From finish line to stairs: il nuovo spot Nike mostra le conseguenze della maratona 🏃♂️ Il duro allenamento e le grandi vittorie sono spesso molto diversi da come vengono dipinti nelle pubblicità dei #brand sportivi. Infatti, è proprio su questo aspetto che gioca la nuova campagna di Nike. Nel video intitolato "Stairs" vengono mostrate una serie di scene che i runner agonisti riconosceranno immediatamente: persone che scendono le scale o attraversano le strade zoppicando, si appoggiano ai corrimano e ai bidoni della spazzatura o hanno difficoltà a sedersi. Credo che i corridori più esperti del sottoscritto si immedesimeranno immediatamente nell'andatura post-maratona che viene mostrata nel video, in cui le gambe sono troppo stanche e pesanti dopo aver percorso più di 40 km il giorno prima 😅 . 💡Per me, ciò che rende stupenda questa campagna si svela dopo circa 20 secondi, quando un uomo su un taxi giallo guarda con curiosità fuori dal finestrino una persona che scende goffamente le scale. 🎯 La "chicca" arriva in questo momento: la stazione radio dell'auto trasmette il brano del 1976 dei Nazareth "Love Hurts", che si conclude con la dedica del conduttore del radiofonico a tutti coloro che hanno corso la maratona il giorno prima: "spero che stiate bene là fuori.". Lo spot si conclude con lo slogan "Winning isn’t Comfortable", che richiama i precedenti spot Nike rivolti ai runner. Robe di un altro pianeta 🚀 Ditemi cosa ne pensate 😁 #AdvertisingCampaign #CreativeStrategy
Post di Francesco Giuseppe Paciello
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🏅Si sa, in tanti casi lo #sport può portare grandi soddisfazioni, ma dietro le immagini trionfanti che sono scolpite nel nostro immaginario si celano grandi sforzi fisici e mentali che spesso non ci vengono mostrati. Un tema che di recente #Nike ha trattato nel suo nuovo film “Stairs” della serie “Winning isn’t Comfortable”. Lo spot mette in mostra i dolori muscolari che colpiscono i maratoneti il giorno dopo la gara, mostrandoli mentre zoppicano e faticano nel compiere azioni quotidiane come fare le scale o sedersi. L'ho trovato molto interessante ed efficace: ancora una volta, Nike è riuscita a mostrare una prospettiva che spesso non viene presa in considerazione, restituendoci un universo di valori legati alla fatica e allo sforzo. Ciò che emerge è il concetto di sport come metafora della vita. Penso, infatti, che quanto rappresentato dallo spot sia rapportabile alle piccole grandi sfide del quotidiano, basti pensare alla tensione derivante da un esame universitario o da una presentazione di lavoro, non trovate? #Stairs #SportIndustry #Maratona
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Io e Gian Luca Sanna condividiamo due grandi passioni. La corsa e la fede calcistica. Oggi con il suo post mi dà lo spunto per parlare di come la pratica sportiva sia una costante sfida per migliorare il proprio io in tutti gli ambiti. E direi che parlarne il primo giorno del nuovo anno vale come augurio per tutti quelli che si spingono sempre a migliorare se stessi, per tutti quelli che hanno perso le forze e hanno bisogno di una mano e per quelli che ancora non conoscono quanto aiuti lo sport. 