto bello, grazie Alessandro!