#Olio #EVO una classifica mondiale basata sui #premi vinti dai produttori nei numerosi concorsi dedicati agli oli extravergine. Tra le aziende italiane più rappresentative, ben note anche alla #gdo sono presenti nel ranking Olio San Giuliano, MONINI e Nicola Pantaleo SpA.
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#Vino da record, in #Italia le #bollicine 🥂 hanno superato il #miliardo di #bottiglie 🍾 prodotte e commercializzate nel 2024. Il risultato è stato rivelato dall’Osservatorio del Vino Uiv-Ismea. Sky Italia
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VINI NO ALCOL Grazie Giulio Ghisolfi per aver messo in evidenza questa intervista di Piero Antinori sul tema dei vini dealcolati e a basso contenuto alcolico. Antinori dimostra una visione strategica che va oltre i confini tradizionali della produzione vinicola. Il punto cruciale è la sua capacità di vedere nei vini "NoLo" (no alcohol e low alcohol) non un nemico, ma un'opportunità per due aspetti fondamentali: - sostenibilità economica: utilizzare l'eccesso di produzione di vini comuni per creare prodotti dealcolati, evitando l'estirpazione dei vigneti e preservando un patrimonio paesaggistico e culturale italiano; - apertura a nuovi mercati: intercettare consumatori con esigenze salutistiche e nuove abitudini di consumo. Il fenomeno mi ricorda l'evoluzione della birra zero alcol, un mercato che poco per volta sta acquisendo la sua visibilità. E' più che legittima la sua richiesta di trasparenza: vuole etichette chiare che non ingannino il consumatore, distinguendo nettamente tra vino tradizionale e vino dealcolato. La vera sfida, come giustamente osserva, sarà mantenere la complessità organolettica. L'alcol non è solo una componente, ma "la spina dorsale" che trasporta gli aromi. Quindi, la ricerca dovrà concentrarsi su come preservare il più possibile l'esperienza sensoriale del vino tradizionale. Un approccio pragmatico per #innovare pur rimanendo fedele alle proprie radici. #bestpractices #wine #foodandbeverage
Devo pubblicamente ringraziare il Marchese Piero Antinori , che mi pregio di conoscere personalmente da molti anni e che considero non solo un grande uomo ma soprattutto un imprenditore di successo eccezionale ed un visionario , per l’#endorsement che ha fatto a favore del VINO DEALCOLATO, nel totale scetticismo generale di tanti esperti e produttori, vino che gli ho fatto assaggiare la scorsa estate e che non solo ha apprezzato , ma che ha anche confermato essere il “business del futuro” ( sue testuali parole) in quel settore. Daltronde il vino tradizionale ha una storia ultracentenaria mentre il Vino dealcolato e’ di recentissimo sviluppo e commercializazione con ampi spazi di miglioramento che sono convinto molti produttori sapranno presto colmare e soddisfare. Sono le piccole soddisfazioni che si hanno nella vita e che e’ giusto poterle condividere.
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Difendere il #MadeInItaly 🇮🇹 #Puglia Se il prezzo dell’olio extravergine di oliva italiano non scende attraverso le solite manovre di mercato dei soliti noti, come blocco degli acquisti e ricatti ai frantoi in cerca di liquidità, ecco che si spalancano le porte alle truffe. E’ così che il prezzo dell’#olio #extravergine di #oliva #italiano è precipitato, in pochi giorni, di quasi un euro, passando dai 9,5 euro/kg agli attuali 8,7 euro/kg, secondo le ultime indiscrezioni che vengono da rappresentanti della commissione prezzi olio della #CCIAA di #Bari. Proprio al porto di Bari, nell’ultima settimana, stanno arrivando carichi di olio greco destinati a qualche grande frantoio pugliese, collegato strettamente con qualche grande imbottigliatore. E proprio negli ultimi giorni si stanno registrando anomali aumenti delle rese in questi frantoi, passati da 13-14% anche al 20% e oltre. Tutto questo, caso molto strano, proprio in coincidenza col ponte di Ognissanti e un allentamento dei controlli nei porti. Tutto questo, inoltre, proprio alla vigilia della conferenza stampa di presentazione del patto etico tra produttori, frantoi e industria in Puglia che rinnova quello già siglato la scorsa campagna olearia e che aveva bloccato la speculazione al ribasso sull’olio italiano. La situazione sta allertando molto gli operatori, con i prezzi delle olive che sono saliti fino a 130 euro/quintale negli ultimi giorni che, con rese al 14%, pone il costo di produzione a 9,2 euro/kg. Per avere prezzi dell’olio a 8,7 euro/kg o meno, significa che il