🏃♂️🚴♀️🏊♂️ La Mentalità dello Sport nella Vita Professionale Nel mondo dello sport, discipline come la corsa, il ciclismo e il nuoto ci insegnano che la fiducia in sé stessi e l’etica sono la base per raggiungere traguardi sempre più ambiziosi. Lo stesso vale per il nostro lavoro quotidiano. 1️⃣ Fiducia in sé stessi: Così come un atleta si allena per diventare più forte, anche nel lavoro è fondamentale credere nelle proprie capacità. La consapevolezza di essere all'altezza del compito ci motiva a migliorare continuamente e a puntare a obiettivi sempre più elevati. 2️⃣ Etica e Fair Play: Lo sport non è solo competizione, ma anche rispetto reciproco e lealtà. Allo stesso modo, nel mondo del lavoro, la correttezza e il rispetto verso colleghi e clienti sono essenziali. Vincere non significa solo raggiungere un risultato, ma farlo con onestà, spirito di gruppo e responsabilità. 3️⃣ L'importanza dell'impegno: Come negli sport di fatica, anche nel lavoro i risultati dipendono dall’impegno quotidiano. Il successo non arriva senza sacrificio, ma quando affrontiamo le sfide con determinazione, ogni passo ci avvicina alla meta. Afrrontare una maratona o una gara di triathlon, mi ha insegnato quanto nei momenti di estrema fatica, la testa e l'approccio mentale siano la base per superare i momenti di difficoltà. Lo stesso approccio mentale che ci guida nelle sfide sportive può essere altrettanto potente nel nostro percorso professionale. Con fiducia, etica e impegno possiamo ottenere risultati straordinari, sia nel nostro campo che nella vita. #Sport #Fiducia #Etica #FairPlay #Lavoro #CrescitaProfessionale #Obiettivi
𝓘𝓯 𝔂𝓸𝓾 𝓭𝓸𝓷'𝓽 𝓱𝓪𝓽𝓮 𝓻𝓾𝓷𝓷𝓲𝓷𝓰 𝓪 𝓵𝓲𝓽𝓽𝓵𝓮, 𝔂𝓸𝓾 𝓭𝓸𝓷'𝓽 𝓵𝓸𝓿𝓮 𝓻𝓾𝓷𝓷𝓲𝓷𝓰 𝓮𝓷𝓸𝓾𝓰𝓱. Mercoledì 1 gennaio 2025. Abitudine, senso di colpa o motivazione? Forse sono queste tre componenti a 𝗳𝗮𝗿𝗰𝗶 𝘀𝘃𝗲𝗴𝗹𝗶𝗮𝗿𝗲 il primo giorno dell'anno e uscire al freddo dell'inverno nuorese per correre in città? Nike lo racconta bene con questo spot dove le condizioni avverse sono contrapposte alla canzone tenera che parla di ben altro. 𝗕𝗿𝗮𝘃𝗶 loro. E bravi tutti quelli che si sono alzati questa mattina per r̵i̵p̵a̵r̵t̵i̵r̵e̵ 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗶𝗻𝘂𝗮𝗿𝗲 con l'attività fisica. La natura del corpo, infatti, non conosce la cultura del calendario. E bisogna uscire. Bisogna. Nike stressa il ragionamento con quel "Winning isn't Comfortable" finale che ci ricorda che il risultato è figlio dell'impegno. Quell'impegno che ci porta a svolgere anche 𝗮𝘁𝘁𝗶𝘃𝗶𝘁𝗮̀ 𝗰𝗵𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝗰𝗶 𝗽𝗶𝗮𝗰𝗰𝗶𝗼𝗻𝗼. Perché correre con la pioggia non è il massimo. Certo, c'è la componente eroica che il podista ricerca nel suo sforzo verso l'obiettivo. La corsa assume, quindi, una valenza pedagogica nell'abituarci alla 𝘳𝘰𝘶𝘵𝘪𝘯𝘦 quotidiana per raggiungere il 𝘁𝗿𝗮𝗴𝘂𝗮𝗿𝗱𝗼 𝗱𝗶 𝗱𝗼𝗺𝗮𝗻𝗶. 𝑹𝘰𝐮𝐭𝗶𝒏𝗲, a volte, pallosa quanto necessaria. Serve una forte 𝗺𝗼𝘁𝗶𝘃𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲. Ognuno ha 𝗹𝗮 𝘀𝘂𝗮 per calzare le scarpe, cercare il segnale GPS e partire. Il premio è 𝗱𝗲𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗱𝗶 𝗻𝗼𝗶. Anche nel ②⓪②⑤. Buon anno 𝓹𝓲𝓽𝔃𝓲𝓷𝓷𝓸𝓼 | 𝓰𝓾𝓪𝓰𝓵𝓲𝓸̀ | 𝓫𝓾𝓽𝓮𝓲.
