Lunedì scorso ho partecipato con molto interesse al convegno nazionale sulle Associazioni Fondiarie organizzato a Torino dalla Rete Rurale Nazionale e dal CREA Ricerca. Dopo qualche giorno per pensarci su provo a sintetizzare cosa ho portato a casa.
- Attorno alle ASFO, che ad oggi gestiscono una percentuale minuscola del territorio italiano ma sono capaci di grandi cose, si muovono per aiutarle tanti attori importanti: oltre agli organizzatori possiamo citare le tre regioni presenti con i propri dirigenti, così come Uncem e Anci o Fondazione Cariplo, a testimonianza del credito e del potenziale che le ASFO possiedono.
- Questa fase deve però portare le ASFO a crescere, sia come numero che come capacità operativa, per trasformare quel potenziale in azione concreta, in benefici importanti per il territorio, in numeri che in qualche modo anche giustifichino l'attenzione che viene loro rivolta.
- Al tempo stesso la crescita (dimensionale, economica, professionale) delle ASFO, o almeno di una parte di esse, non deve snaturarle, soprattutto non deve far perdere loro uno dei punti di forza attuali: la strepitosa biodiversità nel loro essere esattamente quello che il singolo territorio ha bisogno e produce.
- E' mancato forse un attore al convegno, il mondo delle imprese, agricole e forestali, che non possono non costruire un'alleanza con le ASFO, affinché entrambe le realtà crescano assieme beneficiando di importanti sinergie il cui beneficio più grande ricadrà sulle comunità locali.
Infine il convegno ha confermato quanto questo settore sia ricco di iniziative, di domande e possibilità, così come non mancano i problemi da affrontare. Una sfida anche per chi come me fa della propria professione lo sviluppo del territorio, ma sarà un piacere affrontarla assieme alle ASFO e alle loro comunità.