[...] Per leggere un articolo di giornale bisogna certo conoscere l'alfabeto, ma per esserne influenzati occorre che si abbia già in sé un bagaglio di τόποι condiviso con l'autore. Solo così si possono conquistare i lettori con poche righe o anche con un solo slogan, a volte con una sola parola! Si resta perciò esterrefatti all'udire che la scuola offrirebbe un antidoto alla manipolazione, essendone al contrario il fondamento, la propedeutica, il requisito. [...] In questo equivoco tollerato e invero incoraggiato dalla società il semicolto sguazza e troneggia tra gli indottrinati. Egli è, tra tutti, la preda più facile da condizionare. In generale perché la sua presunzione di sapere lo mette al riparo dal dubbio collocandolo socraticamente ai vertici dell’ignoranza e della creduloneria; in senso tecnico perché, avendo egli confuso il linguaggio della conoscenza con la conoscenza stessa, gli si può vendere qualsiasi «verità» agghindandola coi ninnoli dell’accademia: numeri, calcoli, tavole, istogrammi, reminiscenze da manuale, cognomi venerabili, acronimi anglotecnici, riviste reputate ecc. Siffatte presentazioni strizzano l’occhio al semicolto e lo chiamano in causa offrendogli la gloria di tradurre il messaggio agli illetterati. Che stia casomai traducendo un falso è un problema che non può sfiorarlo, giacché l’unica prova ontologica che gli sta a cuore è quella del proprio creduto primato culturale: certificato dall’istituzione con un pezzo di carta e una corona d’alloro, destinato a riconfermarsi nella rincorsa del verbo istituzionale, non avendo altre basi. Il semicolto non si limita dunque a credere, ma è un diffusore attivo della propaganda che rilancia con una motivazione e uno zelo ignoti ai meno istruiti. https://lnkd.in/dJHTVs-C
Post di Giorgio Bianchi
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Una riflessione fra didattica, studio e società, per il valore della letteratura e del dialogo, contro incomprensioni e contrasti che permangono, anzi aumentano di questi tempi nel dibattito pubblico https://lnkd.in/dTFMDbic
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Mercoledì 11 Settembre 2024, in Università Cattolica a Brescia. A PARLARE DI STORIA DELLE RELIGIONI E DI DIDATTICA Importante Seminario di Studi dal titolo quanto mai emblematico "Dalla ricerca alla didattica della storia". Un dibattito sempre più stringente ed attuale. Soprattutto se visto con riferimento alle competenze riguardanti l'insegnamento della storia nelle scuole secondarie di primo grado. La storia, una materia che "si restringe", per le scelte scellerate dei governi che si avvicendano. Ma di cui si ha impellente bisogno. In una nuova programmazione didattica fondata sulle competenze. Nello specifico, poi, il sottoscritto analizzerà lo "stato delle cose" in merito alla Storia delle Religioni", la cosiddetta "materia invisibile". Di cui sempre se ne parla. Ma che è assente, per vari ordini di motivi, dall' ordinamento scolastico italiano. Tranne quello universitario. Ad una breve introduzione seguirà una parte di riflessione generale fra politica ed università, coronata da proposte e prospettive nuove. Per poi affrontare decisamente i problemi identitari della disciplina con soluzioni concrete. In un mondo che cambia. Ma dove il fatto religioso continua ad assumere una nuova centralità. Sulla base della necessità di un rinnovato dialogo interreligioso. A partire dalla scuola.