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NIKE E L'INCLUSIVITÀ: PUNTI DI VISTA Si parla molto nelle ultime settimane della nuova campagna di Nike per le prossime Olimpiadi, a detta di alcuni eccessivamente "campione-centrica" e poco "inclusiva" nei confronti di chi vive lo sport e al target di Nike. La scelta di puntare su campionissimi dello sport con una campagna che esalta la narrazione di chi si isola per vincere è stata vista anche come "non inclusiva" e, leggendo articoli vari, post sui social, podcast e compagnia cantante, spesso mi capita di leggere un eccessiva volontà di essere politically correct, cosa su cui non sono d'accordo. Premesso che la campagna di Nike può piacere o meno nei termini del suo significato (sul contenuto visuale nulla si può dire, è pazzesca), noto che troppe volte si cerchi di essere forzatamente super-partes, corretti politicamente nei confronti di ogni opinione. A volte, esasperando la possibilità di esprimere una preferenza. E via al massacro e alla maledetta parola "inclusività". "A me piacciono i campioni dello sport". "Ah, allora non sei inclusivo". Come se tifare o supportare un campionissimo fosse sinonimo di mancanza di inclusività o rispetto verso gli altri. Chi ha fatto sport (che non fosse bocce al mare) a un minimo livello agonistico, sa bene che ci si allena e si gioca per puntare alla competizione, chiaramente nel rispetto degli avversari e dei compagni di squadra, questo non deve mancare mai. E infatti, io dallo spot di Nike leggo che questo c'è. E c'è anche la "cattiveria" sportiva di chi vuole vincere. Anche al campo di padel di provincia, in fondo, non vi incazzate con voi stessi quando perdete la partitella con gli amici? Se sì, è sport. Se no, non è sport. Lo sport è competizione, cercare di alzare il livello, migliorare, avere degli obiettivi. Perché seguiamo i campioni dello sport? Perché ci fanno divertire e puntano alla vittoria. Certo, è giusto normalizzare che non si possa vincere sempre, ma nemmeno osannare che fare sport significa giocare tanto per giocare. Sono sempre gli eccessi a essere sbagliati. Non lo fa nessuno, neppure il 36enne con le ginocchia scassate che prova a correre per tenersi in forma ed evitare il fiatone mentre fa le scale, dandosi ogni volta un obiettivo più alto (spoiler: sono io, non è un'accusa al target in questione). Questo spot cambierà le sorti di Nike? Il suo target meno legato al "successo" domattina comprerà Adidas? Io non lo penso, anzi, credo rafforzerà ulteriormente il posizionamento del brand e la sua leadership nel mondo degli sportivi. #Nike
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Quanto sono antipatici quelli che vogliono sempre vincere! Tra due giorni inizieranno le Olimpiadi di Parigi e, puntualmente, Nike celebra questo evento con il suo nuovo spot, "Winning Isn’t For Everyone". Come sempre lo fa secondo l'archetipo dell'eroe, ma da un punto di vista diverso dal solito. Infatti lo spot mette in evidenza gli aspetti caratteriali negativi che spesso accomunano e contraddistinguono molti atleti/e quando sono sul campo di gara (ossessione, egoismo, mancanza di empatia, ecc.) e chiedendosi ripetutamente "Sono una brutta persona [sott. se voglio vincere a tutti i costi]? L'archetipo dell'eroe incarna tutte queste caratteristiche nel voler raggiungere il suo obiettivo a discapito degli avversari e talvolta della squadra, che infatti nello spot non compare mai. L'eroe/atleta non è una creatura con poteri sovrannaturali, ma una persona comune in cui tutti possiamo identificarci. Il messaggio di Nike è chiaro: tutti possiamo essere eroi o eroine, basta avere il coraggio e la determinazione di provare a superare i nostri limiti, anche a costo di risultare antipatici. Poco importa. Quello che importa è che essere focalizzati sull'essenza del brand aiuta a raccontarlo al meglio sapendo sempre quali sono le corde che sanno emozionare (e indurre all'acquisto), il tuo target. In più ti permettono di usare i punti deboli per rafforzarti. Vincere non è per tutti! #archetypalBranding Nike #brand #olimpycGames