prezzo delle olive deve abbassarsi del 30% in un’annata di scarica. Ma è conveniente la truffa con olio greco? Molto conveniente se consideriamo che le attuali quotazioni dell’extravergine greco sono di 7,5 euro/kg per oli di buona o ottima qualità. Rivendendo quest’olio come italiano a 8,7 euro/kg, il margine di profitto illecito è di 1,2 euro/kg. L’obiettivo dichiarato di qualche grande commerciante di olio nazionale è portare il prezzo dell’extravergine nazionale a 8 euro/kg o meno. E poco importano i metodi. L’importante è che scenda a valori compatibili con le attuali richieste di qualche imbottigliatore e di qualche insegna della #GDO per far uscire promozioni di extravergine di oliva nazionale a 6,99 euro per bottiglia da 750 ml poco prima di #Natale. E’ evidente che simili truffe, che sono un danno per gli operatori onesti ma anche per il mondo della produzione pugliese, possono essere fermate solo con un inasprimento dei controlli nei porti, per prevenire fenomeni di speculazione legati a truffe sull’origine del prodotto italiano. Regione Puglia Comune di Bari Camera di Commercio di Bari Francesco Pugliese
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Calo della #produzione, impennata dei #prezzi della #materiaprima, #consumatori alla ricerca di #convenienza. Il 2023 è stato sicuramente un anno di rottura per il settore dell’#olio di oliva, con uno scenario senza precedenti. Olio Dante S.p.A. ha purtroppo subito questa contrazione dei consumi e, per tale motivo, ha cercato di presidiare nuovi spazi e opportunità di crescita nel comparto dei #condimenti. Nel segmento dell' #oliodisemi, comprensivo anche dei nuovi prodotti immessi sul mercato da pochi mesi, Olio Dante ha fatto registrare un #incremento a doppia cifra in #volumi su basa annua. Antonio Lamparelli, Responsabile Direzione Vendite Italia Olio Dante SpA, è il protagonista del quinto appuntamento con “C3 Intervista l’Industria” intervistato da Eugenio Morlacchi, Direttore Commerciale #C3 https://lnkd.in/eH9T_jq4 #oliodioliva #olii #intervista #food #foodnews
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Raramente parlo di Prosecco, che non ha certamente bisogno dei miei commenti, ma dato il continuo successo e il trend di crescita in un momento come questo di forti cambiamenti e difficoltà di nei Mercati di tutto il mondo, mi sento di condividere alcune riflessioni. 📈 Un Momento Storico di Crescita e Prospettive Future 🌟 Il Prosecco si trova oggi in una fase straordinaria della sua storia, trainato da una crescita a doppia cifra: +11% nei primi 9 mesi del 2023, raggiungendo 1,3 miliardi di euro di vendite, con un picco di +20% solo a settembre 2024. Il successo è globale, con mercati come USA (+14%), Francia (+12%), Belgio (+12%) e persino Russia (+67%) che spingono le performance. Ma cosa rende il Prosecco ancora così vincente? E quali sono le sfide e le opportunità per il futuro? 🔑 I Segreti del Successo - La Denominazione come Brand: Il Prosecco non è solo una denominazione, ma è percepito come un brand forte, sinonimo di qualità e versatilità, capace di attrarre consumatori di tutte le età. - Un’Offerta Accessibile e Democratica: Il rapporto qualità-prezzo rimane il driver principale per la scelta dei consumatori, rendendo il Prosecco un simbolo di lusso accessibile. - Mixology e Trend Giovani: Grazie alla sua adattabilità, il Prosecco è protagonista non solo di momenti tradizionali, ma anche di cocktail e aperitivi moderni, conquistando le nuove generazioni. 🚧 Le Sfide del Mercato - Concorrenza Crescente: Altri spumanti, generici o territoriali, puntano sulla fascia entry-level o su un forte legame con i territori di produzione. - Difficoltà di Differenziazione: La scarsa distinzione tra Prosecco DOC e Conegliano Valdobbiadene DOCG può ostacolare il valore percepito del prodotto premium. - Limitazione dei Singoli Brand: L’ombrello del Prosecco DOC può oscurare i marchi individuali, soprattutto delle aziende che hanno risorse limitate da dedicare al marketing, limitando il loro potenziale di spostare significativamente le vendite. 🌿 Prospettive Future Guardando avanti, la sostenibilità e l’attenzione a un minor dosaggio di zuccheri saranno elementi chiave per incontrare i desideri di una generazione sempre più attenta alla salute e all’ambiente. Inoltre: - La versatilità del Prosecco lo mantiene intergenerazionale, garantendo stabilità e crescita anche in tempi incerti. - Il consumo di spumanti secchi, più adatti a un consumo destagionalizzato, è destinato ad aumentare. Il Prosecco non è solo un prodotto, ma un fenomeno culturale e commerciale in evoluzione. È il momento di investire in strategie di valorizzazione del territorio, storytelling e sostenibilità per assicurare che il suo successo sia duraturo. E voi, come vedete il futuro del Prosecco? 🍾 #Prosecco #Innovazione #Sostenibilità #Distribuzione #Crescita #Vino #Wine #Spumante #Sparkling #Export #Madeinitaly #Mixology #Trend
