La struttura dei #consumi delle famiglie sta cambiando in risposta ai rincari dei #prezzi, ma molti trend derivano da nuovi stili di vita e da fattori di tipo culturale. Si riduce il peso dei consumi più tradizionali e di base, con uno spostamento verso tipologie di prodotti e formati distributivi più economici. Il cambiamento delle preferenze va a favore delle spese legate alla #tecnologia e verso l’attenzione per la persona e lo svago. In definitiva, comportamenti di consumo molto meno attratti dal possesso di un bene, e maggiormente legati alle #esperienze. REF Ricerche
Post di Fedele De Novellis
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Il dato è il più basso da sette trimestri. A pesare è stata soprattutto la contrazione dei consumi delle famiglie nei centri urbani.
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Vedremo come andrà il 2025 a livello di consumi e PIL
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📌 I #salari rimangono stabili ma i #prezzi aumentano. E la classe media – stretta in questa morsa – fa fatica ad affrontare le #spese, a partire da quelle mediche. 📌 A dirlo è l’ultima edizione del Termometro Altroconsumo, l’inchiesta attraverso il quale ogni anno l’organizzazione di #consumatori “prende la temperatura” della situazione economica delle #famiglie italiane. 📌 Il problema è trasversale ma diventa più significativo nel Centro-Sud. Pesano anche 1️⃣ la struttura del nucleo familiare (all’aumentare dei componenti, tendono ad aumentare anche le difficoltà) 2️⃣ il titolo di studio (le famiglie in cui entrambi i partner sono laureati mostrano una capacità di affrontare le spese superiore rispetto a quelle in cui nessuno dei partner ha conseguito un titolo universitario). Su Corriere della Sera
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Le famiglie faticano. E un dato Ocse conferma queste difficoltà: nei primi tre mesi del 2024 in Italia il potere d’acquisto era più basso del 6,9% rispetto al 2019. Questo è il livello più basso di tutti i Paesi Ocse, dove in media è aumentato di poco meno del 2% nello stesso periodo
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Boom di chi acquista solo lo stretto necessario. Per difendere il proprio tenore di vita gli italiani aumentano i ritmi di lavoro: nel 2023 un miliardo e mezzo di ore lavorate in più rispetto al 2019
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Dato che qualcuno ironizzava sul mio post in cui sostenevo che il trend si stia invertendo e il futuro sia in #provincia, ecco i dati del Sole 24 ore sulla qualità della vita, con particolare riferimento alla #ricchezza e ai #consumi degli italiani. Al di là dell'ovvio divario nord-sud (nulla di nuovo sotto il sole) emerge quello che sostengo da tempo, e che molte persone si ostinano a non voler vedere. Nella ricerca sulla qualità della vita Milano, Torino, Roma, Napoli, Palermo, Venezia, Trieste sono tutte, inesorabilmente, quelle con i punteggi peggiori della propria regione. Inoltre, ad eccezione di Bologna, tutte le principali città italiane stanno cedendo posizioni a vantaggio delle province confinanti (sia in questa classifica specifica sia in quella generale sulla qualità della vita). il motivo principale? Il costo del #mutuo per l'acquisto della prima casa o il costo dell'#affitto e dei servizi é troppo più alto rispetto agli stipendi. In soldoni: a Milano i servizi sono migliori che in provincia, ma in pochi una volta pagati i servizi essenziali possono permettersi di usufruirne. É ora che le comunità locali capiscano il loro potenziale. La qualità della vita é un elemento sempre più centrale nelle aspettative delle persone, in particolare in quella delle nuove generazioni. E anche le aziende e le startup se vogliono essere più #attrattive (e piú competitive) si sposteranno dove questi valori sono più elevati.