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✨ Quando il marketing incontra il momento giusto: Nike trasforma un momento virale della Copa America 2024 in una pubblicità brillante! ✨ Non è un segreto che il mondo del marketing si muova a una velocità vertiginosa, ma Nike ha dimostrato ancora una volta di essere un passo avanti. Durante la Copa America 2024, un momento virale è diventato l'occasione perfetta per creare una campagna pubblicitaria che ha catturato l'attenzione globale. 🌎⚽ 🔍 Ecco cosa è successo: Durante una delle partite più intense del torneo, un'azione mozzafiato ha lasciato il pubblico senza fiato e ha immediatamente iniziato a rimbalzare sui social media. Nike, sempre vigile e pronta a cogliere l'attimo, ha trasformato questo momento in una pubblicità che non solo celebra l'evento, ma anche lo spirito del calcio e la passione dei tifosi. 💡 Cosa possiamo imparare da questa mossa geniale? Reattività: Essere pronti a cogliere l'attimo è cruciale. Nike ha dimostrato che monitorare costantemente ciò che accade nel mondo può offrire opportunità uniche. Autenticità: Sfruttare un momento reale e spontaneo rende la pubblicità più autentica e coinvolgente. Creatività: La capacità di trasformare un evento sportivo in una storia che risuona con il pubblico è ciò che distingue i grandi brand dai buoni brand. Una lezione per tutti noi su come trasformare un semplice momento in una brillante opportunità di branding.
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Come rubare la scena a Nike e Adidas prima delle olimpiadi? Agli Olympic Trials c’è stata una campagna di marketing che si è distinta tra tutte. Non è di Nike, Adidas o On-Running. Invece, è Bandit Running, una startup di New York City, a fare scalpore. Approfondiamola assieme. Come dichiarato dal suo fondatore Tim West, l'azienda ha offerto 35 contratti di due settimane per i corridori non sponsorizzati ai trials, le qualificazioni olimpiche statunitensi, perchè questi sono i primi "a investire su se stessi". I contratti consistono in abbigliamento senza marchio, una piattaforma e denaro per coprire le spese. Hanno una clausola di esonero che consente una facile uscita agli atleti che ricevono un'offerta di sponsorizzazione tradizionale durante le prove. Atleti forti, ma meno famosi, vestiti di nero, senza loghi, senza colori, senza sponsor. che hanno però attirato l’attenzione dei media su se stessi e sui brand. 🎯Cosa ha funzionato? Approccio unico: nessuno punta sugli underdogs, ma ai giornali piacciono le storie di rivalsa e gli exploit. Investire su di loro porta una visibilità notevole e fa risparmiare milioni di sponsorizzazioni. Fondamenti del marketing: i brand puntano a legarsi agli atleti più visibili, specialmente durante eventi di alto profilo come le Olimpiadi. Cosa c’è di più visibile di qualcosa di diverso e sottovalutato? Successo a livello locale: a differenza dei giganti come Nike, Bandit Running è cresciuta sfruttando movimenti locali e club di corsa, creando una forte presenza comunitaria e mantiene in questo modo il suo messaggio. Branding distintivo: L'approccio senza