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📚 In un'epoca in cui l'accesso all'informazione è più ampio che mai, le parole di Gianni Rodari ci ricordano il valore intrinseco della lettura. Non solo come via per acquisire conoscenze o abbellire il proprio bagaglio culturale, ma come mezzo fondamentale per l'emancipazione dell'individuo. '𝗩𝗼𝗿𝗿𝗲𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗹𝗲𝗴𝗴𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗼, 𝗻𝗼𝗻 𝗽𝗲𝗿 𝗱𝗶𝘃𝗲𝗻𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗲𝘁𝘁𝗲𝗿𝗮𝘁𝗶 𝗼 𝗽𝗼𝗲𝘁𝗶, 𝗺𝗮 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗵𝗲́ 𝗻𝗲𝘀𝘀𝘂𝗻𝗼 𝘀𝗶𝗮 𝗽𝗶𝘂̀ 𝘀𝗰𝗵𝗶𝗮𝘃𝗼.' Queste parole risuonano con forza, invitandoci a riflettere su come l'accesso alla lettura e all'educazione possa trasformare le società, liberandoci dalle catene dell'ignoranza e dell'indifferenza. L'alfabetizzazione, in questo senso, diventa un pilastro per la costruzione di comunità più consapevoli, responsabili e libere. Condividiamo questo pensiero con la speranza che possa ispirare ognuno di noi a promuovere la lettura come strumento di crescita personale e collettiva. #Lettura #Educazione #Liberazione #CPM #CentroPoligraficoMilano #Tipografia #Editoria #Stampa #StampaDigitale #StampaOffset
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in che modo ci ordiniamo? Dalla serie di eventi all'associazione per temi, in che modo si dovrebbe organizzare l'insegnamento della storia? L' educazione alla storia nelle scuole d'Italia da tempo è una macchina in panne: troppi eventi, poche ore, tante concessioni all'ignoranza che si è costretti a fare. L'intera storia antica e classica è stata relegata ad anni in cui la mente dello studente ancora non possiede quella capacità di organizzazione mentale che servirebbe per connettere un concetto ad un altro organizzando entrambi in una prospettiva temporale. Consci delle difficoltà e delle carenze nella preparazione attuale degli alunni, alcuni professori si chiedono se si debba preferire i temi agli eventi, organizzando quindi la storia non più secondo una linea temporale, ma per tematiche. La mia modesta opinione è di non abbandonare la cronologia, perché non si perda quel modo di connettere i concetti, tanto scontato quanto centrale, che è la temporalità del prima e del poi. Da che mondo è mondo, la storia è vista come una catena di eventi. C'è un prima e un poi che, come gli anelli di un ancora lanciata dal peschereccio, sprofondano perdendosi nell'abisso delle ere. La nostra mente, questo miracolo che ognuno si porta appresso, produce continuamente associazioni e collegamenti, fondati su una qualche somiglianza. Le combinazioni sono tantissime, non invece i principi di connessione, quelli che alcuni filosofi addietro chiamavano categorie. Tra di essi c'è temporalità, che pone due o più elementi in una relazione dove c'è un prima e un poi. A mio parere, alterare la modalità di insegnamento del storia minerebbe quello che è dietro l'apprendimento di date e eventi, cioè l'esercizio all'associazione tra concetti, fondata sul principio di temporalità. Non sacrifichiamo la storia, diamogli più ore semmai! L'organizzazione per temi ha comunque la sua ragion d'essere, ma per non essere fluttuante dovrebbe radicarsi su una costruzione concettuale fondata sulla temporalità che quindi dovrebbe considerarsi prioritaria. Anche il tempo ha bisogno del suo tempo per costruirsi dopotutto.
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🧐 Perché i grandi Statisti dei secoli scorsi non vengono più letti, né pubblicati, e perché così pochi si acculturano attraverso i loro scritti? Viviamo in un'epoca in cui l'accesso all'informazione è più semplice e veloce che mai. Tuttavia, paradossalmente, i grandi Statisti del passato – da Machiavelli a Tocqueville, da Bismarck a Burke – sembrano essere scomparsi non solo dalle librerie ma anche dal dibattito pubblico. In molti casi, i loro scritti sono considerati "troppo complessi" o "non rilevanti" per la nostra modernità. Eppure, queste opere non solo analizzavano i problemi del loro tempo, ma offrivano anche riflessioni e principi universali che potrebbero aiutarci ad affrontare le sfide attuali. 👉 Cosa stiamo perdendo ignorando questi giganti del pensiero politico? 1️⃣ Una prospettiva storica preziosa: Gli Statisti del passato ci insegnano a guardare oltre l'attualità e a riflettere sulle dinamiche di lungo termine. 2️⃣ Idee senza tempo: Le loro analisi sul potere, la democrazia e la natura umana sono straordinariamente attuali. 3️⃣ Un antidoto alla superficialità: Le loro opere richiedono uno sforzo intellettuale, ma proprio per questo arricchiscono la nostra capacità di pensiero critico. 💡 Domande aperte: È colpa della velocità e superficialità dei media moderni se questi testi non trovano più spazio? Il sistema educativo dovrebbe fare di più per riportare l'attenzione su questi autori? Come possiamo rendere i loro insegnamenti più accessibili alle nuove generazioni? 📚 Personalmente, credo che riscoprire le opere degli Statisti del passato – e le loro lezioni – sia essenziale per affrontare il presente con maggiore consapevolezza e visione. ➡️ E voi, cosa ne pensate? Vi capita mai di leggere o riscoprire questi grandi pensatori? Qual è il loro valore nel mondo di oggi? Attendo con curiosità le vostre riflessioni nei commenti! 😊 #Leadership #Cultura #Statisti #Politica #Storia #PensieroCritico #Educazione