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📣Grazie Giampaolo Colletti per questa condivisione di un neologismo che rispecchia in gran parte il gap di realtà percepita … 🗝️🧠🗝️come l’intelligenza artificiale seleziona e categorizza anche le mappe mentali umane limitano la prospettiva se guardano al passato in modo statico …. 🌀🕸️🌀Apro una riflessione su quanto questo concetto si applichi anche alle nostre #organizzazioni! Nel mio lavoro di consulente di trasformazione positiva incontro molte aziende molti dirigenti molti manager Hr e business molti collaboratori …. 📉❓📈Si conferma dalle indagini di clima e dall’ascolto ‘ neutro’ degli attori un gap ricorrente tra le prospettive top down e bottom up ma vedo ancora più ricorrente la #polarizzazione tra chi continua a vedere numeri e trend negativi del passato e non valorizza gli sforzi del cambiamento in atto avendo aspettative irrealizzabili! 🎬Credo che dovremmo fare tutti un grande atto di coraggio per valorizzare i #piccolipassi del cambiamento, per festeggiare insieme nuovi #apprendimenti per scrivere una nuova regia e #storytelling, per vedere le #luci che si sono accese oltre le ombre del passato e i problemi ancora diffusi … 🌿🦋🌿mi auguro che ogni persona e lavoratore in ogni livello della piramide organizzativa impari ad apprezzare cosa c’è’ e contribuisca con #selfleadership e #accoubtability all’evoluzione del sistema cui appartiene andando oltre pregiudizi e esperienze passate per essere #regista e #protagonista di un nuovo ciclo di crescita sostenibile felice e gentile per tutti! Un abbraccio di pace 🌈
Scrivo sul Sole24Ore | Dirigo StartupItalia | Transmedia Content Manager per Sella | Inviato per XXI Secolo su Raiuno
I CONSUMI TRA REALTA' E PERCEZIONE E QUEL FENOMENO CHIAMATO "VIBECESSION". NE SCRIVO OGGI SUL SOLE24ORE Oggi il 55% degli americani ritiene che l’economia sia in contrazione sebbene il Pil sia in crescita. Lo stesso accade in Italia: il delta tra inflazione percepita e misurata nel 2024 potrebbe aggirarsi sui 9 punti percentuali. È come se i consumatori italiani avessero perso in un solo anno 3.600 euro per ogni nucleo familiare. In America lo hanno soprannominato vibecession: si tratta del divario tra la realtà dei dati e il percepito dei consumatori che si basa su valutazioni emotive, vibrazioni appunto. In generale più della metà dei consumatori pensa erroneamente che l’economia stia peggiorando, anche se così non è. Una percezione della realtà che finisce per ribaltarla, ha scritto il New York Times. «Nella dimensione gassosa tutto diventa vibrazione, spostamento d’aria, sospensione o esplosione improvvisa. Nei consumi le scelte di pancia prevalgono perché si dimostrano le più semplici da elaborare in una dimensione aleatoria in cui la razionalità è in capo agli algoritmi, non sempre a vantaggio dei consumatori. In questo scenario di incertezza per i brand da evitare assolutamente sono i tradimenti delle eventuali promesse, le furbizie troppo commerciali e le scorciatoie valoriali». Così afferma Francesco Morace, sociologo attualmente in libreria con "Modernità Gassosa" per EgeaEditore. In pagina la testimonianza di sei manager di aziende d'eccellenza che ci racconta la relazione con i clienti tra autenticità e trasparenza: Anita Carra, Sara Menegale, Alberto Federici, Ilaria Lodigiani, Paola Scandola, Alessandro Chiarmasso. Ancora una volta per marketer e comunicatori quell’assioma legato alle 99 tesi del Cluetrain Manifesto, coniato a cavallo tra la fine del secolo scorso e l’inizio del nuovo, torna a essere centrale: i mercati sono conversazioni. Di tutto questo ne scrivo oggi sul Sole24Ore insieme a Fabio Grattagliano. Buona lettura #sole24ore #marketing #vibecession
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Per l’83,4% degli italiani la presenza di luoghi in cui potersi incontrare è importante per il proprio benessere, ma a causa dell’inflazione 14 milioni di italiani in corso d’anno hanno rinunciato a consumare pasti fuori casa.
🔹 Secondo il terzo Rapporto Italgrob-Censis una famiglia su due ha tagliato i consumi e il caro vita è percepito al 20% annuo dal 16% degli italiani.
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Segreteria Didattica
4 mesiUn po' come dire 'ci possiamo permettere l'esperienza d'uso piuttosto che il possesso' ...