marchio di Bandit è una lezione di come distinguersi nel rumore. Mentre gli altri brand competono con colori sgargianti e brand visibili, la semplicità di Bandit attira l'attenzione. Cosa non sono: Bandit sa di non essere un marchio con grandi budget. Abbracciando la loro identità come marchio di corsa newyorkese, si concentrano su un supporto significativo agli atleti piuttosto che su sponsorizzazioni sfarzoso. Fornendo supporto logistico, fisico e nutrizionale agli atleti nei momenti critici, Bandit garantisce che questi possano gareggiare senza vincoli di marchio, mostrando il loro vero potenziale. Connessione autentica: sostenendo gli atleti quando sono in difficoltà, non solo nelle vittorie, Bandit crea una profonda lealtà. Questo supporto genuino li distingue in un campo dove molti brand appaiono solo nei momenti di vittoria. Affinità profonda: gli atleti sostenuti da Bandit potrebbero avere un'affinità duratura per il marchio, indipendentemente dai risultati, creando una base fedele di ambassador per il brand. Insomma, usare la testa aiuta a fare belle azioni senza investire gli stessi budget dei primi della classe. A volte, meno è davvero di più. #branding #marketing #sport #nike Ti è piaciuto questo post? Se vuoi farmelo sapere: - metti un pollice alto - scrivi che ne pensi qui sotto - fallo sapere ai tuoi contatti
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Nella vita non è che dobbiamo sempre per forza innovare. Oggi hanno presentato ufficialmente la nuova maglia dell'Inter e... Fa schifo. Ma non è questo il punto. Cioè lo è, ma in un senso più ampio. Poco prima di vedere questo scempio, che sembra partorito da un tizio che ha appena scoperto paint nel '96, stavo lavorando a una proposta per un brand che ha un retaggio storico assimilabile a quello di una squadra di calcio. Il punto di partenza del mio ragionamento in quel caso è stato: "dobbiamo avere rispetto per chi ritiene questo prodotto qualcosa che fa parte del proprio bagaglio culturale e emotivo". Tradotto: è inutile che ci mettiamo a fare robe futuristiche di sta cippa quando parliamo di qualcosa che vive di (e nella) tradizione. Ora, questo ragionamento dovrebbe valere x1000 quando si parla di una squadra di calcio come l'Inter. Essendo abbonato da quando avevo la testa più grossa delle gambe, posso assicurarvi che l'Inter ha un ruolo nella mia vita di importanza incalcolabile (secondo solo alla mia fidanza che leggerà questo post). Questo vale per milioni di tifosi di qualsiasi sport in tutto il mondo. Lo sport è cultura, retaggio, tradizione. Decidere di inserire quelle trame orripilanti nella maglia più importante degli ultimi 50 anni (la prima con la seconda stella) significa che tu, Nike, non hai idea della materia su cui stai lavorando. Tratti un brand come l'Inter come se fosse un brand streetwear, ma lo fai pure di m***a perchè una roba del genere non piacerebbe nemmeno a un trapper dopo il dodicesimo acido. Si può pensare: "va beh ma lo fanno per vendere di più". Spoiler: non funziona. L'Inter è da anni nettamente indietro rispetto alle competitor nella vendita del merch. Inoltre chiunque abbia messo il muso fuori di casa negli ultimi 3 anni si sarà accorto che si sta tornando verso il vintage, soprattutto nelle maglie da calcio, con squadre che addirittura si sono messe a rivendere maglie degli anni 80. Quindi sembra che queste scelte vengano fatte solo in nome di un'innovazione forzata che non serve a niente se non a dire "oh avete visto quanto siamo innovativi?? yooooo". Ecco, diciamo che l'innovazione senza cultura rischia di essere solo una monnezza.