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Le bollicine italiane si apprestano a superare la quota record di 1 miliardo di bottiglie prodotte e commercializzate nel 2024; di queste, 355 milioni (+7%) saranno stappate tra Natale e Capodanno in Italia e nel mondo. Un record, rileva l’Osservatorio del vino Uiv-Ismea nel consueto report di fine anno, che dimostra la forza di una tipologia refrattaria a crisi economiche, conflitti e a difficoltà ormai strutturali del settore. #VirtùQuotidiane #UivIsmea #OsservatorioDelVino
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𝐂𝐨𝐧𝐬𝐨𝐫𝐳𝐢𝐨 𝐀𝐬𝐭𝐢 𝐃𝐎𝐂𝐆: 𝐨𝐥𝐭𝐫𝐞 90 𝐦𝐢𝐥𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐝𝐢 𝐛𝐨𝐭𝐭𝐢𝐠𝐥𝐢𝐞 𝐧𝐞𝐥 2024, 𝐯𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐮𝐦𝐢 𝐚 𝐛𝐚𝐬𝐬𝐚 𝐠𝐫𝐚𝐝𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐧𝐞𝐥 2025 È positivo il bilancio della produzione di Asti Spumante e Moscato d’Asti, che a fine 2024 supera il tetto di 90 milioni di bottiglie in linea con la performance dell’anno precedente. A trainare il risultato il Moscato d’Asti con un imbottigliato di oltre 33 milioni di pezzi, grazie in particolare alla domanda da USA, Italia e Far East. L’Asti Spumante, sebbene in leggera flessione, tiene sul fronte dell’export con Est Europa in grande ascesa. “Possiamo ritenerci soddisfatti – ha detto il presidente del Consorzio dell'Asti e del Moscato d'Asti DOCG, Stefano Ricagno – perché nonostante le incertezze dei mercati, questi risultati dimostrano che il trend di consumo è sempre più orientato verso prodotti alcolici a bassa gradazione sia in Italia che all’estero. Moscato d’Asti e Asti Spumante sono naturalmente low alcohol, e quindi tradizionali ma moderni allo stesso tempo, in grado di intercettare nuove tendenze come quella dei cocktail che riscontriamo ormai in ogni angolo del mondo”. Leggi il comunicato stampa completo: https://lnkd.in/dzHwk8Dv #AstiDOCG #MoscatoDAsti #AstiSpumante
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Il trend di aumento delle quantità nei primi 9 mesi dell’anno è destinato a durare, con la produzione di bollicine, prosecco in testa, che è quintuplicata nel giro di vent’anni
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Grazie al corso di primo livello per assaggiatore di olio di oliva ho iniziato una nuova esperienza per avere le competenze adeguate nella promozione di questa eccellenza italiana all'estero. Sono lieto di poter condividere questo articolo di #RaffaelloDeCrescenzo su #Artestv.it in cui sono riportati informazioni molto importanti per la valutazione di tutta la filiera produttiva che consente di avere sulle nostre tavole un prodotto di alta qualità
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BIRRA 0% , ALCOHOL FREE Bavaria, una delle birrerie leader europee ha recentemente lanciato sul mercato una gamma di birre senza alcool . Come faccio sempre , prima di dare un giudizio su un nuovo prodotto, l’ho acquistata ed assaggiata e devo ammettere che risponde pienamente ai miei gusti , essendo riusciti nell’intento di mantenere e replicare il gusto “amarognolo” originale delle birre alcoliche, che non avevo invece riscontrato assaggiando altre birre sempre alcool free prodotte da altri concorrenti, che sono piu’ “amabili” e “dolciastre”. Penso che questo trend avra’ successo e diventera’ un segmento di mercato rilevante e che tutti i produttori dovranno proporre. Ho letto che addirittura anche negli “spirits” ci sono sempre piu’ prodotti alcool free ( es. addirittura il Tanquery GIN) perche’ richiesti dal mercato. La domanda che pongo a tutti e’ perche’ il VINO No, vista l’acuta crisi di consumi dei prodotti alcolici ?! Ah gia’ non si puo’ chiamare Vino?! Ma allora perche’ la birra Si?! Ai posteri l’ardua sentenza , ma darei un consiglio ai “naviganti” : sbrigatevi a produrli , perche’ se non lo si fara’ in Italia, lo fara’ sicuramente qualcun altro e fare i “follower” e’ sempre poi piu’ difficile stare sul mercato in un mondo globalizzato.
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