SERVONO PIÙ GIOVANI NELLA STANZA DEI BOTTONI
In prima linea e dietro le quinte.
Nei Comuni, nelle Regioni, in Parlamento.
Nello staff, nei gabinetti, negli uffici giuridici, economici, amministrativi.
Ce n’è un bisogno urgente, a mio avviso. E vado subito al punto per dirvi perché.
Perché ci sono giovani che ne sono capaci, anzitutto. Giovani competenti in grado di comprendere il funzionamento del meccanismo istituzionale. Giovani che non pensano che la politica sia tutta da buttare ma anzi considerano operazione necessaria offrire un contributo concreto al dibattito. Giovani con le qualità tecniche necessarie a dare consigli, prendere decisioni e realizzare policy.
Punto numero due. Le istituzioni ne hanno drammaticamente bisogno. Attenzione però, non è mia intenzione affermare che le generazioni più anziane dovrebbero farsi da parte, tutt’altro. Serve contaminazione. E la contaminazione passa necessariamente dall’essere disposti ad ascoltare pareri e proposte reciprocamente (e senza pregiudizi o piedistalli).
E quindi arriviamo al terzo punto.
Se si vuole riportare i giovani a partecipare alla vita democratica (e quindi, concretamente, anche a votare) è indispensabile far capire che del loro pensiero si è interessati. Non è novità, infatti, che sono la categoria meno propensa a recarsi alle urne. E c’è un esempio che molto racconta circa la scarsa sensibilità comunicativa nei confronti di questa categoria.
Durante la campagna elettorale delle ultime elezioni europee il media Factanza (che fa parte della categoria “Instagram” come Will, Torcha e molti altri) ha dedicato una serie di interviste a leader e rappresentanti dei principali partiti su YouTube. L’aspetto trasversale di tutti i video è stato l’utilizzo di affermazioni come “Ve lo spiego perché molti di voi (spettatori) non lo sapranno”, “Voi probabilmente non lo sapete perché siete troppo giovani”. Ecco, sono fermamente convinto che non basti utilizzare piattaforme “giovani” per parlare ai giovani. Serve prima di tutto comprendere come vorrebbero essere trattati e, spoiler, espressioni “gerarchiche” come queste di certo non aiutano.
Lo dico in altri termini: essere giovani non significa (necessariamente) non sapere le cose. E se si vuole fare tre, quattro, cinque passi avanti in tal senso, serve iniziare ad avere più giovani nella stanza dei bottoni.