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🔔Consigliamo la lettura di questo interessante post di Upen Srl sul valore delle sponsorizzazioni sportive nel marketing olistico, che apportano ai brand maggior visibilità e riconoscibilità sul mercato. 👇
Una delle sponsorizzazioni sportive che recentemente ha suscitato pareri contrastanti è quella tra il tennista Jannik Sinner e Pasta De Cecco🎾🍝. Al di là dei giudizi apparsi sui social, spieghiamo invece, perché per noi funziona molto bene e non è una semplice mossa commerciale focalizzata sul profitto💰. Le sponsorizzazioni sportive sono centrali ed efficaci nel marketing olistico per diversi motivi: ✔Visibilità e riconoscimento: associarsi a un atleta di successo da una grande visibilità. Il brand viene portato all'attenzione del pubblico globale. ✔Affidabilità e credibilità: un atleta di alto profilo che utilizza e promuove un determinato prodotto trasferisce parte della sua credibilità al brand. I consumatori tendono a fidarsi delle scelte dei loro idoli sportivi. ✔Engagement emotivo: lo sport genera forti emozioni. I brand che si inseriscono in questi momenti creano un legame profondo col pubblico. Alcuni casi di Successo: ROMA e Barilla🇮🇹 La Barilla ha sponsorizzato la squadra di calcio della Roma negli anni ’70 e ’80. Il logo compariva sulla maglia ufficiale della squadra di calcio, contribuendo a promuovere il marchio dell'azienda al grande pubblico durante le partite e gli eventi sportivi in cui la Roma era coinvolta e aiutandola così ad allargare il proprio mercato di riferimento. Nike e Michael Jordan🏀 Uno dei casi più noti è la collaborazione tra Nike e Michael Jordan. Lanciata negli anni '80, la linea di scarpe Air Jordan non solo ha trasformato Nike in un gigante dell'abbigliamento sportivo, ma ha anche reso Michael Jordan un'icona a livello mondiale. L'Air Jordan ha combinato qualità e innovazione tecnica con il carisma e la grandezza di Jordan, creando un prodotto ambito da milioni di persone. Adidas e Lionel Messi⚽ Un altro esempio di marketing olistico di successo è la lunga partnership tra Adidas e Lionel Messi. Adidas ha creato una linea di prodotti appositamente per il fuoriclasse argentino, sfruttando la sua immensa popolarità per aumentare le vendite delle sue scarpe e degli articoli sportivi. La sinergia tra Messi e Adidas ha permesso al brand di consolidarsi nell'ambito del calcio, conquistando fette di mercato significative e rafforzando la propria immagine di azienda di alta qualità e innovazione. Conclusioni Il marketing olistico che utilizza sponsorizzazioni sportive è una strategia che va oltre la semplice pubblicità. Coinvolge valori ed emozioni creando un legame profondo e duraturo tra il brand e i consumatori🤝. Nel caso di De Cecco e Jannik Sinner, vediamo chiaramente come crei e una sinergia tra la qualità del prodotto e l’eccellenza sportiva, consolidando l’immagine del brand nei cuori e nelle menti del pubblico. Francesca Falcitelli , F.lli De Cecco di Filippo - Fara San Martino S.p.A. #Upen #marketingolistico #Sinner #DeCecco #partnership #sponsorship #ADV #pubblicita #marketingsportivo #sponsorizzazionisportive #BrandStrategy #BrandLoyalty #BrandAmbassador #visibilita #empatia
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Intarget e Diesel: un case study di successo su Think with Google 🎉👖 Siamo entusiasti di condividere che il nostro lavoro con Diesel è stato pubblicato su Think with Google! Per il lancio della nuova collezione primavera-estate 2024, Diesel ha voluto creare un'esperienza coinvolgente durante la Milano Fashion Week di settembre 2023, puntando a rafforzare la consapevolezza del brand e a coinvolgere la propria community. Per raggiungere questo obiettivo, il team di lavoro ha sviluppato una campagna YouTube in più fasi fasi: 🔴 Prima della sfilata, creando e promuovendo contenuti video tramite una campagna di copertura in-stream, generando attesa e comunicando la data e l’orario del live streaming. 🔴 Il giorno della sfilata, assicurando la massima visibilità all'evento utilizzando il formato Masthead live su YouTube, raggiungendo segmenti di pubblico specifici in Francia, Germania e Regno Unito. 