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Come dico nell’ incipit della lezione stessa, si tratta di un video un po’ sperimentale dove facendo una scorribanda tra libri e autori cerco di dire alcune cose che mi stanno a cuore riguardo a esseri umani, organizzazioni e filosofia. Nessuna pretesa né di completezza né di sistematicità, anche se ho fatto prima un minimo di programma dei punti da toccare. Diciamo che per chi ama gli stessi temi, può dare alcuni spunti di riflessione e qualche suggerimento per studi e letture. Buona visione
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Riscoprire le parole: un invito di Ivano Dionigi Le parole di Ivano Dionigi, docente emerito di Letteratura latina, offrono una riflessione profonda sul potere del linguaggio e sul suo ruolo nella società odierna. Dionigi invita a riscoprire il valore originario delle parole, spesso svuotate di significato e strumentalizzate per fini negativi. Al centro del suo messaggio c'è l'idea del "cum", prefisso latino che indica condivisione, unione e collaborazione. Comunicare, da cum-munus, significa "mettere in comune i doni", non solo scambiare informazioni, ma arricchirsi reciprocamente. Contestare, da cum-testari, non significa urlare dissenso, ma "testimoniare insieme", confrontando idee e punti di vista per giungere a una verità condivisa. Competere, da cum-petere, non è lottare per il primato, ma "andare tutti insieme nella stessa direzione", perseguendo un obiettivo comune nel rispetto reciproco. Dionigi denuncia lo "stupro del linguaggio" a cui assistiamo oggi, dove le parole vengono usate per manipolare, dividere e seminare odio. Di fronte a questo scenario, la scuola ha un ruolo fondamentale da svolgere. Non si tratta di insegnare semplicemente il vocabolario, ma di fornire agli studenti gli "attrezzi" per comprendere il vero significato delle parole e usarle in modo consapevole e responsabile. L'invito di Dionigi è rivolto soprattutto ai giovani, protagonisti di un nuovo rapporto tra cattolici e cultura contemporanea. I giovani hanno il potere di riappropriarsi del linguaggio e di usarlo per costruire ponti, non muri, per favorire il dialogo e la comprensione reciproca. In un mondo dominato dalla comunicazione digitale, dove le parole spesso perdono peso e valore, il messaggio di Ivano Dionigi è un monito a non sottovalutare la potenza del linguaggio. Riscoprire il significato originario delle parole e usarle con responsabilità è un passo fondamentale per costruire una società più giusta, solidale e inclusiva.
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Appelli, scritti, generali, secondi parziali, recuperi, assignment, voti, paper show... è tempo di esami in Università Bocconi, LIUC - Università Carlo Cattaneo e Università degli Studi dell'Insubria ed ecco una rassegna delle domande che sorgono durante la correzione. 🤔 qui cosa si intende? 🤔 soluzione giusta, ma perché tanto contorta? 🤔 toh, una nuova lettera dell'alfabeto, finora ignota! 🤔 ecco la calligrafia perfetta. 🤔 qualcuno ha un microscopio? 🤔 questo pezzo di risposta a che domanda fa riferimento? 🤔 qui c'è un asterisco, ma dove continuerà la risposta? 🤔 ma dove trovo lo spazio per scrivere il voto? 🤔 non sapevo esistessero penne di questo colore! * * #academiclife #exam #humor #happyholiday #summerposting #statistics #dataanalytics
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Socrate era contro la scrittura: Diceva che i testi scritti indeboliscono la memoria, e che la vera conoscenza può scaturire soltanto dal dialogo orale. Anche un uomo così saggio può essere vittima del pregiudizio. La scrittura ha rivoluzionato la storia umana, democratizzando l'accesso alla conoscenza e consentendo una vera trasmissione della memoria. Con la scrittura nasce la storia, ciò che viene prima è preistoria. Nel passato recente abbiamo assistito a dibattiti simili su internet e i social network, e oggi sulla AI. Sono tutte rivoluzioni, sempre più rapide, che sicuramente hanno controindicazioni nel breve termine: deficit di attenzione, sovrabbondanza di informazione, fake news. Ma nel medio-lungo termine potenzieranno drammaticamente la nostra capacità di comprendere la realtà. Come la scrittura. Davide C. Maria Giovanna Lanfranchi Antonio Picasso
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Scoprite la nostra filosofia educativa direttamente dalle parole della nostra Preside in questo bellissimo articolo uscito sabato 20 aprile sul Messaggero Veneto.
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agente commerciale
6 mesiAccademie prostituite e poi prostitute esse stesse non son più da tempo Accademie ma Postriboli ove si mercanteggia l'esistente privo di passato ed ancor più, di futuro.