🔴 Dopo l'evento, mantenendo alta l’attenzione condividendo i momenti salienti, le interviste, i dietro le quinte e i look principali della sfilata sul canale YouTube di Diesel. Risultati 👇🏻 ⚫️ Il Masthead live ha generato 18.9 milioni di impression con il più alto tasso di coinvolgimento tra i contenuti della campagna. ⚫️ La sfilata primavera-estate 2024 di Diesel è diventata la più vista nella storia del brand, e abbiamo registrato un notevole incremento delle interazioni sul canale YouTube. Questo case study dimostra come una strategia video ben pianificata possa creare una community solida e coinvolgente, rafforzando la brand loyalty e l'engagement. 🎥✨ Leggi il caso studio in questo articolo 👇🏻 _____ 🙌🏻 🙌🏻 🙌🏻 Cinzia Calabrese Ivan Tosini Benedetta Salvetti Inês de Jesus Nicola Tanzini Fausta Sposato Matteo Ferrari Alessio Garbato Silvia Pozza Federica Munaron Debora Facchini Vincenzo Barbaro Silvia Cocciolillo Luca Senatore #Diesel #Intarget #DigitalMarketing #CaseStudy #Google #Youtube #YoutubeStrategy #VideoStrategy #ContentStrategy #Community #Business
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Una delle sponsorizzazioni sportive che recentemente ha suscitato pareri contrastanti è quella tra il tennista Jannik Sinner e Pasta De Cecco🎾🍝. Al di là dei giudizi apparsi sui social, spieghiamo invece, perché per noi funziona molto bene e non è una semplice mossa commerciale focalizzata sul profitto💰. Le sponsorizzazioni sportive sono centrali ed efficaci nel marketing olistico per diversi motivi: ✔Visibilità e riconoscimento: associarsi a un atleta di successo da una grande visibilità. Il brand viene portato all'attenzione del pubblico globale. ✔Affidabilità e credibilità: un atleta di alto profilo che utilizza e promuove un determinato prodotto trasferisce parte della sua credibilità al brand. I consumatori tendono a fidarsi delle scelte dei loro idoli sportivi. ✔Engagement emotivo: lo sport genera forti emozioni. I brand che si inseriscono in questi momenti creano un legame profondo col pubblico. Alcuni casi di Successo: ROMA e Barilla🇮🇹 La Barilla ha sponsorizzato la squadra di calcio della Roma negli anni ’70 e ’80. Il logo compariva sulla maglia ufficiale della squadra di calcio, contribuendo a promuovere il marchio dell'azienda al grande pubblico durante le partite e gli eventi sportivi in cui la Roma era coinvolta e aiutandola così ad allargare il proprio mercato di riferimento. Nike e Michael Jordan🏀 Uno dei casi più noti è la collaborazione tra Nike e Michael Jordan. Lanciata negli anni '80, la linea di scarpe Air Jordan non solo ha trasformato Nike in un gigante dell'abbigliamento sportivo, ma ha anche reso Michael Jordan un'icona a livello mondiale. L'Air Jordan ha combinato qualità e innovazione tecnica con il carisma e la grandezza di Jordan, creando un prodotto ambito da milioni di persone. Adidas e Lionel Messi⚽ Un altro esempio di marketing olistico di successo è la lunga partnership tra Adidas e Lionel Messi. Adidas ha creato una linea di prodotti appositamente per il fuoriclasse argentino, sfruttando la sua immensa popolarità per aumentare le vendite delle sue scarpe e degli articoli sportivi. La sinergia tra Messi e Adidas ha permesso al brand di consolidarsi nell'ambito del calcio, conquistando fette di mercato significative e rafforzando la propria immagine di azienda di alta qualità e innovazione. Conclusioni Il marketing olistico che utilizza sponsorizzazioni sportive è una strategia che va oltre la semplice pubblicità. Coinvolge valori ed emozioni creando un legame profondo e duraturo tra il brand e i consumatori🤝. Nel caso di De Cecco e Jannik Sinner, vediamo chiaramente come crei e una sinergia tra la qualità del prodotto e l’eccellenza sportiva, consolidando l’immagine del brand nei cuori e nelle menti del pubblico. Francesca Falcitelli , F.lli De Cecco di Filippo - Fara San Martino S.p.A. #Upen #marketingolistico #Sinner #DeCecco #partnership #sponsorship #ADV #pubblicita #marketingsportivo #sponsorizzazionisportive #BrandStrategy #BrandLoyalty #BrandAmbassador #visibilita #empatia
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